La famiglia Tresoldi
Carugate, 17 settembre 2012 -
«Quella sera non ce la facevo più. L’ho messo a letto e non avevo neppure la forza di sollevargli la mano per il segno della croce come facevo sempre. “
Massimiliano, gli ho detto, la mamma è tanto stanca. Se vuoi, prega da solo”. L’ho visto alzare la mano e segnarsi. Subito dopo mi ha abbracciato».
Magica serata di Natale del 2000
Nella sua casa di Carugate Massimiliano Tresoldi ritorna alla vita dopo nove anni trascorsi nella notte dello stato vegetativo dove l’ha sprofondato uno spaventoso incidente stradale. Dal coma e ritorno come il sottotitolo di «E adesso vado al Max!»
, il libro che Lucrezia Povia, la mamma di Max, ha scritto con i giornalisti Lucia Bellaspiga e Pino Ciociola (edizioni Ancora). Perché lo ha scritto? È la stessa mamma Lucrezia a spiegarlo: «Lo scorso anno Massimiliano ha compiuto quarant’anni. Giravamo con lui a portare la testimonianza della nostra storia. Molti ci chiedevano di Eluana, era inevitabile.
Eluana e Massimiliano erano suppergiù coetanei, le loro storie sono andate in parallelo: mio figlio ha avuto l’incidente il giorno di Ferragosto del ’91, Eluana nel gennaio del ’92. I giornalisti mi dicevano che la nostra storia era bella, che dovevo scriverla e pubblicarla. Ma, obiettavo, non so se ce la farò, ho fatto solo la terza media. Alla fine ho parlato con Lucia Bellaspiga e ho incominciato. I primi tempi è stato durissimo tirare fuori tutti quei momenti, riviverli. Scrivevo di notte, dopo che erano andati tutti a letto.
La prima copia l’abbiamo consegnata al Papa. Il libro ha vinto il premio “Donne e Vita” a Pontremoli».
Nell’agosto del ’91 con gli amici Max ha deciso di trascorrere le vacanze in Puglia, nella zona di Vieste. È il suo primo lungo viaggio in automobile. Dopo qualche giorno però si rimette in auto diretto a casa. E’ il 15 agosto. In casa Tresoldi squilla il telefono:
Massimiliano ha avuto un incidente, è in ospedale a Melegnano
La diagnosi è agghiacciante: cervelletto tranciato. «È un tronco morto», dicono i medici ai genitori
Ma lui resiste, vive, è un tronco, ma vive