Noi, invece, ci abbiamo fatto il callo. E non è detto che sia un bene.
Però è così, ci siamo abituati.
D'accordo, un po' di scandalo. Qualche reprimenda. Pensosi interventi
contro gli eccessi dell'arte blasfema e le fantasiose profanazioni
dell'iconografia cristiana. Al massimo l'invettiva di qualche prelato.
Nell'Occidente evoluto siamo grazie a Dio lontanissimi dalle
rappresaglie letali di Bengasi per un film quanto si voglia offensivo
del profeta Maometto. Tolleranti e democratici, siamo: forse troppo. Per
dire, la popstar da alcuni decenni più famosa nel mondo si chiama
Madonna e nei suoi concerti è solita issarsi su una croce - non di legno
ma di cristalli Swaroski - con tanto di corona di spine. Tuttavia, se
le gerarchie stigmatizzano la performance, come quando fu inscenata a
Roma nel 2006, allora scattano le accuse di censura e
oscurantismo.Qualche giorno fa la Mostra del Cinema di Venezia ha
ospitato in concorso Paradise: Faith, un film nel quale la protagonista,
una fanatica cattolica, arriva a masturbarsi con un crocifisso.
Proteste? Un avvocato ha sporto denuncia per vilipendio alla procura di
Venezia e uno sparuto gruppetto di ultrà cattolici ha manifestato al
Lido. In compenso, l'austriaco Ulrich Seidl si è portato a casa il
premio per la miglior regia. Ai giornalisti il regista ha detto che il
suo film «non è blasfemo, però mi piace scioccare». Ecco il trucco. La
maggioranza delle opere sono costruite per «stupire i borghesi».
Tranelli perfetti con l'alibi dell'arte contemporanea. I titoli di
giornale fanno da volano pubblicitario e, in assenza di una legislazione
che delimiti i confini tra arte e pura offesa, non c'è di meglio che
suscitare le proteste delle gerarchie e dei cattolici più impulsivi per
ottenerne un'indiretta visibilità.
Qualche mese addietro le polemiche s'infiammarono sull'opera teatrale
di Romeo Castellucci Sul concetto di volto nel Figlio di Dio. Il
Salvator mundi di Antonello da Messina incombente sul palcoscenico
veniva imbrattato di escrementi dal figlio che accudiva il padre senza
riuscire a fermarne il flusso di liquami. Poteva non destare scalpore
una siffatta pièce? Gruppi tradizionalisti protestarono davanti ai
teatri. Ma autori come Luca Doninelli e Antonio Socci l'hanno avvicinata
al teatro di Giovanni Testori. Eppure Castellucci ha parlato di una
«fatwa cristiana su di me». Nientemeno. Tornando al cinema, sempre alla
Mostra di Venezia, era il 1988, destò scalpore L'ultima tentazione di
Cristo che Martin Scorsese aveva tratto da un romanzo greco. Gesù
disertava la sua missione, sposava prima Maria Maddalena poi la sorella
di Lazzaro e aveva come alleato Giuda. Tutto finì in un fuoco di paglia.
Anche il film che ebbe scarso successo. Dello stesso periodo è Piss
Christ, opera del fotografo Andres Serrano che ritraeva un crocifisso di
plastica immerso in un bicchiere di vetro contenente l'urina
dell'autore.
In anni più recenti sono soprattutto scultori e pittori a esercitarsi
nello sberleffo della simbologia cristiana. Accese polemiche suscitò,
per esempio, La rana crocifissa (con un boccale di birra e un uovo nelle
mani) di Martin Kippenberger quando - estate 2008 - fu esposta dal
nuovissimo Museion di Bolzano. Non valsero gli interventi di alcuni
vescovi che sottolinearono «l'offesa ai sentimenti religiosi» a far
rimuovere l'opera. Anni fa Alfred Hrdlicka, un altro artista austriaco
(un'ossessione da quelle parti?), aveva ritratto l'Ultima cena come
«un'orgia omosessuale» con scene esplicite. Ma quando nel 2008 L'Ultima
cena di Leonardo restaurata da Pier Paolo Pasolini, questo il titolo, fu
esposta nella retrospettiva del Museo della Cattedrale di Vienna, le
proteste dei visitatori - chi l'avrebbe detto? - sorpresero i curatori
della mostra. Nel 2010 altra bufera per La Madonna del terzo Reich del
pittore Giuseppe Veneziano esposta a Pietrasanta: anziché un Gesù
Bambino, Maria teneva in braccio Hitler. Stupore e incredulità dei
curatori anche allora. Nel 2007 rimase invece a scandalizzare la
comunità cristiana locale il quadro esposto in un museo di Sidney
intitolato Bearded Orientals: Making the Empire Cross e raffigurante Bin
Laden. L'immagine dell'ex terrorista si fondeva con quella di Cristo.