Ermete Zacconi
(Montecchio Emilia, 14/9/1857–Viareggio, 14/10/1948)
E' stato un attore italiano. Introdusse sulle scene nazionali il verismo interpretativo, frutto del positivismo allora imperante nella vita e nell'arte europea. Conformò sempre le sue interpretazioni ad un estremo realismo (talvolta ispirato a criteri di recitazione clinica), svincolandole dai moduli accademici tradizionali, eppure infondendovi vigorose tonalità romantiche. Figlio d'arte, esordì sulle scene sotto la guida paterna. Successivamente fu primo attore in altre formazioni e nel 1897 divenne capocomico. Affermatosi in breve come uno dei più quotati attori italiani, molto apprezzato anche all'estero nel corso di fortunate tournée, fece compagnia anche con Eleonora Duse, nel 1899 e nel 1922. Furono sue primattrici la moglie Ines Cristina Zacconi e Paola Pezzaglia. Il suo repertorio andava da Shakespeare ad Ibsen, da Tolstoj a Molnár, da Giacosa a Dumas figlio, a Maeterlinck, a Bracco, a Rovetta. I successi più clamorosi li ebbe con Re Lear, Otello; Lorenzaccio di Musset; La morte civile di Paolo Giacometti. Negli Spettri di Ibsen, raggiunse il massimo del realismo con una sconvolgente rappresentazione dei sintomi della paralisi progressiva, la malattia del protagonista. Il cardinale Lambertini, fu forse la sua interpretazione più celebre e conosciuta, nella quale rivelò un suadente umorismo. A questi vanno aggiunti i Dialoghi di Platone e Il Fedone, ultimi saggi della sua arte vigorosa. Nel cinema fin dal 1912, venne sfruttato in chiave popolare. Morto all'atà di 91 anni un grande maestro del teatro italiano.