Beati gli umili, perché hanno capito praticamente tutto!
Il Medioevo cristiano dava una importanza grandissima alla virtù dell'umiltà.
Il mondo moderno non la considera più una virtù, anzi la guarda con compatimento,
la considera un segno di debolezza.
Negli ultimi vent'anni non mi sembra di aver mai sentito elogiare una persona
dicendo che è umile.
D'altronde, se vi dico "immaginate una persona umile" a voi viene in mente un uomo piccolo,
povero, con le spalle curve, che sta zitto quando gli altri parlano,
che non si ribella quando gli vien fatto un torto, insomma un debole, un vinto.
E viene in mente questa immagine perché si è perso il significato profondo,
spirituale dell'umiltà.
L'umiltà implica un atteggiamento verso il mondo, verso gli altri, verso noi stessi e verso Dio.
Incominciamo con l'orientamento verso il mondo.
Noi viviamo come se le risorse della Terra fossero illimitate.
Il nostro modo di pensare è rimasto quello dei primi agricoltori.
Dovremmo aver sempre presente che la Terra è un piccolissimo granello di sabbia
nell'infinità delle galassie.
Ricordarci che, con la scienza che abbiamo, non potremo mai abbandonarla.
E che tutte le stoltezze che compiamo peseranno nei millenni futuri sui figli dei nostri figli.
Il nostro orgoglio è smisurato.
Siamo convinti che le nostre azioni siano sagge, razionali.
In realtà procediamo come dei ciechi.
Solo l'umiltà ci aiuta a vedere.
Van Gogh - Primi passi
Passiamo ora all'atteggiamento verso gli altri.
Siamo tutti intolleranti, convinti di conoscere la verità.
Ammiriamo chi ha ferme convinzioni politiche, chi si batte con accanimento,
chi insulta i suoi nemici, li trascina nella polvere.
Ammiriamo i vincitori, i prepotenti.
Giudichiamo, condanniamo ed esaltiamo chi giudica e condanna.
Non ci viene mai in mente che, fra poche generazioni,
le idee per cui abbiamo combattuto avranno perso totalmente di senso.
Cosa è rimasto della passione interventista che ha condotto alla prima guerra mondiale?
E delle ideologie del nazismo e dello stalinismo?
Hanno causato dolori spaventosi, crudeltà terrificanti.
Sembravano eterne, incrollabili, e ora?
L'atteggiamento verso se stessi consiste nell'essere consapevoli
che non valiamo più delle altre persone.
Che il nostro successo dipende dalla fortuna e dalla collaborazione di altri
a cui dobbiamo riconoscenza.
Consiste, infine, nel sapere che possiamo sempre sbagliare
e che abbiamo sempre da apprendere.
C'e' infine l'atteggiamento verso Dio, essenziale per comprendere l'umiltà cristiana.
In una società ormai scristianizzata, questo tema riguarda solo la parte più segreta dell'animo.
Tutti i mistici e tutti i teologi sono d'accordo che l'uomo non può darsi la fede da solo.
Perché la fede non è un fatto intellettuale, è amore appassionato per Dio.
E questo amore è Dio stesso che lo accende.
L'uomo può solo predisporsi ad incontrarLo.
Lo fa pregando, diventando niente davanti a Lui.
Questo diventare niente è l'umiltà di fronte a Dio.
Un abbandono totale, una accettazione totale, un vuoto che Dio, quando vuole,
riempie del calore ardente dell'amore, che divampa, commuove e sazia l'animo inaridito.
L'umiltà di cui ci parla la nostra tradizione è dunque una importante virtù.
Essa ci rende consapevoli dei nostri doveri verso la Terra e il futuro.
Ci spinge a trattare gli altri con obbiettività e tolleranza.
Ci rende prudenti e riconoscenti.
Negli animi religiosi, infine, è sorgente di forza e di fede.
Parla l'italiano scampato al disastro aereo "Non ricordo più nulla, solo il fuoco"
Alberoni Francesco
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