Spesso le opere d'arte ci parlano e ci donano emozioni... ma anche riflessioni.
Però non bisogna fermarsi ad uno sguardo sommario ma osservarli con un po' di attenzione e così scorgere i messaggi poetici, storici, sociali, ambientali etc. che l'autore ha voluto esternare e condividere.
Questa nota opera di Manet è bella certo di per sé... ma svela anche i pensieri e le visioni del suo autore.
Eppure quando fu presentata al Salone fu sbeffeggiata e derisa come sempre accade quando i contemporanei non riescono ad apprezzare (perché non le capiscono o si rifiutano di capirle) le novità artistiche.
L'analizzerò evidenziando anche le volute e suggestive contrapposizioni esistenti nell'opera.
DESCRIZIONE DEL DIPINTO
Veniamo ad una prima descrizione dell'opera.
Vediamo nei pressi di una cancellata della stazione Saint-Lazare di Parigi una bella signora, che sembra guardare verso di noi, seduta con in braccio un cucciolo che dorme, un ventaglio ed un libro.
Ha uno sguardo dolce, malinconico e trasognato come se avesse improvvisamente lasciato la lettura perché sorpresa da una frase del libro o dal rumore del treno e sia ora assorta nei pensieri o nei ricordi.
Accanto a lei, ma con le spalle rivolte a chi guarda, una ragazza osserva qualcosa al di là dell'inferriata... presumibilmente il treno a vapore che si avverte dietro la nuvola di fumo.
La signora del dipinto non è una modella qualunque, è Victorine Meurent, una delle muse di Manet ma anche una sua ex compagna.
E' la stessa che vediamo nei due più scandalosi (per i perbenisti dell'epoca) dipinti di Manet "L'Olimpia" e "Le dejuener sur l'herbe" per i quali Manet ebbe non pochi grattacapi.
La bambina invece è la figlia di un suo amico pittore nonché proprietario del giardino accanto alla stazione in cui è ambientata la scena.
ATTUALITA' E VISIONE DEL FUTURO
Osserviamo una prima divisione.
La cancellata di ferro è l'elemento che scinde il dipinto in 2 sezioni.
Nella prima vediamo le 2 protagoniste e nell'altra, meno visibile ma chiaramente immaginabile, la stazione ed il treno.
Esse rappresentano rispettivamente la realtà umana e le nuove tecnologie dell'epoca.
Si sa della passione di Manet per i treni e la grande stima per i macchinisti capaci di guidare quei mostri d'acciaio.
In quel periodo in Europa ed in tutto il mondo si costruivano ferrovie ed esse, insieme agli altri mezzi di locomozione e di comunicazione più moderni e veloci, alla costruzione di nuovi macchinari etc., rappresentavano per i popoli dell'800 l'anteprima di un auspicabile felice mondo futuro.
RICORDI E SOGNI
Ma veniamo alla seconda e più profonda contrapposizione.
La donna e la bambina guardano in direzioni opposte.
La donna non è giovane ed ha un passato non trascurabile come ben sa lo stesso pittore che la conosce molto bene.
Lei si disinteressa della ferrovia ed il suo sguardo è rivolto verso di noi e dunque appare rivolto al passato ed ai ricordi.
La ragazza invece è troppo piccola per avere un passato e, al contrario della donna, guarda verso la ferrovia aggrappata all'inferriata come se cercasse di scorgere il futuro che però ovviamente, e Manet con lo sbuffo di fumo ce lo fa capire, non può che sognarlo.
LO STILE DEL DIPINTO
Pur essendo Manet notoriamente avversario del classicismo (e di ogni corrente) da giovane si esercitò nell'atelier di un accademico e studiò l'arte classica italiana ed olandese.
Dunque era in grado di dipingere con stili diversi che adattava ai temi delle sue opere senza preoccuparsi di avvicinarsi o meno all'una o all'altra corrente dell'epoca.
Anche qui notiamo una bipartizione.
Mentre la donna viene dipinta con precisione con il suo libro aperto ed il cagnolino addormentato (classico richiamo alla "Venere di Urbino" di Tiziano) e tanti altri particolari, la bambina invece è descritta con poche ma potenti, geniali pennellate di puro e trionfante colore.
Nel suo complesso il dipinto appare comunque risentire molto della suggestione impressionista.
F I N E
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