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Arte in cucina: Cibo di strada
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Respuesta  Mensaje 1 de 3 en el tema 
De: lore luc  (Mensaje original) Enviado: 23/01/2010 10:17

Cibo di strada arte del comunicare


Come già avveniva nell’antica Roma, sia nel Medieovo che nell’Età Moderna le classi popolari urbane vivevano gran parte della giornata per strada, dove consumavano i loro pasti comprando prodotti in botteghe o da venditori ambulanti.
Con lo sviluppo dell’industrializzazione e l’entrata delle donne nel mondo del lavoro extrafamiliare, il ceto popolare urbano s’ingrossò, e il fenomeno del cibarsi per strada aumentò.
Classiche sono le immagini ottocentesche degli scugnizzi napoletani che mangiavano con le mani per strada maccheroni o pizza, pasta o fritti (dolci e salati), frutta o verdura.

Frutti di mare crudi pugliesi, olive all'ascolana marchigiane, piadina romagnola, focacce liguri, gnocchi fritti emiliani, castagnacci toscani, porchetta romana, pani ca' meusa (pane e milza) palermitano, crepes piemontesi. Questi alcuni degli esempi di grande tradizione del cibo da strada italiano.

A Firenze ancor oggi i panini imbottiti di lampredotto vengono venduti per strada. A Palermo polpo bollito, stigghiole (budella di capretto, agnello o vitello alla brace), sfincione, sono alimenti caratteristici offerti nei quartieri popolari o nei mercati della città. A Cagliari mangiare ricci di mare è un vero e proprio rito, soprattutto maschile, e un po’ ovunque fioriscono chioschi all’aperto dove gustarli in piedi. In Sicilia e Sardegna i fichidindia sono cibo di strada sin dal Settecento.

A Trieste, delle bivalve molto apprezzate erano i mussoli, simili alle ostriche ma più piccoli e di forma allungata. Venduti nelle bancherelle agli angoli meno ventosi della città, erano messi in grandi pentoloni a schiudersi sopra a un fornello a carbone. Questi cibi venivano serviti bollenti in ciotole, ed il loro calore era per le mani un deterrente ai "refoli" della bora invernale.
Gli esempi potrebbero continuare toccando un po’ tutte le regioni della penisola, e in specie le città dell’Italia meridionale.
La cucina di strada viola apertamente molte delle regole “di casa”. Il consumo è al tempo stesso un fatto privato (spesso ci si ciba da soli, contrariamente a quando si va al ristorante o al bar, accompagnati da amici o parenti), e un evento pubblico, perchè avviene per strada o in locali aperti agli sguardi di tutti, quindi legato alla collettività. Si è da soli e insieme agli altri nello stesso tempo, e ciò crea un’atmosfera di complicità tra avventori, per cui sovente si scambiano due parole, una battuta, perchè la situazione induce un senso di confidenza non comune.
La cucina di strada è in somma un’arte della comunicazione.



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Respuesta  Mensaje 2 de 3 en el tema 
De: lore luc Enviado: 25/01/2010 10:12

Ricetta Castagnaccio toscano

Ingredienti per circa 4 persone:

- 250 gr di farina di castagne

- 1 cucchiaio d’olio

- 1 cucchiaino di sale

- 250 ml di latte

- acqua tiepida q.b.

- 50 gr di pinoli

- rosmarino

- uvetta (opzionale)

- noci (opzionali)

Preparazione:

Mettere la farina a fontana in una ciotola con il sale e l’olio.

Iniziare a mescolare con un mestolo di legno aggiungendo il latte a poco a poco.

Continuare a mescolare in modo da eliminare eventuali grumi di farina

Se l’impasto risultasse ancora troppo denso, allungarlo con acqua tiepida.

Quando l’impasto risulta liscio e fluido, aggiungere i pinoli ed il rosmarino (uvetta e noci, se di gradimento) all’impasto.

Versare in una teglia unta di olio d’oliva in modo che il castagnaccio risulti alto meno di 1 cm

Guarnire il castagnaccio con altri pinoli e rosmarino (uvetta e noci, secondo gradimento)

Infornare a 180° per circa 30 minuti


Respuesta  Mensaje 3 de 3 en el tema 
De: Butterfy Enviado: 25/01/2010 12:59
All'interno e sopra io metto anche le nocciole sminuzzate...
...è davvero ottimo...


 
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