IL MARE IN POESIA E NON SOLO
a cura di Tony Kospan
Con l’arrivo dell’estate c’è un mondo… di sogno che attira tutti… grandi e piccini e che sovrasta tutti gli altri mondi "villeggianti" ed è quello del mare...
Mare… nostro amico… ma anche e soprattutto padre… dato che è proprio da lui, ed in lui, che è nata la vita sul nostro pianeta…
Padre sì, ma severo, se non sappiamo accostarci ad esso consci dei pericoli che può nascondere….
Ma è, ed è stato, fin dall’antichità… anche una via attraverso la quale si sono incontrati (e scontrati) storie commerci religioni e culture…
Ma oltre agli aspetti vacanzieri, naturali e storici il mare con i suoi misteri, le sue leggende, le sue valenze simboliche è sempre stato amato dai poeti… dagli scrittori… dai pittori etc.
Prima di passare alle poesie un paio di aforismi che amo...
La lingua non è sufficiente a dire... e la mano a scrivere... tutte le meraviglie del mare. Cristoforo Colombo
Ah, io non chiederei d'essere un gabbiano né un delfino; mi accontenterei d'essere uno scorfano - ch'è il pesce più brutto del mare - pur di ritrovarmi laggiù, a scherzare in quell'acqua. Elsa Morante
Ma veniamo alle poesie sul mare che, perdonatemi il gioco di parole... sono una... marea...
Tra esse ho scelto le seguenti e come sempre mi farebbe piacere leggere quelle che, vostre o di altri, piacciono a voi…
NON NAVIGHIAMO NELLO STESSO MARE Olav H. Hauge
Non navighiamo sullo stesso mare, eppure così sembra. Grossi tronchi e ferro in coperta, sabbia e cemento nella stiva, io resto nel profondo, io avanzo con lentezza, a fatica nella tempesta, urlo nella nebbia. Tu veleggi in una barca di carta, e il sogno sospinge l’azzurra vela, così dolce è il vento, così delicata l’onda.
IL NERO MARE
Nicolas Guillén
Livida la notte sogna sopra il mare; la voce dei pescatori bagnata nel mare; nasce la luna gocciolante dal mare. Il nero mare. Nella notte un son, si avvicina alla baia, nella notte un son. Le barche lo vedono passare, nella notte un son, incendiando l’acqua fredda. Nella notte un son, nella notte un son, nella notte un son... Il nero mare. - Ay, mulatta d’oro fino, ay, mia mulatta d’oro e d’argento, papaveri e fiori d’arancio, ai piedi del mare maschio e bramoso, ai piedi del mare.
MEDITERRANEO
Eugenio Montale
Antico, sono ubriacato dalla voce ch’esce dalle tue bocche quando si schiudono come verdi campane e si ributtano indietro e si disciolgono. La casa delle mie estati lontane, t’era accanto, lo sai, là nel paese dove il sole cuoce e annuvolano l’aria le zanzare. Come allora oggi la tua presenza impietro, mare, ma non più degno mi credo del solenne ammonimento del tuo respiro. Tu m’hai detto primo che il piccino fermento del mio cuore non era che un momento del tuo; che mi era in fondo la tua legge rischiosa: esser vasto e diverso e svuotarsi cosi d’ogni lordura come tu fai che sbatti sulle sponde tra sugheri alghe asterie le inutili macerie del tuo abisso.
NON BADATE A ME
Pablo Neruda
Fra le cose che il mare getta Cerchiamo le più dissecate, zampe violette di gamberi, testine di pesci morti, soavi sillabe di legno, piccoli paesi di perla, cerchiamo ciò che il mare ha sfatto con inutile insistenza, ciò che ha rotto e squassato e abbandonato per noi.
Ci sono petali inanellati, cotoni della tempesta, sterili gemme d’acqua e ossa gracili d’uccello che sembrano ancor volare.
Si svuota il mare delle sue scorie, il vento gioca con gli oggetti, il sole ogni cosa abbraccia e il tempo vicino al mare conta e tocca quanto esiste.
Io conosco tutte le alghe, gli occhi bianchi della rena, le piccole mercanzie delle maree dell’autunno e, come un gran pellicano, edifico umidi nidi, spugne che adorano il vento, e labbra d’ombra abissale, ma nulla è più lacerante dell’indizio di un naufragio: il dolce legno scomparso che fu morso dalle onde e sdegnato dalla morte.
Bisogna cercare cose oscure In qualche parte della terra, in riva al silenzio azzurro o dov’è passato il treno di una furiosa tempesta: restano sogni sottili, monete di tempo e d’acqua, detriti, celeste cenere, e l’ebbrezza intrasferibile di prender parte ai travagli della solitudine e della rena.
RIVERBERO DI LUCI Jayan Walter
Riverbero di luci scintilla tra le spumose onde che giocose si rincorrono nel silenzio di una notte d'inverno. Gorgoglio d'acque che s'infrange mormorando tra gli scogli, sotto il pontile di pietra. Tutti giacciono addormentati nelle loro case, vicino al rosso focolare acceso, io solo veglio quell'oscurità frastagliata dai lampioni gialli tremolanti nel buio, dai riflessi del mare di quella vecchia città sul porto. Il tuo nome io riconosco, palpita silente d'amore e carezza calda la mia mano con la sua dolce brezza di marzo. Io vedo il tuo respiro alitare tra le onde nel gioco d'argento e d'oro di miriadi di colori che sorgono e si dissolvono nel blu dell'ombroso mare. Io sento il tuo cuore che batte di vita, di pace infinita: tu sola sei Dio ed io sono uno con te.
CIAO DA TONY KOSPAN
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