Se dico Boldini, anche chi sa poco d'arte pensa agli affascinanti dipinti delle donne della Belle Epoque
Cerchiamo di conoscerlo un po' meglio anche vedendo molte sue opere.
BREVE BIOGRAFIA
Giovanni Boldini autoritratto
(Ferrara, 31 dicembre 1842 – Parigi, 11 gennaio 1931)
Da ragazzo Boldini era più bravo a disegnare (il padre era un pittore e fu il suo primo maestro) che a scuola per il suo carattere indipendente ed insofferente alle regole.
Amò poi da giovanissimo ricopiare le opere dei grandi pittori ferraresi del passato ma a 16 anni era già più di un principiante come possiamo vedere in questo un suo autoritratto del 1858.
Autoritratto giovanile
A 20 anni si iscrisse all'Accademia delle Belle Arti di Firenze e lì entrò in contatto con il mondo dei Macchiaioli avendo così un'ulteriore crescita artistica.
Telemaco Signorini già nel 1866 notava che nei suoi dipinti i soggetti erano quasi uniti allo sfondo cosa che poi a Parigi, con i suoi approfondimenti stilistici, raggiungerà altissime vette artistiche.
Nel 1871 si reca appunto a Parigi dove all'inizio si dedica a dipingere paesaggi e cavalli ma la critica in realtà apprezzava di più i dipinti dei connazionali Zandomeneghi e De Nittis.
La collaborazione con la Ditta Goupil lo portò poi a dipingere temi più di moda e più richiesti dai mercanti d'arte ma anche di gusto più facile e meno impegnativo (semplici scenette settecentesche, dame e cavalieri etc.)
Un gusto retrò molto andante, alla buona, ma caro alla società francese di quegli anni che però Van Gogh aveva disprezzato allontanandosi dalla Goupil.
Ma Boldini in quel genere eccelse e divenne ricco.
Però diventava sempre più attirato dai ritratti in interni dei personaggi del "Bel mondo" parigino.
Ecco allora un profluvio di ritratti di contesse, di ballerine, cantanti e signore (parigine e non), che adoravano farsi dipingere da lui, ma anche di artisti ed aristocratici.
Arrivano anche i primi riconoscimenti ufficiali come la medaglia d'oro e il Gran prix all'Esposizione Universale dell'89 con il ritratto di Emilia Concha de Ossa del 1888
Ritratto di Emilia Concha de Ossa
I suoi dipinti rivelano una grande capacità di raccontare l'atmosfera scintillante della Bella Epoque sperimentando anche nuove tecniche stilistiche e pittoriche.
Sono i ritratti dell'elegantissimo ed ultra chic universo femminile parigino, con quelle vesti leggiadre e dinamiche insieme ad un surplus di sottili e sensuali ammiccamenti, che gli diedero la massima fama.
Il suo successo fu così grande che diede perfino un po' fastidio a qualche intellettuale dell'epoca che scrisse
"la più sottile rappresentazione delle parigine della nostra repubblica è affidata ad un italiano" (Robert de Montesquiou nel 1901).
Questo fu il periodo più fecondo della sua arte.
Fu osservatore della moda e ne fu influenzato ma sembra che riuscì perfino ad influenzarla.
Boldini aveva in sé, e lo trasmetteva in modo lampante nei suoi dipinti, l’amore per la vita, per il bel mondo e le belle donne.
Man mano che la Belle Epoque volgeva al termine anche la sua verve artistica scemava, pur continuando a dipingere e ad aver premi e riconoscimenti.
Nel 1917 perse quasi del tutto la vista e tornò a Parigi dopo aver vissuto a Nizza ed a Londra
Nel 1927 a quasi 80 anni sposò una giovane giornalista italiana.
Morì a Parigi nel 1931 ma volle essere sepolto nel Cimitero monumentale della Certosa di Ferrara.
BREVE ANALISI CRITICA DELLE SUE OPERE
Non è sbagliato definire la sua arte un misto di vari generi da quelli macchiaioli alle tendenze futuriste, dalla vicinanza agli impressionisti ed ai simbolisti ma anche alle avanguardie.
La sua attività pittorica di maggior successo è comunque quella legata al periodo della Belle Époque ma è difficile racchiuderla in confini stilistici riconoscibili perché molto, molto personale.
Ogni pennellata racchiude il suo mondo, i suoi interessi e le sue passate esperienze artistiche conducendolo ad uno stile assolutamente inimitabile e tutto suo.
Ma è anche in grado di rivelarsi ottimo pittore figurativo capace di ritrarre la realtà come nel noto ritratto di Giuseppe Verdi ed altri dipinti.
RITRATTO DI DONNA FLORIO
IL SUO DIPINTO PIU' CHIACCHIERATO
In molti testi di storia dell’arte si legge di due o tre versioni diverse del dipinto ma in realtà è uno solo anche se lo stesso Boldini fece varie modifiche.
Il dipinto è del 1901, esposto alla Biennale di Venezia nel 1903 ma successivamente viene modificato fino all'ultima versione del 1924,
Questo è stato documentato dallo studioso Smolizza e poi confermato da analisi di laboratorio dell’università La Sapienza di Roma.
L'analisi delle modifiche poi sembrano smentire del tutto la leggenda che esse erano state richieste dal marito Ignazio Florio per gelosia dato che riguardano per lo più il vestito e non superfici scoperte del corpo (a parte un braccio) della bellissima Donna Florio tra le più affascinanti donne dell'epoca.
ALTRI DIPINTI
Le sue opere sono in molti musei ma anche in alcune gallerie private.
Il Museo Giovanni Boldini di Pistoia ha una collezione di suoi dipinti ma anche dei Macchiaioli.
FINE
Tony Kospan
Copyright Tony Kospan
Vietata la copia senza indicare blog ed autore del post