Correo electrónico:

Contraseña:

Registrarse ahora!

¿Has olvidado tu contraseña?

Amico Web di Francesca
 
Novedades
  Únete ahora
  Panel de mensajes 
  Galería de imágenes 
 Archivos y documentos 
 Encuestas y Test 
  Lista de Participantes
  
 ღ-TUTTI I POST-ღ 
 ♥LA ♥ NOSTRA ♥ CHAT♥ 
 ♥ AMICO ♥ WEB ♥ 
 ღ COMUNICAZIONIღ 
 ✿.。GENERALE.。✿ 
  
 ✿AFORISMI ✿ 
 ✿AMICI✿ANIMALI✿ 
 ✿AMICIZIA✿ 
 ✿ARTE✿ 
 ✿ASTROLOGIA ✿ 
 ✿ATTUALITA✿ 
 ✿BIBLIOTECA✿ 
 ✿BUTTERFLY✿ 
 CARA✿ALDA✿ 
 ✿CUCINO IO✿ 
 ✿CURIOSITA✿ 
 FAVOLE✿STORIE 
 ✿FRANCESCA ✿ 
 ✿GABBIANO✿ 
 ✿ GIF✿ 
 ✿GIOCHI ✿ 
 ✿GRANDI MITI ✿ 
 ✿HAIKU✿ 
 ✿IMMAGINI✿ 
 ✿INDIANI...✿ 
 ✿LINK AMICI✿ 
 MEDICINA✿SCIENZE 
 ✿.·:*MISTERI*:·.✿ 
 ✿MOTHERSIXTEN✿ 
 ✿MUSICA E VIDEO✿ 
 ✿PIANTE E FIORI ✿ 
 ✿POESIE✿ 
 ✿PROVERBI ✿ 
 ✿PROVE✿ 
 ✿QUIZ E TEST✿ 
 ✿RELIGIONE✿ 
 ✿ RIFLESSIONI✿ 
 S.GIOVANNI ROTONDO 
 SERVIZI ✿UTILI 
 ✿SFONDI ✿ 
 ✿UMORISMO✿ 
 ✿UN ADDIO A..✿ 
  
 .·:*DONNA*:·. 
 ♥♥♥MAMMA♥♥♥ 
 ┊┊★┊┊N@t@le┊┊★┊┊ 
 ♥PASQUA♥ 
 ♥S@n♥V@lentino♥ 
  
  
 
 
  Herramientas
 
Religione: Santo del giorno
Elegir otro panel de mensajes
Tema anterior  Tema siguiente
Respuesta  Mensaje 1 de 1557 en el tema 
De: Enzo Claudio  (Mensaje original) Enviado: 29/11/2009 08:44
Domenica 29 Novembre
San Francesco Antonio Fasani

Lucera, 6 agosto 1681 - Lucera, 29 novembre 1742

Ancor giovane fu accolto tra i Minori Conventuali. Si distinse subito per la sua vita integerrima e fu esempio di austerità e zelo sacerdotale. Eletto Ministro Provinciale promosse le regolare disciplina in tutta la Provincia. Propagò la devozione alla Vergine Immacolata, e per circa 40 anni si rese famoso nelle Puglie per la sua ardente parola e per la grande carità verso i poveri, gli orfani e i carcerati. Fu canonizzato da Giovanni Paolo II il 13 aprile 1986.


Altri Santi del giorno


Primer  Anterior  1438 a 1452 de 1557  Siguiente   Último 
Respuesta  Mensaje 1438 de 1557 en el tema 
De: lore luc Enviado: 18/11/2012 04:41
 

Domenica 18 Novembre 2012

 

Sant'Oddone di Cluny

Abate

O

ddone di Cluny nacque intorno all'880 a Le Mans (F), fu il secondo abate dell'Abbazia di Cluny e tra gli artefici della riforma cluniacense.

Era figlio di un feudatario di Deols, vicino a Le Mans, nella regione di Tours; ricevette la sua prima educazione alla corte di Guglielmo I di Aquitania, studiando a Parigi con Remigio di Auxerre.

Intorno al 909 divenne monaco, sacerdote e superiore nella scuola dell'Abbazia di Baume, il cui abate Berno, fu il fondatore dell'Abbazia di Cluny e ne fu il primo abate. Nel 920 divenne abate di Aurillac e nel 927, alla morte di Berno, fu indicato da questi come successore all'Abbazia di Cluny.

Autorizzato da Pp Giovanni XI (931-935), nel 931, Oddone riformò i monasteri in Aquitania, nel nord della Francia ed in Italia. Il privilegio papale gli diede il potere di unire molte abbazie sotto la sua supervisione e di ricevere a Cluny monaci di altre Abbazie benedettine non ancora riformate; la maggior parte dei monasteri rimasero indipendenti e diversi divennero centri di riforma.

Oddone fu il più grande riformatore di Cluny, che divenne il modello di monachesimo per i successivi secoli avvenire, trasformando il ruolo della pietà religiosa in diuturno stile di vita.

Fra il 936 e il 942 visitò l'Italia diverse volte fondando il monastero di Nostra Signora sull'Aventino a Roma e riformando diversi conventi come quello di Subiaco e l'Abbazia di Monte Cassino. Egli fu spesso coinvolto in importanti missioni di tipo politico, ad esempio nella pace fra Ugo di Arles e Alberico I di Spoleto, da lui mediata su mandato di Pp Leone VII (936-939). Morì a Tours il 18 novembre 942.

Fra i suoi scritti si ricordano una biografia di Gerardo di Aurillac, tre libri di Collationes (opere morali, severe e risolute), alcuni sermoni, un poema epico sulla (Occupatio) in diversi tomi (ed. Swoboda, 1990) e 12 antifone corali in onore di Martinio di Tours. In una delle antifone dice: (Tu che per tre volte hai vinto il caos, rialza quelli che son caduti nel peccato; come tu dividesti il tuo mantello, rivestici della giustizia!).

Per approfondimenti & la Catechesi di Papa Benedetto XVI

è Sant'Oddone di Cluny



Fonti principali : vatican.va; wikipendia.org (« RIV.»).

Respuesta  Mensaje 1439 de 1557 en el tema 
De: lore luc Enviado: 19/11/2012 03:47
 

Lunedì  19 Novembre  2012


Respuesta  Mensaje 1440 de 1557 en el tema 
De: lore luc Enviado: 19/11/2012 03:49
 

Lunedì  19 Novembre  2012



Santa Matilde di Hackeborn

Monaca e mistica

M

atilde, al secolo Mechtild, di Hackeborn (o di Helfta) nacque nel 1241 in una delle più nobili famiglie della Turingia (stato federale della Germania centrale).

A 7 anni, fece, con la madre, una visita al monastero benedettino di Rodersdorf, diocesi di Halberstadt, dove sua sorella era già monaca. Qui fu talmente attratta dal sacro ambiente che chiese di rimanere per esservi educata e dove, più tardi, divenne monaca.

Quando la sorella fu eletta Badessa del monastero di Helfta, Matilde la seguì. Nella celebre abbazia sassone viveva anche la grande santa Geltrude, di qualche anno più giovane. Nel monastero Matilde fu maestra del canto in coro (ciò le valse il soprannome d’usignolo di Cristo).

Ce ne parla ella stessa, seppure con parole velate, nel suo “Libro delle Rivelazioni”: Poi quel sommo Cantore, con la sua voce i cui accenti sono superiori a ogni armonia celeste, volle incantare il suo usignolo, che tante volte aveva attirato il divin Cuore per la tenera devozione più che per l'incanto della sua voce.

Aveva cinquant'anni ed era ammalata, morta da poco la sorella maggiore, quando Matilde rivelò il suo grande segreto: le meraviglie che la grazia divina operava nella sua anima, tutto ciò che Dio le mostrava, i suoi slanci appassionati e le sue profonde angosce. Due suore raccolsero quelle confidenze, e una sembra che fosse la stessa santa Geltrude. Nacque così il “Liber Specialis Gratiae” (per & o scaricare il Libro della Grazia speciale è Scarica il documento), una delle opere più belle e più celebri nella letteratura mistica del Medioevo.

Come S. Geltrude, S. Matilde precorse di molti secoli la devozione al Sacro Cuore, fonte dell'amore divino.

A S. Matilde è dovuta anche la “Devozione delle Tre Ave Maria” in quanto ella, pensando con timore al momento della sua morte, pregava la Madonna di assisterla in quel momento estremo. La risposta della Madre di Dio fu molto consolante: Sì, farò quello che tu mi domandi, figlia mia, però ti chiedo di recitare ogni giorno Tre Ave Maria:

- la prima per ringraziare l'Eterno Padre per avermi resa onnipotente in Cielo e in terra;

- la seconda per onorare il Figlio di Dio per avermi dato tale scienza e sapienza da sorpassare quella di tutti i Santi e di tutti gli Angeli;

- la terza per onorare lo Spirito Santo per avermi fatta, dopo Dio, la più miseri­cordiosa.

La speciale promessa della Madonna vale per tutti. Qualcuno potrebbe obiettare che ci sia grande sproporzione nell'ot­tenere la salvezza eterna con la semplice recita giornaliera di Tre Ave Maria. Ebbene, al Con­gresso Mariano di Einsiedeln in Svizzera, P. Giambattista de Blois rispondeva così: Se que­sto mezzo vi sembrerà sproporzionato, dovete prendervela con Dio stesso che ha concesso al­la Vergine tale potere. Dio è padrone assoluto dei suoi doni. E la Vergine santissima, nella potenza d'intercessione risponde con generosità pro­porzionata al suo immenso amore di Madre.

Matilde morì nel monastero di Helfta il 19 novembre 1299, all’età di 58 anni; le sue opere si diffusero immediatamente, insieme con la fama della monaca.

Significato del nome Matilde : “forte in battaglia” (tedesco).

Per approfondimenti & la Catechesi di Papa Benedetto XVI

è Santa Matilde di Hackeborn



Fonte principale : santiebeati.it («RIV.»).


Pratica della “Devozione delle Tre Ave Maria


(da recitare ogni giorno, possibilmente mattina e sera)


O Maria, Madre di Gesù e Madre mia, difendimi dalle insidie del maligno in vita e particolarmente nell’ora della morte :


- per il Potere che ti ha concesso l’Eterno Padre. Ave, Maria...


- per la Sapienza che ti ha concesso il Divin Figlio. Ave, Maria...


- per l’Amore che ti ha concesso lo Spirito Santo. Ave, Maria...


Propagate questa devozione perché “Chi salva un’anima, ha assicurato la propria” (S. Agostino).


Respuesta  Mensaje 1441 de 1557 en el tema 
De: lore luc Enviado: 20/11/2012 04:37
 

Martedì  20 Novembre  2012


Respuesta  Mensaje 1442 de 1557 en el tema 
De: lore luc Enviado: 20/11/2012 04:39

Martedì 20 Novembre 2012

 

Sant’Edmondo

Re degli Angli Orientali e martire

E

dmondo, la cui data di nascita dovrebbe situarsi tra l'840 e 841, salì al trono, come re dell'Anglia orientale, nell'855, quando era ancora ragazzo; la sua incoronazione ebbe luogo a Burna (probabilmente l'attuale Bures St Mary nel Suffolk), che poi funse da capitale del regno.

Della vita di Edmondo nei successivi quattordici anni alla sua coronazione non si sa niente. Di certo, però, si sa che in quei tempi l'Inghilterra era continuamente aggredita dai popoli nordici quali i Dani, con sbarchi, scorrerie e saccheggi sulle coste. Questi compirono vari saccheggi tra l'866 e l'870.

Nell'870, dopo aver svernato nello York, si diressero attraverso la Mercia verso l'Anglia orientale e stabilirono i loro accampamenti a Thetford. Re Edmondo li sfidò in battaglia, nonostante guidasse delle forze inferiori, ed i Dani guidati dai fratelli Ubba, Ivar e Halfdene ebbero la meglio, lo uccisero e rimasero padroni del campo di battaglia.

La cronaca di Abbone di Fleury affianca il martirio di Edmondo a quello di S. Sebastiano: egli si rifiuta di cedere ai voleri dei Dani (rifiutare la religione cattolica ed accogliere i loro dei pagani) e viene da questi orribilmente torturato prima di essere ucciso dalle frecce...

Non si sa se questo racconto sia vero e neppure se Edmondo sia morto sul campo di battaglia o se sia stato martirizzato in seguito alla sua cattura in un altro luogo, ma gli avvenimenti raccontati hanno probabilmente una base di verità. In effetti è cronologicamente possibile che Abbone di Fleury abbia riportato la storia da un testimone oculare (Dunstan).

La battaglia, comunque, ebbe luogo a Hoxne, a sud-est di Thetford, ed il corpo fu seppellito a Beadoriceworth, l'attuale Bury Saint Edmunds.

La tomba di Edmondo divenne presto una delle più conosciute in Inghilterra e la reputazione del santo si sviluppò anche nel resto dell'Europa.

La data della sua canonizzazione è sconosciuta, ma si trovano chiese dedicate alla sua memoria in tutta l'Inghilterra.

S. Edmondo, Re giusto e martire per il suo popolo, è rimasto più vivo nella memoria popolare che nei documenti storici. Si tramanda che durante il suo regno era solito prelevare, direttamente dalle dispense reali, viveri e beni da donare ai suoi amati sudditi per fare fronte ai duri inverni inglesi. Per questo ricordo è considerato da molti il patrono dei regali.

Significato del nome Edmondo : “difensore della proprietà” (anglosassone).



Fonte principale : wikipendia.org («RIV.»).

Respuesta  Mensaje 1443 de 1557 en el tema 
De: lore luc Enviado: 20/11/2012 04:40

Martedì 20 Novembre 2012

 

Beata Maria Fortunata Viti

Monaca dell'Ordine di S. Benedetto

M

aria Fortunata, al secolo Anna Felice, Viti nacque a Veroli (Frosinone) il 10 febbraio 1827. Era la terza di nove figli, nati dall’agiato proprietario e commerciante di Veroli Luigi Viti e da Anna Bono di Ferentino.

La famiglia medio-borghese poteva vivere in condizioni agiate, ma la febbre del gioco e del vino, rovinò il padre e tutta la famiglia : in breve tempo il patrimonio venne dilapidato e la famiglia cadde in miseria. La mamma, donna di squisita sensibilità e profondamente religiosa, morì di crepacuore, a trentasei anni, quando Anna Felice aveva 14 anni per cui lei si caricò molte responsabilità nell'accudire gli otto fratelli e sorelle. Per mantenerli andò anche a servizio come domestica.

A 24 anni decide di entrare nel convento delle “monache buone”, cioè le benedettine di Santa Maria de' Franconi a Veroli. Si conserva di lei il fermo proposito, formulato in quel giorno, di “farsi santa”: non sa che per raggiungere l’obiettivo dovrà vivere più di 70 anni, "sepolta viva" nell’anonimato della sua cella, con giornate tutte uguali, scandite da azioni ripetitive che qualcuno potrebbe anche definire monotone: filare e cucire, lavare e rammendare.

E pregare, anche se questo per lei non dovrebbe essere un problema, assorbita come sempre nella contemplazione del suo Dio. Soltanto dopo si potrà scoprire quanta aridità spirituale si nascondeva dietro quel suo fervore; quanti tormenti ed intimi combattimenti venivano coperti dalla sua apparente imperturbabile serenità.

Non sa né leggere né scrivere per le sue ben note vicende familiari e così non può essere ammessa tra le "coriste", cioè le monache che si dedicano alle funzioni liturgiche. Per lei soltanto il lavoro, con la giornata che inizia alle tre e mezza del mattino e prosegue in azioni faticose e umili, che lei compie così bene da farle diventare un capolavoro, condendole con tanta preghiera anche in mezzo alla più completa aridità spirituale.

Frusta di lavoro e consumata dall'età, tormentata dai reumatismi, che negli ultimi anni la costringono a letto, incapace anche del più piccolo movimento, si spegne, 95enne, cieca, sorda e rattrappita, il 20 novembre 1922.

Di lei sembra non accorgersi nessuno e così la seppelliscono in fretta, il giorno dopo, nella fossa comune. Ma la tirano fuori 13 anni dopo, a furor di popolo, e la seppelliscono in chiesa, tanti sono i miracoli che si verificano sulla sua tomba.

Suor Maria Fortunata Viti è stata beatificata l'8 ottobre 1967 dal Servo di Dio Paolo VI (Giovanni Battista Montini, 1963-1978).

Per approfondimenti & è Solenne beatificazione di Maria Fortunata Viti



Fonte principale : santiebeati.it (« RIV.»).

Respuesta  Mensaje 1444 de 1557 en el tema 
De: lore luc Enviado: 21/11/2012 04:43

Mercoledì  21 Novembre  2012

 

Respuesta  Mensaje 1445 de 1557 en el tema 
De: lore luc Enviado: 21/11/2012 04:44
 

Mercoledì 21 Novembre 2012

 

Beata Maria di Gesù Buon Pastore

Monaca e fondatrice :

"Suore della Sacra Famiglia di Nazareth"

M

aria di Gesù Buon Pastore, al secolo Franciszka Siedliska, nacque nel castello di Roszkowa Wala, presso Varsavia in Polonia, il 12 novembre 1842, primogenita dei coniugi Adolfo Siedliska e Cecilia di Morawska, discendenti da antica nobiltà polacca; la zona della Polonia ove abitavano, era allora sotto la protezione dello Zar di Russia e venti anni dopo fu incorporata nell’impero dello Zar.

Crebbe con l’affetto dei genitori, preoccupati però più della sua salute non florida e della sua formazione culturale, che da quella di dargli una educazione religiosa.

In un ambiente imbevuto di indifferenza religiosa, propria della filosofia di quel tempo, Franciszka cominciò a conoscere Dio attraverso un’istitutrice molto brava e colta, che le insegnò anche a pregare; ma la morte improvvisa di questa istitutrice, la privò del suo sostegno spirituale.

Fu educata privatamente da governanti e, preparata dal Padre Cappuccino Leander Lendzian, lituano, che suscitò in lei la vocazione a farsi religiosa, fece la Prima Comunione il 1° maggio 1855.

Nel 1860 seguì i suoi genitori che dovettero recarsi in Svizzera, nel Tirolo, in Germania e in Francia; ma la salute, forse anche per lo strapazzo dei viaggi, cominciò a declinare con preoccupazione, tanto da far temere una tubercolosi, male che imperversava in quell’epoca.

Nell’autunno del 1860 la madre l’accompagnò per cure a Merano, poi in Svizzera e infine a Cannes in Francia dove, nel 1868, anche il padre le raggiunse per fuggire l’insurrezione polacca; l’incontro della famiglia con il Resurrezionista Hube, portò alla conversione del padre Adolfo.

Seguì un periodo di pace per la famiglia, proseguito anche dopo il ritorno in Polonia nel 1865 e fino alla morte del padre nel 1870.

Sempre con la guida spirituale di padre Leander Lendzian, Franciszka coltivò la sua aspirazione a consacrarsi interamente a Dio, ostacolata però dalla malferma salute.

Il primo ottobre 1873 andò a Roma dove fu ricevuta dal Beato Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti, 1846-1878) che approvò la sua petizione per la fondazione delle "Suore della Sacra Famiglia di Nazareth", una Congregazione religiosa dedita all'adorazione del SS. Sacramento, all’imitazione della vita di Maria Vergine, all’educazione catechistica dei fanciulli.

Ritornata in Polonia, si ripropose la scelta di un luogo dove stabilirsi. Andò in Francia, a Lourdes, ma poi decise di fondare il suo Nazareth a Roma e nel 1874 vi ritornò : ebbe come consigliere il Generale dei Resurrezionisti padre Semenko.

Gli inizi a Roma, nel 1875, furono difficili ma con fede si dedicò, insieme ad altre consorelle, all'istruzione catechistica dei bambini, assistendo i malati e confortando anche i bisognosi di aiuto spirituale e materiale.

La congregazione accolse altre suore novizie, crebbe e fu aperto quindi un convento anche in Polonia, a Cracovia, nel 1881.

Franciszka Siedliska nel 1884 fece la professione religiosa e prese il nome di suor Maria di Gesù Buon Pastore. Alcuni immigrati polacchi negli Stati Uniti furono aiutati dalla Madre che si recò in questa terra con undici suore. Altri conventi furono aperti a Parigi nel 1892 e a Londra nel 1895.

A causa dei continui sforzi che sosteneva con viaggi, fatiche, assistenza ai bisognosi, per compiere la sua opera, Madre Maria di Gesù Buon Pastore, il 15 novembre 1902, fu colpita da peritonite acuta e il 21 novembre morì santamente, all'età di 60 anni, fra il compianto delle sue figlie. La sua tomba si trova nella Cappella della Casa Generalizia delle Suore della Sacra Famiglia di Nazareth in Roma.

La Madre lasciò alla Congregazione l'esempio della sua vita, la Regola, le lettere. Il suo motto era fiat voluntas tua.

Le Costituzioni comprese nella sua Congregazione (istruzione religiosa dei catecumeni, insegnamento della dottrina cristiana, ritiri spirituali per signore, assistenza ai bisognosi, preparazione alla prima Comunione) furono approvate in via definitiva dalla Santa Sede nel 1923.

Suor Maria di Gesù Buon Pastore Siedliska, è stata innalzata agli onori dell'altare il 23 aprile 1989, a Roma, dal Beato Giovanni Paolo II (Karol Józef Wojtyła, 1978-2005).

Le Suore della Sacra Famiglia di Nazareth sono presenti in Australia, Bielorussia, Filippine, Francia, Israele, Italia, Lituania, Porto Rico, Regno Unito, Russia, Spagna, Stati Uniti e Ucraina : la sede generalizia è a Roma.

Al 31 dicembre 2005, la congregazione contava 1.490 religiose in 152 case.



Fonti principali : santiebeati.it; wikipendia.org (« RIV.»).

Respuesta  Mensaje 1446 de 1557 en el tema 
De: lore luc Enviado: 22/11/2012 04:32

Giovedì  22 Novembre  2012

 

Respuesta  Mensaje 1447 de 1557 en el tema 
De: lore luc Enviado: 22/11/2012 04:33
 

Giovedì 22 Novembre 2012

 


Santa Cecilia

Vergine e martire

(memoria)

Tutti i fondatori, uomini e donne, dei titoli delle basiliche romane sono stati soppressi nel Calendario Universale della Chiesa, perché non si può affermare che siano stati Martiri o confessori della fede, ma soltanto persone benefiche che hanno donato alla Chiesa le case o i palazzi diventati più tardi basiliche.

Soltanto il nome di S. Cecilia è il solo nome rimasto alla data tradizionale. Moltissimi antichi Martiri, che presentavano gravi difficoltà storiche, sono stati anch'essi soppressi in occasione della revisione del Calendario. Non perché si possa affermare che tali Santi non siano esistiti, ma perché la loro esistenza non è suffragata da prove storiche abbastanza consistenti e convincenti. Soltanto la memoria di S. Cecilia è stata conservata, per quanto anche la sua figura presenti simili gravi difficoltà storiche.

Si dice - ma è soltanto un si dice - che questa doppia eccezione nei confronti di S. Cecilia, sia dovuta ad una particolare insistenza, in occasione del Concilio ecumenico Vaticano Il, del Beato Giovanni XXIII (Angelo Giuseppe Roncalli, 1958-1963).

Ed è certo che, senza il nome di S. Cecilia, venerata come Martire e onorata come patrona dei musicisti, il Calendario sarebbe risultato un po' più povero, mentre il rigore storico non avrebbe guadagnato un gran che.

In realtà due fatti almeno sono certi ed eloquenti:

1. il titolo basilicale di Cecilia è antichissimo, sicuramente anteriore all'anno 313;

2. la festa della Santa veniva già celebrata, nella sua basilica di Trastevere, nell'anno 545.

C

ecilia, secondo la tradizione, sarebbe nata da una nobile famiglia romana. Sposata al nobile Valeriano, gli avrebbe comunicato il suo voto di perpetua verginità, convertendo al cristianesimo il marito insieme al fratello di lui, Tiburzio.

È quanto mai incerto il motivo per cui Cecilia sarebbe diventata patrona della musica. In realtà, un esplicito collegamento tra Cecilia e la musica è documentato soltanto a partire dal tardo Medioevo. La spiegazione più plausibile sembra quella di un'errata interpretazione dell'antifona di introito della messa nella festa della santa (e non di un brano della Passio come talvolta si afferma).

Il testo di tale canto in latino sarebbe: «Cantantibus organis, Cecilia virgo in corde suo soli Domino decantabat dicens: fiat Domine cor meum et corpus meum inmaculatum ut non confundar» («Mentre suonavano gli strumenti musicali (?), la vergine Cecilia cantava nel suo cuore soltanto per il Signore, dicendo: Signore, il mio cuore e il mio corpo siano immacolati affinché io non sia confusa»). Per dare un senso al testo, tradizionalmente lo si riferiva al banchetto di nozze di Cecilia: mentre gli strumenti musicali (profani) suonavano, Cecilia cantava a Dio interiormente.

Da qui il passo ad un'interpretazione ancora più travisata era facile: Cecilia cantava a Dio... con l'accompagnamento dell'organo!

Si cominciò così, a partire dal XV sec. (nell'ambito del Gotico "cortese") a raffigurare la santa con un piccolo organo portativo a fianco. In realtà i codici più antichi non riportano questa lezione dell'antifona (e neanche quella che inizierebbe con Canentibus, sinonimo di Cantantibus), bensì Candentibus organis, Caecilia virgo.... Gli "organi", quindi, non sarebbero affatto strumenti musicali, ma gli strumenti di tortura, e l'antifona descriverebbe Cecilia che "tra gli strumenti di tortura incandescenti, cantava a Dio nel suo cuore".

L'antifona non si riferirebbe dunque al banchetto di nozze, bensì al momento del martirio. Tutto il resto è opinabile, sul conto della donna devota che dette il proprio nome alla basilica romana, e che probabilmente regalò alla Chiesa un fabbricato di sua proprietà.

Una passio - che è, però, un testo letterario più che storico - attribuisce, a Cecilia, una serie di drammatiche avventure, terminate con le più crudeli torture e conclusesi con il taglio della testa che tre colpi di spada non riuscirono a distaccare.

Cecilia venne sepolta nelle Catacombe di S. Callisto, in un posto d'onore, accanto alla cosiddetta Cripta dei Papi.

Nell'821 le sue reliquie furono fatte trasportare da S. Pasquale I (817-824) nella chiesa di S. Cecilia in Trastevere.

Nel 1599, durante i restauri della basilica, ordinati dal card. Paolo Emilio Sfondrati, in occasione del Giubileo del 1600, venne ritrovato un sarcofago con il corpo di Cecilia in ottimo stato di conservazione. Il cardinale allora commissionò a Stefano Maderno (1566-1636) una statua che riproducesse l'aspetto e la posizione del corpo di Cecilia così com'era stato trovato, statua che oggi si trova sotto l'altare centrale della chiesa.



Fonti principali: open-site; wikipendia.org («RIV.»).

Respuesta  Mensaje 1448 de 1557 en el tema 
De: lore luc Enviado: 23/11/2012 04:17

Venerdì  23 Novembre  2012

 

Respuesta  Mensaje 1449 de 1557 en el tema 
De: lore luc Enviado: 23/11/2012 04:18
 

Venerdì 23 Novembre 2012

 


San Clemente I

Papa e martire

C

lemente I è generalmente noto come Clemente da Roma o Clemens Romanus per distinguerlo dall’Alessadrinus.

La lista dei primi quattro successori di S. Pietro è diversamente ordinata dagli storici. Alcuni mettono Clemente I prima di Cleto; altri confondono Cleto con Anacleto. L'Annuario Pontificio stampato a Roma nel 1871 lo colloca al quarto posto dopo S. Lino e S. Cleto per cui Clemente I sarebbe il terzo successore di S. Pietro.

Secondo Quinto Settimio Fiorente Tertulliano, intorno al 199, la Chiesa di Roma sosteneva che Clemente fosse stato ordinato da Pietro (De Praescriptiones, XXXII), e S. Girolamo affermava che ai suoi tempi la maggior parte dei latini era convinta che Clemente fosse l'immediato successore dell'Apostolo (De viris illustribus, XV). Girolamo sostenne questa tesi anche in molte altre opere. Gli antichi documenti, comunque, mostrano grande incertezza nella sua collocazione temporale.

Di Clemente I una cosa è certa: la profonda conoscenza (rivelata negli scritti) della Scrittura e anche dei testi ebraici e non canonici; si ritiene perciò che sia venuto al cristianesimo dall’ebraismo. Si sa che il suo pontificato sarebbe durato circa 10 anni (dal 90 al 100), sotto gli imperatori Domiziano, Nerva e Traiano. Ma il suo posto è grande nella vita della Chiesa, che lo venera come uno dei “Padri apostolici”, per la lettera alla comunità di Corinto.

Il contesto di origine della lettera è legato a una disputa nella chiesa di Corinto che aveva portato all'espulsione di diversi presbiteri dal loro ufficio. Nulla si sa delle cause del malcontento, sfociato in una rivolta dei membri più giovani della comunità contro i vecchi. Nessuna offesa morale viene addossata ai presbiteri e la loro dimissione viene vista da Clemente come dispotica e ingiustificabile. Nella storia del Cristianesimo rappresenta di fatto il primo intervento da parte del vescovo di Roma in questioni relative alle altre comunità ecclesiali.

Dopo un resoconto elogiativo della condotta passata della Chiesa corinta, Clemente si addentra in una denuncia dei vizi e in una lode delle virtù, e illustra i suoi vari argomenti con copiose illustrazioni dalle scritture del Vecchio Testamento. Perciò egli spiana la strada al suo tardo rimprovero dei presenti disordini, che trattiene fin quando due terzi della sua epistola sono completati. Clemente è eccessivamente discorsivo e la sua lettera raggiunge una lunghezza doppia rispetto alla Lettera agli Ebrei. Molte delle sue esortazioni generali sono molto indirettamente connesse con l'argomento pratico al quale la lettera è diretta, ed è molto probabile che venne stilata basandosi ampiamente sulle omelie con le quali era solito edificare i suoi seguaci cristiani a Roma. L'epistola venne letta pubblicamente di tanto in tanto a Corinto, e per il IV sec. il suo uso si era diffuso ad altre chiese; si trova allegata addirittura al famoso Codex Alexandrinus (Codice Alessandrino), ma ciò non implica che raggiunse mai il rango canonico.

La lettera, detta poi Prima Clementis, afferma, fra l’altro, dopo i testi degli Apostoli, l’autorità dei vescovi sui fedeli e il primato della Sede Apostolica di Roma sulle altre: documento che si diffonde in tutta la cristianità antica e che resta valido in ogni tempo. La voce di Clemente parla con una gravità saggia, paterna, cosciente delle proprie responsabilità, ferma nelle esigenze e al tempo stesso indulgente nei suoi rimproveri (G. Lebreton).

Poco si sa degli ultimi anni di Pp Clemente I. Secondo una tradizione del IV secolo, sarebbe stato affogato con un’ancora al collo in Crimea, suo luogo d’esilio, per ordine di Nerva ma gli Atti relativi sono giudicati leggendari. D’altra parte lo storico Eusebio di Cesarea e san Girolamo concordemente dicono che Clemente I muore nel 101, e non parlano affatto di esilio e di martirio.

Significato del nome Clemente : “mite, benigno, indulgente” (latino).

Per approfondimenti & la Catechesi di Papa Benedetto XVI

è San Clemente Romano



Fonti principali : vatican.va; wikipendia.org (« RIV. »).

Respuesta  Mensaje 1450 de 1557 en el tema 
De: lore luc Enviado: 23/11/2012 04:20
 

Venerdì 23 Novembre 2012

 


San Colombano

Abate

C

olombano è uno dei rappresentanti del mondo monastico che danno origine a quella "peregrinatio pro Domino", che costituì uno dei fattori dell'evangelizzazione e del rinnovamento culturale dell'Europa.

Colombano nacque intorno all’anno 543 nella provincia di Leinster, nel sud-est dell’Irlanda. Educato nella propria casa da ottimi maestri che lo avviarono allo studio delle arti liberali, si affidò poi alla guida dell’abate Sinell della comunità di Cluain-Inis, nell’Irlanda settentrionale, ove poté approfondire lo studio delle Sacre Scritture.

All’età di circa vent’anni entrò nel monastero di Bangor nel nord-est dell’isola, ove era abate Comgall, un monaco ben noto per la sua virtù e il suo rigore ascetico. In piena sintonia col suo abate, Colombano praticò con zelo la severa disciplina del monastero, conducendo una vita di preghiera, di ascesi e di studio.

Lì fu anche ordinato sacerdote. La vita a Bangor e l’esempio dell’abate influirono sulla concezione del monachesimo che Colombano maturò col tempo e diffuse poi nel corso della sua vita.

Dall'Irlanda passò (cc 590) in Francia, Svizzera e Italia Settentrionale, creando e organizzando comunità ecclesiastiche e fondando vari monasteri, alcuni dei quali, per esempio Luxeuil e Bobbio (PC), celebri per gli omonimi libri liturgici.

La regola monastica che codifica la sua spiritualità è improntata a grande rigore e intende associare i monaci al sacrificio di Cristo.

Colombano morì a Bobbio il 23 novembre 615 e in tale data è commemorato nel rito romano fino ad oggi.

Per approfondimenti & la Catechesi di Papa Benedetto XVI

è San Colombano



Fonte principale : vatican.va (« RIV.»).

Respuesta  Mensaje 1451 de 1557 en el tema 
De: lore luc Enviado: 23/11/2012 04:21
 

Venerdì 23 Novembre 2012

 

Beata Enrichetta (Maria Angela) Alfieri

S.D.C. conosciuta come

"Mamma e Angelo di S. Vittore"

E

nrichetta, al secolo Maria Angela Domenica, Alfieri, nasce a Borgo Vercelli, piccolo paese poco distante da Vercelli, il 23 febbraio 1891. Cresce buona, dolce, pia e volenterosa, collabora in Parrocchia per annunciare la Parola di Dio.

Sente sbocciare in sé la vocazione di servire unicamente e con tutte le sue forze Dio, e perciò, il 20 dicembre 1911, entra tra le Suore della Carità di S. Giovanna Antida Thouret, nel grande Monastero S. Margherita di Vercelli, prendendo il nome di Enrichetta. Dopo aver studiato a Novara, insegna in un asilo infantile di Vercelli.

A soli 28 anni si manifestò la sindrome di Basedow-Graves, una malattia che conduce a progressiva paralisi e infine alla morte e fu costretta a lasciare la scuola. Per quattro anni restò immobile a letto, soffrendo con dignità, amore, dolcezza e fortezza, come scriveva alle consorelle. Da un viaggio a Lourdes riportò a casa una bottiglia di acqua benedetta, che iniziò a bere quotidianamente con fiducia.

Il 25 febbraio 1923, quando, arsa dalla sete, suor Enrichetta bevve un sorso d’acqua di Lourdes, che aveva accanto al letto, sentì l’ordine: Alzati: improvvisamente si alzò, perfettamente guarita.

La voce della prodigiosa guarigione si diffuse in tutto il circondario e la superiora della comunità preferì allontanarla da Vercelli e inviarla presso il carcere di S. Vittore a Milano, dove resterà sino alla morte.

In quell'ambiente, le Suore della Carità, hanno il compito di assistere, soccorrere e incoraggiare le detenute, oltre che a dare un conforto spirituale. Sr Enrichetta svolge così bene e con immenso amore questo compito, che le detenute la cercano in ogni momento e fanno a gara per stare più tempo possibile con lei. Si merita il titolo di "Mamma e Angelo di S.Vittore".

Intanto scoppia la guerra e, con lei, anche la persecuzione contro gli Ebrei. Il carcere di S. Vittore diventa la sede delle SS, i Tedeschi portano lì gli Ebrei in attesa del trasferimento nei campi di sterminio. In questo doloroso frangente, Sr Enrichetta si adopera in modo ancora più straordinario per ridonare la dignità agli Ebrei, così duramente provati. Una detenuta Ebrea che deve consegnare un biglietto ai fratelli dicendo loro di scappare, viene aiutata da Sr Enrichetta, che però viene scovata con il messaggio e arrestata il 23 settembre 1944. Passa alcune settimane in una cella buia, e senza alcun servizio, nei sotterranei della prigione; la cella diventa pellegrinaggio di laici e religiosi che vogliono confortarla, ma ancora una volta è lei che conforta gli altri.

Viene liberata per essere fucilata, ma è salva per interessamento del Card. di Milano, Alfredo Ildefonso Schuster (beatificato il 12 maggio 1996) che scrive a Mussolini. Viene allora trasferita nella casa Provinciale di Brescia, dove scrive le "Memorie", il diario di prigionia.

Il 7 maggio 1945 i responsabili del Comitato di Liberazione Nazionale la riaccompagnarono, con tutti gli onori, alla sua missione a S. Vittore. Qui continuò ad occuparsi soprattutto delle detenute, cercando di migliorarne le condizioni di reclusione e di offrire prospettive per il loro rientro in società.

Quando la "Mamma e Angelo di S. Vittore" morì, il 23 novembre 1951, per le conseguenze di una frattura al femore, esclamò: Non credevo fosse così dolce morire.

Tutta Milano pianse l’"Angelo di San Vittore", la "Mamma di San Vittore", come da tempo tutti la chiamavano. Così l’aveva definita Rina Fort, che nel 1946 aveva assassinato la moglie e i tre figli del suo amante e si convertì proprio per la bontà di suor Enrichetta, della quale disse sempre: «Era un angelo consolatore. Era un angelo che ispirava fiducia. Ci si poteva aprire a qualunque cosa [...] Anche se doveva richiamare qualcuno o qualcosa non alzava mai la voce. Faceva il viso serio, ma non era capace di gridare [...] non era nella sua natura. La sua natura era dolce, amabile, affabile».

Le fece eco una guardiana a San Vittore, Anita Alberti, che durante il processo di beatificazione, svoltosi a Milano negli anni 1995-1996, dichiarò convinta: «Per conto mio era una santa. Era tutta di Gesù. Quando parlava, aveva sempre in bocca il nome di Gesù. [...] Era di una bontà che nessuna parola riuscirebbe a esprimere».

Nel 1995, dopo l'inizio del processo di beatificazione, aperto dal Card. Martini, la sua salma viene traslata dal cimitero di Borgo Vercelli, all'Istituto delle Suore della Carità in via Caravaggio 10, a Milano.

Durante il processo di beatificazione furono interrogati anche personaggi famosi, che dovevano a suor Enrichetta momenti di consolazione, di conforto e d’aiuto per la loro liberazione, quali Mike Bongiorno e Indro Montanelli.

Mike Bongiorno, incarcerato nel 1943 perché oriundo americano rientrato illegalmente in Italia, dichiarò: «Suor Enrichetta era effettivamente un personaggio incredibile. In carcere parlavano tutti di quest’angelo, che nel reparto femminile aiutava le prigioniere e si faceva in quattro per alleviare ogni pena. Sono certamente favorevole alla beatificazione di Suor Enrichetta. Ella rappresenta un poco la storia di tutti quelli che hanno sofferto in San Vittore durante quegli anni terribili. Chi lavorava dentro era un eroe...».

A sua volta Indro Montanelli, incarcerato con la moglie per la sua attività di giovane giornalista, già in quegli anni capace di suscitare dibattiti vivaci, confermò questo giudizio, con accenti di commozione: «Suor Enrichetta era una stupenda figura di religiosa. Una suora buonissima e coraggiosa. Le sarò grato per sempre [...] Tutti noi ricevevamo, grazie alla sua regia, bigliettini e informazioni. [...] Così grande era il conforto di quegli incontri furtivi, così immensa la gratitudine per chi con grande rischio personale li rendeva possibili, che ancora oggi il ricordo di Sr Enrichetta e della sua veste frusciante suscita in me la devota ammirazione che si deve ai santi, o agli eroi. In questo caso, a entrambi».

L’eroicità delle virtù è stata riconosciuta il 19 dicembre 2009, mentre il miracolo è stato approvato il 2 aprile 2011.

Suor Enrichetta è stata proclamata Beata il 26 giugno 2011, nella Piazza Duomo di Milano, insieme a Don Serafino Morazzone e a Padre Clemente Vismara, missionario del PIME. Il rito di Beatificazione è stato presieduto dai Cardinali Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e rappresentante del Papa Benedetto XVI, e Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo di Milano.

Per approfondimenti è Enrichetta Alfieri

è Celebrazione beatificazioni del 26 giugno 2011



Fonti principali: chiesadimilano.it; famigliacristiana.it; suoredellacarita.org (« RIV.»).

Respuesta  Mensaje 1452 de 1557 en el tema 
De: lore luc Enviado: 24/11/2012 03:18

Sabato  24 Novembre  2012

 


Primer  Anterior  1438 a 1452 de 1557  Siguiente   Último 
Tema anterior  Tema siguiente
 
©2024 - Gabitos - Todos los derechos reservados