La parola "solitudine" nasce dalla parola latina "solus".
In questo caso è evidente che gli antichi romani non utilizzarono il termine greco "monos".
Tuttavia le 2 parole avevano lo stesso significato di "intero", "completo".
Quindi solo in un secondo momento la parola ha cambiato il suo significato in esser "staccati o lontani dagli altri" e generalmente con un'accezione negativa.
Henri De Braekeleer
Mentre "monos" ha dato origine a molte parole antiche e moderne come monaco, monogamia, monocratico, monoteismo, monotematico... etc. "solus" ha dato origine a parole come solitario, solipsismo e poche altre.
Dunque per gli antichi greci e latini stare da soli voleva dire esser capaci di vivere appieno, vivere una propria interezza e dunque esseri completi.
Oggi invece la solitudine viene vista come privazione di qualcosa e soprattutto di contatti umani significativi e per questo molti si disperano se sono costretti a viverla.
Carl Vilhelm Holsøe
Questa diversa concezione dello star soli con noi stessi indica una fragilità della nostra società?
Senza arrivare a situazioni di tipo eremitico tuttavia ritengo che questa parola non debba essere demonizzata.
Diceva genialmente Leopardi:
"La solitudine è come una lente di ingrandimento. Se sei solo e stai bene stai benissimo se sei solo e non stai bene stai malissimo."
Personalmente da orso debbo dire di sentirmi un po' come gli antichi e dunque di non disprezzare affatto lo star da soli ma anzi di sentirmi davvero bene con lei pur senza raggiungere però uno stato antisociale.
Aggiungo infine che la solitudine può comunque essere vissuta bene rimanendo in contatto virtuale con gli altri, del passato o del presente, grazie ai libri ed alle nuove tecnologie.
Orso Tony
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