E’ ora di finirla con questi gruppi di incontri di persone on line. Su Facebook e sul Web in generale, crescono come funghi gruppi di incontro on line per single (uno fra i tanti, molto pubblicizzato in questo momento è “ONEDATE: migliaia di single ti aspettano on line!”). Nonostante sia oramai noto a tutti che dietro un profilo ed una chat si può nascondere chiunque, le persone si lasciano trasportare dalla voglia di conoscere qualcuno (il problema che sta alla base è certamente la paura della solitudine, la noia del vivere quotidiano, la voglia di uscire dallo stress dei problemi di tutti i giorni od estraniarsi per qualche ora dalla routine), sottovalutando i pericoli cui vanno incontro. Eppure le cronache sono piene di episodi di violenza, maltrattamenti, stupri e quant’altro…ma tutto ciò non basta a frenare l’impulso di conoscere qualcuno, chiunque esso sia.
Non è meglio conoscere “di persona” gli uomini e le donne, interagire con loro, che rischiare incontri al buio “on line”, uscire e frequentare gente, invece di inchiodarsi davanti ad un PC???
Esistono luoghi di incontro che non sono solo le discoteche ed i pub, ma circoli letterari, mostre, musei, gallerie d’arte, evenimenti culturali e non, ma anche possibilità di divertirsi, non solo per forza attività “serie e noiose”.
Come facciamo ed educare i nostri ragazzi e proteggerli dai pericoli del web, se siamo noi adulti per primi a dare il CATTIVO ESEMPIO???
Riporto qui di seguito un articolo molto interessante sulla pedofilia e pedo-pornografia.
Meditiamo gente, meditiamo…
Paola Sacchettino
PEDOFILIA E PEDO-PORNOGRAFIA ONLINE: UN RISCHIO DELLA RETE
La pedo-pornografia e la pedofilia online sono realtà che suscitano nello scenario collettivo profondi sentimenti di paura, di timore e di disgusto. Per i genitori che si trovano oggi a non rimanere al passo, rispetto ai propri figli, rispetto allo sviluppo esponenziale delle nuove tecnologie, delle nuove forme di comunicazione che prendono piede nel mondo virtuale, l’indicazione preventiva del “non accettare le caramelle dagli sconosciuti” che un tempo i genitori rivolgevano ai propri figli si dimostra oggi quanto più inadeguata a far fronte ad un mondo – quello che si crea attraverso internet e che unisce realtà ed immaginazione – in cui spesso i genitori e la maggior parte degli adulti si sentono estranei, ed incapaci di poter proteggere i propri bambini dalle insidie che tale mondo ospita.
Le statistiche sui pericoli che nasconde la rete per i minori sono preoccupanti. Da un’inchiesta effettuata dalla polizia postale su un campione di 50mila minorenni in tutta Italia, emerge che il 77% dei minori naviga in rete in completa solitudine con possibili rischi di “dialogare” con malintenzionati. Secondo l’indagine, l’11% dei minori ha avuto contatti con malintenzionati e di questi il 75% non ha detto nulla ai genitori.
Il Protocollo Facoltativo del 2000 alla Convenzione di New York definisce pedopornografia “qualsiasi rappresentazione di fanciulli, indipendentemente dal mezzo utilizzato, coinvolti in attività sessuali esplicite, reali o simulate, e qualsiasi rappresentazione di organi sessuali di fanciulli a scopi prevalentemente sessuali”.
La legge 6 febbraio 2006, n. 38 che ha modificato la legge 269/98 ha introdotto la nuova fattispecie di reato di pedopornografia virtuale che si verifica quando il materiale pedopornografico rappresenta immagini relative a bambini ed adolescenti, realizzate con tecniche di elaborazione grafica non associate, in tutto o in parte, a situazioni reali, la cui qualità di rappresentazione fa apparire come vere situazioni non reali.
Quando si parla invece di pedofilia online ci si riferisce al comportamento di adulti pedofili che utilizzano la Rete per incontrare altri pedofili, per rintracciare e scambiare materiale fotografico o video pedopornografici e per ottenere contatti o incontri con i bambini che navigano in Rete. La rete offre infatti un pericoloso mezzo in cui i pedofili possono muoversi sfruttando l’anonimato che la realtà virtuale comporta, distruggendo le barriere fisiche che nella vita reale costituiscono un filtro “naturale” per bambini e genitori.
Il pedofilo può mutare la propria identità virtuale come un camaleonte, inserendosi in comunità frequentate da minori e costruendo un’ identità fittizia per instaurare relazioni amichevoli con bambini e ragazzi, per conquistarsi gradualmente la loro fiducia e spianarsi la strada per arrivare ad un contatto nella vita reale con loro. Inizialmente, infatti, il pedofilo può adescare il minore proponendo argomenti di discussione di suo interesse, come lo sport, programmi televisivi, la scuola, ecc., e fingendosi suo amico costruisce una fiducia per allontanarlo piano piano dalla protezione della famiglia. Tenterà poi di convincere il minore ad uno scambio di contenuto sessuale virtuale o un incontro reale, e se non sarà bastata la fiducia instaurata nel rapporto, farà leva sui sentimenti di vergogna e di paura del ragazzo attraverso minacce.
Inoltre internet offre al pedofilo i mezzi per entrare in contatto con altri pedofili ed alimentare così una rete criminale che può sostenere le reciproche attività. Cosa possono fare quindi i genitori per prevenire l’avverarsi di episodi di pedofilia che coinvolgano il proprio figlio o altri minori?
Sicuramente avere una consapevolezza del fenomeno della pedofilia online è un primo passo. Ma ancora più a monte deve esserci un aggiornamento in termini di conoscenze delle nuove tecnologie utilizzate dai propri figli che possa diminuire il divario tra i due mondi. Una comunicazione efficace con i propri figli è un’altra condizione di base affinché la protezione dei genitori sia una risorsa che il bambino abbia a disposizione in ogni momento, senza incorrere in sentimenti di vergogna o di paura.
Da una parte, quindi, operare un controllo sulla tecnologia: conoscendola e operando su di essa in modo tale che il suo uso sia sicuro; a questo proposito può essere infatti utile installare dei software di protezione in grado di filtrare contenuti dannosi per i propri figli; utilizzare il computer insieme ai propri figli o comunque collocarlo in un ambiente condiviso; controllare periodicamente il contenuto dell’hard disk per individuare informazioni che possono costituire un segnale d’allarme.
Dato che il controllo nella vita che il ragazzo agisce in rete può venire mal tollerato da un adolescente, che nella fase di crescita in cui si trova difficilmente sopporterà una situazione di controllo vissuta come intrusiva, è assolutamente necessario che il genitore “formi” il ragazzo a difendersi dalle insidie della rete, così che negli spazi privati il ragazzo stesso abbia una guida interiore.
Per questo motivo è necessaria una comunicazione efficace tra genitore e ragazzo, una trasmissione di conoscenze sull’argomento che sia serena e preveda: insegnare ai ragazzi a non fornire dati personali in rete, così come non fornirebbero dati personali a qualcuno conosciuto per strada; insegnare ai ragazzi a non aver paura a segnalare qualcuno che li sta infastidendo e che dovessero provare sentimenti di vergogna, di non cedere alle minacce, perché sono stati vittime inconsapevoli di un criminale.
Nel momento in cui vi è da parte del genitore l’individuazione del pericolo, è necessario che ne faccia denuncia presso le autorità competenti, nello specifico la Polizia Postale e delle Comunicazioni, ed è possibile segnalare l’accaduto anche in maniera anonima contattando associazioni e organizzazioni non a scopo di lucro che si adoperano per la tutela dei minori e offrono un supporto a genitori e ragazzi nei casi di adescamento o abuso perpetuato tramite la rete, come ad esempio il telefono azzurro (http://www.azzurro.it/), il telefono arcobaleno (http://www.telefonoarcobaleno.org/), e Save the children, la più grande organizzazione internazionale indipendente per la difesa e la promozione dei diritti dei bambini, che dal 2002 ha costituito il progetto “Stop-it” (www.stop-it.it) per la lotta contro lo sfruttamento sessuale a danno dei minori su internet.
Sitografia:
http://www.114.it/ http://www.ansa.it/ http://www.stop-it.it/ http://www.telefonoarcobaleno.org/ http://www.virtualglobaltaskforce.com
articolo di Francesca Cardini tratto da: “Pedofilia e Pedo-pornografia online: un rischio della rete”,
tratto in data 19-02-2008 da Obiettivo Psicologia
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