Intendo poeta chi sente il mistero che siamo,
che è in ogni cosa.
Chi è capace di stupore e meraviglia.
Commosso da altri poeti li ama, li sente fratelli e sorelle.
Fa della sua vita con tutti comunione.
Ascolta le voci di ogni regno e creatura. Traduce. È poeta chi ama, senza condizione alcuna.
Chi si lascia sbranare dalla malinconia per un verso riuscito.
Chi altro non sogna che una nuova poesia che tutti faccia sperare.
Dia luce e futuro.
Un varco verso una definitiva salvezza. È poeta chi è morto sempre a sé stesso e sempre nuovo è rinato.
Chi coltiva quel che poi vorrebbe raccogliere.
Chi ogni azione che compie al bene rivolge.
Chi ha nei gesti la resurrezione dell'aurora.
Chi non giudica, ama e basta.
Chi si assume la responsabilità della propria vocazione.
Chi non rinuncia al bene degli altri, mai.
Chi risponde sempre alla chiamata della bellezza. È poeta chi alla scrittura dà un senso di preghiera.
E alla scrittura fa seguire la vita.
Perché non si può essere diversi dai propri versi. È poeta chi del proprio amore investe il prossimo
e lo invita al cambiamento col proprio stare al mondo. Chi in una notte senza stelle fa la rotta ai dispersi. È poeta chi alla morte guarda sempre con gratitudine,
e al dolore offre riparo.
È poeta chi della felicità parla per esperienza.
È poeta chi non dimentica gli ultimi. È poeta chi, all'età giusta,
si assume la responsabilità di essere padre di altri futuri poeti. È poeta chi, quando muore un poeta, si sente morire. È poeta chi, quando muore chiunque, si sente morire. Massimiliano Bardotti |