Da noi non si consigliano cibi e sostanze protettive contro il cancro. Perché?
Umberto Veronesi: «Scarsa educazione e cultura della prevenzione. Una sana alimentazione è fondamentale»
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Ho notato che in molti Paesi, come gli Stati Uniti, i
malati di cancro seguono spesso terapie naturali parallele a quelle
convenzionali come la chemio. Anzi, spesso sono gli stessi oncologi a
dare le «dritte» su un nuovo stile di vita e di alimentazione e sugli
integratori naturali da utilizzare. Se è vero che le terapie naturali, e
certe sostanze contenute nei cibi, hanno reali capacità protettive nei
confronti del cancro, perché da noi non vengono quasi mai consigliate? E
fino a dove arriva il loro potere preventivo-curativo, ovviamente nel
campo dell'oncologia?
Risponde
Umberto Veronesi
Direttore scientifico Ieo, Istituto Europeo Oncologia, Milano
Non è vero, come lei scrive nella sua lettera, che queste
sostanze - a parte gli integratori, la cui efficacia protettiva non è
stata provata - non sono consigliate in Italia. Il problema vero è un
altro: l'educazione alla salute e la cultura della prevenzione non sono
sufficientemente radicate nel nostro Paese. Probabilmente esiste una
fascia di popolazione in Italia molto cosciente e informata in questo
campo, ma l'educazione fa fatica a uscire da questa élite piuttosto
ristretta. Le forti campagne di prevenzione, e in particolare di
educazione alimentare, evidentemente ancora non sono riuscite a incidere
sui comportamenti su vasta scala. Bisogna quindi continuare a
sviluppare l'azione di informazione e di educazione utilizzando tutti
gli strumenti possibili, perché la certezza scientifica dell'efficacia
preventiva e curativa di alcuni alimenti è fuori di dubbio. Quindi
l'alimentazione corretta è il modo più semplice per evitare di
ammalarsi.
Per dare una valutazione di questa efficacia, come lei chiede, si
può partire da un dato generale, che conferma che il 30 per cento dei
tumori è legato all'alimentazione. Bisogna poi specificare che questo 30
per cento non è applicabile indistintamente a tutte le forme tumorali:
esistono tumori molto sensibili al fattore alimentazione, come quelli
del colon, altri per i quali non è stata osservata alcuna connessione.
Oggi sappiamo che esistono molecole protettive per tipi specifici di
tumore: per esempio, il licopene contenuto nei pomodori protegge dal
cancro della prostata; l'indolo-tre- carbinolo contenuto nelle crucifere
protegge dal cancro del seno; la catechina presente nelle foglie del tè
contribuisce a proteggere dal tumore alla pelle, al colon, al polmone,
al seno e alla prostata; il resveratrolo contenuto nell'uva e nel vino
rosso protegge da diversi tipi di tumori.
Dobbiamo poi sempre ricordare che l'assunzione di sostanze protettive è uno dei fattori della dieta corretta,
che prevede anche dei cibi da evitare, o da ridurre, come la carne, e
che in generale per l'alimentazione vale la regola della frugalità.
Insomma, mangiare poco rimane la prima regola per un’ alimentazione
corretta. E non dimentichiamo che il «come» (ovvero il «quanto») e il
«cosa» mangiamo sono a loro volta solo due dei comportamenti corretti
per prevenire l’insorgere di patologie: infatti è inutile che ci
alimentiamo bene, che non esageriamo con le quantità, se poi fumiamo,
non facciamo alcun tipo di attività fisica o ci esponiamo a sostanze
cancerogene.
Umberto Veronesi
18 giugno 2011