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M I T I . . . N O S T R I . . .: Amedeo Modigliani
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De: lucy46  (Mensaje original) Enviado: 12/07/2013 13:52

 

Amedeo Clemente Modigliani
(Livorno, 12 luglio 1884 – Parigi, 24 gennaio 1920)
è stato un pittore e scultore italiano, noto anche con i soprannomi di Modì e Dedo e celebre per i suoi ritratti femminili caratterizzati da volti stilizzati e colli affusolati. 
 
 
Amedeo nacque a Livorno, ultimo di quattro figli, da padre italiano nativo di Roma, Flaminio Modigliani, e da madre francese nativa di Marsiglia, Eugénie Garsin, entrambi ebrei sefarditi. Quando venne alla luce, la famiglia stava attraversando un grave dissesto economico perché l'impresa del padre, costituita da alcune società agricole e minerarie in Sardegna, era in bancarotta. Anche la situazione finanziaria dei Garsin era tutt'altro che rosea. Fu soprattutto l'intraprendenza della madre a impedire il tracollo economico grazie ai ricavi provenienti dalla scuola materna ed elementare da lei fondata, dalle lezioni private e dall'attività di traduttrice e critica letteraria. Inoltre, si preoccupò personalmente dell'istruzione dei figli e in particolare di Amedeo che, essendo quello più fragile, era forse il suo preferito. Fin dall'adolescenza Amedeo fu infatti afflitto da problemi di salute: dapprima una febbre tifoide, contratta all'età di 14 anni, quindi l'esordio della tubercolosi due anni dopo, una forma così grave da costringere il giovane Amedeo ad abbandonare gli studi e ad effettuare alcuni soggiorni a Capri, dai quali trasse un discreto giovamento. La famiglia di Modigliani soffriva di una storia di depressione, che colpì anche lui e alcuni dei suoi fratelli, che condivisero la sua stessa natura testarda e indipendente. Nel 1898 il fratello maggiore, Giuseppe Emanuele, futuro deputato del Partito Socialista Italiano, venne condannato a sei mesi di carcere. Costretto spesso in casa per via della salute assai cagionevole (cadde più volte malato di polmonite, che infine si convertirà in tubercolosi), Modigliani sin da piccolo mostrò una grande passione per il disegno, riempiendo pagine e pagine di schizzi e ritratti tra lo stupore dei parenti che comunque non gli poterono concedere la possibilità di iscriversi a qualche corso adatto al suo livello; durante un violento attacco della malattia, riuscì a strappare alla madre la promessa di poter andare a lavorare nello studio di Guglielmo Micheli, uno dei migliori allievi del Fattori e uno dei pittori più in vista di Livorno, da cui apprenderà le prime nozioni pittoriche, e dove conoscerà, nel 1898, il grande Giovanni Fattori. Modigliani sarà così influenzato dal movimento dei Macchiaioli. Nel 1902, Amedeo si iscrisse alla Scuola libera di Nudo di Firenze, e un anno dopo si spostò a Venezia, dove frequentò l' "Istituto per le Belle Arti di Venezia". È in questa città che Amedeo provò per la prima volta l'hashish e, piuttosto che studiare, prese a frequentare i quartieri più disagiati della città. Nel 1906, Modigliani si trasferì a Parigi, che all'epoca era il punto focale dell'avant-garde, dove sarebbe diventato l'epitome dell'artista tragico, creando una leggenda postuma, famosa quasi quanto quella di Vincent Van Gogh. Sistematosi a Le Bateau-Lavoir, una comune per artisti squattrinati di Montmartre, fu ben presto occupato dalla pittura, inizialmente influenzato dal lavoro di Henri de Toulouse-Lautrec, finché Paul Cézanne cambiò le sue idee. Modigliani sviluppò un suo stile unico, l'originalità di un genio creativo, che era contemporaneo dei cubisti, ma non fece mai parte di tale movimento. Modigliani è famoso per il suo lavoro rapido: si dice completasse un ritratto in una o due sedute. Una volta terminati, non ritoccava mai i suoi dipinti. Eppure, tutti coloro che avevano posato per lui dissero che essere ritratti da Modigliani era come farsi "spogliare l'anima". Nel 1909, Modigliani fece ritorno a Livorno, malaticcio e logorato dal suo stile di vita dissoluto. Non restò in Italia a lungo, e fece presto ritorno a Parigi, questa volta affittando uno studio a Montparnasse. Modigliani si era inizialmente pensato come scultore più che come pittore, e iniziò a scolpire seriamente dopo che un giovane mercante d'arte, si interessò al suo lavoro sulla scultura negra, a Parigi lo presentò a Picasso.  Una serie di sculture di Modigliani venne esposta al Salone d'autunno del 1912, a causa delle polveri generate dalla scultura, la sua tubercolosi peggiorava; abbandonò quindi la scultura, prima quella della pietra calcarea e poi anche quella del legno, e si concentrò unicamente sulla pittura. Tra le personalità Beatrice Hastings, una scrittrice e giornalista inglese alla quale rimase legato sentimentalmente per due anni, e molti colleghi artisti che frequentavano in quel tempo Montparnasse. Dalle "teste", Modigliani passò ai ritratti con la figura completa svolta a spirale e ai nudi disegnati con una linea ondulata, che costituiscono le sue opere più tipiche. Amedeo, amava anche dipingere la sua compagna, Jeanne Hébuterneche. Il 3 dicembre 1917 si tenne alla Gallerie Berthe Weil la prima mostra personale di Modigliani. Il capo della polizia di Parigi rimase scandalizzato per l'immoralità dei nudi di Modigliani in vetrina, e lo costrinse a chiudere la mostra a poche ore dalla sua apertura. La sua pittura apparve diversa da tutto ciò che si faceva allora, ovvero un "ritorno all'ordine".  Quello stesso anno, Modigliani ricevette una lettera da una ex-amante, Simone Thiroux, una ragazza franco-canadese, che lo informò di essere di ritorno in Canada e di aver dato alla luce un suo figlio. Non riconobbe mai il bambino come suo: mentre trovò il grande, vero amore in Jeanne Hébuterne, una pittrice in erba, con la quale si trasferì in Provenza dopo che lei rimase incinta; e il 29 novembre 1918 ella diede alla luce una bambina, che venne anch'essa battezzata Jeanne. La fedelissima compagna si gettò dalla finestra il giorno dopo la morte di Modì ed era incinta di un altro figlio. . Nel maggio del 1919 fece ritorno a Parigi dove, assieme a Jeanne e alla loro figlia, affittò un appartamento in Rue de la Grande Chaumière. Mentre vivevano lì, sia Jeanne che Modigliani dipinsero ritratti l'uno dell'altra e di tutti e due assieme. Anche se Modigliani continuò a dipingere, in quel periodo il suo stile di vita era giunto a richiedere il conto, e la salute si stava deteriorando rapidamente. La breve vita di Modigliani precipitava nella tragedia, la tubercolosi lo spegneva all'Hòpital de ls Charité. Una mattina del gennaio 1920 l'inquilino del piano sottostante controllò l'abitazione e trovò Modigliani delirante nel letto, attorniato da numerose scatolette di sardine aperte e bottiglie vuote, mentre si aggrappava a Jeanne, che era quasi al nono mese di gravidanza. Venne convocato un dottore, ma c'era ormai poco da fare, poiché Modigliani era in preda a una meningite tubercolotica.


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De: Orso Tony Enviado: 12/07/2013 20:00




 
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