De: lucy46 (Mensaje original) |
Enviado: 20/03/2013 13:09 |
È considerato il padre della drammaturgia moderna, per aver portato nel teatro la dimensione più intima della borghesia ottocentesca, mettendone a nudo le contraddizioni e il profondo maschilismo. In seguito al fallimento dell'attività del padre, commerciante in legname, Ibsen dovette abbandonare gli studi e iniziò a lavorare in una farmacia. Nell'inverno tra il 1848 ed il 1849 Ibsen scrisse il suo primo dramma, Catilina. Trasferitosi a Oslo, studiò medicina e lavorò come assistente teatrale e scrittore. Nel 1851 diventò direttore del Norske Theater di Bergen, dove aveva lavorato come maestro di scena. Dopo aver studiato scenografia a Copenaghen e a Dresda, nel 1857 fu nominato direttore del Kristiania Norske Theater. In quegli anni compose i drammi (Donna Inger di Østråt, 1855), (Una festa a Solhaug, 1856),("I guerrieri di Helgeland", 1857). Ad una fase posteriore della sua intensa produzione letteraria risalgono opere come Terje Vigen (1862), ("La commedia dell'amore", 1862) e il dramma storico ("I pretendenti al trono", 1863). Dopo la chiusura del teatro di Bergen, Ibsen partì e visitò Roma dove scrisse un dramma, Brand (1866). L'anno seguente, dopo un viaggio tra Ischia e Sorrento compose il Peer Gynt (1867), opera surreale, resa famosa dalla musica di Edvard Grieg. La fase romantica ibseniana si conclude con la commedia brillante (La lega dei giovani, 1869) e con il dramma (Cesare e il Galileo, 1873). La fase più squisitamente sociale del teatro ibseniano è battezzata da ("I pilastri della società", 1877), seguito da ("Casa di bambola", 1879), imperniato su una figura femminile in rivolta con la famiglia. A questi seguono altri capolavori, come ("Gli spettri", 1881), ("Un nemico del popolo", 1882), ("L'anitra selvatica", 1884), ("Villa Rosmer", 1886), ("La donna del mare", 1888) e Hedda Gabler (1890). A questo periodo risalgono anche i drammi ("Il costruttore Solness", 1892) e ("Il piccolo Eyolf", 1894). Dopo il ritorno a Cristiania, Ibsen scrisse i suoi ultimi lavori, John Gabriel Borkmann (1896) e Når vi døde vågner (1899). |
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