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De: Enzo Claudio (Mensaje original) |
Enviado: 30/11/2009 17:03 |
Un brano di Raoul Follereau definito l'Apostolo dei lebbrosi:
Che strano traffico con il buon Dio! Signore, dammi questo! Signore, concedimi questo! Signore, guariscimi!
Come se Dio non conoscesse, molto più di noi, quello che ci abbisogna.
Un piccino suggerisce forse alla mamma: "Preparami quella pappa" ?
Un malato al suo dottore: "Mi prescriva quella medicina" ?
Chi può assicurarci se quel che ci manca non sia peggiore di quel che abbiamo ?
Allora, tentiamo soltanto questa preghiera:
"Signore, non cessare di amarci, mai"
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Sabato della XXXIV settimana delle ferie del Tempo OrdinarioMeditazione del giornoSanta Teresa del Bambin Gesù (1873-1897), carmelitana, dottore della Chiesa Atto d'offerta all'Amore misericordioso
« Comparire davanti al Figlio dell'uomo »
Mio Dio, Trinità beata, desidero amarti e farti amare, lavorare alla gloria della santa Chiesa salvando le anime... Desidero compiere perfettamente la tua volontà e arrivare al grado di gloria che mi hai preparato nel tuo regno; in una parola, desidero essere santa, ma sento la mia impotenza e ti chiedo, mio Dio, di essere tu stesso la mia santità. Poiché mi hai amato fino a darmi il tuo Figlio unigenito come Salvatore e Sposo, sono miei i tesori infiniti dei suoi meriti: te li offro con gioia, supplicandoti di guardarmi nel viso di Gesù e nel suo cuore che brucia d'amore...
Ti ringrazio, mio Dio, per tutte le grazie che mi hai concesse, in particolare per avermi fatta passare per il crogiolo del dolore. Con gioia ti contemplerò l'ultimo giorno portando lo scettro della croce. Poiché ti sei degnato di farmi partecipe di quella croce così preziosa, spero in cielo di assomigliarti e di veder brillare nel mio corpo glorificato le sacre stimmate della tua Passione...
Dopo l'esilio della terra, spero di venire a goderti nella patria, ma non voglio ammassare dei meriti per il cielo, voglio lavorare solo per amore di te, con l'unico scopo di farti piacere, consolare il tuo Sacro Cuore e salvare anime che ti ameranno eternamente. Alla sera di questa vita, comparirò davanti a te a mani vuote, perché non ti chiedo, Signore, di contare le mie opere. Tutte le nostre giustizie hanno macchie ai tuoi occhi. Voglio perciò rivestirmi della tua giustizia e ricevere dal tuo amore il possesso eterno di te. Non voglio altro trono e altra corona che te, o mio Diletto! Ai tuoi occhi il tempo è nulla. Un giorno solo è come mille anni (Sal 90,4), perciò puoi prepararmi in un istante a comparire davanti a te. |
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I Domenica di Avvento - Anno CMeditazione del giornoBeato Guerrico d'Igny (circa 1080-1157), abate cistercense Discorsi per l'avvento, 2, 2-4 : PL 185, 15 SC 166
« Nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà »
Fratelli, con esultanza occorre andare incontro al Signore che viene ... Si levi dunque il nostro spirito con vivida gioia, e corra incontro al suo Salvatore... La Scrittura sembra esigere da noi di andargli incontro non solo a proposito della sua seconda venuta, ma anche a proposito della prima...
Prima della sua venuta nel mondo, il Signore venga a voi. Prima di apparire al mondo intero, venga a visitarvi intimamente. Infatti ha detto: « Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi » (Gv 14,18). E certamente, a seconda del merito e dell'amore, tale visita del Signore in ogni anima è frequente, in questo tempo che intercorre fra la prima e l'ultima venuta, tempo che ci rende conformi alla prima e ci prepara all'ultima. ... Con queste visite, tende a riformare la nostra mentalità superba per renderla conforme alla sua umiltà, che ci dimostrò venendo la prima volta; e lo fa per poi « trasfigurare il nostro misero corpo e conformarlo al suo corpo glorioso » (Fil 3,21), che ci manifesterà al suo ritorno. Per questo dobbiamo desiderare con tutte le nostre forze, e chiedere con fervore tale venuta intima che ci dà la grazia della prima venuta e ci promette la gloria della seconda...
La prima venuta fu umile e nascosta, l'ultima sarà folgorante e magnifica ; quella di cui parliamo è nascosta, e nello stesso tempo, magnifica. Dico che è nascosta, non perché sia ignota a colui che la riceve, ma perché avviene in lui nel segreto ... Avviene senza essere vista e si allontana senza che se ne accorga. La sua sola presenza è luce dell'anima e dello spirito. In essa vediamo l'invisibile e conosciamo l'inconoscibile. Questa venuta del Signore mette l'anima di chi la contempla in una dolce e beata ammirazione. Allora dall'intimo dell'uomo scoppia questo grido: « Signore, chi è come te ? » (Sal 35, 10). Lo sanno quanti hanno fatto tale esperienza, e voglia Dio che coloro che non l'hanno ancora fatta ne provino il desiderio. |
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Lunedì della I settimana di AvventoMeditazione del giornoSant'Ambrogio (circa 340-397), vescovo di Milano e dottore della Chiesa Sulla verginità, § 74,78
« Viene da te »
Hai sentito la voce del Verbo, la Parola di Dio... Alzati, e prepara con la preghiera la tua anima. Dal basso tendi verso l'alto, sforzati di aprire la porta del tuo cuore. Quando tenderai le mani verso Cristo, le tue azioni esaleranno il profumo della fede...
È questo che desidera da te, per questo ti ha scelta. Egli entrerà se troverà aperta la tua porta. Sta' sicura, ha promesso di venire e non mancherà alla sua parola. Quando verrà colui che hai cercato, abbraccialo (Ct 3,5), familiarizza con lui e sarai illuminata (Sal 34,6). Trattienilo, prega che non se ne vada presto, scongiuralo che non si allontani. Il Verbo di Dio infatti corre (Si 43,5), non prova stanchezza, non è preso da negligenza. L'anima tua gli vada incontro sulla sua parola, e s'intrattenga poi sull'impronta lasciata dal suo divino parlare : egli passa via rapidamente...
Non pensare, perché se n'è andato così presto, che gli è dispiaciuto che lo hai chiamato, implorato, gli hai aperto: lui permette spesso che siamo provati. Quando le folle lo pregavano di restare, cosa dice il Vangelo? “Bisogna che io annunzi il regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato” (Lc 4,43). Allora, anche se sembra che se ne sia andato, cercalo ancora (cfr Ct 5,6)... Colei che cerca Cristo a questo modo, colei che così prega Cristo, non è abbandonata da lui, anzi riceve frequenti visite. Egli infatti è con noi fino alla fine del mondo (Mt 28, 20). |
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Martedì della I settimana di AvventoMeditazione del giornoSant'Alfonso Maria de' Liguori, (1696-1787), vescovo e dottore della Chiesa Terza meditazione per la novena di Natale
“Molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete”
Consideriamo che dopo tanti secoli, sospiri e preghiere, il Messia che né patriarchi né profeti videro, “il Sospirato dalle genti” (Ag 2,7 Vulg), il Desiderio dei colli eterni, il nostro Salvatore, è finalmente giunto: “Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio” (Is 9,5). Il Figlio di Dio si è fatto piccolo per darci la sua grandezza; si è donato a noi, perché noi ci doniamo a lui; è venuto a testimoniarci il suo amore, affinché noi gli rispondiamo con il nostro. Accogliamolo dunque con affetto, amiamolo, ricorriamo a lui in tutte le necessità...
Gesù è venuto sotto le sembianze di un bambino, per mostrarci il grande desiderio di colmarci dei suoi beni. Ora “in lui sono nascosti tutti i tesori” (Col 2,3); il suo Padre celeste “gli ha dato tutto nelle mani” (Gv 3,35; 13,3). Se vogliamo luce, egli per questo è venuto, per illuminarci. Se vogliamo forza per resistere ai nemici, egli per questo è venuto, per confortarci. Se vogliamo il perdono e la salvezza, egli per questo è venuto, per perdonarci e salvarci. Se vogliamo infine il sommo dono dell'amor divino, egli è venuto per infiammarci; e soprattutto a questo fine si è fatto bambino ed ha voluto a noi comparire quanto più povero ed umile, tanto più amabile, per togliere da noi ogni timore e per guadagnarsi il nostro amore. ... Tutti i bambini sanno guadagnarsi un tenero affetto da chi li guarda; ma chi non amerà poi con tutta la tenerezza un Dio, vedendolo fatto fanciullino, bisognoso di latte, tremante di freddo, povero, avvilito ed abbandonato, che piange, che vagisce in una mangiatoia sopra la paglia? Ciò faceva esclamare l'innamorato S. Francesco: Amemus puerum de Bethlehem, amemus puerum de Bethlehem. Anime, venite ad amare un Dio fatto bambino, fatto povero, ch'è tanto amabile, e ch'è sceso dal cielo per darsi tutto a voi. |
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Mercoledì 5 Dicembre 2012
Mercoledì della I settimana di AvventoMeditazione del giornoPapa Benedetto XVI Omelia del 29/05/2005, per il Congresso Eucaristico italiano (© Libreria Editrice Vaticana)
L'eucaristia, il sacramento del mondo rinnovato
Cari amici ..., noi dobbiamo riscoprire la gioia della domenica cristiana. Dobbiamo riscoprire con fierezza il privilegio di partecipare all'Eucaristia, che è il sacramento del mondo rinnovato. La risurrezione di Cristo avvenne il primo giorno della settimana, che nella Scrittura è il giorno della creazione del mondo. Proprio per questo la domenica era considerata dalla primitiva comunità cristiana come il giorno in cui ha avuto inizio il mondo nuovo, quello in cui, con la vittoria di Cristo sulla morte, è iniziata la nuova creazione. Raccogliendosi intorno alla mensa eucaristica, la comunità veniva modellandosi come nuovo popolo di Dio.
Sant'Ignazio di Antiochia qualificava i cristiani come "coloro che sono giunti alla nuova speranza", e li presentava come persone "viventi secondo la domenica" . In tale prospettiva il Vescovo antiocheno si domandava: "Come potremmo vivere senza di Lui, che anche i profeti hanno atteso?" (Ep. ad Magnesios, 9,1-2). "Come potremmo vivere senza di Lui?". Sentiamo echeggiare in queste parole di Sant'Ignazio l'affermazione dei martiri di Abitene: "Non possiamo vivere senza domenica". Proprio di qui sgorga la nostra preghiera: che anche noi cristiani di oggi ritroviamo la consapevolezza della decisiva importanza della Celebrazione domenicale e sappiamo trarre dalla partecipazione all'Eucaristia lo slancio necessario per un nuovo impegno nell'annuncio al mondo di Cristo "nostra pace" (Ef 2,14). |
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Giovedì della I settimana di AvventoMeditazione del giornoBeata Teresa di Calcutta (1910-1997), fondatrice delle Suore Missionarie della Carità A Simple Path
« Ascolta ciò che vi dico »
Prima di tutto, occorre dedicare del tempo al silenzio e alla contemplazione, soprattutto se viviamo in una grande città come Londra e New York, dove tutto è agitazione. Per questo ho deciso di aprire la nostra prima casa di suore contemplative, la cui vocazione è pregare durante la maggior parte della giornata, a New York piuttosto che sull'Imalaya, perché sentivo che le grandi città hanno maggiormente bisogno di silenzio e di contemplazione.
Comincio sempre a pregare col silenzio : nel silenzio del cuore, Dio parla. Dio è amico del silenzio e dobbiamo ascoltarlo, perché non contano le nostre parole, ma quello che lui dice in noi, e attraverso di noi. La preghiera nutre l'anima: ciò che il sangue è per il corpo, la preghiera lo è per l'anima. Essa la rende vicina a Dio e purifica il nostro cuore. Allora, quando il cuore è purificato, possiamo vedere Dio (Mt 5,8), parlare a lui, e scoprire il suo amore nella persona di ogni nostro fratello. Se il vostro cuore è puro, siete trasparenti davanti a Dio, non gli nascondete nulla, e solo allora, gli offrite liberamente ciò che egli aspetta da voi. |
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Venerdì della I settimana di AvventoMeditazione del giornoLiturgia latina Inno del 9° secolo per l'Avvento
“Liberati dall'oscurità e dalle tenebre, gli occhi dei ciechi vedranno” (Is 29,18)
Esultino per la venuta di Dio l'Altissimo il sole, gli astri, la terra e il mare; cantino insieme il ricco e il povero per celebrare il Figlio del supremo Creatore!
La sua nascita precede la stella del mattino: è il Salvatore già promesso ai nostri padri, il frutto glorioso di una Vergine, il Figlio di Dio potente.
E' il Re della gloria che doveva venire a regnare sui re, schiacciare sotto i piedi il crudele nemico, e guarire il mondo malato.
Ne gioiscano anche gli angeli; tutti i popoli esultino di gioia: l'Altissimo viene nell'umiltà per salvare ciò che stava perdendosi...
Levino i profeti la loro voce e profetizzino: l'Emmanuele è già vicino! Si sciolga la lingua dei muti, e voi, zoppi, corretegli incontro! (cfr Is 7,14; 35,6)...
Nazioni e isole, celebrate il gran trionfo! Accorrete come cervi: ecco il Redentore che viene.
Gli occhi dei ciechi, fino ad ora chiusi alla luce, imparino adesso a penetrare le tenebre della notte, e ad aprirsi alla luce vera...
Lode, onore, potenza e gloria a Dio Padre, e al suo Figlio nell'unità del Santo Spirito per i secoli eterni! |
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Sabato 8 Dicembre 2012
Immacolata Concezione della B.V. Maria, solennitàMeditazione del giornoBeato Giovanni Paolo II (1920-2005), papa Enciclica Redemptoris Mater, 7, 10 (© Libreria Editrice Vaticana)
«Ti saluto, o piena di grazia »
“Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo ; in lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità” (Ef 1,3-4).... La Lettera agli Efesini parlando della «gloria della grazia» che «Dio Padre ci ha dato nel suo Figlio diletto», aggiunge: «In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue» (Ef 1,7). Secondo la dottrina, formulata in solenni documenti della Chiesa, questa «gloria della grazia» si è manifestata nella Madre di Dio per il fatto che ella è stata «redenta in modo più sublime» (Pio IX).
In virtù della ricchezza della grazia del Figlio diletto, a motivo dei meriti redentivi di colui che doveva diventare suo Figlio, Maria è stata preservata dal retaggio del peccato originale. In questo modo sin dal primo istante del suo concepimento, cioè della sua esistenza, ella appartiene a Cristo, partecipa della grazia salvifica e santificante e di quell'amore che ha il suo inizio nel «Diletto», nel Figlio dell'eterno Padre, che mediante l'incarnazione è divenuto il suo proprio Figlio. Perciò, per opera dello Spirito Santo, nell'ordine della grazia, cioè della partecipazione alla natura divina, Maria riceve la vita da colui al quale ella stessa, nell'ordine della generazione terrena, diede la vita come madre... E poiché questa «vita nuova» Maria la riceve in una pienezza corrispondente all'amore del Figlio verso la Madre, e dunque alla dignità della maternità divina, l'angelo all'annunciazione la chiama «piena di grazia». |
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II Domenica di Avvento - Anno CMeditazione del giornoConcilio Vaticano II Costituzione sulla Chiesa nel mondo contemporaneo “Gaudium et spes”, § 39, 1-3
“Preparate la via del Signore”
Terra nuova e cielo nuovo : Ignoriamo il tempo in cui avranno fine la terra e l'umanità e non sappiamo in che modo sarà trasformato l'universo. Passa certamente l'aspetto di questo mondo, deformato dal peccato. Sappiamo però dalla Rivelazione che Dio prepara una nuova abitazione e una terra nuova, in cui abita la giustizia, e la cui felicità sazierà sovrabbondantemente tutti i desideri di pace che salgono nel cuore degli uomini. Allora, vinta la morte, i figli di Dio saranno risuscitati in Cristo, e ciò che fu seminato in infermità e corruzione rivestirà l'incorruttibilità; resterà la carità coi suoi frutti, e sarà liberata dalla schiavitù della vanità tutta quella realtà che Dio ha creato appunto per l'uomo.
Certo, siamo avvertiti che niente giova all'uomo se guadagna il mondo intero ma perde se stesso. Tuttavia l'attesa di una terra nuova non deve indebolire, bensì piuttosto stimolare la sollecitudine nel lavoro relativo alla terra presente, dove cresce quel corpo della umanità nuova che già riesce ad offrire una certa prefigurazione, che adombra il mondo nuovo. ... Qui sulla terra il regno è già presente, in mistero; ma con la venuta del Signore, giungerà a perfezione.
(Riferimenti biblici : Is 65,17; Ap 21,1; 1Cor 7,31; 2Pt 3,13; 1Cor 2,9; 1Cor 15,43.53; 1Cor 13,8; Rm 8,21; Lc 9,25; Lc 17,21) |
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Quando noi uomini spingiamo i nostri pensieri,
i nostri desideri verso una concezione ideale della vita, ci troviamo
subito o nell’utopia, o nella caricatura retorica, o nell’illusione, o
nella delusione. L’uomo conserva l’aspirazione inestinguibile verso la
perfezione ideale e totale, ma non arriva da sé a raggiungerla, né forse
col concetto, né tanto meno con l’esperienza e con la realtà. Lo sap
piamo;
è il dramma dell’uomo, del re decaduto. Ma osservate che cosa si
verifica questa mattina: mentre chiudiamo il Concilio ecumenico noi
festeggiamo Maria Santissima, la Madre di Cristo, e perciò, come altra
volta dicemmo, la Madre di Dio e la Madre nostra spirituale. Maria
santissima, diciamo immacolata! Cioè innocente, cioè stupenda, cioè
perfetta; cioè la Donna, la vera Donna ideale e reale insieme; la
creatura nella quale l’immagine di Dio si rispecchia con limpidezza
assoluta, senza alcun turbamento, come avviene invece in ogni creatura
umana. Non è forse fissando il nostro sguardo in questa Donna
umile, nostra Sorella e insieme celeste nostra Madre e Regina, specchio
nitido e sacro dell’infinita Bellezza, che può terminare la nostra
spirituale ascensione conciliare e questo saluto finale? E che può
cominciare il nostro lavoro Post-conciliare? Questa bellezza di Maria
Immacolata non diventa per noi un modello ispiratore? Una speranza
confortatrice? Noi, o Fratelli e Figli e Signori, che Ci ascoltate,
Noi lo pensiamo; per Noi e per voi; ed è questo il Nostro saluto più
alto e, Dio voglia, il più valido! (Paolo VI, Epilogo del Concilio Vaticano II, 8 dicembre 1965)
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Lunedì della II settimana di AvventoMeditazione del giornoSant'Ireneo di Lione (circa130-circa 208), vescovo, teologo e martire Contro le Eresie III,20,2-21,1; SC 34
« Oggi abbiamo visto cose prodigiose »
Il Verbo, la Parola di Dio, pose la sua abitazione tra gli uomini e si fece “Figlio dell'uomo”, per abituare l'uomo a comprendere Dio e per abituare Dio a mettere la sua dimora nell'uomo secondo la volontà del Padre. Per questo, Dio ci ha dato come « segno » della nostra salvezza colui che, nato dalla Vergine, è l'Emmanuele (Is 7,14) : poiché lo stesso Signore era colui che salvava coloro che di per se stessi non avevano nessuna possibilità di salvezza... Isaia stesso aveva predetto : «Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Coraggio smarriti di cuore: non temete; ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi » (Is 35, 3-4). Questo indica che non da noi, ma da Dio, che ci aiuta, abbiamo la salvezza.
In un'altro testo, Isaia ha predetto che colui che ci salva non è semplicemente uomo, né un essere senza corpo, come gli angeli : « Non un inviato né un angelo, ma egli stesso li ha salvati ; con amore e compassione egli li ha riscattati » (Is 63,9). Eppure questo Salvatore sarà anche veramente uomo, visibile : « Guarda, città di Sion : I tuoi occhi vedranno Gerusalemme dimora tranquilla, poiché noi abbiamo il Signore » (Is 33, 20)... Un'altro profeta ha detto : « Egli tornerà ad aver pietà di noi, calpesterà le nostre colpe. Tu getterai in fondo al mare tutti i nostri peccati » (Mi 7, 19)... Dal paese di Giuda, da Betlemme deve venire il Figlio di Dio, che è Dio, (Mi 5,1), per diffondere la lode su tutta la terra... Quindi veramente Dio si è fatto uomo, e il Signore in persona ci ha salvati, donandoci il segno della Vergine. |
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Martedì della II settimana di AvventoMeditazione del giornoSan Giovanni Damasceno (circa 675-749), monaco, teologo, dottore della Chiesa Dichiarazione di fede 1 ; PG 95, 417-419
« Il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli»
Tu, Signore, mi hai tratto dai fianchi di mio padre ; tu mi hai formato nel grembo di mia madre (Sal 139,13); tu mi hai portato alla luce, nudo bambino, perché le leggi della nostra natura obbediscono costantemente ai tuoi ordini. Tu hai preparato con la benedizione dello Spirito Santo la mia creazione e la mia esistenza, non secondo volontà d'uomo o desiderio della carne (Gv 1,13), ma secondo la tua ineffabile grazia. Hai preparato la mia nascita con una preparazione che trascende le leggi della nostra natura, mi hai fatto venire alla luce adottandomi come figlio (Gal 4,5), mi hai iscritto fra i discepoli della tua Chiesa santa e immacolata.
Tu mi hai nutrito di latte spirituale, del latte delle tue divine parole. Mi hai fortificato con il solido cibo del corpo di Gesù Cristo nostro Dio, Unigenito tuo santissimo, e mi hai inebriato con il calice divino del suo sangue vivificante, che egli ha effuso per la salvezza di tutto il mondo.
Tutto questo, Signore, perché ci hai amati e hai scelto come vittima, in vece nostra, il tuo diletto Figlio unigenito per la nostra redenzione, ed egli accettò spontaneamente... E così, o Cristo mio Dio, tu hai umiliato te stesso per prendere sulle tue spalle me, pecorella smarrita (Lc 15,5), e farmi pascolare in pascoli erbosi (Sal 23,2) e dissetarmi con le acque della retta dottrina (ibid.) per mezzo dei tuoi pastori, i quali, nutriti da te, hanno poi potuto pascere il tuo gregge. |
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Mercoledì 12 Dicembre 2012
Mercoledì della II settimana di AvventoMeditazione del giornoSan Giovanni Crisostomo (c. 345-407), sacerdote ad Antiochia poi vescovo di Costantinopoli, dottore della Chiesa Omelia in memoria di S. Bassus, 2
« Sono mite e umile di cuore »
Oggi ancora, Cristo è per noi un maestro pieno di dolcezza e amore... Guardate come si comporta. Si mostra compassionevole verso il peccatore che pure merita la sua severità. Meriterebbe la morte chi lo provoca, invece lui si rivolge agli uomini colpevoli con parole piene di dolcezza: “Venite a me, diventate miei discepoli, perché sono mite e umile di cuore”. Dio è umile ; l'uomo, superbo. Il giudice si mostra clemente ; il criminale arrogante. L'artigiano fa udire parole di umiltà ; l'argilla discorre come un re (cfr Is 29,16; 45,9). “Venite a me, diventate miei discepoli, perché sono mite e umile di cuore”. Non porta la frusta per colpire, ma il rimedio per guarire.
Pensate dunque alla sua ineffabile bontà. Rifiuterete il vostro amore al Maestro che mai colpisce e la vostra ammirazione al giudice che implora per il colpevole ? Le sue parole, così semplici, non possono lasciarvi insensibili : “Sono il Creatore e amo la mia opera ; sono l'artigiano e mi prendo cura di colui che ho plasmato (cfr Gen 2,7). Se la sola mia dignità mi preoccupasse, non rialzerei l'uomo decaduto. Se non curassi la sua malattia incurabile con rimedi adeguati, lui non potrebbe mai ritrovare la salute. Se non lo riconfortassi, morirebbe. Se non facessi altro che minacciarlo, perirebbe. Giace a terra, ma gli somministrerò gli unguenti della bontà (cfr. Lc 10,34). Pieno di compassione, mi chino profondamente per rialzarlo dalla sua caduta. Chi sta in piedi non può rialzare un uomo sdraiato a terra senza chinarsi per tendergli la mano. 'Venite a me, diventate miei discepoli, perché sono mite e umile di cuore'”. |
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Giovedì della II settimana di AvventoMeditazione del giornoPseudo-Macario, monaco anonimo del 6° secolo che attribuisce le sue omelie a San Macario Egiziano Omelie spirituali, n° 19
Farsi violenza per diventare la dimora del Signore
Chi vuole avvicinarsi al Signore, essere degno della vita eterna, diventare la dimora di Cristo, essere riempito di Spirito Santo, per portare i frutti dello Spirito... deve innanzitutto credere fermamente nel Signore e poi consegnarsi senza riserve ai suoi comandamenti.... Deve farsi violenza per essere umile davanti ad ogni uomo..., come dice il Signore: “Imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime” (Mt 11,29). Egualmente, deve esercitarsi con tutte le forze ad essere abitualmente misericordioso, dolce, compassionevole e buono, come dice il Signore: “Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro” (Lc 6,36). E ancora: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti” (Gv 14,15). E “Fatevi violenza, poiché sono i violenti che s'impadroniscono del Regno dei cieli”. E “Sforzatevi di entrare per la porta stretta” (Lc 13,24). In ogni cosa, dovrà prendere ad esempio l'umiltà, il comportamento, la dolcezza, il modo di vivere del Signore...
Perseveri nella preghiera, chieda senza stancarsi che il Signore venga a dimorare in lui, lo risani e gli dia la forza di osservare tutti i comandamenti, e il Salvatore stesso diventi la dimora della sua anima. Allora, ciò che compie facendosi violenza, senza seguire la natura, lo compirà di buon grado, perché si abituerà totalmente al bene, si ricorderà senza pause del Signore e l'aspetterà con grande amore. Quando il Signore vedrà tale risolutezza..., avrà pietà di lui, lo libererà dai nemici e dal peccato che abita in lui, e lo colmerà di Spirito Santo. Così, ormai, osserverà tutti i comandamenti del Signore in tutta verità, senza violenza né fatica, o, piuttosto, sarà il Signore stesso che compirà in lui i suoi precetti e produrrà in modo perfetto i frutti dello Spirito (cfr Gal 5,22). |
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Venerdì della II settimana di AvventoMeditazione del giornoBeato John Henry Newman (1801-1890), sacerdote, fondatore di una comunità religiosa, teologo Meditazioni e devozioni, Parte III, VII Dio con noi 1
La sapienza di Dio
San Giovanni Battista viveva lontano dal mondo, era nazireo (Lc 1,15; Nm 6,2), consacrato a Dio. Ha lasciato il mondo, ma lo ha affrontato..., chiamandolo a pentirsi. Tutti gli abitanti di Gerusalemme venivano a lui nel deserto (Mc 3), ed egli parlava con loro faccia a faccia. Ma col suo insegnamento annunciava qualcuno che doveva venire e parlar loro in modo molto diverso. Qualcuno che non si sarebbe da loro allontanato, non si sarebbe presentato come un essere superiore, ma come fratello, fatto della stessa carne e delle stesse ossa, uno fra molti fratelli, uno fra tutti. Ed infatti questi era già fra loro: “In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete” (Gv 1,26)...
Poi Gesù comincia a mostrarsi e a “manifestare la sua gloria” (Gv 2,11) con dei miracoli. Ma dove? Ad un pranzo di nozze. E come? Cambiando l'acqua in vino... Confrontate tutto ciò con quanto egli dice di se stesso: “È venuto Giovanni, che non mangia e non beve... È venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono: Ecco un mangione e un beone” (Mt 11,18-19). Hanno odiato Giovanni, ma lo rispettavano; Gesù, invece, lo disprezzavano...
Mio Signore, era perché tanto ami la natura umana che hai creato. Non ci ami semplicemente come tue creature, opera delle tue mani, ma in quanto esseri umani. Ami ogni cosa, perché tutto hai creato, ma ami gli uomini soprattutto. Com'è possibile, Signore? Cosa c'è nell'uomo più che nelle altre creature? “Che cos'è l'uomo perché te ne curi?” (Sal 8,5)... Tu non hai preso la natura degli angeli quando ti sei manifestato per la nostra salvezza, e non hai preso una natura umana o un ruolo o un incarico superiore ad una vita umana normale – non eri nazireo, né sacerdote, né levita, né monaco, né eremita. Sei venuto proprio pienamente in quella natura umana che tanto ami..., quella carne che in Adamo è caduta, con tutte le nostre infermità, i nostri sentimenti e le nostre caratteristiche, tranne il peccato. |
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