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General: stanotte
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De: Tebro (Mensaje original) |
Enviado: 13/12/2010 08:27 |
Tebro ha eliminado este mensaje |
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De: Tebro |
Enviado: 13/12/2010 08:35 |
stanotte è morto un barbone. Pe riparasse dar micidiale e crudele freddo de stanotte, sto poro fio d'un dio minore si era coperto co un po di stracci e delle misere buste di plastica. Non je so bastati! non je poteveno bastà! Er generale inverno lo sapeva, e se ne è approfittato! Era mi fratello, era tu fratello, era nostro fratello. Ma era, e soprattutto, un uomo. Chissà se morenno co le membra infreddolite, avrà pregato, o avrà imprecato, o avrà maledetto? E a noi, armeno a noi, chissà, se in quell'urtimo momento, ciavrà perdonato?
Notte da barboni.
Dar campanile un tocco, e n'antro arterno,
cor vento che stracina un porverone
un dondolo de luce da un lampione
gioca a nisconne e rischiarà st'inferno.
E loro qua, a le sferze dell'inverno,
tra cummoli de stracci e de cartone,
tra sguardi de pietà e de repurzione,
tra infami lazzi d'impietoso scherno.
E' un monno de reietti e mentecatti,
d'ommini avvinazzati e canajume;
d'anime sperze senza più riscatti.
E mentre er foco scrocchia na frustata
ar paro ad un commanno a spegne er lume,
s'accucceno a sfangà, n'antra nottata.
Lui, mi fratello, tu fratello, nostro fratello,
sta notte nun la sfangata.
Tebro
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De: Miti |
Enviado: 13/12/2010 09:55 |
Ti chiedo scusa, Tebro, se non ho commentato, a parole mie, i sentimenti che ha suscitato la tua poesia.......so che mi capirai.......
Qualsiasi cosa avessi scritto, ci sarebbe stato qualcuno a gridare al falso buonismo.....persone che, ovviamente non sanno neppure cosa significhi avere un'anima e non conoscono la pietas, pertanto ho preferito postare questa poesia religiosa.........
Ti abbraccio
Pietas
L'ho udita anch'io la voce del dolore silenzio d'impotenza il suo grido ai cieli lo sguardo inchiodato ai legni della paura; s'infrange sulle ferite l'ultimo orgoglio dell'uomo, fragile essenza la vita sospinta negli ancestrali solchi a perpetrare la progenica storia. Solo parole intorno, come queste d'altronde, troppo poco per due occhi tesi a pietre per un'anima che già coglie bagliori d'eterno. Rimane solo la messianica speranza la voce di un fuoco che arde il roveto che da profetici verbi rinnova anche l'ultima ora dischiusa a nuovi cieli e nuova terra: "…tergerà ogni lacrima dai loro occhi, e non ci sarà più la morte, né lamento, né affanno". Solo Tu ora puoi, o Cristo di Emmaus che allarghi le braccia e concedi le tue vesti al tocco delle mani, solo Tu puoi allontanare l'amaro calice. Tu, che sai l'infierire delle tenebre nella resa della sera quando la smorfia inchioda i silenzi prima che lo Spirito effonda la sua quiete. Osserva la lampada appesa alla trave che combatte gli assalti del buio e non ricordare il canto del gallo non il vile prezzo dei trenta denari ma alza il tuo braccio a placare il vento; che sia il sereno abbandono a cullare i cuori, la beata speranza ad accendere fiori di luce quando il labbro alita l'ultima preghiera prima del sorriso della resurrezione. |
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De: skikko |
Enviado: 13/12/2010 12:36 |
la pietas religiosa dell'opus dei?
o quella dello IOR?
quante kiakkiere sprecate epr dar fiato alle corde vocali
perkè non li accolgono in un paio dei loro alberghi di lusso in centro a roma ke sono anke IRAP ed ICI esenti?
a morte il clero, cazzo, bisognerebbe trovare il coraggio di bruciarli vivi tutti nelle loro sagrestie (salvo que poki ke ancora sanno cosa voglia dire essere uomini) |
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il vero clochard sceglie quel tipo di vita che lo allontana dalle responsabilità sociali
se ne estromette volontariamente, rifiuta di avere responsabilità e accetta le conseguenze della propria scelta
Tebro dovrebbe ricordarsi di quel principe (mi pare fosse un Colonna) che negli anni 70 viveva da clochard, dormendo dentro a scatoloni accanto al portone del palazzo di suo padre
morì bruciato vivo, dentro quegli scatoloni, non si riuscì mai a chiarire se fosse a causa di una sua imprudenza oppure se qualcuno gli avesse dato fuoco per assassinarlo
eravamo negli anni di piombo e delle siringhe, della banda della Magliana e dei moti di piazza, la morte del giovane principe clochard non ebbe la risonanza che avrebbe oggi
i senzatetto non per scelta hanno diritto a rivendicare la responsabilità sociale, di loro la società deve farsi carico, ma chi sceglie di essere libero da responsabilità può solo fare conto sulla humana pietas, che è individuale, non sociale
che poi in una società influenzata dal cristianesimo gli individui si associno per esercitare l'humana pietas è cosa meritevole, ma non obbligatoria
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De: Tebro |
Enviado: 13/12/2010 15:03 |
claretta, il principe, un po sciroccato che per dispetto nei confronti dei suoi famigliari, si era ridotto a bivaccare sotto il piccolo porticato di palazzo colonna, ricordo benissimo, come ricordo che della sua morte ci si stese subito un velo pietoso e senza conseguenze.
ma sostenere come fai tu che il barbone lo diventa coscientemente e per libera scelta e quindi, che ne viè ne viè! mi puzza alquanto di blasfemo cinismo.
Sono persone sovrastati da problemi più grandi di loro. immani problemi. soprattutto mentali.
E se anche un due% diventasse barbone per libera scelta, l'altro 98% ci deve commuovere
e deve scuotere le coscienze, non tanto a me che almeno ne scrivo e scrivendone mi commuovo, quanto tutti coloro che, lasciami dire, come te, ne parlano con disarmante
sufficienza.
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De: Miti |
Enviado: 13/12/2010 17:02 |
Chi sono i senzatetto? per quel poco di esperienza so che c'è chi è per libera scelta e chi perchè non ha altra alternativa.
Considerate che fra i barbono, oggi 800 mila padri separati..... che lavorano ma riescono soltanto a far vivere la ex moglie
Cì è chi accetta assistenza e chi la rifiuta.
C'è chi è "stabile" con la testa e c'è chi proprio la testa l'ha persa.
C'è chi vive di accattonaggio, c'è chi non allungherebbe mai la mano. Sicuramente non sono un "bel vedere", e credo che la società, con tutta la buona volontà, riuscirebbe a risolvere il problema solo in parte. Voler risolvere il problema quando ormai una persona è arrivata ad una situazione del genere è impensabile.
Non è un problema di facile soluzione e andrebbe risolto sul nascere, indirizzando queste persone, accogliendole, coinvolgendole, dandogli quella possibilità che gli è mancata.
Non so come, perchè non lo so .........., ma rimane il fatto che molti, pur essendo cittadini italiani, sono diventati cittadini dell'oblio. |
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si può finire per strada per infiniti motivi, e credo anch'io che quelli che ci finiscono volontariamente siano una piccola minoranza
e non c'è dubbio che chi non ce la fa a tirarsene fuori da solo vada aiutato, sia che abbia soltanto problemi economici sia che abbia problemi di salute mentale
le istituzioni latitano notevolmente, e dell'assistenza a queste persone si fa carico quasi esclusivamente l'associazionismo su base volontaria : mense e ricoveri sono gestiti da associazioni quasi sempre di ispirazione cattolica, che ricevono contributi privati e dallo stato ahimè ormai solo le briciole del 5 per mille dell'irpef
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De: Liberty |
Enviado: 13/12/2010 17:13 |
Storie di emarginazione...solitudine e disperazione di cui la miseria, sia economica che spirituale, è la protagonista.
Si tratta di persone che sono arrivate alla paura dell’estraneo...all’isolamento totale da ciò che li circonda. Si sono adattati a vivere senza soldi, senza comfort, senza niente, rovistando nella spazzatura...nella speranza di trovare coperte...materassi e vestiti che permettano loro di alleviare le rigide temperature invernali. Molti di loro sono malati, affetti da bronchiti croniche, polmoniti o da varie forme di epatite e salmonellosi.
C’è una grande mortalità tra questi individui e, nell’ombra, avvolti nell’indifferenza più totale, scompaiono nel nulla... |
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Per darvi un'idea della complessità del vissuto dei "barboni" (solo una delle tante) vi consiglio di leggere "Il sole dei morenti" di Jean Claude Izzo. |
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De: Miti |
Enviado: 13/12/2010 17:24 |
Potremmo prenderli a bastonate o bruciarli...........qualcuno, in post precedenti, lo trovava esaltante......... |
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a Milano i "barbun" sono una tradizione che rispettiamo
sono cosa diversa dai punkabbestia e dai borderline fuori di testa
c'era l'ex banchiere che aveva fatto bancarotta, c'era il poeta che invece di scrivere i suoi versi li improvvisava, declamandoli ai passanti
c'era quello che se ne stava semisdraiato davanti alle vetrine del corso, abbracciato al suo sassofono e ogni tanto si metteva seduto per suonare il brano che gli passava per la mente, non chiedeva la carità, ringraziava quando riceveva del denaro, ma non suonava mai ciò che gli veniva richiesto
c'era quello che girava per Milano col suo carrettino a pedali (triciclo) sul quale metteva il suo cagnolino, un secchio di vernice e un grosso pennello, ovunque andasse lasciava la scritta : "la chiesa uccide con l'onda"
c'era la vecchietta che vendeva mazzolini di violette in piazza della Scale, e dormiva lì, sotto i portici, era stata in gioventù una cantante di successo, ormai dimenticata, quando non ebbe più violette da vendere continuò a dormire lì
e c'era "la vecchietta dei tram" che riusciva a rimanere sullo stesso tram per ore, da un capolinea all'altro, quando era costretta a scendere chiedeva ai passanti i soldi per il biglietto perchè "mi hanno rubato la borsetta e devo tornare a casa" ma in realtà dormiva sulle panche della Stazione Centrale
e proprio lì c'era la vecchietta che giorno e notte girava con scopa e paletta, fermandosi a spazzare tutte le cartacce e a spolverare ovunque trovasse polvere
figure caratteristiche, certo anomale, ma a che titolo privarle di ciò che per loro era dare un senso alla vita ?
ci sono i barboni di piazza Radetzky, in zona Brera, dormono sulle panchine, ma rimangono in quello che è il loro universo di sempre, non c'è ospizio che possa dargli un surrogato o una parvenza di ciò che è per loro la vita in continuo contatto con quella piazza e quel quartiere
ma capisco che sto parlando al vento, i buonisti, sempre pronti a ingerirsi nella vita altrui, non possono nemmeno immaginare che una persona possa sentirsi a suo agio solo se fa vita da clochard, bollare questa preferenza/ necessità come malattia mentale è fin troppo facile, inutile aspettarsi che facciano lo sforzo di cercare di comprenderla
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De: Liberty |
Enviado: 13/12/2010 17:26 |
Io penso che la maggior parte di questi poveretti si è trovato costretto a scegliere la strada, a causa di gravissime situazioni sociali, nella maggior parte dei casi, legate alla condizione di povertà...penso. |
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