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Respuesta  Mensaje 1 de 1557 en el tema 
De: Enzo Claudio  (Mensaje original) Enviado: 29/11/2009 08:44
Domenica 29 Novembre
San Francesco Antonio Fasani

Lucera, 6 agosto 1681 - Lucera, 29 novembre 1742

Ancor giovane fu accolto tra i Minori Conventuali. Si distinse subito per la sua vita integerrima e fu esempio di austerità e zelo sacerdotale. Eletto Ministro Provinciale promosse le regolare disciplina in tutta la Provincia. Propagò la devozione alla Vergine Immacolata, e per circa 40 anni si rese famoso nelle Puglie per la sua ardente parola e per la grande carità verso i poveri, gli orfani e i carcerati. Fu canonizzato da Giovanni Paolo II il 13 aprile 1986.


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De: lore luc Enviado: 24/11/2012 03:19

Sabato 24 Novembre 2012

 

Santi Martiri Vietnamiti

(Andrea Dung Lac e 116 compagni)

La chiesa nel Viét-Nam è stata fecondata dal sangue dei martiri di cui ricorre, oggi, la memoria di 117 di loro.

L'opera di evangelizzazione, intrapresa fin dall'inizio del secolo XVI dal padre gesuita di Avignone Alexandre de Rhodes (1591/1660), poi stabilita nei primi Vicariati apostolici Nord (Dàng-Ngoài) e Sud (Dàng-Trong) nel 1659, ha conosciuto nel corso dei secoli un ammirevole sviluppo malgrado le innumerevoli difficoltà che ancora oggi sussistono.

Oggi la Chiesa cattolica in Viét-Nam conta 3 arcidiocesi e 23 diocesi, con 6 seminari. Sul territorio sono disseminate 2.200 parrocchie e i Cattolici sono circa 8 milioni (il 10% della popolazione); la Gerarchia Cattolica Vietnamita è stata eretta dal Beato Giovanni XXIII (Angelo Giuseppe Roncalli, 1958-1963) il 24 novembre 1960. Questo risultato è dovuto anche al fatto che, fin dai primi anni, il seme della Fede si è mescolato nella terra vietnamita con il sangue abbondante dei Martiri, tanto del clero missionario quanto del clero locale e del popolo cristiano del Viét-Nam. Tutti insieme hanno sopportato le fatiche del lavoro apostolico, come di comune accordo essi hanno affrontato anche la morte per rendere testimonianza alla verità evangelica.

La storia religiosa della Chiesa del Viét-Nam registra che vi sono stati in tutto 53 Editti, firmati dai Signori TRINH e NGUYEN o dai Re che, per quasi tre secoli, XVII, XVIII, XIX (esattamente 261 anni: 1625-1886), hanno decretato contro i cristiani persecuzioni, una più violenta dell'altra. Si contano circa 130.000 vittime cadute un po' dovunque nel territorio nazionale.

Nel corso dei secoli, questi Martiri della Fede sono stati seppelliti in forma anonima, ma la loro memoria è rimasta sempre viva nello spirito della comunità cattolica. Dall'inizio del secolo XX, 117 di questo gran numero di Eroi, le cui sofferenze si presentano come le più crudeli, sono stati scelti ed elevati all'onore degli altari dalla Santa Sede in 4 occasioni di Beatificazione:

1. nel 1900, dal Papa Leone XIII (Vincenzo Gioacchino Pecci, 1878-1903), 64 persone;

2. nel 1906, da S. Pio X (Giuseppe Sarto, 1903-1914), 8 persone;

3. nel 1909, da S. Pio X, 20 persone;

4. nel 1951, dal Venerabile Pio XII (Eugenio Pacelli, 1939-1958), 25 persone;

classificate come segue:

· Spagnoli: 11, tutti dell'Ordine dei Predicatori (Domenicani): 6 Vescovi, 5 Sacerdoti.

· Francesi: 10, tutti della Società Missioni Estere di Parigi: 2 Vescovi, 8 Sacerdoti.

· Vietnamiti: 96, 37 Sacerdoti (di cui 11 Domenicani), 59 Cristiani (di cui 1 Seminarista, 16 Catechisti, 10 Terziari Domenicani e una donna).

« Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell'Agnello. » (Ap 7,14)

secondo l'ordine cronologico seguente:

Ø 2 caduti sotto il regno del Sig. TRINH-DOANH (1740-1767);

Ø 2 caduti sotto il regno del Sig. TRINH-SAM (1767-1782);

Ø 2 caduti sotto il regno del Sig. CANH-THINH (1782-1802);

Ø 58 caduti sotto il regno del Re MINH-MANG (1820-1840);

Ø 3 caduti sotto il regno del Re THIEU-TRI (1840-1847);

Ø 50 caduti sotto il regno del Re TU-DUC (1847-1883).

E sul luogo del supplizio l'Editto reale, posto accanto a ciascun giustiziato, precisa la qualifica della sentenza:

Ø 75 condannati alla decapitazione,

Ø 22 condannati allo strangolamento,

Ø 6 condannati ad essere bruciati vivi,

Ø 5 condannati alla dilacerazione delle membra del corpo,

Ø 9 morti in prigione a causa delle torture.

Il Beato Giovanni Paolo II (Karol Józef Wojtyła, 1978-2005) li ha canonizzati il 19 giugno 1988 e dichiarati Patroni del Vietnam il 14 dicembre 1990.

La comune festa liturgica dei 117 martiri vietnamiti, fu fissata al 24 novembre, con memoria singola per alcuni di essi, specie per quelli appartenenti a Congregazioni Missionarie.

Dall'epistolario di S. Paolo Le-Bao-Tihn agli alunni del Seminario di Ke-Vinh nel 1843. (Launay A., Le clergé tonkinois et ses prêtres martyrs, MEP, Paris 1925, pp.80-83) :

« Io, Paolo, prigioniero per il nome di Cristo, voglio farvi conoscere le tribolazioni nelle quali quotidianamente sono immerso, perché infiammati dal divino amore, innalziate con me le vostre lodi a Dio: eterna è la sua misericordia (Sal 135,3). Questo carcere è davvero un'immagine dell'inferno eterno: ai crudeli supplizi di ogni genere, come i ceppi, le catene di ferro, le funi, si aggiungono odio, vendette, calunnie, parole oscene, false accuse, cattiverie, giuramenti iniqui, maledizioni e infine angoscia e tristezza. Dio, che liberò i tre giovani dalla fornace ardente, mi è sempre vicino; e ha liberato anche me da queste tribolazioni, trasformandole in dolcezza: eterna è la sua misericordia. In mezzo a questi tormenti, che di solito piegano e spezzano gli altri, per la grazia di Dio sono pieno di gioia e letizia, perché non sono solo, ma Cristo è con me. Egli, nostro maestro, sostiene tutto il peso della croce, caricando su di me la minima e ultima parte: egli stesso combattente, non solo spettatore della mia lotta; vincitore e perfezionatore di ogni battaglia. Sul suo capo è posta la splendida corona di vittoria, a cui partecipano anche le sue membra. Come sopportare questo orrendo spettacolo, vedendo ogni giorno imperatori, mandarini e i loro cortigiani, che bestemmiano il tuo santo nome, Signore, che siedi sui Cherubini (cf. Sal 79,2) e i Serafini? Ecco, la tua croce è calpestata dai piedi dei pagani! Dov'è la tua gloria? Vedendo tutto questo preferisco, nell'ardore della tua carità, aver tagliate le membra e morire in testimonianza del tuo amore. Mostrami, Signore, la tua potenza, vieni in mio aiuto e salvami, perché nella mia debolezza si è manifestata e glorificata la tua forza davanti alle genti; e i tuoi nemici non possano alzare orgogliosamente la testa, se io dovessi vacillare lungo il cammino. Fratelli carissimi, nell'udire queste cose, esultate e innalzate un perenne inno di grazie a Dio, fonte di ogni bene, e beneditelo con me: eterna è la sua misericordia. L'anima mia magnifichi il Signore e il mio spirito esulti nel mio Dio, perché ha guardato l'umiltà del suo servo e d'ora in poi le generazioni future mi chiameranno beato (cf. Lc 1,46-48). Lodate il Signore, popoli tutti; voi tutte, nazioni, dategli gloria (Sal 116,1), poiché Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole, per confondere i potenti (cf. 1 Cor 1,27). Con la mia lingua e il mio intelletto ha confuso i filosofi, discepoli dei saggi di questo mondo: eterna è la sua misericordia. Vi scrivo tutto questo, perché la vostra e la mia fede formino una cosa sola. Mentre infuria la tempesta getto l'ancora fino al trono di Dio: speranza viva, che è nel mio cuore. E voi, fratelli carissimi, correte in modo da raggiungere la corona (cf. 1 Cor 9,24); indossate la corazza della fede (cf. 1 Tess 5,8), brandite le armi del Cristo, a destra e a sinistra (cf. 2 Cor 6,79), come insegna san Paolo, mio patrono. È bene per voi entrare nella vita zoppicanti o con un occhio solo (cf. Mt 18,8-9), piuttosto che essere gettati fuori con tutte le membra. Venite in mio soccorso con le vostre preghiere, perché possa combattere secondo la legge, anzi sostenere sino alla fine la buona battaglia, per concludere felicemente la mia corsa (cf. 2 Tim 4,7). Se non ci vedremo più nella vita presente, questa sarà la nostra felicità nel mondo futuro: staremo davanti al trono dell'Agnello immacolato e canteremo unanimi le sue lodi esultando in eterno nella gioia della vittoria. Amen. »



Fonti principali : vatican.va ; maranatha.it (« RIV. »).

Respuesta  Mensaje 1454 de 1557 en el tema 
De: lore luc Enviado: 25/11/2012 05:41

Domenica  25 Novembre  2012

 

Respuesta  Mensaje 1455 de 1557 en el tema 
De: lore luc Enviado: 25/11/2012 05:42
 

Domenica 25 Novembre 2012

 

Santa Caterina d’Alessandria

Vergine e martire

(memoria facoltativa)

Di Caterina d'Alessandria, oltre all'incerta data di nascita (287?) e al fatto che fu sottoposta a martirio ad Alessandria d'Egitto nel 305, si sa poco della sua vita ed è difficile distinguere la realtà storica dalle leggende popolari.

C

aterina, secondo la tradizione, è una bella diciottenne egiziana, figlia di nobili, che, in occasione dell'insediamento ad Alessandria, avvenuto nel 305, del governatore Massimino Daia (che si proclamerà «Augusto», cioè imperatore, nel 307, morendo suicida nel 313), si presentò al palazzo nel bel mezzo dei festeggiamenti, nel corso dei quali si celebravano feste pagane con sacrifici di animali. Caterina rifiutò i sacrifici e chiese al governatore di riconoscere Gesù Cristo come redentore dell'umanità.

Di fronte alla richiesta della ragazza, il governatore convocò un gruppo di retori affinché la convincessero ad onorare gli dei. Tuttavia, per l'eloquenza di Caterina, non solo non la convertirono, ma essi stessi furono prontamente convertiti al Cristianesimo.

Il governatore ordinò la condanna a morte di tutti i retori e, dopo l'ennesimo rifiuto di Caterina, la condannò a morire, anch'essa, su una ruota dentata, ma lo strumento di tortura e condanna si ruppe e Massimino fu obbligato a far decapitare la santa.

Gli angeli portano miracolosamente il suo corpo da Alessandria fino al Sinai, dove ancora oggi l'altura vicina a Gebel Musa (Montagna di Mosè) si chiama Gebel Katherin: questo avviene il 24-25 novembre 305.

Alcuni studiosi ritengono che il racconto leggendario indichi, trasfigurandola, un'effettiva traslazione del corpo sul monte, avvenuta però in epoca successiva. Dal Gebel Katherin, infine, e in data sconosciuta, le spoglie furono portate nel monastero, a lei dedicato, fondato dall'imperatore Giustiniano.

Alle leggende, così poco attendibili, si contrappone la realtà di un culto diffuso anche fuori dall'Egitto. S. Caterina si trova, infatti, raffigurata nella basilica romana di S. Lorenzo, in una pittura dell'VIII secolo col nome scritto verticalmente: Ca/te/ri/na; a Napoli (sec. X-XI) nelle catacombe di S. Gennaro, e più tardi in molte parti d'Italia, così come in Francia e nell'Europa centro-settentrionale.

Le scarse notizie sulla sua vita hanno sempre fatto dubitare della reale esistenza di una santa Caterina d'Alessandria d'Egitto. La stessa Chiesa cattolica ha spesso espresso i suoi dubbi, culminati nell'esclusione dal martirologio tra il 1962 e il 2002, nonostante il permesso del Vaticano di festeggiarla ugualmente.

Molti sono i comuni d'Italia di cui Caterina è patrona, fra i quali: Brissogne, Castellino di Moncalvo, Comunanza, Deruta, Dorgali, Ferrara di Monte Baldo, Guastalla, Locri, Mores, Paceco, San Giovanni Ilarione, San Pietro Clarenza (comune di Catania), Santa Caterina dello Ionio, Santa Caterina di Lusiana, Santa Caterina Villarmosa, Scandiano etc.; è festeggiata anche a Novi Ligure e a Rivoli (fiera di Santa Caterina il lunedì più vicino al 25 novembre).

In Francia è patrona degli studenti di teologia e protettrice delle apprendiste sarte. Da Caterina di Alessandria deriva il termine francese catherinette (caterinetta) che in origine indicava una giovane donna da marito.

Nell'iconografia S. Caterina d'Alessandria viene rappresentata con la corona in testa e vestita di abiti regali per sottolineare la sua origine principesca. La palma che tiene in mano indica il martirio. Il libro ricorda la sua sapienza e la sua funzione di protettrice degli studi e di alcune categorie sociali dedite all'insegnamento (insegnanti e Ordini religiosi come i Domenicani e gli Agostiniani). Infine viene rappresentata con una ruota spezzata, lo strumento del martirio, ma anche l'elemento che lega la Santa a numerose categorie di arti e mestieri che hanno a che fare con la ruota. Forse è questo l'elemento che unisce S. Caterina ai ceramisti, di cui è protettrice.

Significato del nome Caterina : «donna pura» (greco).



Fonte principale : wikipendia.org («RIV.»).

Respuesta  Mensaje 1456 de 1557 en el tema 
De: lore luc Enviado: 26/11/2012 03:48

Lunedì  26 Novembre  2012

 

Respuesta  Mensaje 1457 de 1557 en el tema 
De: lore luc Enviado: 26/11/2012 03:51
 
 

Lunedì 26 Novembre 2012


Beato Giacomo Alberione

Sacerdote e fondatore della

Famiglia Paolina

G

iacomo Alberione, fondatore della Famiglia Paolina, fu uno dei più creativi apostoli del XX secolo.

Eccolo umile, silenzioso, instancabile, raccolto nei suoi pensieri che corrono alla preghiera, all’opera, sempre intento a scrutare i segni dei tempi. Il nostro Don Alberione ha dato alla Chiesa nuovi strumenti per dare vigore e ampiezza al suo apostolato... Lasci che il Papa, a nome di tutta la Chiesa, esprima la sua gratitudine.

Così si esprime il Servo di Dio Paolo VI (Giovanni Battista Montini, 1963-1978) il 28 giugno 1969. Don Alberione è in udienza dal Papa accompagnato dai partecipanti al secondo Capitolo generale e da una folta rappresentanza di Paolini e Paoline. In questa occasione il Papa conferisce al fondatore della Famiglia Paolina la croce Pro Ecclesia et Pontifice.

Due anni più tardi, il 26 novembre del 1971, nel tardo pomeriggio, Pp Paolo VI visita in forma privata Don Alberione morente. Alle 18,26 dello stesso giorno Don Alberione chiude la sua esistenza terrena. Le ultime parole lasciate come testamento spirituale ai suoi figli e alle sue figlie sono un invito alla speranza: Muoio... prego per tutti, Paradiso!.

Queste sono le tappe essenziali della sua vita:

· 1884, 4 aprile - Giacomo Alberione nasce a San Lorenzo di Fossano (Cuneo)

· 1890-1891 - Frequenta la prima classe elementare a Cherasco

· 1896, 25 ottobre - Entra nel seminario di Bra

· 1900, ottobre – Entra nel seminario di Alba

· 1900, notte di capodanno - Partecipando all'adorazione notturna nel duomo di Alba, si sente obbligato a fare qualche cosa per il Signore e gli uomini del nuovo secolo

· 1907, 29 giugno - Viene ordinato sacerdote ad Alba

· 1908 - Per alcuni mesi svolge attività pastorale a Narzole

· 1908, 1° ottobre - Rientra in seminario e viene nominato direttore spirituale dei giovani e dei chierici

· 1913, settembre - Assume la direzione del settimanale “Gazzetta d'Alba

· 1914, 20 agosto - Fonda la Società San Paolo

· 1915,15 giugno - Fonda le Figlie di San Paolo

· 1918/1922 - Nascono le pubblicazioni: “Cooperatore Paolino” (1918) - “La Domenica” (1921) - “Una Buona Parola” (1922)

· 1924, 10 febbraio - Fonda le Pie Discepole del Divin Maestro

· 1924/1931 - Nascono le pubblicazioni di : “Il Giornalino” (1924) - “La Domenica illustrata” (1926) - “La Famiglia Cristiana” (1931)

· 1936, mese di agosto - Da inizio, a Roma, alle Pastorelle

· 1938, 7 ottobre - A Genzano (Roma) nascita ufficiale delle Pastorelle

· 1939, 13 aprile - Fondazione della REF (Romana Editrice Film)

· 1957, 4 aprile - Inizia il primo capitolo generale della Società San Paolo, nel quale Don Alberione viene confermato superiore generale

· 1959, 8 settembre - A Castel Gandolfo (Roma) nascono le Apostoline

· 1960, 8 aprile - La Sacra Congregazione dei Religiosi approva l'Associazione Paolina composta di tre istituti aggregati alla Società San Paolo: Gesù Sacerdote, San Gabriele Arcangelo e Maria Ss. Annunziata

· 1969, 5 agosto - Il secondo capitolo generale della Società San Paolo proclama Don Alberione superiore generale emerito ed elegge don Luigi Damaso Zanoni come nuovo superiore generale dell'istituto

· 1971, 26 novembre - Alle 18,30 circa Don Alberione muore a Roma, nella casa generalizia, dopo aver ricevuto la visita di Pp Paolo VI

· 1981, 4 maggio - Viene concesso il “nihil obstat” per la causa della sua beatificazione

· 1996, 25 giugno - Viene firmato il Decreto di Venerabilità, con il quale si stabilisce l'eroicità delle sue virtù

· 2002, 20 dicembre - il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, promulga il decreto di Beatificazione di Don Giacomo Alberione

· 2003, 27 aprile - il Beato Giovanni Paolo II (Karol Józef Wojtyła, 1978-2005), innalza Don Giacomo Alberione agli onori dell'altare.


Respuesta  Mensaje 1458 de 1557 en el tema 
De: lore luc Enviado: 26/11/2012 03:51

La Famiglia Paolina, sullo stile di san Paolo, per farsi tutto a tutti, oltre alla Società San Paolo, è dunque composta da quattro Congregazioni:

1. le Figlie di San Paolo

2. le Suore Pie Discepole del Divin Maestro

3. le Suore di Gesù Buon Pastore (Pastorelle)

4. l'Istituto Regina degli Apostoli per le vocazioni (Suore Apostoline);

quattro Istituti, di vita secolare consacrata, aggregati alla Società San Paolo:

1. San Gabriele Arcangelo

2. Gesù Sacerdote

3. Maria Santissima Annunziata

4. Santa Famiglia;

e l' Associazione Cooperatori Paolini.

I membri della Società San Paolo, conosciuti come Paolini, fedeli alla missione loro affidata dal fondatore, si impegnano nella diffusione del messaggio cristiano utilizzando i mezzi che la tecnologia mette a disposizione dell'uomo di oggi per comunicare. Operano in 32 nazioni. Molteplici sono i campi di attività: editoria libraria, giornalistica, cinematografica, musicale, televisiva, radiofonica, audiovisiva, multimediale, telematica; centri di studio, ricerca, formazione, animazione.

Significato del nome Giacomo : “che segue Dio” (ebraico).

Per approfondimenti & la biografia è Giacomo Alberione



Fonti principali: paulus.net ; vatican.va (« RIV. »).


Preghiera
Signore, glorifica nella tua Chiesa il Beato Giacomo Alberione. Sia per noi tutti esempio e intercessore nel cammino della nostra santificazione e del nostro impegno apostolico. Apri le vie dell'evangelizzazione affinché la presenza di Gesù Maestro, Via e Verità e Vita, si irradi nel mondo per mezzo di Maria, Madre e Regina degli Apostoli.

Respuesta  Mensaje 1459 de 1557 en el tema 
De: lore luc Enviado: 27/11/2012 03:34
 

Martedì  27 Novembre  2012


Respuesta  Mensaje 1460 de 1557 en el tema 
De: lore luc Enviado: 27/11/2012 03:36

Martedì 27 Novembre 2012

 

Beata Vergine della Medaglia Miracolosa

Da giugno a dicembre del 1830 Suor Caterina Labouré, giovane novizia delle Figlie della Carità, riceve l'immensa grazia di intrattenersi per ben tre volte con la Vergine Maria (Cappella sita al 140, Rue du Bac a Parigi).

Il 18 Giugno 1830, alle 23,30, Caterina si sente chiamare per nome; un misterioso bambino è ai piedi del letto e la invita ad alzarsi: La Santa Vergine ti attende le dice. Caterina si veste e segue il bambino che diffonde raggi di luce dappertutto dove passa. Arrivati nella cappella, Caterina si ferma dalla parte della sedia del sacerdote, situata nel coro. Ode allora come il fruscio di una veste di seta. Ecco la Santa Vergine disse la sua piccola guida. Caterina esita a credere. Ma il fanciullo ripete con una voce più forte : Ecco la Santa Vergine.

Caterina corre ad inginocchiarsi presso la Madonna che è seduta sulla sedia (del sacerdote) Allora, ho fatto un balzo per avvicinarmi a lei, e mi sono messa in ginocchio sui gradini dell'altare, con le mani appoggiate sulle ginocchia di Maria. Il momento, che ho passato così, è stato il più dolce di tutta la mia vita. Mi sarebbe impossibile dire ciò che ho provato. La Santissima Vergine mi ha detto poi come avrei dovuto comportarmi con il mio confessore e molte altre cose.

Caterina riceve l'annuncio di una missione e la richiesta di fondare una Confraternita di Figlie di Maria; ciò sarà fatto dal suo confessore Padre Aladel il 2 Febbraio 1840.

Il 27 Novembre 1830 alle 17,30, durante la meditazione, Caterina vede nel posto dove ora è situata la statua della Santa Vergine del globo, come due quadri viventi che passano in dissolvenza incrociata:

- nel primo, la Santa Vergine è in piedi su una semisfera (globo terrestre) e tiene tra le mani un piccolo globo dorato. I piedi di Maria schiacciano un serpente;

- nel secondo, dalle sue mani aperte escono raggi di uno splendore abbagliante.

Nello stesso tempo Caterina ode una voce, che dice : «Ecco il simbolo delle grazie che io spando sulle persone che me le chiedono... (facendomi capire - scrive Caterina - quanto Lei fosse generosa con le persone che La pregano; quante grazie Lei accordasse a coloro che gliele chiedono, quanta gioia Lei prova accordandole!). Le gemme che restano nell'ombra rappresentano le grazie che si dimentica di chiedermi.»

Poi un ovale si forma attorno all'apparizione e Caterina vede scriversi in un semicerchio questa invocazione, prima sconosciuta : « O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi » (Originale: « O MARIE CONÇUE SANS PECHÉ PRIEZ POUR NOUS QUI AVONS RECOURS À VOUS ») scritta in lettere d'oro.

Subito dopo la medaglia si gira e Caterina vede il rovescio: in alto una croce sormonta la M di Maria, in basso due cuori, l'uno incoronato di spine, l'altro trapassato da una spada. Dodici stelle cingevano il monogramma di Maria e i due Sacri Cuori. Caterina ode allora queste parole : « Fai coniare una medaglia, secondo questo modello. Coloro che la porteranno con fede riceveranno grandi grazie ».

Dicembre 1830, ultima apparizione e commiato della Vergine Maria: «...non mi vedrai più». Qualche mese dopo le apparizioni, Suor Caterina è inviata al ricovero di Enghein (Parigi, 12°) per curare gli anziani. La giovane suora si mette al lavoro. Ma una voce interiore insiste: si deve far coniare la medaglia. Caterina ne riparla al suo confessore, Padre Aladel.

Nel Febbraio 1832 scoppia a Parigi una terribile epidemia di colera, che provocherà più di 20.000 morti! In Giugno le Figlie della Carità cominciano a distribuire le prime 2.000 medaglie, fatte coniare da Padre Aladel. Le guarigioni si moltiplicano, come le protezioni e le conversioni. Fu un avvenimento straordinario. Il popolo di Parigi chiamò la medaglia miracolosa.

Nell'autunno 1834 c'erano più di 500.000 medaglie; nel 1835 nel mondo intero ce n'erano più di un milione; nel 1839 la medaglia era diffusa in più di dieci milioni di esemplari.

Alla morte di Suor Caterina, il 31 dicembre 1876, si contavano più di un miliardo di medaglie!

Caterina Labouré è stata canonizzata dal Venerabile Pio XII (Eugenio Pacelli, 1939-1958) il 27 luglio 1947.

Per approfondimenti & è La Cappella della Madonna della Medaglia Miracolosa



Fonti principali : conchiglia.us; medagliamiracolosa.it («RIV.»).


SUPPLICA ALLA VERGINE DELLA MEDAGLIA MIRACOLOSA


(Da recitarsi alle 17 del 27 Novembre, festa della Medaglia, in ogni 27 del mese, ed in ogni urgente necessità.)


O Vergine Immacolata, noi sappiamo che sempre ed ovunque sei disposta ad esaudire le preghiere dei tuoi figli esuli in questa valle di pianto, ma sappiamo pure che vi sono giorni ed ore in cui ti compiaci di spargere più abbondantemente i tesori delle tue grazie. Ebbene, o Maria, eccoci qui prostrati davanti a te, proprio in quello stesso giorno ed ora benedetta, da te prescelta per la manifestazione della tua Medaglia. Noi veniamo a te, ripieni di immensa gratitudine ed illimitata fiducia, in quest'ora a te sì cara, per ringraziarti del gran dono che ci hai fatto dandoci la tua immagine, affinché fosse per noi attestato d'affetto e pegno di protezione. Noi dunque ti promettiamo che, secondo il tuo desiderio, la santa Medaglia sarà il segno della tua presenza presso di noi, sarà il nostro libro su cui impareremo a conoscere, seguendo il tuo consiglio, quanto ci hai amato e ciò che noi dobbiamo fare, perché non siano inutili tanti sacrifici tuoi e del tuo divin Figlio. Sì, il tuo Cuore trafitto, rappresentato sulla Medaglia, poggerà sempre sul nostro e lo farà palpitare all'unìsono col tuo. Lo accenderà d'amore per Gesù e lo fortificherà per portare ogni giorno la propria croce dietro a Lui.


Ave, Maria. O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te.


Questa è l'ora tua, o Maria, l'ora della tua bontà inesauribile, della tua misericordia trionfante, l'ora in cui facesti sgorgare per mezzo della tua Medaglia, quel torrente di grazie e di prodigi che inondò la terra. Fai, o Madre, che quest'ora, che ti ricorda la dolce commozione del tuo Cuore, la quale ti spinse a venirci a visitare e a portarci il rimedio di tanti mali, fai che quest'ora sia anche l'ora nostra: l'ora della nostra sincera conversione, e l'ora del pieno esaudimento dei nostri voti. Tu che hai promesso proprio in quest'ora fortunata, che grandi sarebbero state le grazie per chi le avesse domandate con fiducia: volgi benigna i tuoi sguardi alle nostre suppliche. Noi confessiamo di non meritare le tue grazie, ma a chi ricorreremo, o Maria, se non a te, che sei la Madre nostra, nelle cui mani Dio ha posto tutte le sue grazie? Abbi dunque pietà di noi. Te lo domandiamo per la tua Immacolata Concezione e per l'amore che ti spinse a darci la tua preziosa Medaglia.


Ave, Maria. O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te.


O Consolatrice degli afflitti, che già ti inteneristi sulle nostre miserie, guarda ai mali da cui siamo oppressi. Fai che la tua Medaglia sparga su di noi e su tutti i nostri cari i tuoi raggi benefici: guarisca i nostri ammalati, dia la pace alle nostre famiglie, ci scampi da ogni pericolo. Porti la tua Medaglia conforto a chi soffre, consolazione a chi piange, luce e forza a tutti. Ma specialmente permetti, o Maria, che in quest'ora solenne ti domandiamo la conversione dei peccatori, particolarmente di quelli, che sono a noi più cari. Ricordati che anch'essi sono tuoi figli, che per essi hai sofferto, pregato e pianto. Salvali, o Rifugio dei peccatori, affinché dopo di averti tutti amata, invocata e servita sulla terra, possiamo venirti a ringraziare e lodare eternamente in Cielo. Amen.


Salve, Regina. O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te.


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De: lore luc Enviado: 27/11/2012 03:37

Martedì 27 Novembre 2012

 

San Virgilio di Salisburgo

Vescovo

V

irgilio di Salisburgo nacque verso il 700 da una famiglia di nobili irlandesi con il nome di Feirgil. Fu abate di Aghabo, stimato geometra e astronomo. Verso il 743 lasciò l’Irlanda per la Francia, dove fu ricevuto dal re Pipino il Breve; passati due anni a Cressy, vicino a Compiegne, si recò in Baviera, su invito del duca Odilone dal quale sarà nominato vescovo di Salisburgo nel 748.

Ebbe una lunga polemica con Bonifacio, l'evangelizzatore della Germania: avendo un prete battezzato, per ignoranza del latino, un infante con la formula errata Baptizo te in nomine patria et filia et spiritu sancta (invece di ego te baptizo in nomine Patris et Filii et Spiritui Sancti), questi considerò nullo il battesimo, attirandosi le critiche di Virgilio, che considerava comunque valido il sacramento impartito e che fu appoggiato dallo stesso Pp S. Zaccaria (741-752).

Anni dopo, probabilmente per ritorsione, Bonifacio accusò Virgilio di istigare il duca Odilone contro di lui e di sostenere l’esistenza degli antipodi della Terra - ossia, di sostenere, oltre dell’emisfero boreale, anche l’esistenza dell’emisfero australe, dall’equatore all’Antartide - in quanto teoria non riconosciuta dalle Scritture.

S. Zaccaria si pronunciò anche su questa questione, scrivendo il 1° maggio 748 a Bonifacio che « se verrà stabilito chiaramente che costui ammette l’esistenza di un altro mondo, altri uomini sotto la terra o un altro sole e un’altra luna, convoca un concilio e caccialo dalla Chiesa, privandolo dell’onore del sacerdozio. Nondimeno, anche noi, scrivendo al duca, inviamo una lettera di convocazione al predetto Virgilio, perché si presenti al nostro cospetto e venga accuratamente interrogato; se verrà trovato in errore, sarà condannato alle sanzioni canoniche ».

Una tale controversia e la stessa risposta del papa è di grande interesse per comprendere quale concezione allora si avesse della Terra. Per quanto riguarda i problemi teologici coinvolti dalle teorie di Virgilio, si riteneva che Cristo avesse annunciato il proprio messaggio di redenzione, trasmesso poi dagli apostoli e dai missionari, soltanto dalla terre del Nord fino all’equatore: l’esistenza di altre terre e di altri popoli avrebbe comportato che la diffusione del vangelo non sarebbe stata universale e vi sarebbero stati discendenti di Adamo non redenti da Cristo.

Non si conosce il tenore della risposta di Virgilio né il risultato della controversia che tuttavia dovette risolversi senza problemi per lui, dato che la sua nomina a vescovo di Salisburgo fu confermata dal papa.

Al di fuori di queste controversie il vescovo Virgilio lavora a Salisburgo, e nelle campagne come in Irlanda, su due priorità: istruzione religiosa e soccorso ai poveri usando le sue solite forze di prima linea: i monaci.

L’efficacia del suo lavoro è documentata dal fatto più convincente: lui, il forestiero accolto con diffidenza, ora è richiesto da tante parti; città e paesi vogliono i suoi missionari. A Salisburgo fa costruire la cattedrale, centro solenne e stabile di una comunità che va facendosi adulta.

Quando muore, il 27 novembre 784, viene sepolto lì, con grandi onoranze. Onorato e poi dimenticato.

Quattrocento anni circa dopo la morte, un incendio distrugge la cattedrale e, negli scavi per la ricostruzione, ecco emergere la sua bara. È come se Virgilio fosse appena morto: si diffondono voci di miracoli, si raduna gente in preghiera. La figura del vescovo di Salisburgo riemerge dal silenzio: se ne richiede la canonizzazione.

Nel 1230 il processo canonico incomincia e si raccolgono, quindi, le testimonianze da mandare a Roma.

Nel 1233, Pp Gregorio IX (Ugolino dei Conti di Segni, 1227-1241) proclama santo il vescovo Virgilio e nel 1740 il suo nome sarà accolto nel Martirologio romano.

Significato del nome Virgilio: “verdeggiante, lussureggiante” (latino).



Fonti principali : wikipendia.org; santiebeati.it («RIV.»).

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De: lore luc Enviado: 28/11/2012 03:31

Mercoledì  28 Novembre  2012

 

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De: lore luc Enviado: 28/11/2012 03:33
 

Mercoledì 28 Novembre 2012

 

Santa Caterina Labourè

Vergine delle Figlie della Carità

Veggente

La festa liturgica, per le Famiglie Vincenziane, è stabilita al 28 novembre mentre quella universale è al 31 dicembre.

C

aterina, al secolo Zoe Catherine Labourè, nacque in Francia, a Fain-lès-Moutiers, un villaggio della Borgogna, il 2 maggio 1806, da Pietro e Luisa Maddalena Gontard. Rimasta orfana di madre a nove anni con sette fratelli e due sorelle, Caterina non poté frequentare le classi elementari ma dovette rendersi utile in famiglia e, più tardi, prenderne le redini.

A 12 anni, il 25 gennaio 1818, fece la prima Comunione. Giunta all'adolescenza, dopo l'apparizione in sogno di S. Vincenzo de' Paoli, che la invitava ad entrare tra le sue suore, chiese di entrare in una casa delle Figlie della Carità.

Il 21 aprile 1830 Caterina entrò come Postulante tra le Figlie della Carità (una sorella l'aveva preceduta nel 1818) a Chatillon-sur-Seine. In seguito fu mandata a Parigi per il noviziato, nella Casa Madre situata in Rue du Bac. Durante il suo noviziato ebbe altre visioni, come quelle di Gesù Eucaristico e di Cristo Re (giugno 1830).

Le apparizioni che hanno avuto la maggiore risonanza sono state quelle dell'Immacolata della "Medaglia miracolosa": 18 giugno e 26 novembre 1830 (per maggiori dettagli, & ricorrenza del 27 novembre è Beata Vergine Della Medaglia Miracolosa). Il messaggio mariano era semplice, predisponeva alla proclamazione del dogma dell'Immacolata (Beato Pio IX - Giovanni Maria Mastai Ferretti, 1846-1878 - l'8 dicembre 1854) insegnando una semplice ed essenziale preghiera: “O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi”. Caterina sentiva quindi l'invito: « Fai coniare una medaglia su questo modello; le persone che la porteranno al collo riceveranno grandi grazie. Le grazie saranno più abbondanti per le persone che la porteranno con fiducia » ed infine veniva assicurata della protezione di Maria sulla famiglia vincenziana che usciva dolorosamente provata dall'epoca rivoluzionaria e napoleonica.

Caterina confidò il suo segreto al confessore P. Giovanni Battista Aladel che ne parlò all'arcivescovo di Parigi, mons. Giacinto De Quélen, che autorizzò il conio della medaglia: le prime uscirono nel giugno 1832. In dieci anni vennero coniate e diffuse ben 100 milioni di medaglie che subito varcarono i confini della Francia e venne popolarmente chiamata "Medaglia Miracolosa".

Caterina, eccezion fatta per i pochi superiori ai quali dovette manifestare quanto era accaduto, si chiuse nel più grande riserbo e rimase nell'ombra per il resto della sua esistenza. Terminato il noviziato, il 20 gennaio 1831, vestiva l'abito delle Figlie della Carità e il 3 maggio 1835 pronunciava i primi voti.

Veniva inviata a svolgere la sua missione nella Casa di riposo di Reuilly, dedicata al Duca d'Enghien. Qui vi rimase fino alla fine dei suoi giorni servendo con premura materna i poveri, gli anziani, i malati nelle diverse mansioni che le vennero affidate.

L'aver visto la Madonna non fu mai occasione di vanto, ma di impegno e stimolo. Alla fine della vita dirà: Io non sono stata che uno strumento. Non è per me che la S. Vergine è apparsa, ma per il bene della Compagnia e della Chiesa. Nulla di appariscente ci fu nella sua esistenza: praticò le virtù cristiane e quelle della donna consacrata in maniera umile e forte, semplice ed eroica, raggiungendo un alto grado di santità nella vita quotidiana e nel servizio dei poveri nei quali scorgeva il volto di Cristo.

Gli anni si facevano sentire come pure i vari malanni, di cui soffriva, si aggravarono. Si spense con grande serenità di spirito il 31 dicembre 1876.

Nel 1896 si apriva il processo diocesano e nel 1907 la causa di beatificazione e canonizzazione venne introdotta a Roma.

Fu beatificata da Pp Pio XI (Ambrogio Damiano Achille Ratti, 1922-1939) il 28 maggio 1933 e canonizzata dal Venerabile Pio XII (Eugenio Pacelli, 1939-1958) il 27 luglio 1947.

Quando la sua salma fu esumata, le mani, che avevano toccato la Madonna, e gli occhi, che l'avevano veduta, apparvero straordinariamente conservati; le sue reliquie riposano nella cappella in cui ebbe le apparizioni.

Significato del nome Caterina : “donna pura” (greco).

Per approfondimenti & è Vita di Santa Caterina Laboure

è La Medaglia Miracolosa



Fonti principali : wikipendia.org; santiebeati.it; medagliamiracolosa.it («RIV.»).


CORONCINA DELLA MEDAGLIA MIRACOLOSA.


O Vergine Immacolata della Medaglia Miracolosa, che, mossa a pietà dalle nostre miserie, scendesti dal cielo per mostrarci quanta cura prendi alle nostre pene e quanto ti adoperi per allontanare da noi i castighi di Dio e ottenerci le sue grazie, soccorrici in questa presente nostra necessità e concedici le grazie che ti domandiamo.


Ave, Maria. O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te. (tre volte).


O Vergine Immacolata, che ci hai fatto dono della tua Medaglia, quale rimedio a tanti mali spirituali e corporali che ci affliggono, come difesa delle anime, medicina dei corpi e conforto di tutti i miseri, ecco che noi la stringiamo riconoscenti sul nostro cuore e ti domandiamo per essa di esaudire la nostra preghiera.


Ave, Maria. O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te. (tre volte).


O Vergine Immacolata, che hai promesso grandi grazie ai devoti della tua Medaglia, se ti avessero invocato con la giaculatoria da Te insegnata, noi, pieni di fiducia nella Tua parola, ricorriamo a Te e Ti domandiamo, per la Tua Immacolata Concezione, la grazia di cui abbiamo bisogno.


Ave, Maria. O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te. (tre volte).


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De: lore luc Enviado: 28/11/2012 03:36

Mercoledì  28 Novembre  2012

 

Beati Francisco Esteban Lacal

e 21 compagni Missionari O.M.I.

e Cándido Castán San José, laico

MARTIRI † 1936

La persecuzione religiosa in Spagna, verificatasi nel corso degli anni ‘30, ha raggiunto tristemente il suo apice nei primi mesi della Guerra Civile spagnola, da luglio a dicembre del 1936, e si è prolungata, senza perdere la sua efferatezza, fino al marzo del 1939.

Nel 1961, il sacerdote e giornalista Antonio Montero Moreno, nella sua tesi dottorale “Storia della persecuzione religiosa in Spagna” presenta una statistica di 6832 ecclesiastici sacrificati durante tale persecuzione: 12 vescovi, 4172 sacerdoti; 2365 religiosi e 283 religiose.

Anche in quel tempo così difficile, i Missionari Oblati, continuavano a svolgere la loro preziosa opera pastorale, iniziata nel quartiere della stazione di Pozuelo de Alarcon (Madrid), nel 1929. Esercitano il servizio di cappellani in tre comunità di religiose, collaborano anche nelle parrocchie vicine, insegnano catechismo e la loro corale interviene nelle celebrazioni liturgiche.

Allora scoppia la sanguinosa guerra civile, un conflitto combattuto, dal luglio 1936 all’aprile 1939, dai nazionalisti anti-marxisti e d'ispirazione di destra contro i "Republicanos" composti da truppe governative e sostenitori filo-marxisti della Repubblica spagnola: una guerra lacerante che terminerà con la sconfitta della causa repubblicana e darà il via alla dittatura del generale nazionalista Francisco Franco.

In questa temperie l’attività religiosa degli Oblati di Pozuelo comincia a dare fastidio ai comitati rivoluzionari (socialisti, comunisti e sindacalisti, laicisti radicali) del quartiere.

I "frati" (così li chiamano) hanno la "colpa" di animare la vita religiosa nella zona. La comunità degli Oblati non si lascia però intimidire: intensifica le misure di prudenza, così come le iniziative per diffondere serenità e calma, sempre con la particolare attenzione a non rispondere agli insulti provocatori. Il programma di formazione spirituale e intellettuale prosegue, anche perché, sebbene le minacce rivoluzionarie si facciano sempre più aggressive, i superiori oblati non immaginano che la situazione possa diventare così grave e drammatica come invece lo sarà.

Il contesto degenera a partire dal 20 luglio 1936, quando giovani socialisti e comunisti scendono in piazza e danno fuoco a chiese e conventi, in particolare a Madrid. I miliziani di Pozuelo assaltano la cappella del quartiere della stazione, portano in piazza gli ornamenti e le immagini e li incendiano, così come bruciano la stessa cappella. Due giorni dopo, un nutrito contingente di miliziani, armati di fucili e pistole, irrompe nel convento, arresta i religiosi (sono 38) e li rinchiude in un piccolo locale. I prigionieri hanno subito la sensazione che la morte sia vicina. E non si sbagliano.

Il giorno 24, alle 3 del mattino, avvengono le prime esecuzioni. Nessun interrogatorio, nessun pseudo-tribunale, nessuna difesa. Semplicemente chiamano sette di quei religiosi (ai quali si aggiungerà un laico, Cándido Castán San José, padre di famiglia) e li separano dagli altri.


Respuesta  Mensaje 1465 de 1557 en el tema 
De: lore luc Enviado: 28/11/2012 03:36

Questi primi condannati a morte sono:

(N.B. Per approfondimenti sui 23 Beati, cliccare sui loro nomi evidenziati)

Juan Antonio Pérez Mayo - Sacerdote, Professore di Filosofia e formatore

Nato a Santa Marina del Rey (León) il 18 novembre 1907. Età: 29 anni.

Juan Antonio Pérez Mayo

Manuel Gutiérrez Martín - Oblazione perpetua. Suddiacono

Nato a Fresno del Río (Palencia) il 1°gennaio 1913. Età: 23 anni.

Manuel Gutiérrez Martín

Cecilio Vega Domínguez - Oblazione perpetua. Suddiacono

Nato a Villamorde Órbigo(León) l’8 settembre 1913. Età: 23 anni.

Cecilio Vega Domínguez

Juan Pedro Cotillo Fernández - Oblazione perpetua nel 1935

Nato a Sierode la Reina (León) il 1° maggio 1914. Età: 22 anni.

Juan Pedro Cotillo Fernández

Pascual Aláez Medina - Prima Oblazione nel 1935

Nato a Villaverdede Arcayos(León) l’11 maggio1917. Età: 19 anni.

Buono e fiducioso, incapace di far del male a chiunque, non sopportava che altri lo facessero.

Pascual Aláez Medina

Francisco Polvorinos Gómez - Oblazione perpetua ritardata, a causa del servizio militare

Nato a Calaveras de Arriba (León) il 29 gennaio1910. Età: 23 anni.

Francisco Polvorinos Gómez

Justo González Lorente - Prima Oblazione nel 1933, pronto per la perpetua

Nato a Villaverdede Arcayos(León) il 14 ottobre 1915. Età: 21 anni.

Justo González Lorente

Cándido Castán San José - Laico, padre di famiglia, militante, cattolico.

Nato a Benifayó (Valencia) il 5 agosto 1894. Età: 42 anni.

Cristiano coerente, Presidente della Confederazione Nazionale degli Operai Cattolici.

Fu ucciso con il primo gruppo di Martiri Oblati. Aveva due figli, 15 e 8 anni.

Cándido Castán San José (Es)

Vengono fatti salire sulle auto e portati al martirio: Casa de Campo di Madrid.

I religiosi rimasti nella cella improvvisata dedicano il tempo di attesa alla preghiera. Ma l’ultimo atto della loro esistenza non si compie subito: inaspettatamente, il giorno seguente vengono liberati.

Dopo tre mesi di nascondigli e clandestinità, però, sono nuovamente arrestati. In carcere soffrono una lenta e atroce agonia di fame, freddo, terrore e minacce. I pochi sopravvissuti racconteranno della loro eroica sopportazione: quelle settimane di pene le affrontano in un costante e impressionante clima di carità reciproca e di preghiera silenziosa. Fino al mese di novembre, quando, per la maggior parte di loro, giunge la fine di quel calvario.

Il giorno 7 novembre vengono giustiziati :

José Vega Riaño - Sacerdote, Professore di Teologia e formatore

Nato a Siero de la Reina (León) il 19 marzo 1904. Età: 32 anni.

José Vega Riaño

Serviliano Riaño Heerrero - Prima Oblazione nel 1933

Nato a Prioro (León) il 22 aprile 1916. Età: 20 anni.

Serviliano Riaño Heerrero

Il 28 novembre tocca ad altri tredici. Sempre senza alcuna denuncia, giudizio, difesa, spiegazioni; nulla di nulla, nemmeno inscenato o simulato: solo l’annuncio dei loro nomi da altoparlanti. Vengono condotti a Paracuellos de Jarama, e lì fucilati :

Francisco Esteban Lacal - Superiore Provinciale di Spagna -

Nato a Soria l'8 febbraio 1888. Età: 48 anni.

Francisco Esteban Lacal

Vicente Blanco Guadilla - Superiore della comunità oblata di Pozuelo

Nato a Frómista (Palencia) il 5 aprile 1882. Età: 54 anni.

Vicente Blanco Gaudilla

Gregorio Escobar García - Ordinato sacerdote il 6 giugno 1936

Nato a Estella (Navarra) il 12 settembre 1912. Età: 24 anni.

Gregorio Escobar García

Juan José Caballero Rodríguez - Prossimo all’Ordinazione sacerdotale

Nato a Fuenlabradade los Montes (Badajoz) il 5 marzo 1912. Età: 24 anni.

Juan José Caballero Rodríguez

Publio Rodríguez Moslares - Oblazione perpetua nel 1935

Nato a Tiedra (Valladolid) il 12 novembre 1912. Età: 24 anni.

Publio Rodríguez Moslares

Justo Gil Pardo - Oblazione perpetua. Suddiacono

Nato a Lukin (Navarra) il 18 ottobre 1910. Età: 26 anni.

Justo Gil Pardo

Ángel Francisco Bocos Hernández - Fratello Coadiutore, religioso, professo dal 1901

Nato a Ruijas-Valderrible (Cantabria) il 27 gennaio 1883. Età: 53 anni.

Ángel Francisco Bocos Hernández

Marcelino Sánchez Fernández - Fratello Coadiutore, religioso, professo dal 1928.

Nato a Santa Marina del Rey (León) il 30 dicembre 1910. Età: 26 anni.

Impegnato in vari servizi domestici, generoso e delicato con tutti. Amava ardentemente il Rosario.

Marcelino Sánchez Fernández (Es)

José Guerra Andrés - Prima Oblazione nel 1932

Nato a León il 13 novembre 1914. Età: 22 anni

José Guerra Andrés

Daniel Gómez Lucas - Prima Oblazione nel 1935

Nato a Hacinas (Burgos) il 10 aprile 1916. Età: 20 anni.

Daniel Gómez Lucas

Justo Fernández González - Prima Oblazione nel 1935

Nato a Huelde (León) il 2 novembre 1916. Età: 20 anni.

Justo Fernández González

Clemente Rodríguez Tejerina - Prima Oblazione nel 1935

Nato a Santa Olajade la Varga (León), il 23 luglio 1918. Età: 18 anni.

Clemente Rodríguez Tejerina

Eleuterio Prado Villarroel - Fratello Coadiutore, religioso, professo dal 1935.

Nato a Prioro (León) il 20 febbraio 1915. Età: 21 anni.

Eleuterio Prado Villarroel

Tutti muoiono perdonando i carnefici, e, nonostante le torture psicologiche subite durante la crudele prigionia, nessuno perde la fede, né si lamenta di avere abbracciato la vocazione religiosa.

Non è stato possibile ottenere informazioni di testimoni oculari sul momento dell’esecuzione di questo gruppo di 13 O.M.I. Soltanto il becchino dichiarò: « Sono completamente convinto che il 28 novembre 1936 un sacerdote chiese alle milizie che gli permettessero di dire addio a tutti i suoi compagni e dar loro l’assoluzione. Grazia che gli fu concessa. Una volta che ebbe terminato, pronunziò ad alta voce queste parole: Sappiamo che ci uccidete perché siamo cattolici e religiosi. Lo siamo. Tanto io che i miei compagni vi perdoniamo di cuore. Viva Cristo Re!”». Queste furono le ultime parole del Provinciale degli Oblati.

Francisco Esteban Lacal e 21 compagni, Missionari Oblati di Maria Immacolata, ed un laico, Cándido Castán San José sono stati beatificati il 17 dicembre 2011 nella cattedrale di Santa María la Real de la Almudena, nel cuore di Madrid. La cerimonia eucaristica è stata presieduta dal Card. Angelo Amato S.D.B., prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, che rappresentava Papa Benedetto XVI.

Alla cerimonia, che ha avuto luogo nell'anno commemorativo del 150° anniversario della morte del fondatore della Congregazione, Charles-Joseph-Eugène de Mazenod (1782-1861), canonizzato dal Beato Giovanni Paolo II (Karol Józef Wojtyła, 1978-2005) il 3 dicembre del 1995, hanno partecipato il Padre Generale degli Oblati, numerosi membri della Congregazione, inoltre il Card. arcivescovo di Madrid, Antonio María Rouco Varela, il Card. Prefetto della Congregazione del Culto Divino, Antonio Cañizares Llovera, 21 vescovi della Spagna, degli Stati Uniti e del Venezuela e 72 sacerdoti concelebranti.



Fonti principali: news.va; martiripozuelo.wordpress.com; vaticaninsider.lastampa.it (« RIV.»).

Respuesta  Mensaje 1466 de 1557 en el tema 
De: lore luc Enviado: 29/11/2012 04:23

Giovedì  29 Novembre  2012

 

Respuesta  Mensaje 1467 de 1557 en el tema 
De: lore luc Enviado: 29/11/2012 04:25
 

Giovedì 29 Novembre 2012

 

San Francesco Antonio Fasani

Sacerdote O.F.M. Conv.

F

rancesco Antonio Fasani, chiamato dai lucerini familiarmente Padre Maestro, nacque a Lucera, il 6 agosto 1681, da umili e modesti lavoratori : Giuseppe Fasani e Isabella Della Monica. Battezzato il 10 agosto con i nomi di Donato Antonio Giovanni Nicolò, era chiamato da tutti, familiarmente, Giovanniello.

Quando era ancora piccolo, il padre morì e sua madre Isabella, fu costretta a risposarsi con Francesco Farinacci, anch’egli un buon cristiano come il defunto Giuseppe. Giovanniello entrò molto giovane nell’Ordine di S. Francesco, tra i Minori Conventuali del convento di Lucera e vi rifulse per innocenza di vita, spirito di penitenza e povertà, ardore serafico e zelo apostolico, sì da sembrare un “S. Francesco Redivivo”.

Il 23 agosto 1695 entrò nel noviziato dei Frati Minori Conventuali di Monte S. Angelo, prese il nome di Francesco Antonio e il 23 agosto 1696 vi emise la professione solenne.

Il giovane frate Francesco Antonio completò gli studi umanistici e frequentò i corsi filosofici nei seminari della sua Provincia religiosa. Successivamente iniziò i corsi di teologia nello Studio di Agnone, lì proseguì nello Studio Generale di Assisi presso la Tomba di S. Francesco, dove ricevette l'ordinazione sacerdotale l’11 settembre 1705; e sempre in Assisi frequentò pure il corso teologico accademico fino al 1707.

Il tirocinio degli studi, espletato con impegno e con vivo desiderio di assimilare il valore salvifico dei misteri della fede, lo resero profondo in filosofia e dotto in teologia, come attesterà ai Processi Canonici Antonio Lucci, Vescovo di Bovino, che era stato suo condiscepolo ed emulo nell'esercizio delle virtù religiose. Nel contempo attraverso una intensa formazione spirituale, coadiuvata da illuminati maestri di spirito, progrediva nella vita di unione con Dio configurandosi al Signore nella consacrazione religiosa e nel carisma sacerdotale.

Dal 1707 fino alla morte, per trentacinque anni continui, visse a Lucera rendendo splendida testimonianza di vita evangelica e di zelante ministero pastorale: per questo ammirato dai fedeli di Lucera, di tutta la Daunia e del Molise. Nell'ambito del suo Ordine Francescano ricoprì uffici di particolare responsabilità. Valente lettore di filosofia scolastica e stimato maestro dei giovani novizi e professi, diede notevole impulso alla formazione spirituale e dottrinale dei confratelli.

Nel 1709 conseguì la laurea in teologia, e da allora il Padre Fasani venne comunemente chiamato con l'appellativo di Padre Maestro, titolo che ancora oggi gli viene attribuito a Lucera. Esercitò con carità e saggezza gli uffici di superiore locale e provinciale dimostrandosi efficace animatore della vita religiosa dei confratelli.

Scrisse alcune operette predicabili, tra cui un Quaresimale, un Mariale, una esposizione al Pater e al Magnificat, e vari Sermoni di cui alcuni in lingua latina. Suo principale intendimento nel predicare era quello di farsi capire da tutti, come nella sua modestia era solito dire; la sua catechesi, tipicamente francescana, era rivolta di preferenza all'umile popolo verso cui si sentiva particolarmente attratto.

Inesauribile fu la sua carità verso i poveri e sofferenti; fra le varie iniziative, promosse la simpatica usanza di raccogliere e distribuire pacchi-dono ai poveri in occasione del S. Natale. Ma il suo zelo e la sua carità sacerdotale rifulsero in modo singolarissimo nell'assistenza ai carcerati e ai condannati che accompagnava personalmente fino al luogo del supplizio per confortarne gli estremi momenti.

Fu devotissimo dell'Immacolata Concezione: alle anime che egli dirigeva era solito inculcare gli atti di ossequio alla Madonna e la meditazione delle sue virtù. Anche oggi è oggetto di particolare venerazione, nella chiesa di S. Francesco, la bella statua dell'Immacolata che fece venire da Napoli; il popolo canta tuttora la canzone mariana da lui composta.

Morì a Lucera il 29 novembre 1742, il primo giorno della novena dell'Immacolata.

Dopo la morte, per oltre due secoli, continuò a rimanere nell’ombra, conosciuto ed amato solo dai suoi compaesani che godevano, di generazione in generazione, del suo aiuto e della sua potente protezione.

Fu beatificato dal Venerabile Pio XII (Eugenio Pacelli, 1939-1958) il 15 aprile 1951. Il 13 aprile 1986, all’interno della Basilica di S. Pietro, il Beato Giovanni Paolo II (Karol Józef Wojtyła, 1978-2005) dichiarò santo Francesco Antonio Fasani e, dopo un anno dalla canonizzazione, il 25 maggio 1987, si recò in pellegrinaggio in Puglia e si fermò a Lucera per venerare il corpo del Padre Maestro.

Dal 2001, la vecchia Chiesa di S. Francesco è divenuta il Santuario di S. Francesco Antonio Fasani, dove ogni anno migliaia di devoti si recano ai piedi dell’altare ad onorare il Padre Maestro.

Significato del nome Francesco : “uomo libero” (antico tedesco).

Significato del nome Antonio : “nato prima” o “che fa fronte ai suoi avversari” (greco).

Per approfondimenti & è Biografia



Fonti principali : wikipendia.org; santiebeati.it; vatican.va («RIV.»).


Preghiera al Padre Maestro

O San Francesco Antonio Fasani, tu che sei stato l’innamorato della Vergine Immacolata, insegnaci a guardare con occhio puro e casto le bellezze del creato, a conformare la nostra vita alla tua per piacere al Padre celeste e alla Madre di Gesù e Madre nostra.


Tu amico di ogni uomo e soprattutto dei più miseri e bisognosi, fa che anche noi sappiamo vedere nel volto di ogni fratello il Cristo umile, povero e amico di tutti.


In un mondo lacerato da rancori, guerre e divisioni di ogni genere, insegnaci ad essere testimoni e messaggeri di pace, gioia e bene. Amen!


Pater, Ave e Gloria.



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