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FESTE TRADIZIONALI: Sant AGATA
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Resposta  Missatge 1 de 1 del tema 
De: lucy46  (Missatge original) Enviat: 05/02/2015 18:00
 
Sant´Agata
Vergine e Martire

Catania, 235? - 5 febbraio 251   

Sant´Agata il cui nome in greco Agathé,significava buona, fu martirizzata verso la  metà  del III secolo, alcuni  reperti archeologici risalenti a pochi decenni dalla morte, avvenuta secondo la  tradizione il 5 febbraio 251, attestano il suo antichissimo culto. Agata nacque nei primi decenni del III secolo (235?)a Catania; la Sicilia, come l´intero immenso Impero  Romano  era soggetta in quei tempi alle persecuzioni contro i cristiani, che erano cominciate, sia  pure occasionalmente, intorno al 40 d.C.con  Nerone, per proseguire più intense nel II secolo, giustificate  da  una  legge che  vietava il culto c ristiano. Nel  III secolo, l´editto dello imperatore  Settimio Severo, stabilì che i cristiani potevano essere prima  denunciati alle  autorità e poi invitati ad abiurare in pubblico la  loro nuova fede. Se  essi accettavano di ritornare al paganesimo, ricevevano un attestato (libellum), che confermava la loro appartenenza  alla religione pagana, in caso contrario se essi  rifiutavano di sacrificare agli dei,venivano prima torturati e poi uccisi. Era un sistema spietato e calcolato, perché l´imperatore tendeva a fare più apostati possibile che martiri, i quali venivano considerati  più pericolosi dei cristiani vivi. Nel 249l´imperatore  Decio, visto  il  diffondersi   comunque  del cristianesimo, fu  ancora  più  drastico; tutti i cristiani denunciati o no,dovevano essere ricercati automaticamente dalle autorità locali,  arrestati,  torturati e poi uccisi. In quel periodo Catania era una  città fiorente, benestante, posta   in  ottima  posizione  geografica;  col  suo  porto, costituiva  un  vivace  punto  di  scambio commerciale e culturale   dell´intero  Mediterraneo. E come  per tutte le città dell´Impero  Romano, anche Catania aveva un proconsole o governatore, che  rappresentava il  potere decentrato dell´impero, ormai  troppo vasto; il suo nome era Quinziano, uomo brusco,superbo e  prepotente e circondato da  una  corte  numerosa,con i familiari, un numero enorme  di schiavi e  con le guardie  imperiali, dimorava nel ricco palazzo Pretorio con  annessi altri edifici, in cui si svolgevano tutte le attività pubbliche della città,secondo la Passio Santae Agathae risalente alla seconda metà del V secolo e di cui esistono due traduzioni, una latina e due greche,Agata apparteneva  a una ricca, nobile famiglia  catanese, il  padre Rao e  la madre Apolla, proprietari di case e terreni coltivati, sia in  città che nei dintorni, essendo cristiani, educarono Agata secondo la loro  religione. Cresciuta nella sua fanciullezza e adolescenza in bellezza,candore e purezza verginale, sin  da  piccola sentì  nel cuore  il  desiderio  di  appartenere totalmente a Cristo,quando giunse sui 15 anni,sentì che era giunto il momento di consacrarsi a Dio.Nei  primi  tempi del cristianesimo le vergini consacrate,con il  loro  nuovissimo stile  di  vita, costituivano  un´irruzione  del divino  in un mondo  ancora pagano e in disfacimento.  Il vescovo di Catania   accolse la   richiesta e durante una cerimonia ufficiale chiamata velatio, le impose il flammeum, cioè il velo rosso portato dalle vergini consacrate,nel mosaico di Sant´Apollinare  Nuovo  in Ravenna  del VI secolo, è  raffigurata   con  la  tunica  lunga,  dalmatica  e  stola a  tracolla, abbigliamento  che  lascia  supporre che fosse diventata diacon.ssa.Il proconsole di catania Quinziano ebbe  l´occasione  di  vederla  e se ne  incapricciò,e in  forza dell´editto di  persecuzione dell´imperatore Decio,  l´accusò di  vilipendio della  religione di  Stato, accusa comune a  tutti  i cristiani, quindi ordinò che la catturassero e la conducessero al Palazzo  Pretorio.Qui subentrano varie  tradizioni popolari, che indicano Agata che scappa  per  non  farsi  arrestare  e  si  rifugia  in posti indicati dalla tradizione, in una contrada  poco distante da Catania,Galermo,oppure a Malta,oppure a Palermo ma comunque  ella viene catturata e condotta da Quinziano.   Il  proconsole  quando  la  vede  davanti  viene conquistato dalla sua bellezza e una passione ardente s´impadronisce di  lui, ma i suoi  tentativi di  seduzione  non vanno in porto,per la resistenza ferma della giovane  Agata. Egli  allora  mette  in  atto un programma di rieducazione della ragazza affidandola ad una cortigiana  di  facili  costumi  di nome Afrodisia, affinché la rendesse più disponibile. Trascorse un mese, sottoposta a tentazioni immorali di ogni genere, con festini, divertimenti osceni, banchetti; ma lei resistette indomita nel proteggere  la  sua verginità consacrata al suo Sposo celeste, al quale volle  rimanere  fedele ad ogni costo. Sconfitta  e  delusa, Afrodisia riconsegna a Quinziano Agata dicendo:“Ha testa più dura della lava dell´Etna” allora furioso,il procon.le  imbastì un processo contro di lei,che si presentò vestita  da schiava come usavano le vergini consacrate a Dio;“Se sei libera e nobile” le obiettò il procon.le“perché ti comporti da schiava?” e lei risponde “ Perché  la  nobiltà  suprema consiste nell´essere  schiavi  del  Cristo ”.Il giorno successivo altro  interrogatorio  accompagnato  da  torture, tralasciamo i  testi degli interrogatori per motivo di spazio, del resto sono articolati diversamente da una passio all´altra. Ad Agata vengono stirate le  membra, lacerata  con  pettini di ferro,scottata con lamine infuocate, ma  ogni tormento invece di spezzarle la resistenza, sembrava  darle  nuova  forza, allora Quinziano al colmo del  furore  le  fece  strappare  o  tagliare i seni  con enormi tenaglie.Questo risvolto delle torture,costituirà  in  seguito  il  segno distintivo del  martirio, infatti Agata viene rappresentata  con  i due seni posati su un piatto,con le tenaglie,riportata in cella sanguinan-te e ferita, soffriva molto per il bruciore e  dolore, ma sopportava tutto per l´amore di Dio; verso la  mezzanotte  mentre era in preghiera nella cella, le  appare San Pietro apostolo, accompagnato da  un bambino porta lanterna, che la risana le mammelle amputate. Trascorsi   altri   quattro   giorni   nel  carcere, viene riportata alla presenza del proconsole, il quale visto le ferite rimarginate, domanda  incredulo cosa fosse accaduto, allora  la  vergine  risponde: “ Mi  ha fatto guarire Cristo”. Ormai Agata costituiva una sconfitta bruciante per Quinziano,che non poteva sopportare oltre, intanto il suo amore si era tramutato  in odio e allora  ordina  che venga bruciata su un letto di carboni  ardenti, con lamine  arroventate e punte infuocate. A questo punto, secondo la tradizione mentre il fuoco bruciava le sue carni, non brucia il velo che lei portava;per questa ragione“il velo di sant´Agata” diventò  da  subito  una  delle reliquie  più preziose; esso  è  stato portato  più  volte  in  processione  di  fronte  alle  colate  della   lava  dell´Etna,  avendo il potere di fermare,mentre Agata spinta nella fornace ardente muore bruciata,un forte terremoto scuote la città  di  Catania  e  il  Pretorio  crolla   parzialmente seppellendo  due carnefici consiglieri di  Quinziano; la folla dei catanesi spaventata, si ribella  all´atroce supplizio della giovane vergine, allora il proconsole fa togliere Agata dalla brace, la  fa riportare agonizzante  in cella,dove muore qualche ora dopo. Dopo  un  anno  esatto,  il  5  febbraio  252, una  violenta eruzione dell’´Etna   minacciava  Catania, molti cristiani  e  cittadini  anche   pagani,  corsero  al  suo sepolcro,presero il prodigioso velo che la ricopriva e lo opposero alla lava  di fuoco che  si arrestò; da  allora S. Agata  divenne non soltanto la patrona di Catania, ma  la protettrice contro le eruzioni vulcaniche e poi contro gli  incendi. L´ultima volta che il suo patrocinio si è rivelato valido, tramite il miracoloso velo, portato  in processione dall´arcivescovo di  Catania, è  stata  nel  1886, quando  una  delle ricorrenti eruzioni dell´Etna,minacciava la cittadina  di  Nicolosi, posta sulle pendici  del  vulcano e che venne  risparmiata   dalla  distruzione. Nel 1040 le reliquie della  santa, furono trafugate dal generale bizantino   Giorgio   Maniace,  che  le  trasportò  a Costantinopoli;ma nel 1126 due soldati della corte imperiale,   il  provenzale  Gilberto  ed  il  pugliese Goselmo, le riportarono a Catania dopo un´apparizione  della  stessa  Santa, che indicava la buona riuscita dell´impresa; la  nave approdò la notte del 7  agosto  in  un  posto denominato  Ognina, tutti i catanesi risvegliatasi, rivestitasi  alla meglio, accorsero ad onorare la “Santuzza”.  Nei secoli le manifestazioni  popolari  legate  al culto della  santa, richiamavano  gli   antichi  riti  precristiani  alla  dea Iside, per  questo S. Agata  con il simbolismo delle mammelle tagliate e poi risanate,assume una possibile  trasfigurazione  cristiana  del  culto  di Iside, la  benefica  Gran  Madre, anche  se  era appena una    quindicenne.  Ciò  spiegherebbe   anche  il  patronato  di S. Agata  sui costruttori di campane, perché si sa,nei culti  precristiani la  campana era simbolo  del  grembo  della  Mater  Magna. Le sue reliquie sono conservate nel duomo  di Catania in una cassa argentea,opera di celebri artisti catanesi; vi è anche il  busto  argenteo  della “Santuzza” opera  del  1376, che  reca  sul capo una corona, dono secondo la tradizione, di  re  Riccardo Cuor di Leone. Il culto per S. Agata fu talmente grande, che  fino  al  XVI  secolo, essa  era contesa come appartenenza  anche da  Palermo,la questione è stata a  lungo discussa, finché a  Palermo il culto per la Santa, fu soppiantato  da quello per Santa Rosalia. Anche a Roma  fu molto venerata, papa Simmaco  ( 498-514 )  eresse  in  suo onore una basilica sulla Via Aurelia e un´altra le fu dedicata da San Gregorio  Magno nel 593. Nel XIII  secolo nella sola diocesi di Milano si c ontavano ben 26 chiese a lei  intitolate. Celebrazioni  e  ricorrenze per  la sua  festa avvengono un po´in tutta Italia, perfino a San Marino, ma è Catania il centro più folcloristico, religioso del suo culto,le feste sono due il 5 febbraio, il 17 agosto, con caratteristiche processioni  con  il  prezioso  busto della  Santa, custodito nel Duomo.Vi sono 11 Corporazioni di  mestieri tradizionali, che  sfilano  in processione con le cosiddette´Candelore´fantasiose sculture verticali in legno, con scomparti dove sono scolpiti gli episodi salienti della vita di  S.Agata.Il busto argenteo,preceduto dalle Candelore è posto a sua volta sul “ fercolo ”,una macchina trainata con  due  lunghe  e robuste funi, da centinaia di giovani  vestiti  dal  caratteristico "sacco". Tante  altre manifestazioni popolari e folcloristiche,oggi non più in uso, accompagnavano  nei tempi  trascorsi questi  festeggiamenti, a  cui partecipava tutto il popolo con le Autorità di Catania,devotissimo alla sua "Santuzza".

 

Patronato:Pompieri, Catania,
Repubblica di San Marino

Etimologia:Agata = buona, virtuosa, dal greco
Emblema: Giglio, Palma, Pinze, Seni
Autore: Antonio Borrelli


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