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General: er cravattaro
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De: Tebro (Mensaje original) |
Enviado: 18/02/2011 17:35 |
Tebro ha eliminado este mensaje |
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Ma dài! ma c'è un limite a tutto!
Ma dài! ma c'è un limite a tutto!
Ma dài! ma c'è un limite a tutto!
Ma dài! ma c'è un limite a tutto!
Ma dài! ma c'è un limite a tutto!
Ma dài! ma c'è un limite a tutto!
Ma dài! ma c'è un limite a tutto!
Ma dài! ma c'è un limite a tutto!
Ma dài! ma c'è un limite a tutto!
Ma dài! ma c'è un limite a tutto!
Ma dài! ma c'è un limite a tutto!
Ma dài! ma c'è un limite a tutto!
Ma dài! ma c'è un limite a tutto!
Ma dài! ma c'è un limite a tutto!
Ma dài! ma c'è un limite a tutto!
Ma dài! ma c'è un limite a tutto!
Ma dài! ma c'è un limite a tutto!
Ma dài! ma c'è un limite a tutto!
Ma dài! ma c'è un limite a tutto! |
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De: Tebro |
Enviado: 18/02/2011 19:03 |
vabbè, vabbè, ma del sonetto che me dici?
Che me dici de sti quattordici versi
tutti concatenati tra loro?
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De: Tebro |
Enviado: 18/02/2011 19:05 |
er sonetto è na meta
che ambisce a facce tana
ogni penna de poeta. |
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m'arricco : dialettaccio di bassa lega. Anche e persino a Roma è noto, e da diversi decenni, che 'arricchirsi' è un verbo incoativo e che quindi la prima persona del presente indicativo è 'mi arricchisco';
me rimorde - lime sorde : rima impura, in quanto 'rimorde' ha la 'o' aperta, 'sorde' ha la 'o' chiusa;
a le corde - mano ingorde : analogo a quanto sopra: qui abbiamo 'corde' con la 'o' aperta, 'ingorde' con la 'o' chiusa.
In sostanza, un compitino in classe da seconda media dove il massimo del risultato è il raggiungimento della rimatura, e neanche esatta, come illustravo poc'anzi. L'argomento, un usuraio che tacita la propria coscienza tentando di dirsi che in realtà è un benefattore. Tematica non certo nuova, né trattata in alcuna maniera originale. Con una certa contraddizione nel finale, poi: tramite litote ('l'aureola... non è per me') l'usuraio sa ed ammette di essere un manigoldo, ma ugualmente si definisce 'manna e provvidenza'.
Contento, o Tebruccio? | |
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quanto je damo? sei meno meno? |
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De: Tebro |
Enviado: 18/02/2011 21:22 |
quanti brutti scherzi fa la spocchia der burino, quanno invece,
il buonsenso, gli dovrebbe imporre de stasse zitto. Ma se sa,
è noto ai più, che,
l'accoppiata spocchia-burino è un'accoppiata micidiale.
Il mio è un sonetto, che tanto contenuto, quanto nella forma,
non esito a definire un piccolo capolavoro!
Però, caro peteruccio, ti perdono perché,
come ricordo bene fino a pochi mesi fa non sapevi neanche che esisteva il sonetto. E tanto meno quali erano le sue ferree regole. Tant'è che hai provato a scrivere, con risultati che, bene hai fatto a non provarci più.
Si! sei perdonato!
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Il sonetto, in realtà, è gradevole.
Si potrebbe dire che ritrae una figura quasi romantica di usuraio di quartiere, quello che effettivamente poteva risolvere alle buone qualche piccolo problema di liquidità (la cambiale che va in protesto, la rata delmutuo in scadenza...) del piccolo commerciante e dell'artigiano. Ma di questo usuraio "amico" disponibile si è persa ogni traccia da tempo, cioè da quando l'usura è diventata un primario business della 'ndrangheta.
Ora non c'è pericolo di considerare "benefattori" questi gentlemen: al primo sgarro, alla prima rata non pagata, ti danno subito un saggio della loro durezza.
Triste a chi tocca. |
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No, purtroppo del sonetto so più di quanto tu non pensi, o Tebruccio: all'Università ci fu un seminario di non so quante lezioni sull'argomento, e la frequenza era obbligatoria.
Lo aveva organizzato una stronza di professoressa con la quale ci detestavamo cordialmente, o almeno io detestavo lei; lo aveva fatto per far lavorare un suo amico; rendendo la frequenza obbligatoria, poi, assicurava a quest'ultimo anche la claque, il successo di pubblico. Io seguii un paio di lezioni, forse tre, poi smisi. Anche perché il sonetto, sebbene sia l'unica forma che tu conosci, è solo uno dei tanti modi di rimare; non c'è poi moltissimo da dire.
Ah, un particolare: ero già laureato, quindi a me quella stronza non poteva imporre nulla.
So di non saper scrivere come te, o Tebruccio. E, pensa che incosciente d'un lazzarone, nemmeno mi dispiace di non saper scrivere come te. |
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De: Tebro |
Enviado: 19/02/2011 07:26 |
quanti brutti scherzi fa la spocchia der burino, quanno invece, il buonsenso, gli dovrebbe imporre de stasse zitto. Ma se sa, è noto ai più, che, l'accoppiata spocchia-burino è un'accoppiata micidiale.
avevo già avvisato gli amici poeti di "poeticamente e non" che non si dovevano illudere su di te.
Che ben presto sarebbe venuto il tempo che non avresti retto al tuo sconfinato desiderio
di metterti in mostra sputando veleno.
Ma come ti ho già detto altre mille volte, sei perdonato. E lo sei perché non sai quello che dici.
Quantunque, pe sta caxxio de libertà de parola, lo dici.
la gente come te, caro peteruccio, è gente che soffre come un cane.
Perché? Ma perché nella vita, non ha la considerazione che merita!
E quella prof, che tu dall'alto della tua sapienza chiami stronza,
ce ne potrebbe raccontare delle belle, sulla tua intelligenza, sui tuoi meriti,
sulla tua bellezza, sulla tua bontà e soprattutto, sul tuo modo de rapportarti agli altri.
ah, tapino me, che ancora insisto a dire che sei meno de nessuno!
Ma giuro, mi ravvederò!
ehi, fabricetto, finalmente un azzardo! Finalmente, quant'anche rischi de scenne dalle simpatie del peteruccio,
hai commesso un azzardo! Ti sei permesso un colpo d'ala!
un atto, che definerei alla Enrico Toti! Insomma, ti sei azzardato a contradirlo!
Beh, viè da se, che da mo in poi, so solo caxxi tua! Ti consiglio (come amico) di fare marcia indietro,
di metter in opra un rinculo, e parlar male del sonetto e soprattutto di chi l'ha scritto.
Dài, non vorrei averti sulla coscienza.
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Vabbe': hai scritto un grande sonetto, una nuova pagina di letteratura. Sei addirittura riuscito a trovare qualche rima, per impura che sia qualcuna di queste. Chi non concorda su questo fatto è un povero bilioso che si strugge all'idea di non saperti né poterti imitare.
Ma cosa mi chiedi a fare giudizi (post 4) se poi quelli che esprimo non ti garbano? Chiedimi un plauso a scatola chiusa, anzi, evita addirittura di pubblicare i parti della tua mente, dai ordine di applaudire in piedi spellandosi 'e mano' a prescindere e verrai accontentato. |
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O ThebBbro, io sono uno spirito libero, e chi dubita della mia indipendenza di giudizio mi conosce meno di niente. |
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Ma no, o Phaber: nella mente machiavellica de 'sto 'mbecille il tutto voleva essere il solito pianto (ecco, di me nessuno osa parlar bene per timore di Peter) e, non è da escludere, un aizzarci l'uno contro l'altro. |
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De: Tebro |
Enviado: 19/02/2011 10:46 |
armato di tanta pazienza ci riprovo a spiegarmi.
Tanto tempo fa, entro in una com, anzi, in parecchie com.
E in queste com, tu mandi in onda una tua cosa,
lui fa altrettanto, l'altro, come tutti gli altri: idem.
Ognuno manda una sua cosa.
Io che ho chiesto di entrare, (nelle varie com) in punta di piedi
e con tanto di gentilezza,
mando in onda una poesia. E, qual è il risultato?
E che cosa riscuoto, fin dal primo istante sotto le mie poesie?
offese, derisioni, prese per il culo e cani che pisciano.
Mi sarei dovuto sentire con le ali tarpate!
E invece, sapendo da chi provengono le offese e i cani che pisciano
ho proseguito per la mia strada.
Ovviamente, rispedendo al mittente: offese, derisioni, e prese per il culo.
Meno i cani che pisciano! Perché quelli, sono opera di un povero imbecille.
amen e amici come prima.
ps
ho sempre risposto! mai attaccato prima! Mai!
Sono una persona molto, molto educata. |
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Ma cosa vuoi che postino sotto le tue cagate?
Ma davvero credi di scrivere poesie? O davvero credi che basti denigrare tutti per emergere? Inoltre, sui post dileggiatori delle tue fregnacce, non credi che pesi il fatto che tu, non pago di un semplice cenno (sia pure pietoso) di approvazione, pretendi l'ovazione con spellatura di mani?
Ma va' a scuola, demente.
E non fare il piagnone, non qui almeno, perché accà nisciuno è fesso. Il volgarone in web hai cominciato a farlo tu e ti sei beccato quanto ti spettava, mamelucco. |
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