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Respuesta  Mensaje 1 de 80 en el tema 
De: primaveraestate  (Mensaje original) Enviado: 08/01/2010 19:01
Cosa sta succedendo: il braccio di ferro sull'Osservatorio, cronaca non breve
di giorni convulsi ma importanti
 
L'ennesimo tentativo di forzatura di Virano
Virano sta tentando l'ennesima forzatura: fissare entro il 31 gennaio il
tracciato definitivo da Settimo al Frejus e comunicarlo ai progettisti di LTF
ed RFI perché loro possano fare il progetto entro giugno. E subito dopo
iniziare a bucare a Chiomonte per il cunicolo esplorativo. Glielo impone
l'Unione Europea, pena il forte rischio che il finanziamento salti
definitivamente. Virano ha quindi convocato l'Osservatorio per oggi (7 gennaio)
e tentato di fissare un piano di lavoro "farsa" per fare un'analisi costi-
benefici fasulla dei tracciati in appena 3 settimane e poi dare il via libera
al progetto e al cunicolo.
 
La nuova Comunità Montana  e l'Osservatorio, i tentati veti di Regione e
Provincia
La nuova Comunità Montana ValSusa e ValSangone (abbreviazione CMVSS) a guida
PD+NoTav ha appena iniziato ad insediarsi. I quattro rappresentanti in
Osservatorio (2 BassaValSusa, 1 AltaValSusa, 1 ValSangone) devono essere
rinominati. Nel primo incontro dei sindaci (il 4 gen) c'è stato casino: i
sindaci di centro-dx hanno boicottato la riunione, quelli restanti hanno dato
mandato temporaneamente a Plano (neo-presidente CMVSS) di andare oggi
all'Osservatorio in attesa di trovare una quadra.
Bresso e Saitta hanno tentato di porre un veto alla partecipazione di Plano e
si sono arrampicati sugli specchi per far figurare come prorogato "sine die"
l'incarico ai tecnici precedenti.Ci avevano già provato senza esito negli
ultimi giorni dell'anno. Tartaglia e Debernardi hanno comunicato formalmente la
loro indisponibilità (le notizie riportate dai giornali sono inesatte).
Debernardi ha inviato una nota con la quale contesta in toto la serietà tecnica
del piano di lavoro che Virano ha proposto e i presupposti del tracciato
stabilito da LTF.
 
La dura riunione di oggi all'Osservatorio
Malgrado il veto di Bresso e Saitta, Plano ha oggi partecipato formalmente
alla seduta dell'Osservatorio. Nel corso di una riunione tutta politica, ha
comunicato che:
 
gli organismi della CMVSS non sono ancora in condizioni di deliberare
(sopratutto per l'assenza degli statuti ancora da definire) quindi la nomina
dei tecnici e le decisioni inerenti sondaggi, tracciati ecc. non possono ancora
essere formalmente assunte
la competenza della rappresentanza del territorio spetta alla CMVSS
le azioni condotte da Osservatorio, Regione e Provincia dopo l'elezione della
CMVSS il 7 novembre, sono state "indelicate" dal punto di vista politico,
essendo nota la posizione della maggioranza che ha vinto
 
i tecnici precedentemente incaricati sono comunque tutti sfiduciati
la CMVSS non riconosce alcun avallo al piano dei sondaggi
il rapporto finale di Polinomia (sui tracciati) non è ancora stato discusso
dalla CMVSS e pertanto non rappresenta le posizioni dell'ente
 
In sintesi, questa mattina Plano ha tirato una tremenda spallata al teorema
del consenso costruito in tre anni da Virano sull'esistenza dell'Osservatorio,
davanti al Governo e all'Unione Europea. Preso atto della frattura politica,
Virano ha (per ora) accantonato il suo programmino, non ha definito alcuna
nuova riunione dell'Osservatorio e e ha rimesso al Governo le decisioni sul da
farsi. Al TGR Piemonte Gianfranco Bianco dice "Virano costretto ad issare
bandiera bianca". Le agenzie parlano di "stallo in Osservatorio".
Sia Plano che Bresso e Saitta chiedono la convocazione del Tavolo Politico
per dirimere la questione.
 
Cosa può succedere adesso?
Non è tempo di cantar vittoria. Analizziamo la situazione e le sue insidie.
Domani Virano sarà a colloquio con Gianni Letta e Matteoli. Il boccino torna
saldamente nelle mani del Governo. Le cose che possono succedere sono
fondamentalmente due:
1) Se prevale una linea morbida, si conferma Virano, l'Osservatorio e il suo
mandato a chiudere sui tracciati entro il 31 gennaio. La CMVSS si oppone e il
Governo la salta a pie pari designando rappresentanti su proposta diretta dei
comuni che (in ordine sparso, senza guida) intendono partecipare
all'Osservatorio.
2) Se prevale la linea dura, Virano e l'Osservatorio vengono liquidati. RFI
ed LTF depositano nel giro di pochi i giorni i progetti con il tracciato finale
(pronto da mesi) e parte di gran carriera la procedura con la convocazione di
una Conferenza dei Servizi. Come d'uso, comuni, comunità montana e provincia
hanno scarso peso nella procedura decisionale e s e questa passa in Legge
Obiettivo hanno diritto ad esprimersi solo per il tramite della Regione.
 
Un primo tentativo di valutazione...
Comunque vada il Governo è terribilmente in ritardo con l'Unione Europea:
manca il tracciato, manca la condivisione, mancano i soldi (il cofinanziamento
dello Stato). Il rispetto del termine del 31 gennaio è molto difficile anche
con pesanti forzature. Il finanziamento europeo non è mai stato tanto a rischio
e con esso la possibilità stessa di montare il "castello di carte" finanziario
che consentirebbe di scaricare i costi dell'opera sul nostro debito.
Se l'Osservatorio resta con i comuni in ordine sparso, avremo soltanto più il
festival della compensazione e la gara a spostare i binari un metro più in là.
La fine della capacità del territorio di farsi ascoltare dagli altri
interlocutori.
Per contro, il Governo ha la sua "occasione d'oro" di sbarazzarsi in un colpo
solo dell'Osservatorio, di Virano e del suo insidioso sistema di bilancini e
veti incrociati degli enti locali piemontesi, quelle sabbie mobili in cui il
rullo compressore del Ministero e delle Ferrovie sono rimasti impantanati per
anni senza arrivare al "sodo": bucar gallerie. Lo stallo di questa mattina e
l'incombente perdita del finanziamento consentono al Governo di dare tirare un
colpo di spugna su tutto quanto fatto dall'Osservatorio e ripartire solo e
soltanto dai progetti delle Ferrovie.
Se il Governo compie questa scelta più dura, è bene che sappiamo fin d'ora
che per noi esiste un solo tracciato, quello presentato a Bruxelles: doppio
attraversamento del Sangone e buco nella Collina Morenica al Rifoglietto. Un
tracciato rigido come una putrella d'acciaio perché tarato per treni a 250
km/h. E i nostri comuni potranno scegliere soltanto più di che colore vogliono
le barriere antirumore.
 
Cosa possiamo fare ?
Oggi, come sempre, più che mai: dobbiamo muoverci.
Manifestare, palesare, rendere esplicito e visibile il nostro dissenso, in
tutte le forme democratiche e non violente che ci sono possibili, a cominciare
dai sondaggi, sopratutto quelli più simbolici per il nostro territorio (la
Cascina Rifoglietto ad esempio).
Tenere inchiodati, senza sconti, i nostri amministratori alle loro
responsabilità, dare la massima eco alle contrarietà che vengono espresse dalle
nostre amministrazioni comunali, cercare di allargare l'area del dubbio negli
amministratori, di qualunque colore.
Continuare pervicacemente ad informare i cittadini delle nostre comunità
sull'assurdità di quest'opera, usando il massimo della fantasia per inventarsi
nuovi canali (impariamo da AmbienteValsusa, usiamo anche tutti questi nuovi
"robi" su internet).
 
Crederci e provarci, sempre. Resistere e farci sentire.
Questa è la nostra terra, sulle rive di un torrente chiamato Sangone, nessuno
ce la può rubare. Sabato mattina andiamo a presidiare il nostro futuro.
 
A sarà dura
 
Rivalta, 7 gennaio 2010


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Respuesta  Mensaje 2 de 80 en el tema 
De: lore luc Enviado: 08/01/2010 20:26
politica
08/01/2010 - alta velocità

Pd, i sindaci ribelli
deferiti ai proibitivi

 

 

Saitta: Plano è come un imam in chiesa. Morgando: inascoltato l’appello di Bersani. La replica: «Nessuno ha violato il codice etico, sarebbe grave sopprimere il dissenso»

maurizio tropeano

torino

«è come se un imam venisse nominato parroco di una chiesa cattolica o viceversa. Plano si è autonominato per partecipare all’Osservatorio soltanto per boicottarlo e buttare a mare i risultati ottenuti. Non era più comprensibile una contraddizione all’interno del Pd». Le parole di Antonio Saitta, presidente della Provincia descrivono forse meglio la soddisfazione per la decisione del segretario regionale dei Democratici, Gianfranco Morgando di chiedere l’intervento del presidente del collegio regionale dei Garanti, Gianpaolo Zancan, per «verificare se nel comportamento di alcuni dei nostri amministratori valsusini ci siano i presupposti per l’applicazione delle sanzioni previste dallo Statuto per chi non si attiene alle norme comportamentali dello Statuto e del Codice Etico».

Secondo Morgando, infatti, le ultime scelte del presidente della Comunità Montana Valsusa e Valsangone e degli altri amministratori del Pd della Valle «confermano la loro volontà di procedere in netto contrasto con le indicazioni fornite dal partito a livello provinciale, regionale e nazionale». Il segretario piemontese non può che prendere atto che nemmeno l’invito del leader nazionale Bersani ad avere comportamenti responsabili «pur nel rispetto del legittimo dissenso non ha finora trovato adeguato ascolto».

Di fatto, dopo l’empasse dell’Osservatorio la scelta di chiamare in causa i garanti è diventata per il Pd una strada obbligata anche per sottrarsi agli attacchi del centrodestra che da sempre parla di ambiguità dei democratici e della presidente Bresso. Lo spiegano i parlamentari Giorgio Merlo e Stefano Esposito: «L’esito della riunione dell’Osservatorio denota un atteggiamento politico irresponsabile di alcuni amministratori che non può che essere affrontato sotto il profilo politico e disciplinare». E Claudio Lubatti, capogruppo in Provincia, spiega: «Svelando il suo vero piano, boicottare l’Osservatorio con l’obiettivo di bloccare la realizzazione della Tav, Sandro Plano si è messo fuori dal Pd».

Il presidente della Comunità Montana, però, spiega di «non essere preoccupato di aver violato il codice etico del mio partito». E spiega: «Non credo che partecipare come osservatore ad un tavolo tecnico possa essere considerato un atto criminale. Si sta caricando di significati assolutamente spropositati ogni atto della Comunità Montana. Invito tutti alla moderazione». Secondo Plano se «avere opinioni diverse da quelle correnti è un reato allora un partito democratico dovrebbe interrogarsi». E da questo punto di vista un «provvedimento di espulsione sarebbe un atto di forte gravità».

Il caso sarà al centro della direzione regionale del partito convocata nel pomeriggio per affrontare anche il tema delle alleanze e per rispondere anche alle richieste della sinistra radicale che chiede un confronto sui temi sociali, sanità pubblica e lavoro, e non sulla «Tav perché le nostre posizioni sono quelle dei sindaci Pd valsusini».


Respuesta  Mensaje 3 de 80 en el tema 
De: lore luc Enviado: 08/01/2010 20:29
politica
07/01/2010 - intervista

Bresso ai No Tav: "Basta, si va avanti"

«La piazza non bloccherà l'Osservatorio e i sondaggi»

maurizio tropeano

torino

Sembra di assistere al remake di un film andato in onda cinque anni fa. Allora il governo Berlusconi a Roma decise di fermare il cantiere di Venaus di fronte alle proteste di piazza. Io ho il massimo rispetto di chi protesta ma sono convinta che non ci si possa fermare. Dunque, avanti con l’Osservatorio e partano anche i sondaggi». Parola di Mercedes Bresso, presidente della giunta regionale.

Il ruolo dell’Osservatorio è contestato dal presidente Pd della Comunità Montana, Sandro Plano, e da molti amministratori di centrosinistra valsusini. Si va avanti anche senza di loro?
«L’Osservatorio è stato una conquista degli amministratori locali e di Regione e Provincia. E’ uno strumento di tutela degli interessi delle popolazioni e non si può farlo saltare. E non può farlo nemmeno Plano. Se alcuni sindaci non vogliono più il dialogo sono liberi di uscire dall’organismo ma devono lasciare a chi vuole il confronto la possibilità di farlo e di portarlo avanti con i propri rappresentanti».

Perché ha chiesto l’intervento del governo?

«Perché se si devono modificare alcune delle regole di composizione del tavolo tecnico lo si può fare solo revisionando l’intesa di Palazzo Chigi. Io spero ancora si possa arrivare ad una soluzione condivisa senza blitz o imposizioni. Una soluzione che permetta di rappresentare l’Alta e la Bassa Valle e anche la Val Sangone. Plano deve capire che non si può governare a colpi di maggioranza soprattutto quando i numeri sono ballerini».

Il centrodestra l’accusa di ambiguità perché tollera, in vista delle elezioni regionali, l’esistenza di un’alleanza tra il Pd valsusino e gli amministratori No Tav. E’ vero?
«Il sindaco di Avigliana, Carla Mattioli, mi ha scritto un sms per dirmi: “Dovete ben prenderli i voti in valle”. E io le ho risposto: i voti li ho sempre presi anche con le mie posizioni pro Tav. Non sono ambigua ed è per questo motivo che non ci saranno esponenti No Tav nelle mie liste. Credo che lo stesso debbano fare anche gli altri partiti della mia coalizione».

Anche Rifondazione?
«E’ evidente che loro sono contrari alla Tav».

E farete un’alleanza con loro?

«Non stiamo lavorando ad un’alleanza di governo ma ad un eventuale accordo tecnico da cui evidentemente è esclusa la Tav. Opera che tutto il resto della coalizione, compresa Sinistra e Libertà, invece vuole fare».

Pdl e Lega insisterebbero: ambiguità...

«Allora diciamo che noi siamo per fare la Tav e lo siamo anche alla vigilia di queste elezioni. Ripeto: siamo determinati ad andare avanti con l’Osservatorio, i sondaggi e la progettazione. E non sono preoccupata per le elezioni».

Ieri a Susa un centinaio di No Tav ha ispezionato l’area dove dovrebbero arrivare le trivelle. Sui siti del movimento si replicano gli appelli a fermare i carotaggi. Nel 2005 si arrivò agli scontri di piazza. Anche di fronte a questo rischio lei è convinta che si debba andare avanti?
«E’ giusto garantire il diritto di manifestare ma questo non può voler dire bloccare tutto. Sono preoccupata del fatto che alle manifestazioni di protesta potrebbero partecipare anche esponenti del mondo antagonista. Sono sempre gli stessi. Del resto sono entrati in azione anche a Copenhagen ma le proteste non hanno bloccato i lavori».

Nel 2005, però, anche in vista delle Olimpiadi, Regione, Provincia e Comune di Torino si spesero per trovare una mediazione...
«L’Osservatorio nasce da lì ed è stata offerta un’opportunità unica di partecipazione alle popolazioni locali attraverso i tecnici scelti dai loro amministratori. La maggioranza non può schiacciare il più piccolo ma non può nemmeno subire la sua dittatura. In questi anni nell’Osservatorio sono stati fatti passi da gigante nel modificare un progetto contestato rendendo evidenti le ricadute positive sul territorio. Adesso quei passi avanti devono diventare strumenti per la progettazione».

Nel Pd c’è una corrente di pensiero che chiede l’espulsione di Plano e degli altri sindaci ribelli. E’ d’accordo?
«Per quanto mi riguarda ribadisco che non ci saranno No Tav candidati nelle mie liste. Tocca al partito decidere anche se in ogni caso Plano e gli altri resterebbero in carica come amministratori. Decidano i probiviri. E poi si facciano i conti per il futuro. E il Pd in Valsusa non deve più fare alleanze elettorali o candidare sindaci contrari alla strategia complessiva del partito».


Respuesta  Mensaje 4 de 80 en el tema 
De: lore luc Enviado: 08/01/2010 20:33
cronaca
08/01/2010 - Il «piano B» del governo per i tempi Ue

Tav, avanti anche senza l’Osservatorio

 

MAURIZIO TROPEANO

torino

C’è un faro che guida la rotta del governo sulla Torino-Lione. La luce arriva da Bruxelles e impone all’esecutivo di rispettare la data del 31 gennaio per consegnare le linee guida del progetto. E Palazzo Chigi «quell’impegno intende rispettarlo a tutti i costi. Anche senza il contributo dell’Osservatorio», spiega una fonte del ministero delle Infrastrutture. Il tavolo tecnico è saltato e il suo presidente, Mario Virano, oggi vedrà il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, e il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, per capire se ci sono le condizioni per ripartire ma al ministero sono pronti ad intervenire perché «c’è la volontà politica di realizzare l’opera e di mantenere gli impegni presi in sede internazionale». Soprattutto perché Roma non ha intenzione di pagare penali e sanzioni nei confronti di Francia e Unione Europea.
L’ipotesi su cui dovrebbero lavorare oggi Letta e Virano è quella di un decreto del presidente del Consiglio che definisca con più precisione il diritto di nomina degli esperti che dovrebbero rappresentare la Val Susa e la Val Sangone assegnando il potere di scelta solo ai 36 sindaci interessati dalle quattro ipotesi progettuali. Dunque nessun potere alla Comunità montana e al suo presidente che ieri ha partecipato come osservatore politico alla riunione dell’Osservatorio spiegando che nessun altro tecnico, a partire da quelli confermati dalla Regione e dalla Provincia, è in alcun modo legittimato a parlare o ad avanzare proposte tecniche a nome dei territori della nuova Comunità montana.
Dei quattro tecnici che Bresso e Saitta hanno riconfermato, due si sono presentati ieri mattina in Prefettura, un terzo non ha accettato l’incarico e un quarto si è detto disponibile solo dopo un chiarimento. A questo punto Virano ha preso atto che «non sussistono le condizioni per poter continuare il proficuo lavoro che si è sviluppato senza interruzioni dal 12 dicembre 2006». Soprattutto diventa problematico «il rispetto del 31 gennaio come data ultima, fissata dal calendario europeo, per fornire ai tecnici di Ltf e Rfi i dati utili per sviluppare un progetto preliminare, basato sulle indicazioni dei territori, se la stessa Comunità montana che li dovrebbe rappresentare ritiene di non volersi avvalere di tale straordinaria opportunità».
Plano replica che «non si può pretendere da un presidente insediato da sette giorni di far decidere i sindaci su linee guida per una progettazione che si basa su sondaggi che dovrebbero partire l’11 gennaio perché tecnicamente non siamo in grado di farlo». E aggiunge: «E’ difficile arrivare ad una scelta condivisa quando gli amministratori di centrodestra hanno abbandonato la riunione dopo aver chiesto 3 posti su 4. La rottura è colpa loro».
Parole che confermano l’impasse dell’Osservatorio e che hanno spinto Virano a rivolgersi al governo. Un intervento sollecitato anche dalla presidente della Regione nella sua intervista a La Stampa dove la Bresso rilancia la necessità di far partire i sondaggi nonostante il rischio delle proteste. Parole che spingono Enzo Ghigo, coordinatore del Pdl, ad attaccare: «Gli ostacoli alla realizzazione della Tav sono tutti a sinistra. Non solo le frange estremiste esagitate hanno messo e stanno mettendo a rischio l’avvio dell’opera, ma lo stesso Pd, che si dice favorevole alla Torino-Lione, contraddice se stesso in una farsa continua come dimostra la scelta di Plano».
La paralisi dell’Osservatorio - vincono i No Tav che alleandosi con Plano e il Pd di Valle hanno puntato tutte le carte sulla fine del dialogo - arriva alla vigilia della mobilitazione del movimento. I comitati hanno deciso di spostare da Bussoleno a Susa la manifestazione prevista per sabato e di organizzare da subito un presidio nell’area antistante l’autoporto dove lunedì mattina dovrebbero arrivare le trivelle.


Respuesta  Mensaje 5 de 80 en el tema 
De: Amico Web di Francesca Enviado: 08/01/2010 22:05
Data: 08/01/2010 22.28.37
Oggetto: Torino-Lyon: Finisce l'Osservatorio, inizia il "Direttorio".
 

ULTIME NOTIZIE da www.ambientevalsusa.it


8 gennaio 2010: DALL’OSSERVATORIO AL "DIRETTORIO". Traduciamo dal politichese al “montagnino”, il comunicato del governo che trovate sotto nel formato originale. Nei concetti essenziali,

il comunicato del governo del giorno 8 gennaio 2010 sulla Torino-Lyon.
Il governo pensa che l’aggettivo “significativa rappresentanza” possa sostituire in qualche modo il concetto di “rappresentanza dei territori coinvolti dalle opere”, contenuto nella versione del 2005 del
decreto istitutivo dell’Osservatorio. Come dire che se per esempio partecipano il comune di Claviere, Giaveno e Valgioie, che non vengono minimamente coinvolti dal TAV, la rappresentanza c’è…
Poi il governo afferma che sull’argomento TAV, la nuova Comunità Montana non ha una adeguata sensibilità istituzionale… (quasi rimpiangendo i bei tempi di Ferrentino). Ci dicono che cambieranno
una legge che ormai è superata e che va aggiornata (il decreto istitutivo dell’Osservatorio)… Nessuno sembra ricordare perché si è dovuto emanare quel decreto. I criteri di modifica saranno che
stabiliti i comuni che si trovano nei “corridoi alternativi di tracciato”, i rappresentanti di questi comuni verranno chiamati uno ad uno a rispondere più o meno alle seguenti domande:
1) Vuoi tu partecipare all’Osservatorio?
2) Vuoi che l’opera valorizzi il tuo territorio?
3) Avendo noi una certa urgenza per non perdere i finanziamenti europei, ti impegni a rispettare il nostro calendario?
CHI CI STA D’ACCORDO, GLI ALTRI FUORI! Se non siete sensibili al BENE del Paese, prenderemo provvedimenti. Quali? Il Prefetto di Torino svolgerà un attento monitoraggio delle azioni degli
Amministratori dei territori interessati ai sondaggi, al fine di verificare il corretto rispetto degli obblighi istituzionali e di leale collaborazione tra le istituzioni. Come diceva Madama Bresso: va bene
il dissenso, ma adesso è ora di cominciare ed io non arretrerò! E i tecnici? Anche qui, chi c’è c’è… e comunque ci sono i tecnici di LTF ed RFI no?

Insomma Virano è sceso a Roma per dare le dimissioni, ma non ne trovano un’altro, allora la soluzione è cambiare le regole, e farle che piacciano al Direttorio.

La differenza tra Osservatorio e Direttorio? Il primo doveva verificare se la linea serviva. Visto che è chiaro che non serve, la imponiamo con la forza ed il consenso obbligato.

E chi non acconsente è un traditore della Patria.

Altre notizie, link dei docimenti reperibili dal sito
27 dicembre 2009: Truffa ad alta profondità? Il costo dei sondaggi potrebbe essere sopravaluto del 100%.


27 dicembre 2009: video dedicato ai sindaci valsusini.

E chi è propenso alla famose "spine" come i sindaci di Sant'Antonino e di Susa forse dovrebbe riflettere bene prima di parlare a vanvera di nuove stazioni o di linee totalmente interrate.

Torino-Lione: Riunione a Palazzo Chigi

8 Gennaio 2010

Si è tenuto oggi a Palazzo Chigi un incontro del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, con il Commissario Straordinario per la Torino-Lione, arch. Mario Virano, per fare il

punto sulla situazione alla vigilia dei sondaggi e per discutere delle questioni emerse nella riunione dell’Osservatorio del 7 gennaio scorso e nei rapporti con la nuova Comunità Montana.

Sentito il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, sen. Altero Matteoli, e condivise le prese di posizione del Presidente della Regione Piemonte, prof.ssa Mercedes Bresso, e del Presidente della

Provincia di Torino, dott. Antonio Saitta, il Governo precisa quanto segue:

- conferma il giudizio positivo sull’attività svolta finora dall’Osservatorio e esprime il più vivo apprezzamento per l’operato del suo Presidente arch. Virano, come riconosciuto anche da parte

francese;

- ritiene opportuno mantenere una significativa rappresentanza delle Comunità locali nella elaborazione del progetto della nuova linea Torino-Lione sia a livello politico al Tavolo Istituzionale di Palazzo

Chigi sia a livello tecnico nell’Osservatorio;

- constata che la nuova Comunità Montana, con riferimento alla nuova linea Torino-Lione non si connota con un profilo di sensibilità politicoistituzionale idoneo a rappresentare il pluralismo delle Comunità locali

presenti sul territorio;

pertanto il Governo ritiene di dover ridefinire le rappresentanze locali in seno all’Osservatorio dell’insieme dei territori interessati dalla nuova linea Torino-Lione, dal confine italo-francese alla connessione con la linea AV-AC Torino-Milano, attraverso un apposito DPCM di aggiornamento di quello istitutivo del 1° marzo 2006, assumendo come base i seguenti criteri di guida:

- Comuni facenti parte dei vari ambiti territoriali individuati al 31/12/09 che corrispondono ai corridoi individuati per le varie alternative di tracciato;

- Comuni ricadenti in tali ambiti che dichiarino esplicitamente la volontà di partecipare alla miglior realizzazione dell’opera nel quadro della miglior tutela e valorizzazione del territorio e nel rispetto del calendario europeo.

A tal fine il Governo ha chiesto alla Provincia di Torino e alla Regione Piemonte, d’intesa con il Commissario Straordinario di Governo, di elaborare al più presto una proposta operativa nel senso

sopra indicato identificando le realtà territoriali interessate e sondando la esplicita volontà collaborativa delle relative amministrazioni.

In attesa del completamento di tale processo e del relativo provvedimento, l’Osservatorio, nell’attuale configurazione, opererà comunque sulla base dell’apporto dei tecnici presenti per ottemperare all’impegno di indicare entro il 31/01/10 le opzioni di tracciato da sviluppare a livello di progetto preliminare da parte delle equipe incaricate da RFI e LTF.

Il Governo precisa altresì che la confermata finanziabilità del Piano strategico della Provincia, come indicato dal Min. Matteoli nell’incontro del 23 novembre 2009, attraverso le risorse di legge collegate alle grandi opere, dovrà rispecchiare il quadro di riferimento sopra richiamato relativo agli ambiti territoriali e alle disponibilità collaborative degli enti territoriali interessati.

Il Prefetto di Torino svolgerà un attento monitoraggio delle azioni degli Amministratori dei territori interessati ai sondaggi, al fine di verificare il corretto rispetto degli obblighi istituzionali e di leale collaborazione tra

le istituzioni.

Su tutti i temi sopra indicati, il Governo farà il punto con Regione, Provincia, Città di Torino e Commissario Straordinario all’inizio di febbraio, al termine della prima tornata dei sondaggi e a

valle dell’espletamento degli impegni per l’indicazione ai progettisti del tracciato da sviluppare.



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