Cosa sta succedendo: il braccio di ferro sull'Osservatorio, cronaca non
breve
di giorni convulsi ma importanti
L'ennesimo tentativo di forzatura di Virano
Virano sta tentando l'ennesima forzatura: fissare entro il 31 gennaio
il
tracciato definitivo da Settimo al Frejus e comunicarlo ai progettisti di
LTF
ed RFI perché loro possano fare il progetto entro giugno. E subito
dopo
iniziare a bucare a Chiomonte per il cunicolo esplorativo. Glielo
impone
l'Unione Europea, pena il forte rischio che il finanziamento salti
definitivamente. Virano ha quindi convocato l'Osservatorio per oggi (7
gennaio)
e tentato di fissare un piano di lavoro "farsa" per fare un'analisi
costi-
benefici fasulla dei tracciati in appena 3 settimane e poi dare il via
libera
al progetto e al cunicolo.
La nuova Comunità Montana e l'Osservatorio, i tentati veti di Regione
e
Provincia
La nuova Comunità Montana ValSusa e ValSangone (abbreviazione CMVSS) a
guida
PD+NoTav ha appena iniziato ad insediarsi. I quattro rappresentanti
in
Osservatorio (2 BassaValSusa, 1 AltaValSusa, 1 ValSangone) devono
essere
rinominati. Nel primo incontro dei sindaci (il 4 gen) c'è stato casino:
i
sindaci di centro-dx hanno boicottato la riunione, quelli restanti hanno
dato
mandato temporaneamente a Plano (neo-presidente CMVSS) di andare oggi
all'Osservatorio in attesa di trovare una quadra.
Bresso e Saitta hanno tentato di porre un veto alla partecipazione di Plano
e
si sono arrampicati sugli specchi per far figurare come prorogato "sine
die"
l'incarico ai tecnici precedenti.Ci avevano già provato senza esito
negli
ultimi giorni dell'anno. Tartaglia e Debernardi hanno comunicato
formalmente la
loro indisponibilità (le notizie riportate dai giornali sono
inesatte).
Debernardi ha inviato una nota con la quale contesta in toto la serietà
tecnica
del piano di lavoro che Virano ha proposto e i presupposti del
tracciato
stabilito da LTF.
La dura riunione di oggi all'Osservatorio
Malgrado il veto di Bresso e Saitta, Plano ha oggi partecipato
formalmente
alla seduta dell'Osservatorio. Nel corso di una riunione tutta politica,
ha
comunicato che:
gli organismi della CMVSS non sono ancora in condizioni di deliberare
(sopratutto per l'assenza degli statuti ancora da definire) quindi la
nomina
dei tecnici e le decisioni inerenti sondaggi, tracciati ecc. non possono
ancora
essere formalmente assunte
la competenza della rappresentanza del territorio spetta alla CMVSS
le azioni condotte da Osservatorio, Regione e Provincia dopo l'elezione
della
CMVSS il 7 novembre, sono state "indelicate" dal punto di vista
politico,
essendo nota la posizione della maggioranza che ha vinto
i tecnici precedentemente incaricati sono comunque tutti sfiduciati
la CMVSS non riconosce alcun avallo al piano dei sondaggi
il rapporto finale di Polinomia (sui tracciati) non è ancora stato
discusso
dalla CMVSS e pertanto non rappresenta le posizioni dell'ente
In sintesi, questa mattina Plano ha tirato una tremenda spallata al
teorema
del consenso costruito in tre anni da Virano sull'esistenza
dell'Osservatorio,
davanti al Governo e all'Unione Europea. Preso atto della frattura
politica,
Virano ha (per ora) accantonato il suo programmino, non ha definito
alcuna
nuova riunione dell'Osservatorio e e ha rimesso al Governo le decisioni sul
da
farsi. Al TGR Piemonte Gianfranco Bianco dice "Virano costretto ad
issare
bandiera bianca". Le agenzie parlano di "stallo in Osservatorio".
Sia Plano che Bresso e Saitta chiedono la convocazione del Tavolo
Politico
per dirimere la questione.
Cosa può succedere adesso?
Non è tempo di cantar vittoria. Analizziamo la situazione e le sue
insidie.
Domani Virano sarà a colloquio con Gianni Letta e Matteoli. Il boccino
torna
saldamente nelle mani del Governo. Le cose che possono succedere sono
fondamentalmente due:
1) Se prevale una linea morbida, si conferma Virano, l'Osservatorio e il
suo
mandato a chiudere sui tracciati entro il 31 gennaio. La CMVSS si oppone e
il
Governo la salta a pie pari designando rappresentanti su proposta diretta
dei
comuni che (in ordine sparso, senza guida) intendono partecipare
all'Osservatorio.
2) Se prevale la linea dura, Virano e l'Osservatorio vengono liquidati.
RFI
ed LTF depositano nel giro di pochi i giorni i progetti con il tracciato
finale
(pronto da mesi) e parte di gran carriera la procedura con la convocazione
di
una Conferenza dei Servizi. Come d'uso, comuni, comunità montana e
provincia
hanno scarso peso nella procedura decisionale e s e questa passa in
Legge
Obiettivo hanno diritto ad esprimersi solo per il tramite della
Regione.
Un primo tentativo di valutazione...
Comunque vada il Governo è terribilmente in ritardo con l'Unione
Europea:
manca il tracciato, manca la condivisione, mancano i soldi (il
cofinanziamento
dello Stato). Il rispetto del termine del 31 gennaio è molto difficile
anche
con pesanti forzature. Il finanziamento europeo non è mai stato tanto a
rischio
e con esso la possibilità stessa di montare il "castello di carte"
finanziario
che consentirebbe di scaricare i costi dell'opera sul nostro debito.
Se l'Osservatorio resta con i comuni in ordine sparso, avremo soltanto più
il
festival della compensazione e la gara a spostare i binari un metro più in
là.
La fine della capacità del territorio di farsi ascoltare dagli altri
interlocutori.
Per contro, il Governo ha la sua "occasione d'oro" di sbarazzarsi in un
colpo
solo dell'Osservatorio, di Virano e del suo insidioso sistema di bilancini
e
veti incrociati degli enti locali piemontesi, quelle sabbie mobili in cui
il
rullo compressore del Ministero e delle Ferrovie sono rimasti impantanati
per
anni senza arrivare al "sodo": bucar gallerie. Lo stallo di questa mattina
e
l'incombente perdita del finanziamento consentono al Governo di dare tirare
un
colpo di spugna su tutto quanto fatto dall'Osservatorio e ripartire solo
e
soltanto dai progetti delle Ferrovie.
Se il Governo compie questa scelta più dura, è bene che sappiamo fin
d'ora
che per noi esiste un solo tracciato, quello presentato a Bruxelles:
doppio
attraversamento del Sangone e buco nella Collina Morenica al Rifoglietto.
Un
tracciato rigido come una putrella d'acciaio perché tarato per treni a
250
km/h. E i nostri comuni potranno scegliere soltanto più di che colore
vogliono
le barriere antirumore.
Cosa possiamo fare ?
Oggi, come sempre, più che mai: dobbiamo muoverci.
Manifestare, palesare, rendere esplicito e visibile il nostro dissenso,
in
tutte le forme democratiche e non violente che ci sono possibili, a
cominciare
dai sondaggi, sopratutto quelli più simbolici per il nostro territorio
(la
Cascina Rifoglietto ad esempio).
Tenere inchiodati, senza sconti, i nostri amministratori alle loro
responsabilità, dare la massima eco alle contrarietà che vengono espresse
dalle
nostre amministrazioni comunali, cercare di allargare l'area del dubbio
negli
amministratori, di qualunque colore.
Continuare pervicacemente ad informare i cittadini delle nostre
comunità
sull'assurdità di quest'opera, usando il massimo della fantasia per
inventarsi
nuovi canali (impariamo da AmbienteValsusa, usiamo anche tutti questi
nuovi
"robi" su internet).
Crederci e provarci, sempre. Resistere e farci sentire.
Questa è la nostra terra, sulle rive di un torrente chiamato Sangone,
nessuno
ce la può rubare. Sabato mattina andiamo a presidiare il nostro
futuro.
A sarà dura
Rivalta, 7 gennaio 2010