Molto presto il postino non suonerà più. Né vedrete circolare per
casa le odiate buste verdi, quelle che non lasciano dubbi sul contenuto,
resta solo da capire quanto bisogna pagare e, se è andata proprio male,
quanti punti della patente sono stati gettati alle ortiche. La multa
d’ora in poi, per molti torinesi arriverà via posta elettronica. Il
Comune sta mettendo a punto un nuovo meccanismo per inviare sui pc le
notifiche delle contravvenzioni, un sistema che manderà in pensione
carta e francobolli sostituendoli con le procedure informatiche.
Un segno dei tempi, ma non solo: questione di bilanci. Palazzo Civico
ogni anno spende circa sei milioni di euro per inviare un milione di
notifiche nelle abitazioni dei torinesi. Un costo che, in tempi di
vacche magre, l’amministrazione vuole ridurre. Ecco perché l’assessore
al Bilancio Gianguido Passoni, insieme con l’assessore alla Polizia
municipale Giuliana Tedesco e quello ai Sistemi informativi Stefano
Gallo, sta mettendo a punto le nuove procedure.
Non allarmatevi: saranno valide soltanto per chi ha un indirizzo di
posta elettronica certificata. Il Comune, così facendo, si mette al
passo anche con la legge: con l’introduzione della Pec, che ha lo stesso
valore legale di una raccomandata con ricevuta di ritorno, il dialogo
tra cittadino e pubbliche amministrazioni dovrebbe svolgersi per via
telematica. Almeno per chi ha la Pec, cioè aziende, professionisti,
partite Iva, più i comuni cittadini che ne hanno aperta una.
A loro le multe non arriveranno più tramite le poste. Il Comune
invierà una mail con il verbale della contravvenzione. E se qualcuno ha
aperto una Pec ma non la usa? Il rischio di non accorgersi che c’è una
multa da pagare dovrebbe essere comunque scongiurato. «Non invieremo più
la contravvenzione a casa tramite raccomandata con ricevuta di ritorno,
ma spediremo un semplice avviso, per informare il cittadino che nella
sua Pec troverà il verbale», spiega Passoni. Per chi non ha la Pec
continueranno a valere le attuali regole.
Per il Comune è un risparmio non da poco. Inviare un verbale costa
circa sei euro; un semplice avviso con normale francobollo sessanta
centesimi. Significa pressoché abbattere i costi di spedizione, oltre a
risparmiare quintali di carta.
A Palazzo Civico stanno studiando gli aspetti legali della questione e
soprattutto raccogliendo gli elenchi delle persone, aziende, società,
studi, partite Iva che hanno la posta elettronica certificata. Una volta
sbrigata questa pratica il nuovo sistema potrà partire. E garantire
risparmi non indifferenti, forse addirittura un paio di milioni di euro
l’anno.
C’è un’altra novità, sempre riguardo alle multe. A seguito di una
sanzione o di un incidente stradale spesso si ha la necessità di
consultare atti e documenti in possesso dei vigili o della polizia
stradale, cosa piuttosto dispendiosa - in termini di tempo e costi - sia
per il privato sia per l’amministrazione. Finora era necessario recarsi
fisicamente presso lo sportello con tanto di marche da bollo,
richieste, e pagare i costi di riproduzione per ottenere copia degli
atti. Ora, in base a una norma nazionale entrata in vigore all’inizio di
quest’anno, anche per queste incombenze si potrà utilizzare
direttamente la Pec.