De: solidea (Mensaje original) |
Enviado: 29/08/2012 11:55 |
Vice Comandante del reparto della casa circondariale di Palermo, era entrato a far parte del Corpo degli Agenti di Custodia come semplice agente nel 1964 fino a diventare Maresciallo Ordinario. Il 28 agosto 1979 scomparve misteriosamente da Palermo al termine di una giornata di lavoro. Il giorno dopo avrebbe compiuto trentacinque anni e la maggior parte della sua carriera l'aveva trascorsa lavorando presso il primo istituto penitenziario del capoluogo siciliano (Ucciardone). Le cronache di allora parlarono di lupara bianca, una modalità spesso usata da Cosa Nostra per far sparire i corpi privi di vita senza lasciare alcuna traccia ma anche di un regolamento di conti. La moglie del maresciallo Di Bona disse che il marito quel giorno uscì per andare a prendere un caffè, dopo che aveva accompagnato lei e i figli dalla nonna, dicendo che sarebbe tornato presto: dal quel momento non lo vide più. Le indagini furono affidate per quanto riguarda la magistratura al giudice Rocco Chinnici che in seguito disse che la misteriosa scomparsa di Di Bona era strettamente legata al lavoro che svolgeva essendo egli un servitore fedele dello Stato, sempre ligio al proprio dovere, non riuscendo però il magistrato ad accertarne la causa precisa. Con l'assasinio di Chinnici, avvenuta il 29 luglio 1983, con un'autobomba al tritolo e nella quale morirono insieme a lui i due carabinieri di scorta: il maresciallo Mario Trapassi, l'appuntato Salvatore Bartolotta e il portiere dello stabile in cui abitava, Stefano Li Sacchi si perse anche la speranza da parte dei familiari di sapere come andarono realmente le cose e a distanza di tanto tempo non si è riusciti ancora a scoprire la verità. La scomparsa del maresciallo Di Bona segue una serie di delitti cominciati all'inizio del 1979 a Palermo per mano di Cosa Nostra: quello del vice brigadiere di polizia Filadelfio Aparo, il cronista del Giornale di Sicilia Mario Francese, il segretario provinciale della Democrazia Cristiana Michele Reina, il capo della Squadra Mobile Boris Giuliano. A settembre sarebbe inoltre avvenuto l'omicidio del magistrato Cesare Terranova e della sua guardia del corpo, il maresciallo di polizia Lenin Mancuso. |
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