Leônidas da Silva (leˈõnidɐz dɐ ˈsiwvɐ)
Rio de Janeiro, 6 settembre 1913 – Cotia, 24 gennaio 2004
è stato un calciatore e allenatore di calcio brasiliano.
« I goal di Leônidas erano talmente belli
che persino il portiere avversario si rialzava per congratularsi. »
Soprannominato diamante nero, quasi a voler accostare il colore della pelle alla purezza della tecnica, ma anche l'uomo di gomma, per la grande agilità e la morbidezza dei gesti, Leônidas era un grande funambolo del dribbling, dalle eccelse capacità acrobatiche sotto porta: celebre la sua rovesciata, nota come bicicleta, con cui egli divenne uno dei più prolifici attaccanti degli anni trenta. Dopo una trafila nelle squadre della natìa Rio, nel 1933 si guadagnò la convocazione nella nazionale brasiliana con cui esordì realizzando una doppietta, che gli valse la chiamata dal primo grande club, gli uruguayani del Peñarol. L'anno dopo tornò in patria, al Vasco de Gama, con cui vinse il campionato. Nello stesso anno partecipò ai Mondiali d'Italia: la Seleção uscì al primo turno, sconfitta a Genova 3-1 dalla Spagna (il gol carioca fu segnato proprio da Leônidas). Nel 1935 Leônidas passò al Botafogo, con cui vinse nuovamente il campionato. Nel 1936 si accasò al Flamengo, club con cui avrebbe giocato fino al 1942. In quell'anno passò al San Paolo, con cui abbandonò la carriera nel 1950. Tre anni dopo divenne allenatore del team paulista, ma l'esperienza non fu delle migliori e Leônidas passò a lavorare come commentatore radiofonico, prima di aprire un negozio di arredamento a San Paolo. Legò il suo nome principalmente ai Mondiali di Francia nel 1938. L'obiettivo era la vittoria finale, ma il cammino del Brasile fu arduo. Negli ottavi la Seleção era attesa dalla Polonia e il terreno del "Meinau" di Strasburgo, in cattive condizioni a causa dalla pioggia incessante, era pesantissimo: nonostante ciò andò in scena una partita superba, con i due campioni, Leônidas da una parte e Ernst Willimowski dall'altra, che realizzarono rispettivamente 3 e 4 goal. La spuntarono, solo ai supplementari, i brasiliani con un roboante 6-5. Nei quarti al Brasile occorsero due incontri (1-1 e 2-1, un goal di Leônidas in ambedue i match) per eliminare un'altra grande del tempo, la Cecoslovacchia. In semifinale il Brasile raggiunse l'Italia campione del mondo in carica, ma la Seleção scese in campo senza Leônidas: il ct brasiliano Pimenta, convinto della vittoria, concesse infatti un turno di riposo al campione, per averlo più fresco in finale. Ma gli azzurri, che di lì a poco avrebbero bissato il successo di quattro anni prima, batterono il Brasile 2-1. Per Leônidas le uniche consolazioni vennero dal terzo posto conquistato a spese della Svezia (4-2, con sua doppietta) e dal titolo di capocannoniere del torneo con 7 gol. Leonidas ha lasciato il calcio giocato nel 1950, . Morì a 91 anni.