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De: Enzo Claudio (Mensaje original) |
Enviado: 30/11/2009 17:03 |
Un brano di Raoul Follereau definito l'Apostolo dei lebbrosi:
Che strano traffico con il buon Dio! Signore, dammi questo! Signore, concedimi questo! Signore, guariscimi!
Come se Dio non conoscesse, molto più di noi, quello che ci abbisogna.
Un piccino suggerisce forse alla mamma: "Preparami quella pappa" ?
Un malato al suo dottore: "Mi prescriva quella medicina" ?
Chi può assicurarci se quel che ci manca non sia peggiore di quel che abbiamo ?
Allora, tentiamo soltanto questa preghiera:
"Signore, non cessare di amarci, mai"
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Giovedì 3 Dicembre 2009
Giovedì della I settimana di Avvento : Mt 7,21-21#Mt 7,24-27Meditazione del giorno Origene (circa 185-253), sacerdote e teologo Omelie su Luca, 26, 4-5 ; SC 87, 341
Fondato sopra la roccia, Cristo
Quando affronti coraggiosamente la tentazione, non è questa a renderti fedele e paziente, ma essa mette in luce virtù di pazienza e fortezza che erano in te, ma nascoste. “Credi, dice il Signore, che io avessi nel parlarti uno scopo diverso da quello di manifestare la tua giustizia? ” (Gb 40,3 LXX). E altrove aggiunge: “Ti ho umiliato e ti ho messo alla prova per manifestare quello che avevi nel cuore” (Dt 8, 3-5).
Nello stesso senso, la tempesta non lascia in piedi una casa edificata sulla sabbia; se vuoi che resista, costruisci sulla roccia. Una volta scatenata, non potrà rovesciare un edificio costruito sulla pietra; rivelerà invece quanto siano deboli le fondamenta di ciò che vacilla sulla sabbia. Per questo motivo, prima che la tempesta si scateni, prima che soffino le raffiche di vento e i torrenti si gonfino, mentre ancora tutto è nel silenzio, dedichiamo ogni cura alle fondamenta della costruzione, eleviamo la nostra casa con le molteplici e solide pietre dei comandamenti di Dio; allora, quando la persecuzione incrudelirà, quando la bufera delle sciagure si scatenerà contro i cristiani, potremo mostrare che il nostro edificio è fondato sulla roccia, Cristo Gesù (1 Cor 3,1).
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Venerdì 4 Dicembre 2009
Venerdì della I settimana di Avvento : Mt 9,27-31Meditazione del giorno Sant’Anselmo d’Aosta (1033-1109), monaco, vescovo, dottore della Chiesa Proslògion, 1
« Il tuo volto, Signore, io cerco » (Sal 26,8)
« Ma tu, Signore, fino a quando ? » (Sal 6, 4). « Fino a quando continuerai a dimenticarmi ? Fino a quando mi nasconderai il tuo volto ? » (Sal 12, 2). Quando ci guarderai e ci esaudirai ? Quando illuminerai i nostri occhi e ci mostrerai la tua faccia ? Quando ti restituirai a noi ? Guarda, Signore, esaudiscici, illuminaci, mostrati a noi. Ridonati a noi perché ne abbiamo bene : senza di te stiamo tanto male. Abbi pietà delle nostre fatiche, dei nostri sforzi verso di te : non valiamo nulla senza te. Ci inviti tu, quindi aiutaci.
Ti prego, Signore, di non lasciarmi sospirare di disperazione ; fammi piuttosto respirare la speranza… Mi sia permesso almeno intravvedere la luce, anche da lontano, anche dal profondo. Insegnami a cercarti e mostrati quando ti cerco : non posso cercarti se tu non mi insegni, né trovarti se non ti mostri. Che io ti cerchi desiderandoti e ti desideri cercandoti, che io ti trovi amandoti e ti ami trovandoti.
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Sabato 5 Dicembre 2009
Sabato della I settimana di Avvento : Mt 9,35-38#Mt 10,1-1#Mt 10,6-8Meditazione del giorno Giovanni Paolo II Redemptoris missio, 86 - Copyright © Libreria Editrice Vaticana
« La messe è molta »
Se si guarda in superficie il mondo odierno, si è colpiti da non pochi fatti negativi, che possono indurre al pessimismo. Ma è, questo, un sentimento ingiustificato: noi abbiamo fede in Dio Padre e Signore, nella sua bontà e misericordia. In prossimità del terzo millennio della redenzione, Dio sta preparando una grande primavera cristiana, di cui già si intravede l'inizio. Difatti, sia nel mondo non cristiano come in quello di antica cristianità, c'è un progressivo avvicinamento dei popoli agli ideali e ai valori evangelici, che la chiesa si sforza di favorire. Oggi, infatti, si manifesta una nuova convergenza da parte dei popoli per questi valori: il rifiuto della violenza e della guerra; il rispetto della persona umana e dei suoi diritti; il desiderio di libertà, di giustizia e di fraternità; la tendenza al superamento dei razzismi e dei nazionalismi; l'affermazione della dignità e la valorizzazione della donna.
La speranza cristiana ci sostiene nell'impegnarci a fondo per la nuova evangelizzazione e per la missione universale, facendoci pregare come Gesù ci ha insegnato: «Venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra» (Mt 6,10).
Gli uomini che attendono Cristo sono ancora in numero immenso: gli spazi umani e culturali, non ancora raggiunti dall'annunzio evangelico o nei quali la chiesa è scarsamente presente sono tanto ampi da richiedere l'unità di tutte le sue forze. Preparandosi a celebrare il giubileo del Duemila, tutta la chiesa è ancor più impegnata per un nuovo avvento missionario. Dobbiamo nutrire in noi l'ansia apostolica di trasmettere ad altri la luce e la gioia della fede, e a questo ideale dobbiamo educare tutto il popolo di Dio.
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Domenica 6 Dicembre 2009
II Domenica di Avvento - Anno C : Lc 3,1-6Meditazione del giorno Origene (circa 185-253), sacerdote e teologo Omelie su Luca, n°22, 1-3
« Preparate la via del Signore »
Sta scritto di Giovanni: «Voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri». Quanto segue si riferisce espressamente al nostro Signore e Salvatore. Non è infatti Giovanni che «ha colmato ogni burrone», ma il nostro Signore e Salvatore. Osservi ciascuno ciò che era prima di avere la fede: si accorgerà che era un burrone profondo, un burrone in pendio che spronfondava negli abissi. Ma quando è venuto il Signore Gesù ed ha inviato quale suo vicario lo Spirito Santo, «ogni burrone è stato colmato». è stato colmato con le buone opere e i frutti dello Spirito Santo. La carità non lascia che in te resti un burrone perché, se tu possiedi la pace, la pazienza e la bontà, non soltanto cesserai di essere un burrone, ma comincerai a divenire «montagna» di Dio...
«Ogni monte e ogni colle sia abbassato». Se dirai che le montagne e le colline abbassate sono le potenze nemiche che si levano contro gli uomini, non sbaglierai. Infatti, perché siano colmati i burroni di cui parliamo, dovranno essere abbassate le potenze nemiche, montagne e colline.
Ma vediamo se si è compiuta la profezia seguente, che riguarda l'avvento di Cristo. Dice infatti: «E i passi tortuosi siano diritti». Ognuno di noi era tortuoso – sempre che lo sia stato allora senza esserlo ancora oggi – e, per la venuta di Cristo che si è compiuta anche nella nostra anima, tutto ciò che era tortuoso è diventato dritto... Preghiamo dunque perché ogni giorno il suo avvento si compia in noi, onde possiamo dire: «Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me» (Gal 2,20).
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Lunedì 7 Dicembre 2009
Lunedì della II settimana di Avvento : Lc 5,17-26Meditazione del giorno San Pietro Crisologo (circa 406-450), vescovo di Ravenna, dottore della Chiesa Discorsi, 50 ; PL 52, 339
« Che cosa andate ragionando ? »
Col favore della fede di altri, l'anima del paralitico stava per essere guarita prima del suo corpo. « Vista la loro fede », dice il vangelo. Notiamo bene, fratelli, che Dio non si preoccupa di ciò che desiderano gli uomini irragionevoli, non si aspetta di trovare la fede presso chi la ignora ..., chi non gode di buona salute. Invece, non rifiuta di assecondare la fede altrui. Questa fede è un regalo della grazia e si accorda con la volontà di Dio... Nella sua divina bontà, quel medico che è Cristo cerca di attrarre verso la salvezza, malgrado loro, coloro che sono colpiti dalle malattie dell'anima, coloro che sono oppressi dalle loro colpe fino al delirio. Essi però non vogliono lasciarsi guarire.
Fratelli miei, se solo volessimo, se volessimo tutti vedere fino in fondo la paralisi della nostra anima ! Noteremmo che, privata delle sue forze, essa giace su un letto di peccati. L'opera di Cristo in noi sarebbe fonte di luce. Capiremmo che egli guarda ogni giorno la nostra mancanza di fede, così nociva, e ci spinge verso rimedi salutari domando con forza la nostra volontà ribelle : « Coraggio figliolo, disse, ti sono rimessi i tuoi peccati ».
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Martedì 8 Dicembre 2009
Meditazione del giorno San Giovanni Damasceno (c. 675-749), monaco, teologo, dottore della Chiesa Omelia per la Natività della Vergine, 7, 10
«Ecco, io faccio nuove tutte le cose» (Ap 21,5)
Oggi il Creatore di ogni cosa, Dio il Verbo, ha composto un'opera nuova, effusa dal cuore del Padre per essere scritta, come con uno stilo, dallo Spirito che è la lingua di Dio... Figlia santissima di Gioacchino e Anna, che sei sfuggita agli sguardi dei Principati e delle Potenze e «alle frecce infuocate del Maligno» (Col 1,16; Ef 6,16), sei vissuta nella stanza nuziale dello Spirito, e sei stata conservata intatta per diventare sposa di Dio e Madre di Dio per natura... Figlia amata da Dio, onore dei tuoi genitori, le generazioni delle generazioni ti dicono beata, come tu l'hai affermato con verità (Lc 1,48). Figlia degna di Dio, bellezza della natura umana, riabilitazione di Eva nostra prima madre! Perché grazie alla tua nascita, colei che era caduta viene risollevata... Se, con la prima Eva «è entrata la morte» (Sap 2,24; Rm 5,12), perché si era messa al servizio del serpente, Maria, invece, che si è fatta serva della volontà divina, ha ingannato il serpente ingannatore e introdotto nel mondo l'immortalità.
Tu sei più preziosa di tutta la creazione, perché da te sola il Creatore ha ricevuto in eredità le primizie della nostra umanità. La sua carne è stata fatta dalla tua carne, il suo sangue dal tuo sangue; Dio si è nutrito del tuo latte, e le tue labbra hanno toccato le labbra di Dio... Nella prescienza della tua dignità, il Dio dell'universo ti ha amata; e, poiché ti amava, ti ha predestinata e «negli ultimi tempi» (1Pt 1,20) ti ha chiamata all'esistenza...
Taccia il sapientissimo Salomone; non dica più: «Non c'è niente di nuovo sotto il sole» (Qo, 1,9).
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Mercoledì 9 Dicembre 2009
Mercoledì della II settimana di Avvento : Mt 11,28-30Meditazione del giorno Beato Jan van Ruysbroeck (1293-1381), canonico regolare Lo splendore delle nozze spirituali, 1
«Venite a me..., che sono mite e umile di cuore»
La terza venuta di Cristo appartiene ancora all'avvenire. Essa avrà luogo, o al Giudizio, o nell'ora della morte...
Il giudizio di Cristo è equo perché egli è il Figlio dell'uomo e la sapienza del Padre, alla quale spetta ogni giudizio. Tutti i cuori infatti gli sono trasparenti e manifesti, nei cieli, sulla terra e sotto terra ... Il metodo che usa Cristo, nostro sposo e giudice, in questo giudizio consiste nel ricompensare e nel punire secondo la giustizia, perché egli dà a ciascuno secondo i suoi meriti. A ogni uomo buono, e per ogni opera buona compiuta in Dio, egli concede la ricompensa senza misura che è lui stesso e che nessuna creatura potrebbe meritare. Infatti, poiché egli collabora ad ogni opera della creatura, è grazie alla potenza di lui che la creatura merita il Cristo stesso in ricompensa, e questo in tutta equità...
La prima venuta, nella quale Dio si è fatto uomo, è vissuto in umiltà ed è morto per amore per noi, dobbiamo prenderla a modello, coltivando nel comportamento esterno i modi perfetti delle virtù, e dentro di noi la carità e una vera umiltà. Il secondo avvento, che è attuale e nel quale Dio viene con la grazia in ogni cuore che ama, dobbiamo desiderarlo e chiederlo tutti i giorni, per poter restare in piedi e crescere in nuove virtù. Il terzo avvento, che è quello del Giudizio o dell'ora della nostra morte, dobbiamo attenderlo e desiderarlo, con fiducia e riverenza, per essere liberati dal presente esilio e penetrare nella dimora della gloria.
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Giovedì 10 Dicembre 2009
Giovedì della II settimana di Avvento : Mt 11,11-15Meditazione del giorno San Gregorio Magno (circa 540-604), papa, dottore della Chiesa Omelia per l'Avvento n°20
« Il Regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono »
Giovanni ci richiama a grandi opere con le parole: « Fate frutti degni di penitenza », e ancora: « Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha ; e chi ha del cibo faccia altrettanto (Lc 3,8.11). Si può ormai capire che cosa voglia dire la Verità, quando dice : « Dai giorni del Battista a oggi il regno dei cieli è esposto alla violenza, e i violenti lo conquistano ». E queste parole di divina sapienza devono essere studiate. Come può subir violenza il regno dei cieli? Chi può farla questa violenza? E se il regno dei cieli può essere esposto alla violenza, perché lo è solo dal tempo del Battista e non da prima?
L'antica Legge... potiva colpire chiunque con la sua severità, ma non risuscitava nessuno attraverso la penitenza. Poiché però Giovanni Battista, precorrendo la grazia del Redentore, predica la penitenza affinché il peccatore, morto per la colpa, riviva attraverso la conversione, si capisce perché il regno dei cieli sia esposto alla violenza solo a partire da Giovanni Battista. Che cosa è poi il regno dei cieli se non la dimora dei giusti? Sono i giusti che hanno diritto al premio eterno; sono i miti, gli umili, i casti, i misericordiosi che entrano nella gioia celeste. Sicché quando un superbo, un dissoluto, un iracondo, un empio o crudele fa penitenza, riceve la vita eterna ed entra anch'esso in quel mondo precedentemente a lui estraneo. Così, dal tempo del Battista il regno dei cieli è esposto alla violenza e i violenti lo conquistano, perché colui che chiamò i peccatori alla penitenza, che altro fece se non insegnare a forzare il regno dei cieli?
Fratelli carissimi... riflettiamo anche noi su tutto il male che abbiamo fatto : impadroniamoci dell'eredità dei giusti attraverso la penitenza. Il Signore vuole accettare questa violenza da parte nostra : Egli vuole che ci impadroniamo in tal modo del Regno che non ci era dovuto in base ai nostri meriti.
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Venerdì 11 Dicembre 2009
Venerdì della II settimana di Avvento : Mt 11,16-19Meditazione del giorno Liturgia latina Inno per l'Avvento : Rorate caeli desuper
Convertirsi in risposta alla chiamata del Dio che viene
Non irritarti, Signore, e non ricordare oltre l'iniquità. Ecco, la città del Santo è fatta deserto, Sion è fatta deserta; Gerusalemme, la casa della tua santificazione e della tua gloria, dove i nostri Padri ti lodarono, una desolazione. O cieli stillate rugiada e dalle nubi discenda la salvezza (cfr Is 64,8s ; 45,8).
Abbiamo peccato, e siamo divenuti cosa impura; siamo caduti come foglie morte e i nostri peccati ci hanno portato via come il vento. Ci hai nascosto il tuo volto e ci hai abbandonati in potere della nostra iniquità. O cieli stillate rugiada e dalle nubi discenda la salvezza (cf. Is 64,5s).
Vedi, Signore, l'afflizione del tuo popolo e manda colui che stai per mandare. Lascia andare l'Agnello che dominerà la terra, dalla roccia del deserto fino al monte della figlia di Sion, affinché tolga il giogo della nostra schiavitù. O cieli stillate rugiada e dalle nubi discenda la salvezza (cfr Ap 2,12 ; Sal 78,15 ; Is 9,3).
Consolati, consolati, popolo mio: presto verrà il tuo salvatore. Perché ti consumi nella tristezza ? Perché ti riassale il dolore ? Non temere, io ti salverò, perché io sono il Signore tuo Dio, il Santo d'Israele, il tuo Redentore. O cieli stillate rugiada e dalle nubi discenda la salvezza (cfr Is 40,1s).
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Sabato 12 Dicembre 2009
Sabato della II settimana di Avvento : Mt 17,10-13Meditazione del giorno San Cirillo di Gerusalemme (313-350), vescovo di Gerusalemme e dottore della Chiesa Catechesi battesimale 3
Il Nuovo Elia
Punto finale dell'Antico Testamento, il battesimo è anche l'inizio del Nuovo. In effetti, ebbe per promotore Giovanni il Battista, «che non era superato da nessun nato da donna» (Mt 11,11). Giovanni concludeva la serie dei profeti, «perché tutti i profeti e la legge hanno parlato fino a Giovanni» (Mt 11,13). Ed egli apre l'era del Vangelo, come sta scritto: «Inizio del Vangelo di Gesù Cristo... apparve Giovanni nel deserto, proclamando un battesimo» (Mc 1,1.4).
Vorresti contrapporgli Elia il Tisbita che è stato assunto in cielo? Eppure egli non è superiore a Giovanni. Enoc è stato rapito in cielo, ma non è più grande di Giovanni. Mosè è stato un grandissimo legislatore in Isarele. Tutti i profeti sono stati mirabili, ma non erano più grandi di Giovanni. Non si tratta di confrontare profeti con profeti; ma il loro Maestro, il nostro Maestro, il Signore Gesù ha dichiarato: «Tra gli uomini, non è esistito alcuno più grande di Giovanni il Battista» (Mt 11,11). Viene fatto il confronto tra il grande servitore e i suoi compagni di servizio, ma la superiorità e la grazia del Figlio rispetto ai servitori non regge confronto.
Vedi tu dunque quale uomo Dio ha scelto come primo beneficiario di questa grazia? Un povero, un amico del deserto, senza essere per questo nemico degli uomini. Mangiando locuste, dava ali alla sua anima. Nutrito di miele, pronunciava parole più dolci e più utili del miele. Indossando un vestito di peli di cammello, mostrava nella sua persona l'ideale ascetico. Il fatto è che fin dal seno di sua madre, era stato santificato dallo Spirito Santo (Lc 1,15). Geremia era stato santificato, ma non aveva profetizzato fin dal seno materno. Solo Giovanni, nella prigione del seno si sua madre, ha sussultato di gioia (Lc 1,44); senza ancora vedere con gli occhi della carne, sotto l'azione dello Spirito, ha riconosciuto il Maestro. La grandezza della grazia esigeva un grande capofila.
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Domenica 13 Dicembre 2009
III Domenica di Avvento - Anno C - "Gaudete" : Lc 3,10-18Meditazione del giorno San Massimo di Torino (?-c. 420), vescovo Sermone 88
«Viene colui che è più potente di me»
Giovanni non ha solo parlato alla sua epoca, annunciando il Signore ai farisei, dicendo: «Preparate la via al Signore, raddrizzate i suoi sentieri!» (Mt 3,3). Oggi, egli grida in noi, e il tuono della sua voce scuote il deserto dei nostri peccati. Pur essendo egli sepolto nel sonno del martire, la sua voce risuona ancora. Egli ci dice oggi: «Preparate le vie del Signore, raddrizzate le sue vie»...
Giovanni il Battista ha dunque ordinato di preparare la via al Signore. Vediamo quale strada ha preparato al Salvatore. Dal principio alla fine, egli ha perfettamente tracciato e ordinato il suo cammino per l'arrivo di Cristo, perché è stato in ogni cosa sobrio, umile, parco e vergine. è descrivendo tutte queste sue virtù che l'evangelista dice: «E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico» (Mt 3,4). Qual più grande segno di umiltà in un profeta, del disprezzo degli abiti morbidi per vestirsi di peli ruvidi? Quale più profondo segno di fede che essere sempre pronto, con una semplice cintura ai fianchi, a tutti i doveri del servizio? Quale segno di astinenza più evidente della rinuncia alle delizie di questa vita per nutrirsi di locuste e di mele selvatico?
Tutti questi comportamenti del profeta erano a mio parere profetici in se stessi. Quando il messaggero di Cristo portava un abito ruvido di peli di cammello, questo non significava semplicemente che Cristo, alla sua venuta, avrebbe rivestito il nostro corpo umano, dal tessuto spesso, ruvido per i suoi peccati?... La cintura di pelle significa che la nostra carne fragile, orientata prima della venuta di Cristo sul vizio, egli l'avrebbe condotta alla virtù.
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Lunedì 14 Dicembre 2009
Lunedì della III settimana di Avvento : Mt 21,23-27Meditazione del giorno San Tommaso d'Aquino (1225-1274), teologo domenicano, dottore della Chiesa Commento al Vangelo di san Giovanni, 4, 1°
Il testimone di Dio
Ogni creatura è fatta per rendere testimonianza a Dio, poiché ogni creatura è come una prova della sua bontà. La grandezza della creazione testimonia a suo modo la forza e l'onnipotenza divine, e la sua bellezza riflette la divina sapienza. Alcuni uomini ricevono da Dio una missione speciale: rendono testimonianza a Dio non solo da un punto di vista naturale, per il fatto che esistono, ma ancor più in modo spirituale, attraverso le loro buone opere... Tuttavia coloro che, non contenti di ricevere i doni divini e di agire bene con la grazia di Dio, comunicano questi doni ad altri attraverso la parola, gli incoraggiamenti e le esortazioni, questi sono in modo ancor più particolare testimoni di Dio. Giovanni è uno di questi testimoni; è venuto a diffondere i doni di Dio e a proclamare le sue lodi.
Questa missione di Giovanni, questo ruolo di testimone è di una grandezza incomparabile, perché nessuno può rendere testimonianza a una realtà se non nella misura in cui ne è partecipe. Gesù diceva: «Noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto» (Gv 3,11). Rendere testimonianza alla verità divina presuppone che si conosca questa verità. è per questo che Cristo, anche lui, ha avuto questo ruolo di testimone. «Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità» (Gv 18,37). Ma Cristo e Giovanni avevano questo ruolo in modo diverso. Cristo possedeva questa luce in se stesso; anzi, era questa luce; mentre Giovanni vi partecipava solamente. Per questo Cristo rende una testimonianza completa, manifesta perfettamente la verità. Giovanni e gli altri santi lo fanno solo nella misura in cui ricevono questa verità.
Missione sublime di Giovanni: essa implica la sua partecipazione alla luce di Dio e la sua somiglianza a Cristo che ha svolto anche lui questa missione.
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Martedì 15 Dicembre 2009
Martedì della III settimana di Avvento : Mt 21,28-32Meditazione del giorno Beato Guerrico d'Igny (c. 1080-1157), abate cistercense 5° sermone per l'Avvento°
Convertirsi agli appelli di Giovanni Battista, che prepara la via del Signore
è una gioia per me, fratelli, evocare con voi questa via del Signore... di cui Isaia fa un così bell'elogio: «Ci sarà ... nella terra arida e deserta, un sentiero e una strada... Questa strada sarà chiamata via santa (Is 35,7-8), perché è la santificazione dei peccatori e la salvezza di coloro che sono perduti...
«Nessun impuro la percorrerà». Caro Isaia, coloro che sono impuri passeranno quindi per un'altra via? Oh no! Che tutti vengano piuttosto a questa strada, che vi avanzino! è soprattutto per gli impuri che Cristo l'ha tracciata, lui che «è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto» (Lc 19,10)... Allora l'impuro passerà per la via santa? Dio non voglia! Per quanto sia sporco nell'intraprenderla, non lo sarà più quando vi passerà; perché, non appena vi avrà messo piede, la sua sporcizia scomparirà. La via santa, in effetti, è aperta all'uomo impuro, ma non appena lo accoglie, essa lo purifica cancellando tutto il male che ha commesso... Non lo lascia passare con la sua sporcizia, perché è la «via stretta» e per così dire, la «cruna dell'ago» (Mt 7,14;19,24)...
Se quindi tu sei già sulla strada, non te ne allontanare; altrimenti il Signore ti lascerebbe vagare «per le strade del tuo cuore» (Isaia 57,17)... Se trovi la strada troppo stretta, considera la meta a cui essa ti conduce... Ma se il tuo sguardo non arriva così lontano, fidati di Isaia, il veggente. Lui che distingueva sia la strettezza che il punto di arrivo della strada, aggiungeva: «Su questa via cammineranno i redenti, i riscattati dal Signore; arriveranno a Sion con grida di giubilo. Una felicità perenne trasfigurerà il loro volto. Otterranno esultanza e gioia. Tristezza e pianto fuggiranno» (Is 35,9 10).
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Mercoledì 16 Dicembre 2009
Mercoledì della III settimana di Avvento : Lc 7,18-23Meditazione del giorno San Gregorio di Agrigento (c. 559-c. 594), vescovo Spiegazione dell'Ecclesiaste, 10, 2
«Ai poveri è annunciata la Buona Notizia»
La luce del sole, vista dagli occhi del nostro corpo, annuncia il sole spirituale, il «Sole di giustizia» (Ml 3,20). Questo è veramente il sole più dolce che sia sorto per coloro che, a quel tempo, hanno avuto il privilegio di essere suoi discepoli e di guardarlo con i loro occhi mentre condivideva la vita degli uomini come se fosse un uomo qualunque. Eppure, era per natura anche vero Dio; per questo era in grado di rendere la vista ai ciechi, di far camminare gli zoppi e di far udire i sordi; ha purificato i lebbrosi e, con una sola parola, ha richiamato i morti alla vita.
E anche ora, non vi è davvero nulla di più dolce che fissare su di lui gli occhi del nostro spirito per contemplare e raffigurarsi la sua ineffabile e divina bellezza; non vi è nulla di più dolce che essere illuminati e abbelliti da questa partecipazione e comunione alla luce, avere il cuore addolcito, l'anima santificata, ed essere ricolmati di una divina esultanza tutti i giorni della vita presente... Infatti, questo Sole di giustizia è, per coloro che lo guardano, il dispensatore della gioia, secondo la profezia di Davide: «I giusti... si rallegrano, esultano davanti a Dio e cantano di gioia» E ancora: «Esultate, o giusti, nel Signore; per gli uomini retti è bella la lode» (Sal 67,4; 33,1).
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