Colomba Antonietti, nata a Bastia Umbra, figlia dei fornai Michele Antonietti e Diana Trabalza, si trasferì giovanissima a Foligno. Nella Chiesa della Misericordia (Foligno), il 13 dicembre 1846 sposò, contro il parere delle rispettive famiglie, il conte Luigi Porzi, (anch'egli eroe del Risorgimento), tenente delle truppe pontificie e discendente da una nobile famiglia di Senigallia. Dopo il matrimonio, Colomba Antonietti seguirà il consorte a Roma. Nel 1848- 1849 il marito aderì alla Repubblica Romana. Colomba, per combattere al suo fianco, si tagliò i capelli e vestì l'uniforme da bersagliere. Inizialmente affrontò le truppe borboniche nella Battaglia di Velletri (18 - 19 maggio 1849) e di Palestrina, dimostrando coraggio, valore ed intelligenza, tanto da meritarsi l’elogio di Giuseppe Garibaldi. Successivamente combatté a Porta San Pancrazio in Roma, dove morì sotto il fuoco dell'artiglieria francese, in difesa della Repubblica Romana; la tradizione vuole che morendo tra le braccia del marito avesse mormorato: “Viva l’Italia”. Dopo la sua morte il Porzi si trasferì in Uruguay. Fu sepolta dapprima nella Chiesa di San Carlo ai Catinari; nel 1941 le sue spoglie furono traslate presso il Mausoleo Ossario Garibaldino sul Gianicolo, che accoglie i caduti nelle battaglie per Roma Capitale e per l'Unità d'Italia (1849 – 1870). La sua morte eroica (non era usuale che una donna combattesse all'epoca) venne celebrata non solo da Giuseppe Garibaldi, ma anche da grandi poeti e scrittori, come Giosuè Carducci e Alexandre Dumas (padre). Dopo il matrimonio, Colomba Antonietti seguirà il consorte a Roma.
Fu sepolta dapprima nella Chiesa di San Carlo ai Catinari; nel 1941 le sue spoglie furono traslate presso il Mausoleo Ossario Garibaldino sul Gianicolo, che accoglie i caduti nelle battaglie per Roma Capitale e per l'Unità d'Italia (1849 – 1870).
A Colomba Antonietti sono dedicati due simulacri e un dipinto: