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Comunicazioni: Tav - mobilitazione
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Respuesta  Mensaje 1 de 80 en el tema 
De: primaveraestate  (Mensaje original) Enviado: 08/01/2010 19:01
Cosa sta succedendo: il braccio di ferro sull'Osservatorio, cronaca non breve
di giorni convulsi ma importanti
 
L'ennesimo tentativo di forzatura di Virano
Virano sta tentando l'ennesima forzatura: fissare entro il 31 gennaio il
tracciato definitivo da Settimo al Frejus e comunicarlo ai progettisti di LTF
ed RFI perché loro possano fare il progetto entro giugno. E subito dopo
iniziare a bucare a Chiomonte per il cunicolo esplorativo. Glielo impone
l'Unione Europea, pena il forte rischio che il finanziamento salti
definitivamente. Virano ha quindi convocato l'Osservatorio per oggi (7 gennaio)
e tentato di fissare un piano di lavoro "farsa" per fare un'analisi costi-
benefici fasulla dei tracciati in appena 3 settimane e poi dare il via libera
al progetto e al cunicolo.
 
La nuova Comunità Montana  e l'Osservatorio, i tentati veti di Regione e
Provincia
La nuova Comunità Montana ValSusa e ValSangone (abbreviazione CMVSS) a guida
PD+NoTav ha appena iniziato ad insediarsi. I quattro rappresentanti in
Osservatorio (2 BassaValSusa, 1 AltaValSusa, 1 ValSangone) devono essere
rinominati. Nel primo incontro dei sindaci (il 4 gen) c'è stato casino: i
sindaci di centro-dx hanno boicottato la riunione, quelli restanti hanno dato
mandato temporaneamente a Plano (neo-presidente CMVSS) di andare oggi
all'Osservatorio in attesa di trovare una quadra.
Bresso e Saitta hanno tentato di porre un veto alla partecipazione di Plano e
si sono arrampicati sugli specchi per far figurare come prorogato "sine die"
l'incarico ai tecnici precedenti.Ci avevano già provato senza esito negli
ultimi giorni dell'anno. Tartaglia e Debernardi hanno comunicato formalmente la
loro indisponibilità (le notizie riportate dai giornali sono inesatte).
Debernardi ha inviato una nota con la quale contesta in toto la serietà tecnica
del piano di lavoro che Virano ha proposto e i presupposti del tracciato
stabilito da LTF.
 
La dura riunione di oggi all'Osservatorio
Malgrado il veto di Bresso e Saitta, Plano ha oggi partecipato formalmente
alla seduta dell'Osservatorio. Nel corso di una riunione tutta politica, ha
comunicato che:
 
gli organismi della CMVSS non sono ancora in condizioni di deliberare
(sopratutto per l'assenza degli statuti ancora da definire) quindi la nomina
dei tecnici e le decisioni inerenti sondaggi, tracciati ecc. non possono ancora
essere formalmente assunte
la competenza della rappresentanza del territorio spetta alla CMVSS
le azioni condotte da Osservatorio, Regione e Provincia dopo l'elezione della
CMVSS il 7 novembre, sono state "indelicate" dal punto di vista politico,
essendo nota la posizione della maggioranza che ha vinto
 
i tecnici precedentemente incaricati sono comunque tutti sfiduciati
la CMVSS non riconosce alcun avallo al piano dei sondaggi
il rapporto finale di Polinomia (sui tracciati) non è ancora stato discusso
dalla CMVSS e pertanto non rappresenta le posizioni dell'ente
 
In sintesi, questa mattina Plano ha tirato una tremenda spallata al teorema
del consenso costruito in tre anni da Virano sull'esistenza dell'Osservatorio,
davanti al Governo e all'Unione Europea. Preso atto della frattura politica,
Virano ha (per ora) accantonato il suo programmino, non ha definito alcuna
nuova riunione dell'Osservatorio e e ha rimesso al Governo le decisioni sul da
farsi. Al TGR Piemonte Gianfranco Bianco dice "Virano costretto ad issare
bandiera bianca". Le agenzie parlano di "stallo in Osservatorio".
Sia Plano che Bresso e Saitta chiedono la convocazione del Tavolo Politico
per dirimere la questione.
 
Cosa può succedere adesso?
Non è tempo di cantar vittoria. Analizziamo la situazione e le sue insidie.
Domani Virano sarà a colloquio con Gianni Letta e Matteoli. Il boccino torna
saldamente nelle mani del Governo. Le cose che possono succedere sono
fondamentalmente due:
1) Se prevale una linea morbida, si conferma Virano, l'Osservatorio e il suo
mandato a chiudere sui tracciati entro il 31 gennaio. La CMVSS si oppone e il
Governo la salta a pie pari designando rappresentanti su proposta diretta dei
comuni che (in ordine sparso, senza guida) intendono partecipare
all'Osservatorio.
2) Se prevale la linea dura, Virano e l'Osservatorio vengono liquidati. RFI
ed LTF depositano nel giro di pochi i giorni i progetti con il tracciato finale
(pronto da mesi) e parte di gran carriera la procedura con la convocazione di
una Conferenza dei Servizi. Come d'uso, comuni, comunità montana e provincia
hanno scarso peso nella procedura decisionale e s e questa passa in Legge
Obiettivo hanno diritto ad esprimersi solo per il tramite della Regione.
 
Un primo tentativo di valutazione...
Comunque vada il Governo è terribilmente in ritardo con l'Unione Europea:
manca il tracciato, manca la condivisione, mancano i soldi (il cofinanziamento
dello Stato). Il rispetto del termine del 31 gennaio è molto difficile anche
con pesanti forzature. Il finanziamento europeo non è mai stato tanto a rischio
e con esso la possibilità stessa di montare il "castello di carte" finanziario
che consentirebbe di scaricare i costi dell'opera sul nostro debito.
Se l'Osservatorio resta con i comuni in ordine sparso, avremo soltanto più il
festival della compensazione e la gara a spostare i binari un metro più in là.
La fine della capacità del territorio di farsi ascoltare dagli altri
interlocutori.
Per contro, il Governo ha la sua "occasione d'oro" di sbarazzarsi in un colpo
solo dell'Osservatorio, di Virano e del suo insidioso sistema di bilancini e
veti incrociati degli enti locali piemontesi, quelle sabbie mobili in cui il
rullo compressore del Ministero e delle Ferrovie sono rimasti impantanati per
anni senza arrivare al "sodo": bucar gallerie. Lo stallo di questa mattina e
l'incombente perdita del finanziamento consentono al Governo di dare tirare un
colpo di spugna su tutto quanto fatto dall'Osservatorio e ripartire solo e
soltanto dai progetti delle Ferrovie.
Se il Governo compie questa scelta più dura, è bene che sappiamo fin d'ora
che per noi esiste un solo tracciato, quello presentato a Bruxelles: doppio
attraversamento del Sangone e buco nella Collina Morenica al Rifoglietto. Un
tracciato rigido come una putrella d'acciaio perché tarato per treni a 250
km/h. E i nostri comuni potranno scegliere soltanto più di che colore vogliono
le barriere antirumore.
 
Cosa possiamo fare ?
Oggi, come sempre, più che mai: dobbiamo muoverci.
Manifestare, palesare, rendere esplicito e visibile il nostro dissenso, in
tutte le forme democratiche e non violente che ci sono possibili, a cominciare
dai sondaggi, sopratutto quelli più simbolici per il nostro territorio (la
Cascina Rifoglietto ad esempio).
Tenere inchiodati, senza sconti, i nostri amministratori alle loro
responsabilità, dare la massima eco alle contrarietà che vengono espresse dalle
nostre amministrazioni comunali, cercare di allargare l'area del dubbio negli
amministratori, di qualunque colore.
Continuare pervicacemente ad informare i cittadini delle nostre comunità
sull'assurdità di quest'opera, usando il massimo della fantasia per inventarsi
nuovi canali (impariamo da AmbienteValsusa, usiamo anche tutti questi nuovi
"robi" su internet).
 
Crederci e provarci, sempre. Resistere e farci sentire.
Questa è la nostra terra, sulle rive di un torrente chiamato Sangone, nessuno
ce la può rubare. Sabato mattina andiamo a presidiare il nostro futuro.
 
A sarà dura
 
Rivalta, 7 gennaio 2010


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Respuesta  Mensaje 6 de 80 en el tema 
De: lore luc Enviado: 09/01/2010 10:21
cronaca
09/01/2010 - la storia

Quando i torinesi
avevano paura del Frèjus

 Diffidenza e grandi opere in un libro

alessandro mondo

torino

D’accordo: la presenza dell’amianto nei visceri del monte Musinè è un dato di fatto. Se non altro, possiamo escludere la presenza di rocce incandescenti, colossali laghi sotterranei o, peggio ancora, di mostri divoratori di carne umana.

Pensatela come volete ma, almeno sotto questo punto di vista, ben vengano i sondaggi propedeutici alla Torino-Lione nella misura in cui permettono di dissipare gli incubi che due secoli fa turbavano i nostri connazionali alle prese con il celebrato Traforo del Fréjus: la madre di tutte le «grandi opere». Ora che sulla Tav si profila l’ennesimo muro contro muro, vien da pensare a cosa direbbe Camillo Cavour, sostenitore di una nuova politica ferroviaria e fermamente convinto della validità del Traforo delle Alpi. «Fare o non fare il Fréjus significa progredire o regredire», affermò lo statista in un vibrante discorso al Parlamento subalpino: più o meno lo stesso concetto che oggi torna nelle valutazioni del governo, della Regione e della Provincia sulla necessità della Torino-Lione.

La Storia si ripete. Vale per le certezze inossidabili di Cavour e per quelle, altrettanto ferme, di chi in quei tempi lontani si opponeva al tunnel: i No Tav ante-litteram. Basta scorrere il nuovo e documentato libro di Bruna Bertolo - «Storia della Valle di Susa», Susalibri (42 euro) - per imbattersi nei fotogrammi di una pellicola già vista: la sfida titanica dell’uomo contro la Natura e i timori di una vendetta implacabile; la fiducia nelle sorti meravigliose e progressive della tecnologia e la diffidenza per l’impatto sul territorio; la complessità dell’opera e le incertezze finanziarie.

Situazioni già vissute dai nostri predecessori. Compresi quelli ai quali oggi verrebbe diagnosticata la sindrome «Nimby» - acronimo di «not in my backyard» (non nel mio giardino) - preoccupati dal lato oscuro del progresso e fortificati nelle loro convinzioni dall’arretratezza tecnologica che sovrintendeva quel progresso. Dal volume della Bertolo apprendiamo che parecchi esperti, fra cui eminenti scienziati, «non escludevano di trovare all’interno del monte interi filoni di rocce incandescenti che avrebbero impedito qualsiasi avanzata». Altri ipotizzavano la presenza di grosse vene d’acqua o di copiosi torrenti sotterranei che avrebbero travolto i minatori e, sbucati dal monte, spazzato via Bardonecchia e la sua valle: «Fra gli oppositori ci fu anche chi pensò alla presenza nel sottosuolo di mostri, strani animali o di draghi!».

Per tacere di quanti attribuivano le malattie dell’uva al fumo nero delle locomotive o pronosticavano sventure quando lo scavo avrebbe incontrato il fondo del lago del Cenisio. E pazienza se il bacino in questione si trovava a 25 chilometri di distanza. Suggestioni che si legavano alle diffidenze, non del tutto superate all’epoca di Cavour, innescate dal primo sviluppo delle strade ferrate: tra le altre, l’idea che un uomo, trasportato su un treno alla velocità di trenta chilometri l’ora, non potesse più respirare. Almeno su questo, la Storia ci ha rassicurato. Quanto al fatto che il buio favorisca le tentazioni erotiche nei passeggeri, il presupposto che aveva spinto Ferdinando II di Borbone a escludere la corsa dei convogli in sotterranea, le gallerie della Torino-Lione saranno la prova del nove.


Respuesta  Mensaje 7 de 80 en el tema 
De: lore luc Enviado: 09/01/2010 10:23
cronaca
09/01/2010 - TORINO - LIONE

Ultimatum del governo
ai sindaci della Valsusa

 «Compensazioni e posti nell'Osservatorio
solo per chi vuole fare la Tav»

maurizio tropeano

torino

Il governo lascia aperta la porta per la partecipazione dei rappresentanti degli enti locali all’elaborazione del progetto della Tav ma, nello stesso tempo, dà un giro di vite fissando criteri più rigidi e soprattutto pone una condizione: la manifestazione esplicita della «volontà di partecipare alla miglior realizzazione dell’opera nel quadro della miglior tutela e valorizzazione del territorio e nel rispetto del calendario europeo». Chi ci sta avrà diritto anche a partecipare ai tavoli operativi del piano di sviluppo strategico della Provincia che vale 700 milioni.

Di fatto solo i comuni che accettano queste nuove condizioni potranno ottenere le compensazioni milionarie. E poi palazzo Chigi lancia un preciso avvertimento a sindaci e consiglieri comunali in vista dell’arrivo delle trivelle: «Il Prefetto svolgerà un attento monitoraggio delle azioni degli amministratori dei territori interessati ai sondaggi al fine di verificare il corretto rispetto degli obblighi istituzionali e di leale collaborazione tra le istituzioni». E’ questo il risultato dell’incontro che si è svolto ieri a palazzo Chigi tra il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, il presidente dell’Osservatorio Mario Virano e il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli.

Nella riunione sono state definite le modalità per arrivare a una nuova composizione dell’Osservatorio e viene sancita esplicitamente la sintonia del governo con la Regione e la Provincia. Il governo «condivide» le posizioni dei presidenti Bresso e Saitta e di fatto si pone un sigillo bipartisan alla linea dell’«avanti tutta» anche a fronte delle imminenti proteste di piazza. Palazzo Chigi conferma che i canali di dialogo restano aperti ma critiche e contestazioni non possono mettere in discussione la realizzazione della nuova linea Torino-Lione nel rispetto del calendario europeo. E in questo clima di concordia istituzionale tra enti governati da colori diversi si arriva anche alla decisione di tagliare fuori la nuova Comunità Montana che sulla Tav «non si connota con un profilo di sensibilità politico-istituzionale idoneo a rappresentare il pluralismo delle comunità locali presenti sul territorio».

Spiega Virano: «Viene riconfermata, cosa non scontata, la modalità di rappresentanza delle comunità locali e del loro ruolo attraverso l’Osservatorio. Una scelta che si tradurrà in un allargamento della rappresentanza e non in una sua restrizione». Il Governo, così, dopo aver deciso di ridefinire le rappresentanze locali dell’Osservatorio in base alle nuove condizioni affida alla Provincia e alla Regione il compito di elaborare al più presto «una proposta operativa» per identificare le realtà territoriale interessate (i comuni all’interno dei corridoi individuati per le vaie alternative di tracciato rappresentanze locali nell’Osservatorio) e di sondare «l’esplicita volontà collaborativa delle amministrazioni». Saitta spiega che «entro martedì prossimo Provincia Regione Piemonte formuleranno una proposta.

E’ giusto che solo i Comuni e le rappresentanze territoriali che, nell’ambito dei lavori dell’Osservatorio guidato da Mario Virano, collaboreranno a definire il miglior progetto territoriale della Torino-Lione, potranno cogliere i frutti dei progetti del Piano Strategico». Aggiunge Virano: «Il Governo ha fatto chiarezza e adesso ciascun amministratore è chiamato a dire che cosa è pronto a fare. E in base a questa decisione si prende oneri e onori». Secondo Virano il decreto di modifica dell’Osservatorio sarà pronto in una decina di giorni. In questo periodo il tavolo tecnico proseguirà con la presenza degli esperti ancora in carica: «Ci sarà un calendario dei lavori serrato. Onoreremo le scadenze».


Respuesta  Mensaje 8 de 80 en el tema 
De: primaveraestate Enviado: 09/01/2010 10:38
Non occorrono commenti che Osservatorio potrà mai essere? A dimostrazione che i no hanno ragione!!!

 «Compensazioni e posti nell'Osservatorio
solo per chi vuole fare la Tav»


Respuesta  Mensaje 9 de 80 en el tema 
De: clicy21 Enviado: 09/01/2010 11:10
Che schifo ......compreso renzi sindaco di firenze, compreso matteoli ministro, compresi i sindacati che plaudono all'accelerazione dei lavori TAV, preoccupati per l'occupazione, compresi tutti coloro che dell'avidita' di soldi e potere, fanno la loro ragione di vita.... dimenticandosi il rispetto per il nostro mondo e la volonta' dei cittadini!

Respuesta  Mensaje 10 de 80 en el tema 
De: lore luc Enviado: 09/01/2010 16:11
09/01/2010 - LA PROTESTA

Tav, in centinaia al presidio di Susa

 

Iniziata la protesta contro l'avvio dei lavori. Nei prossimi giorni previsti i primi carotaggi

 

TORINO
Sono già alcune centinaia, circa 500, le persone che si stanno radunando all’autoporto di Susa (Torino) per il presidio, che dovrebbe diventare permanente, contro la Tav organizzato in occasione dell’avvio, previsto nei prossimi giorni, dei carotaggi per la realizzazione dell’opera. Al momento i manifestanti stanno allestendo una struttura in lamiera e già da ieri è stato lanciato l’invito a partecipare alla mobilitazione con "generi di conforto" e attrezzati a passare la notte e rimanere accampati anche nei prossimi giorni.

Intanto, già questa mattina, i no Tav torinesi hanno organizzato una "passeggiata" sui 7 siti della zona ovest della città in cui sono previsti i sondaggi con le trivelle. Si è trattato di un giro di ricognizione sotto la pioggia a cui hanno preso parte una ventina di persone con le bandiere bianche e rosse del movimento contro la Torino-Lione. Per questa sera alle 21, invece, è in programma a Bussoleno un’assemblea popolare con gli amministratori locali per decidere come proseguire la mobilitazione e il presidio del territorio.


Respuesta  Mensaje 11 de 80 en el tema 
De: lore luc Enviado: 10/01/2010 05:24
cronaca
09/01/2010 - LA PROTESTA

Tav, in centinaia al presidio di Susa

Iniziata la protesta contro l'avvio
dei lavori. Entro pochi giorni
inizieranno i primi carotaggi.
Giachino: «Opera irrinunciabile»

 

TORINO
Via ai 91 sondaggi nel sottosuolo, in Valle di Susa, e negli altri Comuni toccati dal progetto della Tav Torino-Lione, e riparte la mobilitazione degli oppositori. Le trivelle dovrebbero entrare in azione all’inizio della prossima settimana e oggi le bandiere bianche con il treno crociato, simbolo della battaglia ’No Tav’, sono sventolate a Susa, dove 1.500 persone sono sfilate in corteo. Ma altri attivisti sono scesi in strada in Val Sangone, nel torinese e anche nel capoluogo.

A Susa, dove dovrebbe essere costruita la stazione internazionale della futura Torino-Lione, è stata una marcia pacifica, sotto la pioggia, scandita dagli slogan ’No Tav - no sondaggì. I manifestanti si sono poi fermati al nuovo presidio permanente, creato in una baracca vicino all’autoporto segusino. Un rifugio chè è destinato a diventare uno dei luoghi simbolo della nuova fase della lotta contro l’alta velocità in Valle di Susa, poco più di quattro anni dopo gli scontri con le forze dell’ordine a Mompantero e Venaus.

I ’No Tav’ promettono azioni non violente: «Prenderemo impegni solenni per difendere la nostra valle - spiega Alberto Perino, uno dei leader storici del movimento contrario alla Torino-Lione - ma sempre con il nostro stile No Tav. Siamo gente pacifica. La nostra forza è anche e soprattutto questa. Tutti mi chiedono quanti eravamo oggi, la mia risposta è: abbastanza per impedire qualsiasi cosa». I ’No Tav’ preparano i loro piani di «difesa della valle», mentre già ieri, in Prefettura a Torino, è stato definito l’impegno delle forze dell’ordine, che verranno dislocate a tutela dei tecnici che dovranno bucare il terreno per procedere alle indagini conoscitive.

La Torino-Lione scalda anche la campagna elettorale. Roberto Cota, candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Piemonte, vuole «fare un patto con tutti i sindaci» e varare un «pacchetto di misure concrete a sostegno della valle di Susa». Osvaldo Napoli, vicepresidente dei deputati del Pdl, gli chiede di privilegiare quei sindaci che sono favorevoli all’opera. Mino Giachino, sottosegretario ai Trasporti, sottolinea: «La Torino-Lione è un’opera irrinunciabile, più che mai adesso che la Cina è diventata il primo paese esportatore al mondo».


Respuesta  Mensaje 12 de 80 en el tema 
De: lore luc Enviado: 10/01/2010 08:52
cronaca
10/01/2010 -

No tav, la nuova strategia
Scudi umani contro i cantieri

 Autonomi ed anarchici non saranno in prima fila
Così i poliziotti fronteggeranno bimbi e casalinghe

MASSIMO NUMA

INVIATO A SUSA (Torino)

Eccolo lì, affannato sotto la pioggia gelida che batte senza tregua l’autoporto di Susa. Uno dei leader storici del centro sociale Askatasuna di Torino, l’autonomo Andrea Bonadonna, affiancato da Raffaele «Lele» Rizzo, altro esponente di rilievo della stessa formazione, sta montando la nuova baracca-presidio dei No-Tav. Pareti di metallo, pavimento di plastica, e sopra assi di legno. Poi i fuochi a gas e le pentole. Un deja-vu del dicembre 2005, quando i presidi furono sgomberati con forza dalla polizia e il cantiere Ltf fu devastato dai manifestanti.

Un paio di cartelli nuovi di zecca, sullo stile di quelli dell’Anas: «NoTav», «no-sondaggi». Slogan semplici. La baracca sarà il simbolo della «resistenza» di chi non vuole l’Alta Velocità senza se e senza ma. E’ nel punto esatto in cui i tecnici di una società emiliana (niente dati, per tutelare la sicurezza dei lavoratori), nei prossimi giorni, dovrebbero effettuare i sondaggi del terreno, in vista della stesura del progetto definitivo della Torino-Lione. Bonadonna, seguito da un centinaio di autonomi torinesi e da una ventina di anarco-insurrezionalisti di Torino e dintorni, che si sono tenuti in disparte durante questa prima fase del presidio, appare perfettamente inserito nelle alte gerarchie del «popolo no Tav». Tutti «assolutamente certi» di riuscire a bloccare, come nel 2005, la Torino-Lione.

Gli agenti della Digos di Torino osservano dall’alto di un poggio, il piazzale invaso da circa 300 persone, secondo la questura, mille per il movimento. I poliziotti sanno bene che i manifestanti «pacifici e allegri», parola di Alberto Perino, uno dei portavoce dei NoTav, cercheranno di opporsi ai sondaggi. Per portarli a termine, dovranno proteggere ogni cantiere, per tutto il tempo necessario. Ma in prima linea - scontata previsione - non ci saranno né Bonadonna, né gli altri autonomi, né gli anarchici. Ci saranno invece le signore con il cagnolino in braccio, i bambini e i ragazzini, gli anziani con la bandiera bianca e rossa che fa da poncho e il bicchiere di plastica pieno di vin brulè. Usare la forza contro di loro? Contro gli «scudi umani»? Con i dirigenti di polizia, allora responsabili dell’ordine pubblico, messi sotto inchiesta persino dalla Corte dei Conti, per le presunte violenze durante gli sgomberi di strade e cantieri? Scenari difficili da gestire, per le istituzioni.

La Valsusa come laboratorio. Su Info-aut, il sito on line dell’autonomia, qualcuno vuole esportare il fortunato modulo anti-Tav anche a Torino, dove sono previsti altri sondaggi. Lo spiegano, in documento preparatorio all’assemblea (in programma a Palazzo Nuovo, cioè nell’università di Torino, il 13 gennaio), Ezio Bertok e Claudio Mattone: «Se questo è il quadro della situazione in una valle che mantiene intatta la sua vivacità sul fronte NoTav la situazione è ben diversa a Torino dove è sempre più difficile anche un semplice dialogo e confronto tra le realtà... In particolare il problema Tav è sentito come lontano nonostante le strette connessioni con i progetti di sviluppo urbanistico della città... bisogna riprendere un rapporto più stretto tra tutti noi...». Già sono partiti i sopralluoghi degli antagonisti sui siti dei sondaggi torinesi. Li vogliono impedire. L’area anarchica segue una linea diversa, più sotto-traccia.

Sul muro dell’ultima palazzina occupata dagli anarco-insurrezionalisti (sgomberata dalla polizia il 10 dicembre scorso dopo una notte di guerriglia metropolitana) e rioccupata venerdì notte, è comparso il graffito del solito treno e alle finestre è comparso lo striscione NoTav. Hanno la base più importante in un paese della Valsusa, in uno dei tanti e innocui comitati locali «contro» la Tav, contro i Tir, contro qualsiasi cosa. Uno dei militanti teorizza, nero su bianco, la prossima «guerra civile armata».

E su una rivista sindacale on-line, a cui collaborava, tra il 2006 e il 2007, uno dei br di Seconda Posizione (condannati recentemente a pesanti pene detentive, nell’inchiesta del pm di Milano Ilda Boccassini), così scriveva Maurizio Poletto, nel primo anniversario degli scontri, celebrato da un convegno nazionale: «...la liberazione di Venaus è la dimostrazione di come questo metodo di lavoro, sapendo cogliere oggettivamente la contraddizione Tav come la contraddizione principale di questo territorio... è stato capace di unificare su questo tema i diversi settori sociali, dagli operai ai commercianti, dai contadini agli studenti, dai precari ai pensionati... dare vita a un coordinamento nazionale e di impegnarsi ognuno a partire dalla propria realtà per superare il senso di impotenza e di rassegnazione per ritrovare, con i ribelli della Val di Susa, la forza di alzarsi e dire No, per sviluppare l’autonomia di classe...». Era il gennaio del 2007. Sembrano passati un secolo o un decimo di secondo.

 
 

Respuesta  Mensaje 13 de 80 en el tema 
De: clicy21 Enviado: 10/01/2010 09:55
Il popolo italiano dovrebbe essere tutto cosi'......contro ogni prevaricazione.... di qualsiasi colore sia,  uniti, forti, senza esitazione, 2.000.000 di italiani fanno ridere.....50.000.000 di italiani fanno pensare e retrocedere da posizioni troppo politiche e contro i diritti dei cittadini !  Buona domenica Enzo Ely

Respuesta  Mensaje 14 de 80 en el tema 
De: lore luc Enviado: 11/01/2010 07:48
cronaca
11/01/2010 - ALTA VELOCITà

"La maggioranza silenziosa
si faccia sentire"

Chiamparino: serve un’iniziativa bipartisan. Il governo pronto ad allargare l’Osservatorio

ALESSANDRO MONDO, MAURIZIO TROPEANO

torino

Il modello è quello della «marcia dei quarantamila» il 14 ottobre del 1980 pose fine al blocco della produzione alla Fiat che durava da 35 giorni. All’interno dei Palazzi e delle forze politiche si cerca lo strumento migliore per attualizzare l’idea di fondo di Luigi Arisio, cioè dar voce a quella che si ritiene essere la maggioranza silenziosa. E il sindaco Sergio Chiamparino da una parte e la coordinatrice provinciale del Pdl, Barbara Bonino dall’altra, pur individuando mezzi diversi, sono convinti che anche in Valle ci sia una maggioranza favorevole alla realizzazione della Torino-Lione.

E se l’obiettivo del fronte bipartisan, politico e istituzionale, è quello di mettere in evidenza che i No Tav sono una minoranza, anche se numerosa, allora si spiega anche la volontà del Governo, della Provincia e della Regione di presentare un’iniziativa di informazione sull’avvio della prossima campagna di sondaggi rivolta direttamente agli abitanti della Valsusa.

Vanno nella direzione di isolare il fronte dei contestatori anche le nuove regole per la rappresentanza delle comunità locali all’interno dell’Osservatorio che sta preparando il presidente della Provincia, Antonio Saitta, e che dovrebbero permettere di allargare la squadra dei tecnici vincolandola, come ha spiegato il presidente dell’Osservatorio, Mario Virano, all’esplicitazione da parte dei sindaci della volontà di partecipare ad un progetto e di rispettare il calendario europeo.
Chiamparino cerca di trovare lo strumento migliore per permettere da una parte di dar voce a quella parte del popolo di valle «favorevole alla Tav o comunque non pregiudizialmente contraria» e evitando nello stesso tempo «contrapposizioni muscolari dagli effetti controproducenti». L’idea del sindaco è di spendere i contatti personali maturati in tutta Italia come presidente Anci per organizzare «un grande meeting torinese partecipato da tutti i sindaci e dai presidenti di Provincia favorevoli alla Tav e i cui territori siano direttamente interessati dalla Torino-Lione. Non solo quelli piemontesi, ma anche di altre regioni italiane».

Il sindaco è convinto che dopo le occasioni mancate dalla politica, in particolare quella del Pd, non esistano altri margini di manovra ecco allora una pubblica presa di posizione dei sindaci che «ciascuno con la sua fascia tricolore, motiva il sì alla Tav partendo dalla sua personale esperienza e dalla conoscenza del territorio che amministra». L’obiettivo del sindaco è di «far sentire la voce dei tanti che guardano con favore alla Tav, spostando il dibattito fuori dai confini ristretti della Valle».

Il punto di vista da cui parte la coordinatrice provinciale del Pdl, invece, è diverso ed è una critica ai calcoli elettorali della sinistra. Bonino, poi, arriva a proporre «l’opportunità di organizzare una grande manifestazione sì Tav (in Val di Susa o a Torino) aperta a tutti quei soggetti (cittadini, società civile, associazioni) che sono stufi di vedere la piazza ed il dibattito monopolizzati dai No Tav». Secondo Bonino, infatti, gli aderenti al movimento «rappresentano una minoranza dei valsusini (ed una trascurabilissima minoranza dei cittadini dei territori interessati dall’opera) e a tutti coloro che hanno a cuore lo sviluppo del Piemonte».

Oltre alla marcia il Pdl vorrebbe organizzare «senza nessun intento provocatorio» anche un convegno in Valle «di comunicazione, divulgazione ed informazione sulle opportunità e sulle problematiche connesse all’opera: gli eventuali rischi geologici, le ricadute occupazionali, i costi ed i fondi stanziati, la divulgazione dei risultati conseguiti dall'Osservatorio


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De: clicy21 Enviado: 11/01/2010 09:43
E' stato fatto tanto tempo fa un film.....................che si adatta all'insistenza "BIPARTISAN" per quest'opera assolutamente disgraziata "Il colore dei soldi" nessun altro commento.......sarebbe superfluo Ely

Respuesta  Mensaje 16 de 80 en el tema 
De: lore luc Enviado: 11/01/2010 10:05
Si junciru li cani e li lupi:
poveri picuri, sbinturati crapi.
 
Si unirono i cani ed i lupi:
pecovere pecore, sventurate capre.

Respuesta  Mensaje 17 de 80 en el tema 
De: lore luc Enviado: 11/01/2010 16:43
cronaca
11/01/2010 - alta velocità e contestazioni

"In Val di Susa con buon senso"

torino

Entro la fine di gennaio sarà realizzata una dozzina dei 91 sondaggi geognostici per la nuova ferrovia Torino-Lione, ma il calendario resta segreto: «Avranno luogo - ha spiegato stamane il prefetto di Torino, Paolo Padoin - nel momento che riterremo più opportuno e idoneo ed i primi a essere informati saranno i sindaci».

è probabile, anche se non c’è alcuna conferma ufficiale, che i primi siano domani mattina, forse a Susa dove da sabato il movimento No Tav ha organizzato un presidio permanente sotto le scritte "No Tav, no sondaggi".

In Valle di Susa  - ha proseguito poi il prefetto - «non c’è e non ci sarà alcuna militarizzazione. Sui siti dei sondaggi della Torino-Lione le forze dell’ordine agiranno con buon senso e misura. Certo, interverremmo se saranno commessi dei reati».

«Abbiamo organizzato - ha detto Padoin - tutte le presenze di forze dell’ordine. Interverremo solo se sarà necessario. E mi auguro che chi dissente, come ne ha diritto, non trascenda mai. Qualche pensiero ce l’ho, ma non sono un preoccupato».

All'affollata conferenza stampa hanno partecipato anche i presidenti della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, della Provincia di Torino, Antonio Saitta, e dell’Osservatorio sulla Torino-Lione, Mario Virano.

Virano definisce l’iter di lavoro e le iniziative di informazione che stanno portando al progetto preliminare della nuova linea ferroviaria «il più garantista mai messo in campo in Italia». 
«Rispetto al 2005 - dice - siamo su un altro pianeta: allora c’era un progetto definitivo fatto e finito, oggi invece, dopo il lungo lavoro dell’Osservatorio siamo alla raccolta di ulteriori elementi conoscitivi del territorio che servono per il progetto preliminare e per le fasi successive, la valutazione di impatto ambientale e poi il progetto definitivo, fino all’avvio dei lavori, alla fine del 2012». «L’Osservatorio fornirà ai progettisti indicazioni il più possibile vicine ad alcune, anche se non a tutte, le osservazioni segnalate dal territorio».

E' rassicurante anche la presidente della Regione, Mercedes Bresso:  «Rispetto al progetto accantonato quattro anni fa - ha osservato la Bresso - ci sono indubbi vantaggi perchè nelle modifiche sono stati compresi lo scalo di Orbassano per la logistica, la fermata a Torino e non sulla gronda, che avrebbe fatto diventare in pratica la linea una Milano-Lione, la stazione di Susa. è stata una vera evoluzione del vecchio progetto che porterà benefici a tutti i territori, anche se è chiaro che prima di averli è necessario che parta la realizzazione dell’opera».


Respuesta  Mensaje 18 de 80 en el tema 
De: primaveraestate Enviado: 11/01/2010 22:47
Non c'è e non ci sarà militarizzazione dice l'articolo sopra questo post.....
 
 
VENITE A FARVI UN GIRO IN VALLE!!!!!!!!!
 
Mi astengo da ogni commento!!!!

Respuesta  Mensaje 19 de 80 en el tema 
De: primaveraestate Enviado: 11/01/2010 23:07
Il presidio di Susa ha un numero di telefono: 3463939507
Si possono ottenere informazioni, o fornire informazioni sugli spostamenti verso la valle.
Bisogna stare all'erta! pronti a muoversi per difendere la valle in qualsiasi momento.
A Sarà Düra!!!
Sempre NO TAV


Respuesta  Mensaje 20 de 80 en el tema 
De: primaveraestate Enviado: 11/01/2010 23:10
CHI PUO' DOVREBBE ESSERE QUI A SUSA STANOTTE PER LE 3:30. VOCI INSISTENTI DICONO CHE ARRIVERANNO....


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