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El rincón de la poesía: HOLA FEBRERO
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Respuesta  Mensaje 1 de 3 en el tema 
De: 2158Fenice  (Mensaje original) Enviado: 01/02/2018 07:12

 

 
 

                    

 
Hélène Cixous, una de las escritoras y pensadoras francesas más valiosas del panorama actual. Nacida en Orán (Argelia) en el seno de una familia judía/alemana con ancestros Argelios/españoles, la exclusión que vivió durante su infancia en la Argelia colonial y antisemita la condujo a rechazar cualquier asignación identitaria fija (sea como «mujer», como  « judía»  o como «feminista»), aunque ello no le ha impedido reflexionar sobre qué significan dichas identidades y comprometerse políticamente con diversas causas relacionadas con éstas. Desde finales de los años sesenta, Cixous ha publicado más de sesenta libros en el campo del ensayo, la ficción y el teatro, cuestionando las fronteras entre dichos géneros; su famoso texto «La risa de la Medusa» es una pieza fundamental de la teoría feminista y los estudios de género. En su variada obra, el tema de la visión y su aparente opuesto, la ceguera, representa una suerte de hilo conductor. Ver con Hélène Cixous incluye un texto inédito de la autora, y nueve ensayos redactados por especialistas de variadas procedencias geográficas i intelectuales (la filosofía, la estética, la crítica literaria, la traducción…), con el fin de ofrecer una visión rigurosa y al tiempo accesible de la riquísima obra de Hélène Cixous.
 


Nell'infanzia dell'opera c'è l'io, i suoi terrori;

le sue domande, i suoi chi sarò,

le sue grida di sete, le sue camere oscure e demoniache.
Ho dovuto scrivere alcuni testi per riordinare le camere e mettere in pace l'io.
Dopo aver raggiunto la pace nell'opera come nella vita,

si può sperare che l'io faccia silenzio, per dare spazio al mondo.
Dopo essere rimpicciolito, cresciuto, si spera si allontani fino a cancellarsi,

e che l'immensa spiaggia nuda sulla quale faceva i suoi tumultuosi esercizi,

sia resa infine agli ospiti stranieri, ai non-io, ai passanti, all'umanità.
Entrano finalmente gli Altri.
Ho l'onore di essere la scena dell'altro.

Hélène Cixous

 

En la infancia de la obra está el yo, sus terrores;
sus preguntas, sus quien seré,
sus gritos de sed, sus habitaciones oscuras y demoníacas.
He tenido que escribir algunos textos para reordenar
las habitaciones y poner en paz al yo.
Después de haber alcanzado la paz en la obra como en la vida,
se puede esperar que el yo se calle, para dar espacio al mundo.
Después de ser achicado, crecido, se espera que se aleje hasta borrarse,
y que la inmensa playa desnuda en la que hacía sus tumultuosos ejercicios,
les sea devuelta por fin a los huéspedes extranjeros,
a los no-yo, a los transeúntes, a la humanidad.
entran por fin Los Otros.
Tengo el honor de ser la escena del otro.
 
Hélène Cixous


Essere umani significa mettere in discussione ogni cosa, in modo aperto.

Significa sapere chi siamo e scegliere una strada non perché obbligati a intraprenderla

ma perché siamo stati noi a lastricarla.

(Joumana Haddad)

 

Ser humanos significa poner en discusión cada cosa, de modo abierto.
Significa saber quienes somos y elegir un camino no porque obligados a emprenderlo
sino porque hemos sido nosotros a pavimentarlo.
(Joumana Haddad)


" Quando la mente è rilassata e a suo agio, quando non va disperatamente a caccia di risposte o soluzioni,

quando non fugge e non fa opposizione, solo allora può esservi rigenerazione.

Allora la mente percepisce la verità, ed è la verità che ci fa liberi.

Non gli sforzi per liberarci. " (Jiddu Krishnamurti)

 

" Cuando la mente es relajada y a su bienestar, cuando no va desesperadamente en busca de respuestas o soluciones,
cuando no huye y no hace oposición, sólo entonces puede haber regeneración.
Entonces la mente percibe la verdad, y es la verdad que nos hace libres.
No los esfuerzos para liberarnos. " (Jiddu Krishnamurti)
 


Il mondo sembra essere un gigantesco asilo dentro al quale la stragrande maggioranza dei "bambini" è impegnata per la maggior parte del tempo ad esercitare i propri giochi di potere e di sfruttamento. L'uomo non sa ancora stare sulle proprie gambe, non è ancora un 'individuo', appartenente solo a se stesso, è piuttosto un essere bisognoso di appartenere alla massa, al branco, cioè ad un modello sociale e culturale già costituito. Vive aggrappato, per paura, a un'identità 'sociale', costantemente identificato con un'infinità di cose che non sono lui, ma che sono semplicemente componenti strutturali del mondo in cui vive, della cultura dentro alla quale è cresciuto e della quale quotidianamente si nutre. In questo senso l'uomo è estremamente conservatore, poco disposto a rivedersi, a mettersi in discussione. Il filosofo Sartre ha scritto: "L'uomo è condannato ad essere libero". Per sfuggire a questa 'condanna', l'uomo è, tuttora e da sempre, alla ricerca di qualcuno che si faccia responsabile al posto suo, che lo sollevi dal 'terribile' peso della libertà. E il dittatore, naturalmente, compare là dove c'è qualcuno pronto a farsi servo.

(Maurizio Buvoli)

 

El mundo parece ser una gigantesca guardería en la que la inmensa mayoría de los " niños " es empeñada por la mayor parte del tiempo a ejercer los mismos juegos de poder y de explotación. El hombre no sabe todavía pararse en sus mismas piernas, no es todavía un ' individuo ', perteneciente sólo a él mismo, es más bien un ser que necesita pertenecer al montón, a la manada, es decir a un modelo social y cultural ya constituido. Vive agarrado, por miedo, a una identidad ' social ', constantemente identificado con una infinidad de cosas que no son él, pero que son sencillamente componentes estructurales del mundo en que vive, de la cultura en la que creció y de la que se alimenta cotidianamente. En este sentido el hombre es extremadamente conservador, poco dispuesto a revisarse, a ponerse en tela de juicio. El filósofo Sartre ha escrito : " El hombre es condenado a ser libre." Para huir de esta ' condena ', el hombre es, todavía y desde siempre, a la búsqueda de alguien que se haga responsable en su lugar, que lo alivien del ' terrible ' peso de la libertad. Y el dictador, naturalmente, aparece allá dónde hay alguien listo a hacerse servil.

(Maurizio Buvoli)



G. J. Gurdjieff. da “Frammenti… “ di Ouspensky


" L'identificazione è il nostro nemico più terribile, perché penetra ovunque e ci inganna

proprio nel momento in cui crediamo di lottare contro di essa.
Se ci è tanto difficile liberarci dalla identificazione, è perché ci identifichiamo

più facilmente con le cose a cui siamo maggiormente interessati,

quelle alle quali diamo tutto il nostro tempo, il nostro lavoro e la nostra attenzione.

Per liberarsi dall'identificazione, l'uomo  deve stare
costantemente in guardia ed essere inflessibile verso sé stesso:

non deve aver paura di smascherare tutte le sue forme più sottili e nascoste. "

" L'identificazione è l'ostacolo principale al ricordarsi di sé.

Un uomo che si identifica è incapace di ricordarsi di sé stesso.

Per potersi ricordare di sé, occorre per prima cosa non identificarsi.

Ma per imparare a non identificarsi, l'uomo deve innanzi tutto non identificarsi con sé stesso,

non chiamare sé stesso ' io ' sempre e in tutte le occasioni.

Egli deve ricordarsi che in lui sono due, che c'è lui stesso, cioè ' Io ' in lui,

e un altro, con il quale deve lottare e che deve vincere se desidera raggiungere qualcosa.

Fin quando un uomo si identifica o è suscettibile di identificarsi,

è schiavo di tutto ciò che può accadergli.

La libertà significa innanzi tutto : liberarsi dall'identificazione.

 

couplecarnavalecriture
 
 
 

 



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Respuesta  Mensaje 2 de 3 en el tema 
De: karmyna Enviado: 02/02/2018 03:03
   

Respuesta  Mensaje 3 de 3 en el tema 
De: 2158Fenice Enviado: 03/02/2018 06:19

 


 
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