Figlia minore di Pietro Nenni, sposò giovanissima il francese Henry Daubeuf, con il quale entrò a far parte della Resistenza in Francia. Nel 1942 fu arrestata dalla Gestapo e insieme al marito accusata di propaganda gollista e antifrancese. Mentre il marito era trucidato a Mont Valérien l'11 agosto dello stesso anno, Vittoria fu deportata il 23 gennaio 1943 nel campo di sterminio di Auschwitz in Polonia. Avrebbe potuto salvarsi rivendicando la nazionalità italiana, ma rifiutò, dichiarando di sentirsi francese e di voler seguire la sorte delle compagne di prigionia. Non era comunista e neppure iscritta al Partito socialista, tuttavia si unì al gruppo dei comunisti francesi. Morì di tifo nell'estate 1943. Sulla teca che ad Auschwitz la ricorda ci sono le sue ultime parole:
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« Dite a mio padre che non ho perso coraggio mai e che non rimpiango nulla » |
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Vittoria Nenni
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Pietro Nenni seppe della morte della figlia solo nel maggio del 1945.