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De: Futuro2012 (Mensaje original) |
Enviado: 19/12/2012 16:15 |
Rosa di Natale (Helleborus niger). La "Rosa di Natale" il cui nome scientifico è Helleborus niger è una pianta erbacea perenne di taglia piccola che può raggiungere un¿altezza di circa 30 cm. E' una pianta che non teme il freddo. Sboccia tra dicembre e febbraio, non appena si presentano giornate tiepide durante l'inverno. I colori dell'elleboro sono generalmente il bianco e il porpora, ma durante il periodo invernale i fiori assumono una colorazione rosa bianco. Si trovano spesso ai margini dei boschi collinari, in zone semiombreggiate e umide, spesso sul greto di piccoli corsi d¿acqua. La foto è stata scattata sui colli asolani.
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LA ROSA DI NATALE: CURA E TRADIZIONE DELL´ ELLEBORO
L’Elleboro bianco, comunemente chiamato Rosa di Natale, è una delle più interessanti fioriture invernali: grazie alle sue proprietà medicinali connesse alla presenza di elleborina, era conosciuto nella tradizione antica come la pianta della famiglia delle Ranuncolacee che “libera” letteralmente dai mali dell’anima, soprattutto dall’angoscia, in riferimento all’effetto rilassante. Oggi pare che non venga più utilizzato nella preparazione di farmaci, perché contiene alcaloidi molto tossici per l’uomo come per gli animali. Originaria del Caucaso e dell’Asia Minore, molto diffusa nei Balcani come nella nostra penisola, questa pianta rustica è stato oggetto di diverse leggende nella tradizione cristiana, che la vogliono legata soprattutto alla Natività.
Una di esse narra di come un cespuglio di roselline bianche, per intervento di un angelo, fosse spuntato nelle vicinanze della grotta al momento della nascita di Gesù, per permettere a una pastorella molto povera e intimidita, di portare come gli altri un dono al Bambinello. Come panacea contro tutti i mali ne parla anche Plinio il Vecchio nella Storia Naturale, raccontando il mito del veggente Melampo, che con una ciotola del latte munto da capre alimentate a elleboro, avrebbe guarito dalla pazzia le tre figlie di Preto, re di Tirinto, vaganti nei boschi dell’Argolide. Il fiore dei giardini invernali Abbondantemente diffuso in natura, specialmente ai margini di boschi collinari o nelle pietraie, l’Hellaborus ha da sempre avuto una sua collocazione decorativa nei giardini rocciosi o nei giardini invernali, per colorare la base ombreggiata di alberi e cespugli, dove può prosperare anche per mezzo secolo. La sua fioritura è particolarmente lunga, inizia con l’inverno durante le giornate più tiepide, assieme a quella di crochi e bucaneve, e si protrae fino a marzo, accompagnandosi alle più tardive primule e polmonarie. Non teme le basse temperature, e appena il termometro risale, persino le piantine più abbacchiate riprendono vigore. Dopo averlo messa a dimora nel periodo autunnale o invernale (evitando le gelate del terreno), occorre preservarlo dalle correnti d’aria e scegliere un luogo a mezz’ombra, affinché stia alla luce solare diretta solo per alcune ore del giorno: si consiglia inoltre di non cambiargli posizione, perché la pianta non è amante dei trapianti. La semina può avvenire a fine inverno, in vaso o in terra, per vederne spuntare i germogli a primavera inoltrata, in terriccio leggero calcareo senza ristagni, mescolato a pietra pomice, con humus o stallatico.
L’elleboro ha bisogno di notevole spazio perché ha forti radici rizomatose, che si espandono in profondità. Nella stagione calda deve essere innaffiato regolarmente e fertilizzato ogni 20 giorni circa, con un concime per piante fiorite, ricco di fosforo e potassio; d’inverno fusti e radici devono essere rinforzati con fertilizzanti poveri in azoto, per evitare uno sviluppo tardivo che renderebbe la pianta troppo sensibile alle temperature rigide. Per comporre una bordatura nel vostro giardino, magari utilizzando varietà dai colori differenti, abbiate cura di distanziare le piantine di circa 30 centimetri l’una dall’altra. La moltiplicazione delle piante può avvenire per divisione e i nuovi esemplari devono avere almeno due o tre nuovi getti. L’elleboro è una specie resistente alle malattie, ma può essere soggetto a micosi quali macchia nera o botrytis, favorite dal ristagno di umidità nel terreno. In natura la pianta del genere Helleborus conta circa 30 specie di perenni, alcune a foglia sempreverde, caratterizzate da fiori penduli, anche grandi, singoli o a grappoli, la cui gamma cromatica si è ampliata nel corso del tempo grazie alla varietà di cultivar, diffuse in quattro secoli di coltivazione ornamentale.
La rosa di Natale: Hellaborus niger Per Rosa di Natale s’intende l’Hellaborus niger (così chiamato per via del colore del rizoma), la specie qui da noi più popolare: una pianta splendida e di piccole dimensioni, con fiori unici a portamento pendulo, di un bianco opalescente che può virare al rosa, con stami dorati e grandi foglie palmate, coriacee e di un bel verde scuro. La rosa di Natale esige un terreno molto calcareo e molto ben drenato.
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