Il mare a Torino: una spiaggia
lungo la Dora
Da aprile fra via Livorno
e corso Principe Oddone
EMANUELA MINUCCI
TORINO
La battuta - vista la data fissata per l’inaugurazione, aprile 2011, ovvero ultimi giorni del Chiamparino bis - è quasi scontata: «Dicono che portano il mare a Torino, il Pd è proprio all’ultima spiaggia...». Sarà, ma intanto questo piccolo miracolo, la prossima primavera, nel quartiere Spina 3, diventerà realtà: l’assessore all’Ambiente e al Verde Roberto Tricarico ha infatti ottenuto tutte le garanzie - dagli sponsor e dagli uffici tecnici - per trasferire il progetto dalla carta alle rive della Dora.
E così, quello di trasformare il parco lungo il fiume, che un tempo lambiva le fabbriche in un paradiso urbano, sarà l’ultimo eco-lascito della giunta Chiamparino ai torinesi. Sullo stile della Zenner Beach di Berlino, come si può notare nella simulazione grafica diffusa ieri da Palazzo Civico, in mezzo al prato all’inglese e a pochi metri dalle sponde della Dora fioriranno ombrelloni, cabine, tavoli da ping-pong e campi da beach-volley. La spiaggia che non ti aspetti si troverà all’interno del Parco della Dora, la cui riqualificazione totale costerà circa 42 milioni di euro.
Nel tratto tra via Livorno e corso Principe Oddone è stato liberato dalla copertura: la sua superficie, infatti, era stata seppellita da una colata di cemento negli anni del boom economico per favorire gli scambi e le comunicazioni tra le industrie sulle due sponde. La copertura, come d’altronde previsto dal piano regolatore, viene rimossa per poi ripristinare gli argini originari. E proprio questi argini saranno trasformati in una lunga spiaggia sorvegliata dalle ciminiere: il camino in cemento dell’ex Michelin e la torre delle officine Fiat, trasformata nel campanile della chiesa su via Borgaro, resteranno al loro posto, intoccabili esempi di archeologia industriale.
In ogni caso, il risultato non sarà un’edizione Spina 3 dei Murazzi, ma esattamente il contrario: bello di per sé al di là dei locali. Perché la riviera sotto la Mole sarà infatti inserita nel più ampio progetto del parco della Dora. Si tratta di un polmone verde di 450 mila metri quadri il cui progetto è stato elaborato dal gruppo diretto da Peter Latz, già autore del parco post-industriale Thyssen nel Bacino della Ruhr.
Ma non è ancora tutto. Il Comune ha anche stipulato una convenzione con l’impresa di costruzioni Rosso, che ha in appalto la gestione del centro sportivo Michelin: in cambio delle cubature edificabili ricevute per le Olimpiadi, l’azienda aprirà al pubblico le strutture del centro, cioé campi da tennis, da calcetto, da bocce. Quanto ai percorsi pedonali del futuro parco, aggiunge Tricarico, «la segnaletica ne metterà in risalto caratteristiche e lunghezza in modo tale da presentarsi come luoghi ideali per il “nordic walking”, lo sport nato nel Nord Europa che tanto successo sta riscuotendo nel nostro Paese».
L’obiettivo è ambizioso: creare un nuovo polmone verde in città, valorizzando il fiume, omaggiando il passato. In quest’ottica si spiega la conservazione della torre di raffreddamento, un tempo utilizzata dalla Michelin per produrre pneumatici, che sarà visitabile. Stessa attenzione per altri elementi di archeologia industriale. Appuntamento a «Dora Beach», dunque, altro che ultima spiaggia del Pd.