« Abbiamo combattuto assieme per riconquistare la libertà per tutti: per chi c'era, per chi non c'era e anche per chi era contro... »
|
|
(Arrigo Boldrini)
|
Arrigo Boldrini, nome di battaglia "Bulow"
(Ravenna, 6 settembre 1915 – Ravenna, 22 gennaio 2008),
è stato un partigiano e politico italiano.
Figlio di una popolare figura di internazionalista romagnolo, negli anni '20 frequentò assieme a Benigno Zaccagnini la parrocchia ravennate di Santa Maria in Porto di don G. Sangiorgi, amico di don Minzoni (martire antifascista). In questi anni apprende quello spirito democratico che lo accompagnerà per tutta la vita. Spirito inquieto dopo il diploma di Perito agrario fu chiamato alle armi nel 1935, frequentando la scuola allievi ufficiali e conseguendo il grado di Sottotenente. Successivamente, lavorò come impiegato a Cesena fino al suo primo richiamo alle armi nel 1939, ove egli si arruolò volontario per circa un mese nella MVSN (la Milizia fascista per far parte della quale era obbligatoria l'iscrizione al Partito Nazionale Fascista), con il grado di "capomanipolo" (corrispondente a Tenente nell'Esercito Regio). Nel 1940-1941 lavorò a Napoli, ove conobbe il poeta Libero Bovio, entrando in contatto con ambienti antifascisti. A seguito dell'entrata in guerra dell'Italia a fianco della Germania venne richiamato nuovamente alle armi con il grado di tenente di complemento del 120º Reggimento fanteria "Emilia" di stanza alle Bocche di Cattaro in Jugoslavia. Rientrato in Italia per una licenza di convalescenza nell'estate del 1943, nell'agosto dello stesso anno aderì al clandestino Partito Comunista Italiano e, dopo l'8 settembre, fu tra i principali organizzatori della Resistenza in Romagna. L'11 settembre 1943, prese parte alla riunione fondativa della Resistenza romagnola, a cui parteciparono, oltre a lui, Mario Gordini, Ennio Cervellati, Giuseppe D'Alema, Riccardo Fedel, Giovanni Fusconi, Gino Gatta, Rodolfo Salvagiani, Agide Samaritani e Virginio Zoffoli. Il giorno successivo, il 12 settembre, un piccolo gruppo disarmato al comando di Boldrini attuò la prima azione partigiana nell'area ravennate, conosciuta come "la beffa di Savio", riuscendo a trafugare un ingente quantitativo di armi travestendosi da fascisti. Pur operando come dirigente partigiano si mosse liberamente nel territorio ravennate fino all'8 gennaio 1944, data dalla quale entrò nella clandestinità a seguito di un attentato in cui, durante il ritorno a casa dalla consueta cena col padre, fu fatto segno da alcuni colpi d'arma da fuoco da parte di ignoti fascisti, che gli bucarono la manica del cappotto e una falda del cappello. Ufficiale di collegamento del CUMER (Comando Unico Militare Emilia-Romagna) e responsabile militare per il C.L.N. della zona di Ravenna, partecipò di persona a numerose azioni di guerriglia rimanendo ferito durante una di esse. Le spiccate capacità di stratega e la sua teorizzazione della "pianurizzazione" della guerra partigiana gli valsero il soprannome di Bulow, in ricordo del famoso conte Friedrich Wilhelm von Bülow. Artefice del piano tattico per liberare Ravenna accettato dal Comando dell'VIII Armata, fu decorata di M.O.V.M. su proposta del Gen. Mc Creery Comandante in Capo britannico, dopo la liberazione della città da parte dei partigiani e degli Alleati il 04/12/'44. Dopo mesi di intensa guerriglia condotti nelle zone della Romagna ed i successivi combattimenti per la liberazione di Ravenna il 4 febbraio del 1945 il generale Richard McCreery comandante dell'VIII Armata appuntò al petto del comandante "Bulow", nella gremitissima Piazza Garibaldi della città liberata due mesi prima, la Medaglia d'oro al valor militare quale riconoscimento dello status di comandante di unità combattente riconosciuta dal Comando alleato e per il contributo dato alla liberazione dal comune nemico nazi-fascista (a cui farà seguito, significativamente, la consegna di un'antica medaglia garibaldina da parte dei suoi partigiani). Arrigo Boldrini ha impersonificato i motivi etici e politici alla base della lotta della Resistenza italiana, costituendone uno dei più autorevoli e credibili rappresentanti a livello istituzionale: in questa veste, a partire dal 1947, rappresentò l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia. Al Parlamento fu primo firmatario di diverse proposte di legge e fu Vice Presidente della Camera dal 1968 al 1976; fu membro, in rappresentanza dell'Italia, dell'Unione Europea Occidentale per alcuni anni. Fu Consigliere Comunale a Ravenna. Ripetutamente proposto per la nomina a Senatore a Vita. Studioso di politica militare ed internazionale fu autore di numerose pubblicazioni. Nel 2004 si ritirò dalla politica parlamentare, a 79 anni e volontariamente. Boldrini si è spento all'età di 92 anni nell'ospedale della sua città natale.