SENZA NOME
Lo guardi perplesso
l'estraneo
venuto a scombussolare
il monotono di ogni giorno.
Non ha nome
né età
ha solo l'incarnato
di vecchia foto
scovata in fondo ai cassetti.
Lo sguardo confuso
dal nuovo
di luci violente
e gli occhi arrossati
di chi
insonni passa le notti.
Vien voglia di girasi
e parlare all'intruso
ma l'inquietudine ti assale
e ti trasforma
in statua di indecisioni.
Quella maschera
mappata di rughe
infarinata di peli bianchi
ora ride.
Ride.
Sei tu l'estraneo.