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POETI... GRANDI...: Breve ricordo di Montale con la sua poetica ed alcune mitiche poesie
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Respuesta  Mensaje 1 de 3 en el tema 
De: Orso Tony  (Mensaje original) Enviado: 12/10/2013 14:00

 

 

Oggi è l'anniversario della nascita del grande poeta

 

 

(Genova 12.10.1896 – Milano 12 .9.1981)

 

 

 

Montale è stato tra i massimi poeti dello scorso secolo

e Premio Nobel per la letteratura nel 1975.

 

 

 

 

 

 

BREVE ACCENNO ALLA SUA

POETICA

 

 


Consapevole che la conoscenza umana non può raggiungere l'assoluto,
nemmeno tramite l'amata poesia,
Montale però a quest'ultima affida un compito
d'analisi della condizione umana in generale.

 

Egli riconosce solo l'esistenza del dovere e dell'amore
come elementi positivi da perseguire... da vivere...
ma questo nell'ambito di una visione completamente
disillusa ed amara... del senso della vita.

 

Aleggia, nei suoi versi intrisi però,
l'immagine di una donna (reale... irreale?)
che a lui appare appare come un ponte
tra la dura realtà e la metafisica..

 

Pur senza essere filosofica, dunque, la sua poesia
appare uno raffinato strumento
di conoscenza ed approfondimento dell'umana realtà...

 

 

 

 

 

 

Ricordiamolo ed omaggiamolo

con alcune sue poesie scelte tra le più note.

 

 

 

 

 

ALCUNE SUE MITICHE

POESIE

 

 

 

 

 

 

 

FELICITA' RAGGIUNTA

 

Felicità raggiunta, si cammina
per te sul fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla
al piede, teso ghiaccio che s'incrina;
e dunque non ti tocchi chi più t'ama.
 
Se giungi sulle anime invase
di tristezza e le schiari, il tuo mattino
è dolce e turbatore come i nidi delle cimase.
Ma nulla paga il pianto di un bambino
a cui fugge il pallone tra le case.

 

 

 

 

SPESSO IL MALE DI VIVERE HO INCONTRATO

 

Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l'incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi; fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.

 

 

 

LA BELLE DAME SANS MERCI

 

Certo i gabbiani cantonali hanno atteso invano
le briciole di pale che io gettavo
sul tuo balcone perché tu sentissi
anche chiusa nel sonno le loro strida.

Oggi manchiamo all'appuntamento tutti e due
e il nostro breakfast gela tra cataste
per me di libri inutili e per te di reliquie
che non so: calendari, astucci, fiale e creme.

Stupefacente il tuo volto s'ostina ancora, stagliato
sui fondali di calce del mattino;
ma una vita senz'ali non lo raggiunge e il suo fuoco
soffocato è il bagliore dell'accendino.

 

 

 

 

 

RIPENSO IL TUO SORRISO…


Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un’acqua limpida
scorta per avventura tra le pietraie d’un greto,
esiguo specchio in cui guardi un’ellera e i suoi corimbi;
e su tutto l’abbraccio di un bianco cielo quieto.
Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano,
se dal tuo volto si esprime libera un’anima ingenua,
vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua
e recano il loro soffrire con sé come un talismano.
Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie
sommerge i crucci estrosi in un’ondata di calma,
e che il tuo aspetto s’insinua nella memoria grigia
schietto come la cima di una giovane palma…

 

 

 

 

 

 

 

HO SCESO, DANDOTI  IL BRACCIO


 
Ho sceso, dandoti il braccio,
almeno un milione di scale
E ora che non ci sei
è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve
il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora,
né più mi occorrono
Le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale
dandoti il braccio
Non già perché con quattr'occhi
forse si vede di più.
Con te le ho scese
perché sapevo che di noi due
Le sole vere pupille,
sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

 

 

 

 

 

 

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Qui giù infine in formato video...

la notissima...

 

MERIGGIARE PALLIDO E ASSORTO

 

 

 

 

CIAO DA TONY KOSPAN

 

 

 

 

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Respuesta  Mensaje 2 de 3 en el tema 
De: haiku04 Enviado: 13/10/2013 15:12

 

 

 

 
 
 
Forse un mattino andando in un’aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.

Poi come s’uno schermo, s’accamperanno di gitto
Alberi case colli per l’inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me n’andrò zitto
Tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.
 
***
 
 

Respuesta  Mensaje 3 de 3 en el tema 
De: haiku04 Enviado: 13/10/2013 15:18

 

 

 

 
 
 
Portami il girasole ch'io lo trapianti
nel mio terreno bruciato dal salino,
e mostri tutto il giorno agli azzurri specchianti
del cielo l'ansietà del suo volto giallino.

Tendono alla chiarità le cose oscure,
si esauriscono i corpi in un fluire
di tinte: queste in musiche. Svanire
é dunque la ventura delle venture.

Portami tu la pianta che conduce
dove sorgono bionde trasparenze
e vapora la vita quale essenza;
portami il girasole impazzito di luce.
 
***
 
 


 
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