Martino nacque nel 316 circa, nell’odierna Ungheria. Il padre, un ufficiale dell’esercito romano, chiamò il figlio Martino in onore di Marte, Dio della Guerra.
Quando suo padre venne trasferito a Pavia, la famiglia lo seguì, e all’età di quindici anni, contro la sua volontà Martino entrò nell’esercito.
E fu proprio mentre faceva la ronda che Martino incontrò il povero mendicante seminudo.
Dopo questo episodio, venne inviato in Gallia, dove nel 339 si convertì al cristianesimo, e solo dopo molti anni lasciò le armi, prese i voti e divenne monaco nella regione di Poitiers.
Nel 371 i cittadini di Tours lo scelsero come loro vescovo, e il suo episcopato durò ben 26 anni, fino alla morte che avvenne l’8 novembre del 397.
Le esequie ebbero luogo a Tours, l’11 Novembre; e solo dopo, sulla sua tomba, sorse una grande basilica, seguita in un’altra epoca da un monastero.
Nei secoli il suo corpo affrontò vari spostamenti, racchiuso in un cofano, sotto un altare, o sotto un ciborio, finché il 25 maggio 1562 gli Ugonotti lo diedero alle fiamme.
Si salvarono solo alcune reliquie che ancora oggi vengono venerate nell’attuale basilica di Tours.
La festa dell’11 Novembre è nata come celebrazione a carattere religioso, ma nel corso dei secoli si è trasformata in un evento di tipo enogastronomico.
Infatti, per i contadini l’11 novembre era il giorno in cui finiva un anno di lavoro, e nello stesso tempo il momento in cui scadevano i contratti agrari. Per cui se il contratto di lavoro non veniva rinnovato, i contadini dovevano cercare un nuovo lavoro e un nuovo alloggio.
Così prima di partire si faceva una grande festa, con arrosti vari, oche, tacchini, e carne di maiale, che i contadini allevavano e macellavano proprio durante i giorni dell’estate di San Martino, e con cui pagavano anche l’affitto della terra al padrone. Alla stesso modo si aprivano le botti per assaggiare il primo bicchiere di vino, accompagnato dalle castagne, e dai dolci tipici del periodo.
In Italia, il culto del Santo è legato all’Estate di San Martino, che dà luogo ad alcune tradizionali feste popolari sparse in tutto lo stivale.