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M I T I . . . N O S T R I . . .: Nicola Calipari
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Respuesta  Mensaje 1 de 1 en el tema 
De: lucy46  (Mensaje original) Enviado: 23/06/2013 07:38
Nicola Calipari
(Reggio Calabria, 23 giugno 1953Baghdad, 4 marzo 2005)
è stato un agente segreto italiano ucciso da soldati statunitensi in Iraq nelle fasi immediatamente successive alla liberazione della giornalista de il manifesto Giuliana Sgrena.
 

Nicola Calipari entra a far parte degli scout nel reparto «Aspromonte» del gruppo Reggio Calabria 1 dell'Associazione Scouts Cattolici Italiani (ASCI). Dal 1965 segue tutto il percorso educativo fino a diventare, nel 1973, capo scout nei gruppi Reggio Calabria 1 e Reggio Calabria 3 AGESCI. Laureato in giurisprudenza, nel 1979, si arruola in Polizia e diventa funzionario. Dal Settembre 1979 al 1982 Commissario in prova, addetto alla Squadra Mobile prima e Dirigente della Squadra Volanti poi della Questura di Genova. Nel 1980 collocato in aspettativa per svolgere il servizio militare Dal 1982 al maggio 1989 ricopre vari incarichi fino a Dirigente della Squadra Mobile prima e Vice Capo di Gabinetto poi della Questura di Cosenza. Nel 1988 ha effettuato un periodo di missione di tre mesi per collaborare con la National Crime Authority australiana. Dal maggio 1989 al 1993 è in servizio alla Questura di Roma e dal 1993 al 1996 è Vice Dirigente della Squadra Mobile della Questura di Roma. Nel 1996 è Primo Dirigente della Questura di Roma e dal marzo 1997 al 1999 Direttore del Centro Interprovinciale Criminalpol della Questura di Roma. Dal 1999 al novembre 2000 diviene Direttore della 3ª e della 2ª Divisione del Servizio Centrale Operativo (SCO) della Direzione Centrale per la Polizia Criminale. Dal novembre 2000 al marzo 2001 è Vice Consigliere ministeriale alla Direzione Centrale per la Polizia Stradale, Ferroviaria, di Frontiera e Postale del ministero dell'Interno. Dal marzo 2001 all'agosto 2002 Dirigente dell'Ufficio Stranieri della Questura di Roma. L'amministrazione della Polizia gli ha conferito molti riconoscimenti per le operazioni di polizia giudiziaria portate a termine con successo relative, in particolare, ad operazioni antidroga e di contrasto al traffico internazionale di armi. Dopo oltre 20 anni di servizio in Polizia entra al SISMI nel 2002 e assegnato agli uffici operativi. Dall'agosto 2002 viene collocato in posizione fuori ruolo presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, passando così al Servizio per le informazioni e la sicurezza militare. Successivamente diviene Capo della 2ª Divisione "Ricerca e Spionaggio all’Estero" del SISMI: di fatto si trattava del numero due nell'ambito operativo per le operazioni estere del Servizio d'intelligence (secondo solo al Direttore generale Nicolò Pollari) e viene assegnato alle operazioni in corso in Iraq. Durante il suo incarico è responsabile, nei territori iracheni, per le trattative felicemente concluse per la liberazione delle operatrici umanitarie Simona Pari e Simona Torretta e dei tre addetti alla sicurezza Umberto Cupertino, Maurizio Agliana e Salvatore Stefio. Non si riesce invece a riportare a casa Fabrizio Quattrocchi ed Enzo Baldoni. È inoltre mediatore per la liberazione della giornalista Giuliana Sgrena, alla conclusione della quale viene ucciso da soldati statunitensi. La sera del 4 marzo 2005 un'autovettura dei servizi segreti italiani con a bordo Giuliana Sgrena, l'autista Andrea Carpani e Nicola Calipari, giunta nei pressi dell'aeroporto di Baghdad, transita sulla Route Irish in direzione di un posto di blocco statunitense. La giornalista è stata appena rilasciata dai rapitori, a conclusione di una lunga trattativa condotta da Calipari, che aveva comunicato telefonicamente agli uffici del governo di Roma il felice esito dell'operazione, informando anche l'ambasciata. La Route Irish è presidiata a causa delle frequenti azioni ostili nella zona (135 da novembre a marzo, per la maggior parte fra le 19 e le 21: ora in cui transitava l'auto del SISMI), e anche per il previsto passaggio dell'allora ambasciatore americano in Iraq John Negroponte. Approssimandosi alla zona vigilata, il veicolo è oggetto di numerosi colpi d'arma da fuoco; Calipari si protende per fare scudo col suo corpo alla giornalista e rimane ucciso da una pallottola alla testa. Anche la giornalista e l'autista del mezzo rimangono feriti. A sparare è Mario Lozano (New York, Bronx, 1969), addetto alla mitragliatrice al posto di blocco, appartenente alla 42ª divisione della New York Army National Guard. Altri soldati sono stati sospettati di aver partecipato alla sparatoria. Dopo la morte di Calipari la moglie Rosa Maria Villecco nel 2006 è stata eletta senatrice per il Partito Democratico. Sono state prodotte due versioni dell'accaduto, una italiana ed una americana, fra loro contrastanti in molti punti. La vicenda ha creato forti attriti diplomatici fra Italia e Stati Uniti d'America, tanto che molti hanno subito richiamato la strage del Cermis, che pure portò ad attriti tra i due paesi), e la magistratura italiana ha aperto un'inchiesta sulla vicenda, incriminando il soldato Mario Lozano per l'omicidio di Calipari e il tentato omicidio di Giuliana Sgrena e dell'autista, Andrea Carpani, maggiore dei Carabinieri in forza al SISMI, entrambi rimasti feriti Nicola Calipari è stato insignito il 19 marzo 2005 dal Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, della Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria.

Medaglia d'Oro al Valor Militare - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d'Oro al Valor Militare
  «Di iniziativa del Presidente della Repubblica, alla memoria. Capo Dipartimento del Servizio per le informazioni e la sicurezza militare - già distintosi per avere personalmente condotto molteplici, delicatissime azioni in zona ad altissimo rischio - assumeva il comando dell'operazione volta a liberare la giornalista Giuliana Sgrena, sequestrata da terroristi in Iraq. Prodigandosi con professionalità e generosità, sempre incurante del gravissimo rischio cui consapevolmente si esponeva, animato da altissimo senso del dovere, riusciva a conseguire l'obiettivo di restituire la libertà alla vittima del sequestro, mettendola in salvo. Poco prima di raggiungere l'aeroporto di Bagdad, nel momento in cui l'autovettura sulla quale viaggiava veniva fatta segno di colpi d'arma da fuoco, con estremo slancio di altruismo, faceva scudo alla connazionale con il suo corpo, rimanendo mortalmente colpito. Altissima testimonianza di nobili qualità civili, di profondo senso dello Stato e di eroiche virtù militari, spinte fino al supremo sacrificio della vita.»
— Bagdad, 4 marzo 2005
Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana
  «Su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri»
— Roma, 2 giugno 2004
Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana
  «Di iniziativa del Presidente della Repubblica»
— Roma, 13 settembre 1999
Medaglia d'Oro della Regione Toscana - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d'Oro della Regione Toscana
  «Vogliamo sottolineare l'importanza della memoria a breve termine, non dobbiamo ricordare solo i fatti lontani nel tempo ma anche quelli più vicini. E questo è anche un modo per affermare altri due principi. Il primo, come richiesto anche dal presidente Napolitano, è che noi dobbiamo collocarci a fianco delle vittime senza esitazioni. L'altro punto riguarda invece il bisogno di verità che c'è nel Paese e bisogna lavorare, per quanto ci è possibile, affinché le vicende non rimangano nell'oscurità e nell'indeterminatezza. La memoria deve essere un fatto permanente, e quella mozione ha il significato di un impegno alla ricerca della verità e della giustizia. Stiamo sempre dalla parte delle vittime. In una società nella quale trionfa la politica spettacolo noi dobbiamo continuare a stare dalla parte delle vittime, che siano vittime del terrorismo, della criminalità organizzata o di vicende internazionali complesse come quella nella quale ha perso la vita Nicola Calipari. Affinché il nome e l’operato di Nicola Calipari non siano dimenticati, ma siano il pentagramma su cui si iscrive una domanda di verità.»
— Firenze, 9 giugno 2008


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