In qualità di cittadina italiana Vi chiedo di fermare l'attacco militare ai civili in Val Susa
Vostra firma
Presidio No-Tav La Maddalena La ruspa sta spaccando tutto, gli idranti hanno cominciato a sparare dalla galleria per proteggere l'operato della ruspa.
LA SITUAZIONE SI FA PERICOLOSA... IL GROSSO DEL LAVORO LO STA FACENDO IL MEZZO MECCANICO le FORZE DELL'ORDINE SONO FERME I NO TAV NON ARRETRANO
L'A32 è bloccata in direzione Frejus, non per un manifestazione ma per il blitz delle forze dell'ordine alla Maddalena di Chiomonte. Chi blocca la valle di Susa non sono manifestanti ma è la polizia. Non ascoltate le balle che raccontano alla radio e alla televisione. - no tav
questa sera ore 21 assemblea popolare a Bussoleno . le strade statali continuano a essere bloccate . la autostrada è chiusa per lavori dalla polizia e tutti gli accessi sono presidiate dalla stradale.
MESSAGGIO ALLA VALLE da Firenze
pubblicata da Idra Firenze il giorno domenica 26 giugno 2011 alle ore 23.04
Siamo a veglia con voi.
Anche stanotte vi siamo accanto, ragazzi: mantenete i nervi saldi e i cuori sereni.
La nonviolenza è la più sicura e fruttuosa delle strade.
Dalla Toscana, non smetteremo di sostenere la Valle.
Non cesseremo di coltivare e di diffondere la memoria e la coscienza di quello che state difendendo a beneficio di tutti noi mettendo in gioco la vostra vita quotidiana, il vostro tempo libero, le vostre ferie, le vostre vacanze. Vi siamo grati: sentiteci parte del vostro popolo mentre mangiate, mentre giocate, mentre cantate, mentre dormite!
Noi, faremo il possibile, da qui, perché l'eco sinistra delle menzogne, delle minacce e dei soprusi che attentano alla sostanza della democrazia non cessi di risvegliare negli animi, costante, implacabile, l'urgenza del diritto.
È bizzarro e offensivo che tanta parte della classe politica rivendichi piuttosto il diritto a far torto con la forza pubblica al popolo e all’erario, a contrapporre cittadini agenti a cittadini residenti, lavoratori a lavoratori: a ridurre un tema di grande rilievo civile a una trita questione di ordine pubblico!
Davanti a noi si stagliano purtroppo istituzioni che hanno maturato e consolidato una tale estraneità ai processi di informazione, partecipazione e condivisione democratica di cui dovrebbero essere garanti, da arrivare a ritenere legale enaturale la pretesa di imporre, coi manganelli e i lacrimogeni, opere di fortissimo impatto, di assai dubbia efficacia trasportistica, sgradite alla cittadinanza e connotate da un’architettura finanziaria conclamatamente improvvida.
Da oltre tre lustri la stragrande maggioranza della popolazione della Val di Susa manifesta del resto la propria contrarietà fondata e documentata, nell’interesse pubblico nazionale, in ogni possibile modo, in ogni possibile sede, con una partecipazione plurale, nonviolenta e trasversale di componenti civili e sociali, fino alle massime rappresentanze locali (Sindaci e Presidenti di Comunità montana).
Ne sapremo qualcosa, noi, della TAV, qui in Toscana?
Qualcuno di coloro che, col sindaco di Torino Piero Fassino, "credono nello sviluppo e nella crescita del Piemonte", è venuto mai a chiederci come è andata - come sta ancora irreversibilmente andando - sotto e sopra l'Appennino?
Una cantierizzazione che ha fatto fuori gigantesche risorse idriche nelle valli, colpendo preziose economie locali e scavando una voragine finanziaria pubblica che non è ancora giunta al capolinea.
La nostra Associazione è parte civile nel processo penale arrivato a sentenza di primo grado il 3 marzo 2009: pene severe sono state comminate, per le condotte criminose accertate in materia di inquinamento ambientale, ai vertici del Consorzio costruttore Alta Velocità Emilia Toscana (CAVET).
Idra è parte civile nel processo di appello, che va a sentenza in questi giorni a Firenze, là dove si richiede che ai responsabili della cantierizzazione si imputino per dolo, seppure eventuale, anche i danni alle falde idriche, peraltro certificati dalla sentenza di primo grado.
Se non bastasse, è in corso un procedimento per danno erariale a carico di quei responsabili delle istituzioni pubbliche (Regione Toscana, Ministero dell’Ambiente) che, ipotizza la Corte dei conti, avrebbero avallato, a dispetto di autorevoli pareri tecnici prodotti nel corso dell’iter autorizzativo, l’approvazione di un’opera realizzata poi con gravi danni alle casse dello Stato.
Cosa manca allora per fermarsi e ragionare? Vogliamo arrestare questa patologica coazione a ripetere tragici errori? Ammesso che di semplici errori si possa parlare...
Alla Val di Susa siamo riconoscenti, da tutta Italia! Il vostro è un popolo che la sa mille volte più lunga dei Signori dei Palazzi!
[VIDEO] Appello dei valsusini agli italiani: ANDATE IN VAL DI SUSA o ORGANIZZATE PRESIDI. Alla fine del video, appello di Piero Ricca e Claudio Messora.
"La necessità di un'azione di forza testimonia il fallimento nella gestione politica di questa vicenda" Sandro Plano, Presidente Comunità Montana. (le immagini sono tutte estratte dalle varie cronache on line)
Non è in questo modo che si realizzano le opere, sparando i lacrimogeni ad altez...za uomo! Vi prego condividete, il TAV è un'opera inutile e serve solo a far ingrassare i soliti porci!Mostra altro
In questa pagina presentiamo le principali ragioni di opposizione alla nuova ferrovia: ognuna di esse rimanda ad una pagina in cui le ragioni vengono motivate e documentate. Le tesi esposte discendono da analisi di natura scientifica condotte in oltre 20 anni da docenti universitari ed esperti di economia dei trasporti, di architetture contrattuali e finanziarie, di ingegneria ambientale, da naturalisti, geologi, agronomi, medici e giudici: un "sapere" diventato bene comune del movimento NO-TAV.
Diciamo NO perché sarebbe un'opera:
inutile, in quanto non giustificata da ragionevoli previsioni di traffico merci e passeggeri
dal costo insostenibile tutto a debito della spesa pubblica e proiettato sulle generazioni future erodendo ulteriormente risorse dedicabili a scuola, sanità, pensioni e stato sociale
Ieri, alla Maddalena, ho visto cose che mi hanno provocato molto dolore e tristi ricordi. Ma ho visto anche cose grandiose che mi hanno commosso e mi hanno dato forza. Vorrei poter abbracciare tutte insieme le persone che con coraggio, fino all'ultimo minuto, hanno saputo resistere alla sopraffazione ed alla violenza, compiendo gesti eroici e di solidarietà vera. I ragazzi che hanno difeso le persone più in difficoltà. Le donne e gli uomini della nostra Valle che hanno reso possibile il presidio e hanno dato, con la loro fermezza, un esempio di vera resistenza. Ha ragione chi dice che abbiamo vinto: ciò che hanno fatto ricadrà sulle loro teste e di questo c'è ormai consapevolezza in tutta Italia e in Europa. Lo testimoniano i messaggi di solidarietà che sono arrivati e i presidi spontanei che ci sono stati.
Qualche quotidiano nazionale ha titolato: come a Tienanmen. Bene. prendiamolo come un segno di ciò che può evocare Il gesto poetico e coraggioso di Turi. quel gesto, dovrà, secondo me, diventare il simbolo della lotta di un popolo pacifico contro la prepotenza del potere. Le foto "del pacifista a torso nudo contro le ruspe" dovranno fare il giro del mondo. Facciamone dei manifesti da appendere ed incollare ovunque, durante e dopo le nostre future iniziative. Anche chi tiene la testa sotto la sabbia dovrà vederle, e serviranno da esempio e da monito. Saranno il boomerang che ritorna sui denti di chi ha voluto, con la violenza e la protervia che ben conosciamo, cercare di annientare (senza riuscirci) il diritto ad esistere di un'intera Valle e delle genti che ci vivono. Non ci hanno piegati e non ci piegheranno.
Per fortuna su you tube e nel web ci sono i filmati e li hanno proposti anche in TV senza riuscire a far vedere quanto di seguito descritto, ma chi legge questo cosa può pensare? Va beh che ridicolmente parlano di buio pesto, alle 6 del mattino!!!, ma noi in Valle riusciamo anche ad oscurare il sole!!!, sono costretti ad ammettere di caviglie, polsi ecc, CONTUSE perchè questi uomini super addestrati sono scivolati nel fango da essi stessi provocato, di paventato attacco all'ospedale, di ritardo per strade bloccate dimenticandosi di aver scritto poco prima che eravamo tutti al presidio, quindi donandoci il dono dell'ubiquità, e dimenticandosi dei nostri feriti e malmenati
Gli agenti feriti: «Massi ed estintori, pioveva di tutto»
MARCO ACCOSSATO
torino
Quando, alle 18, il Centro Traumatologico di via Zuretti dichiara chiuso lo stato di «maxi-emergenza», i medici e gli infermieri del pronto soccorso possono tirare un sospiro di sollievo e dire che «tutto sommato è andata bene».
Erano altri i timori. Sette ore prima, alle 11, quando da Chiomonte è arrivata la notizia che 50 poliziotti feriti stavano per arrivare in ospedale, si è temuto il peggio. Dalla Val di Susa arrivavano notizie frammentarie ma allarmanti: estintori, massi, spranghe e una sassaiola fitta per colpire alla testa gli uomini delle forze dell’ordine.
I computer sono accesi, in pronto soccorso, per essere aggiornati minuto dopo minuto grazie alle dirette online dei quotidiani. Si parla di estintori utilizzati per spruzzare vernice rossa sulla visiera dei caschi e costringere i poliziotti a scoprirsi.
L’ospedale di via Zuretti chiede alla centrale del 118 di dirottare altrove le ambulanze, per non intasare il pronto soccorso. Chi può essere trasferito in reparto viene spostato dal dipartimento di emergenza per lasciare liberi il maggior numero di posti possibili, se la situazione dovesse precipitare. Viene allestita anche una sala operatoria, lasciata libera per l’emergenza Tav. Il primario di anestesia e rianimazione scende in pronto soccorso accanto al dottor Paolo Narcisi e al dottor Manrico Gianolio, i due medici di turno ai Grandi Traumi.
Cinquanta poliziotti arrivano al Cto, dieci carabinieri contusi (di cui uno ricoverato con un trauma cranico) sono trasportati al Martini, due feriti anche tra gli uomini delle Fiamme Gialle. Nessuno è in pericolo di vita, ma adesso colpisce la rabbia di questi agenti con la caviglia gonfia, con un polso forse spezzato stretto nel pugno, o con una scapola fratturata. Uomini addestrati a fronteggiare le proteste e la violenza. Uomini che non immaginavano tanto: «Potevano ammazzarci», ripete il primo degli agenti arrivato in pronto soccorso. «Mai vista una cosa simile: appena siamo usciti dalla galleria ha cominciato a piovere di tutto». Un masso ha colpito un poliziotto alle spalle, il casco lo ha protetto, ma la scapola è rotta.
Gli agenti raccontano del tentativo di disarmare l’ala violenta No Tav: «Usciti dalla galleria dovevamo salire lungo la scarpata accanto all’autostrada. Ma siccome i manifestanti tiravano fuochi d’artificio contro le ruspe, i pompieri hanno dovuto usare l’acqua per evitare che s’incendiassero, così il terreno è diventato una palude». In molti sono caduti tentando di risalire, qualche caviglia si è piegata sprofondando nel terriccio umido. «Buio pesto, non sapevi dove mettevi i piedi; quelli che sono scivolati sono diventati bersagli ancora più facili da colpire con i lanci dall’alto».
Per un attimo, in ospedale, si è anche temuto che la protesta scesa nel pomeriggio a Torino potesse arrivare al Cto. Che i poliziotti potessero essere nuovamente presi di mira. Nessuno ha minacciato l’ospedale. Ma gli agenti feriti hanno impiegato ore per arrivare in pronto soccorso, perché sulla strada hanno trovato il blocco dei manifestanti.
In questo preciso momento un gruppo di donne si sta recando al presidio della maddalena passando dalla Ramats per recuperare le cose personali. dalla cucina al resto. Elicottero è giunto sui cieli di Chiomonte
NOTAV:resoconto di Ivo Ghignoli - 27/06/2011 11:53:48. L’attacco è stato violentissimo, con la ruspa, hanno lanciato i lacrimogeni ad altezza uomo e attaccato alla cieca, OVUNQUE, ANCHE DENTRO LA TENDA DELLA CROCE ROSSA, anche dentro i bagni e ora non c’è più nessuno al presidio e le persone che sono state malmenate sono in procinto di essere trasportate negli ospedali. Hanno usato delle ruspe con le pinze, hanno tolto il guard rail e le protezioni antirumore (quelle di vetro) e un gruppo di una decina di persone si sono messi in piedi sulla barricata per opporre resistenza nonviolenta. Quando le forze dell’ordine hanno finito di liberare il varco, hanno lanciato i lacrimogeni per creare un muro di copertura, per cui - senza poter vedere nulla - hanno sradicato la barricata alla cieca, senza poter sapere se c’era qualcuno sulla barricata o meno mentre la sradicavano. I lacrimogeni, lanciati ad altezza uomo, hanno colpito Ivo a un braccio; una volta sradicata la barricata, Ivo a capofila, in maglietta e senza coperture né protezioni, a viso scoperto e mani alzate, ha comunicato urlando “indietreggiamo lentamente... indietreggiamo lentamente” e loro hanno caricato e li hanno manganellati. Ivo è stato colpito in piena faccia. Sono scappati verso l’accampamento e in infermeria hanno avuto giusto il tempo di essere medicati, dopo di che sono arrivate le cariche all’accampamento e nell’infermeria, hanno lanciato i lacrimogeni nelle tende e nei bagni. Il gruppo di noTAV che è stato caricato si è disperso verso la montagne. Ivo si è fatto una scarpinata e poi è stato recuperato da un altro gruppo di umanisti; in questo momento lo stanno accompagnando a Bussoleno per le medicazioni e le lastre, poi verrà trasportato alle Molinette. La situazione di salute non sembra grave (ho parlato con lui al telefono). Sporgerà denuncia. Date massima diffusione a questo messaggio: che nessuno possa sbagliarsi nel capire chi si è mosso nella legalità e chi nell’assoluta illegalità. Tiziana."
Cara Fran...siamo messi molto male, ovunque sia andata a commentare, solo gente che riempiva di insulti i NOTAV e chi li difendeva, senza sapere o arrogandosi di avere il verbo! A nulla sono valse spiegazioni...ormai la mente della gente e' plagiata al canto DEL FUTURO IMPORTANTISSIMO IN CUI CI LANCERA' L'ALTA VELOCITA' . SENZA I TAV SAREMO TAGLIATI FUORI DAL MONDO E DALL'EUROPA.......poveri stolti che pensano che un trenino che tocca sei citta' sara' sufficiente a proiettarci nel futuro! UN AUGURIO FACCIO AI PREPOTENTI CHE SI PROVERANNO A SCAVARE...AUGURO CHE LA GALLERIA FRANI E FACCIA LORO CAPIRE CHE HANNO SBAGLIATO TUTTO
Cara Ely, se serviva ancora una conferma che le persone non sanno più ragionare con il loro cervello, che sono diventate un gregge di pecore, che i potenti stanno veramente prendendo possesso della loro mente e la manipolano tramite slogan sul progresso, lo stiamo constatando in questi giorni, a chi ha il coraggio di esporsi con la propria persona per il bene di TUTTI, lacrimogeni, manganellate e calunnie. Proprio vero che molti dovrebbero mettersi una mano sulla coscienza e ricordarsi che: "Non è l'uomo a salvare il mondo, ma se l'uomo resta a guardare il mondo non si salverà"
Ti allego l'ultima chicca e mi scuso per il finale con la parola m... ma ci voleva!!! e poi una proposta degli intellettuali.
“Un paese civile e democratico come l’Italia non può permettersi la permanenza di un presidio come quello del villaggio Maddalena, al di fuori della legalità. La Tav è un’opera fondamentale per lo sviluppo dell’Europa e un’infrastruttura importante per mantenere i collegamenti dell’Italia a livello internazionale. Per questo è fondamentale che i cantieri partano entro fine mese, per non perdere quote di finanziamento europeo”. (Emma Marcegaglia)
Lasci stare la civiltà e la democrazia, madame. Civiltà e democrazia significano dialogare con i territori sui quali si vogliono costruire le infrastrutture ad alto impatto ambientale, ascoltare i cittadini riguardo le loro perplessità e paure e non imporre a bastonate gli interessi economici degli appaltatori con i soliti celerini che in questa stagione si eccitano neanche sentissero il profumo del napalm la mattina presto. Ci spieghi perché non potete fare a meno della TAV e siete tanto infoiati all’idea dei finanziamenti europei (ammesso che mai arrivino), se è una cosa che si può dire ad alta voce. A maggior ragione se anche Tremonti ormai considera l’operazione come troppo onerosa e ne preferisce una versione light approvata anche dai francesi.
Lasci stare la legalità, signora mia. O almeno pensi prima ai troppi operai che muoiono nei suoi stabilimenti, all’albergo alla Maddalena (che combinazione) costato a noi fessi suoi concittadini 120 milioni di euro per il G8 abortito del 2009 ed a lei affittato dalla Bertolaso Band alla cifra da hard discount di 60 mila euro l’anno, alle altre speculazioni edilizie ai limiti dello scempio ambientale tipo Malfatano, ed alle altre magagnucce di famiglia.
Ci offra argomenti più consistenti dell’elogio dell’uso della forza. Altrimenti hanno ragione i comunisti, si è solo dei padroni di merda.
Tav,ci associamo all' appello di 15 intellettuali "Politica e istituzioni: fermatevi" Ecco l'appello che invita a evitare l'intervento della polizia in val Susa. Tra i firmatari don Ciotti, padre Zanotelli, Carlo Petrini, Valentino Parlato, Maurizio Landin...i, Marcello Cini, Giovanni Palombarini I referendum del 12 e 13 giugno hanno cambiato lo scenario politico ponendo al centro dell’attenzione pubblica i beni comuni e il bene comune. Di fronte a noi – ai milioni di donne e uomini che hanno contribuito al successo referendario – sta ora l’obiettivo di costruire una agenda politica in grado di mettere in campo un nuovo progetto di società, di sviluppo e di partecipazione democratica. Di questa prospettiva c’è oggi un banco di prova non eludibile: lo scontro tra istituzioni e popolazione locale sull’inizio dei lavori di costruzione, in Val Susa, di un cunicolo esplorativo in funzione preparatoria del tunnel di 54 km per la progettata linea ferroviaria ad alta capacità Torino-Lione. Per superare la situazione di stallo determinata da tale scontro si prospetta un intervento di polizia (o addirittura militare) che rimuova le resistenze in atto. Sarebbe una soluzione sbagliata e controproducente. Ci possono essere opinioni diverse sulla necessità di potenziare il trasporto ferroviario nell’area e sulle relative modalità ma una cosa è certa. La costruzione della linea ad alta capacità Torino-Lione (e delle opere ad essa funzionali) non è una questione (solo) locale e l’opposizione delle popolazioni interessate non è un semplice problema di ordine pubblico. Si tratta, al contrario, di questioni fondamentali che riguardano il nostro modello di sviluppo e la partecipazione democratica ai processi decisionali. Per questo, unendoci ai diversi appelli che si moltiplicano nel Paese, chiediamo alla politica e alle istituzioni un gesto di razionalità: si sospenda l’inizio dei lavori e si apra un ampio confronto nazionale (sino ad oggi eluso) su opportunità, praticabilità e costi dell’opera e sulle eventuali alternative. In un momento di grave crisi economica e di rinnovata attenzione ai beni comuni riesaminare senza preconcetti decisioni assunte venti anni fa è segno non di debolezza ma di responsabilità e di intelligenza politica. 26 giugno 2011 Paolo Beni, Marcello Cini, Luigi Ciotti, Beppe Giulietti, Maurizio Landini, Alberto Lucarelli, Ugo Mattei, Luca Mercalli, Giovanni Palombarini, Valentino Parlato, Livio Pepino, Carlo Petrini, Rita Sanlorenzo, Giuseppe Sergi, Alex Zanotelli