Invidio i poeti
che sanno tessere versi
traendo dalla memoria
immagini di giganti e di Ciclopi
di Veneri sorte
da cristalline acque
ed adagiate su spiagge di sogno
cancellando dal panorama
come da un ritratto
non ben riuscito
immagini di ciminiere
e mari di cemento
ove un tempo alberi svettavano
sulla collina vicina e sui monti
alti e solenni
e ruscelli garruli
scorrevano tra pietre
dal caso sconnesse.
Di te mi rimane
nella memoria e negli occhi
lo sguardo di donna
annegato nell'ampio mare
in angosciosa attesa di ritorni
stretta in uno scialle
nero come la notte
inutile sfida al vento
fattosi tempesta.
Tu vivi nel passato
come un vecchio
carico d'anni e di rimpianti
e non ti accorgi
che ora è la vita
ed invano attendi
altri dei altre età
suonando vecchie melodie
su pianoforti scordati.