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Un inizio, una fine, un inizio
Succede, è un attimo ed è tutto diverso, gli sguardi si incrociano, la voce si abbassa, gli argomenti cambiano, il destino fa il suo lavoro.
... E succede, è di nuovo un attimo ed è tutto diverso, due mondi si staccano e tutto finisce, fino al prossimo incontro. |
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L'urto
Arrivano quelli che dicono di avere capito tutto, arrivano forte, esercito di sfondamento, forti del loro non aver capito niente, la forza dell'ignoranza ha seppellito la scienza ... e la coscienza |
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Piccola strada che non porta a nulla, col mio piede zoppo che certo non mi aiuta. Potesse la voglia far camminare le gambe sarei già là da tanto tempo, ma ci si è messo in mezzo il mondo per lasciarmi indietro, per farmi vivere due vite in una senza arrivare in fondo. |
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La fila
Arrivano, passano, spariscono. Si portano stancamente a sera, poi stancamente a domani, e poi ancora, ancora ed ancora, all'eterno dopo, finché durano gli "ancora", che hanno sostituito le ore ed i minuti della loro vita. |
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Fino a ieri
T'ho aspettata sotto la pioggia, con l'emozione del primo appuntamento e l'amore delle mille altre volte. Ti ho aspettata al sole col culo sopra una lambretta o appoggiato ad un muretto, in mezzo a chi aspettava l'autobus, alla messa della domenica mattina. Insieme a chi manifestava perché si aspettava di più dalla vita, ed io lì in mezzo ma aspettavo te. Tu eri il mio di più dalla vita, bastavi. |
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Uno sguardo veloce
Le tue cose sparse in giro, come nella stanza di un albergo quelle di un viaggiatore che va di fretta o come quelle di chi vive di fughe. Basta poco per vedere che non c'è nulla di me nella tua vita, mentre io ho pezzi di te dentro il mio cuore. Anche se la mente si rifiuta di ricordare il tuo nome.
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E adesso si è calmato il vento, non sferza più, ma il cuore no, lui urla, come se fosse fuori da me in corsa, in fuga, e batte forte, lo sento, come una bomba. E la rabbia, la consigliera di sempre, mai ascoltata, temuta, ma saggia con me, lei che mi guarda con sdegno, io che l'ho tradita, delegando le mie ragioni a terzi, io che non gli ho permesso di farsi spada. Si allontana in cerca di un corpo nuovo, di nuovo lavoro. Respiro forte, fermo al muro, inutile. |
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Buongiorno
Esco al mattino presto, prendo aria ed ispirazione allo star male, ma non scarico la rabbia, spezzo la prima luce in due. Vedo tornare a casa quello a cui è andata buca, quello con la scusa pronta per la moglie, vedo tornare da solo quello che non sa dove tornare, ne dove è andato e sento il fumo di quello che è andato e non ritorna più. Vedo chi ha paura del giorno, chi della notte, chi come me, di tutto. |
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La festa di paese
Nella piazza d'agosto, il grande sole di cartone rosso e giallo appeso al palo alto ci guardava sorridente, ma se gli avessimo chiesto cosa pensava di noi, del nostro ballare, forse avrebbe smesso di ridere, e di recitare quella parte. |
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L'esilio
Siamo arrivati, qui dove nessuno sa chi siamo, dove nessuno chiede niente, qui dove ognuno si tiene in pancia i suoi segreti, il suo vissuto. Tutti hanno sotterrato i vecchi nomi. Lingua ed orecchie non hanno un gran da fare, se non per mangiare ed ascoltarsi masticare. |
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Sul marmo
Nessuno lo avrebbe immaginato, gliele ha trovate il medico, nascoste sotto ciglia, quando ha fatto l'autopsia. Erano lacrime nascoste, dolore, è morta piangendo, morta d'amore. |
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Ottanta o giù di lì
Le mie orecchie un po' sorde tollerano appena la tua voce, i miei occhi si soffermano solo sulle tue rughe. Contiamo gli anni passati insieme, ognuno col suo pallottoliere, e ci interroghiamo con la mente su quelli che restano, ognuno sperando di arrivare secondo, dopo l'altro. Parliamo male della televisione, ma la benediciamo in silenzio, l'amante di entrambi. |
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Posizione ad elle
Io ci sarò domani e dopo, fermo allo stesso posto, a contare le auto che passano, o le rane immaginate. A guardare nel vuoto, oppure il pieno, con gli occhi che si ribellano a quel lavoro monotono, io ci sarò, domani e dopo, piantato a terra, albero vecchio o palo del telefono, oppure neanche visto, urtato, non scansato. Ed alla fine del mio tempo ancora ci sarò, sdraiato a terra, albero spezzato. |
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Al capezzale di E.
Quando alla fine dei piaceri della vita, frutto meschino del tuo rubare farai i conti con te stessa, ti accorgerai che il tempo non ti basta per pentirti e mentre sarai ancora viva ti sentirai strappare e tirare in basso, ricorderai quel Dio che alla fine ci torna sempre in mente per prenotarsi un posto nell'aldilà temuto, io sarò lì a guardare, anche se non mi vedrai. |
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Due
Ti penso, ma è la sua testa che lo sa non la mia se solo tornassi in me. |
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Ci dividiamo
Tu, perditi dove vuoi, e resta perso, non rientrare. Mantieni la fortuna che ti è toccata, goditi l'anticipo del paradiso. Quanto a me, perdimi dove vuoi, tanto nessun posto sarà quello dove avrei voluto perdermi io. |
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