PICCOLI STUPIDI INSIGNIFICANTI EPISODI ROMANI - APRILE 2001

Ho trascorso parte della mattinata in un mercato, diciamo 'filiale' della ben più famosa Porta Portese, che si svolge la domenica mattina  nel quartiere di Monte Mario, Roma ovviamente, nei pressi del Manicomio (per fortuna nessuno mi ha riconosciuto, dai, ditelo, altrimenti a quest'ora sarei rinchiuso).

Ero là per distribuire materiale propagandistico del mio Partito, la Fiamma Tricolore. Ma ad un certo punto ho voluto fare un giro: non lontano da noi si trovavano infatti più roulotte di altrettanti candidati del centro-sinistra. Mi avvicino, chiedo un loro opuscolo e quasi immediatamente il candidato al Senato del collegio locale mi si fa avanti. Non solo, ma mi presenta anche altri candidati (Circoscrizione che ora chiamasi Municipio, Camera uninominale, ecc.). Scambio qualche battuta col candidato senatore, il quale comincia subito a darmi del tu (nessun problema, figuriamoci, a me piace); gli dico subito, non a quale partito io appartenga, ma come vedo le elezioni qui a Roma. Il comune, dico, se lo acchiappa il centro-sinistra. E sa perché, onorevole? Perché il centro-destra ve lo vuole lasciare in mano: si vede dalle diverse candidature che hanno schierato (Tajani, poco considerato a Roma, contro nientemeno che Veltroni, Grande Capo dei Ds). E sapete perché ve lo vuole lasciare in mano? Perché tanto Roma non la raddrizza nessuno, e quindi è più facile e comodo stare all'opposizione che al potere in questo sterminato bordellone.

Mi dà ragione su tutto, compreso il fatto che Roma resterà sempre un paesone 'di frontiera', e loda la mia profonda osservazione politica. Gli rispondo che non ci voleva Machiavelli; ma forse si sdilinquiva in lodi perché siamo sotto elezioni.

Arriva un tizio, cittadino della zona e dichiaratamente elettore del centro-sinistra. Domanda al candidato se hanno intenzione di fare qualcosa a proposito degli zingari presenti nel quartiere. Costoro, infatti, hanno, oltre alle loro solite abitudini, quella di fondere il rame rimediato chissà come per mezzo di falò di copertoni vecchi. Questo, dice il cittadino, ci costringe a tapparci in casa perché il tanfo è insopportabile e arriva non si sa dove. I vigili, continua il cittadino, pur avendo facoltà di intervenire non lo fanno in quanto, per loro stessa ammissione, il presidente della Circoscrizione (centro-sinistra) tiene loro le mani legate. Naturalmente l'aspirante senatore esprime la sua solidarietà, promette un concreto impegno, e chiama nel gruppo anche il locale candidato alla Circoscrizione, ops, al Municipio. Anche questi, un ragazzo dall'aria simpatica, dice che si dovrà intervenire. Insomma, i cittadini della zona possono stare tranquilli (perché non si muniscono di maschere antigas e la piantano di seccare i candidati?).

Da un banco vicino il titolare urla più volte un sarcastico 'Grazie, vigili' rivolto a due della Municipale che stanno lì e non si prendono nemmeno la briga di far spostare un metro più in là un abusivo che con la sua mercanzia impedisce il passaggio della gente davanti alla suddetta bancarella. Ma un altro abusivo che s'era piazzato troppo vicino al candidato è stato allontanato da questo stesso.

          Nel frattempo il candidato al Senato mi dà un suo opuscolo, dopo avervi annotato il proprio numero di cellulare. Mi dice che, visto che mi sono dichiarato conoscitore delle lingue della ex Jugoslavia, avrebbe lavoro per me; e che anche per le mie traduzioni qualcosa si può fare. Per domani sera avrei anche un invito a cena.

Mah... a questo punto sembrava maleducato dirgli che le mie traduzioni parlano spesso di ciò che è stato durante il regime comunista di Tito, e per l'invito ho gentilmente declinato, senza stargli a dire che per domani sera un invito ce l'ho già, con Isabella Rauti, se mi consentite, e che la cena lì me la dovrò pagare da solo perché non siamo un partito che si può permettere baccanali, ma che per me va bene così.