Uomo del mio tempo ~ S. Quasimodo ~ Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo. Eri nella carlinga, con le ali maligne, le meridiane di morte, - t'ho visto - dentro il carro di fuoco, alle forche, alle ruote di tortura. T'ho visto: eri tu, con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio, senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora, come sempre, come uccisero i padri, come uccisero, gli animali che ti videro per la prima volta. E questo sangue odora come nel giorno quando il fratello disse all'altro fratello: "Andiamo ai campi". E quell'eco fredda, tenace, è giunta fino a te, dentro la tua giornata. Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue salite dalla terra, dimenticate i padri: le loro tombe affondano nella cenere, gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore. Questo brano del nostro grande poeta Quasimodo... non è poesia... in senso stretto... ma per le suggestioni, per le emozioni che ci dona, nonché per la concisione e precisione delle parole è a mio parere un brano di grande prosa poetica capace altresì di costringerci a profonde riflessioni... ed è per questo motivo che lo propongo alla nostra lettura... Ciao da Tony Kospan |