De: lucy46 (Mensaje original) |
Enviado: 24/01/2013 16:15 |
Di professione maestro nel suo paese (Cerveno in Val Camonica), a seguito dell'armistizio organizzò con alcuni giovani di Cerveno una delle prime formazioni partigiane operanti nella zona. Operava sul monte Concarena e nella zona di Lozio. Il 21 gennaio 1945, venne catturato da truppe della repubblica di Salò. Condotto a Brescia nel Castello, fu fucilato dopo due mesi di prigionia e di sevizie. Rinchiuso nel torrione detto della Mirabella, Cappellini scrisse ai fratelli diverse lettere di seguito raccolte in un volume intitolato proprio Alla Mirabella.
|
Medaglia d'oro al valor militare |
|
«Modesto maestro elementare in un villaggio valligiano, all’inizio della lotta contro l’oppressore nazifascista, abbandonò l'insegnamento per organizzare una delle prime formazioni partigiane di Val Camonica, per 17 mesi condivise i rischi e le durezze della lotta. In un’imboscata tesa dal nemico, fece scudo di se stesso ad un suo partigiano, attirando su di sé la reazione avversaria. Ferito al viso e ad una spalla, cessò di far fuoco solo quando la sua arma divenne inerte per inceppamento; catturato, sopportò per due mesi durissimo carcere, continui martiri e inumane sevizie, chiuso nel suo sdegnoso silenzio, senza nulla svelare che potesse danneggiare la causa per cui combatteva. Fu sordo alle lusinghe di aver salva la vita se avesse indotto i suoi uomini alla resa e ad ogni nuova tortura che il nemico rabbioso gli infliggeva, rispondeva sorridendo che i partigiani non sono dei vili. Stroncato dalle sevizie barbaramente inflittegli, esalava l’ultimo respiro gridando: «Viva l'Italia!»» — Val di Lozio, 21 gennaio 1945. |
|
|