Un vento a trenta gradi sotto zero incontrastato sulle piazze vuote e contro i campanili a tratti come raffiche di mitra disintegrava i cumuli di neve.
E intorno i fuochi delle guardie rosse accesi per scacciare i lupi e vecchie coi rosari. E intorno i fuochi delle guardie rosse accesi per scacciare i lupi e vecchie coi rosari.
Seduti sui gradini di una chiesa aspettavamo che finisse messa e uscissero le donne poi guardavamo con le facce assenti la grazia innaturale di Nijinsky.
E poi di lui si innamorò perdutamente il suo impresario e dei balletti russi. E poi di lui si innamorò perdutamente il suo impresario e dei balletti russi.
L'inverno con la mia generazione le donne curve sui telai vicine alle finestre un giorno sulla prospettiva Nevskij per caso vi incontrai Igor Stravinsky.
E gli orinali messi sotto i letti per la notte e un film di Ejzenstejn sulla rivoluzione. E gli orinali messi sotto i letti per la notte e un film di Ejzenstejn sulla rivoluzione.
E studiavamo chiusi in una stanza la luce fioca di candele e lampade a petrolio e quando si trattava di parlare aspettavamo sempre con piacere.
E il mio maestro mi insegnò com'è difficile trovare l'alba dentro l'imbrunire. E il mio maestro mi insegnò com'è difficile trovare l'alba dentro l'imbrunire.
E gli orinali messi sotto i letti per la notte e un film di Ejzenstejn sulla rivoluzione. E gli orinali messi sotto i letti per la notte e un film di Ejzenstejn sulla rivoluzione.
E studiavamo chiusi in una stanza la luce fioca di candele e lampade a petrolio e quando si trattava di parlare aspettavamo sempre con piacere.
come sempre, come tutti, non sottolinei dove io commetto un errore! Come sempre, come tutti, non sottolinei la genialità dei versi del tuo amico! Come sempre, come tutti, ti limiti, misero burino deggiù, a parlare come hai parlato.
Voglio provare a fare un'esegesi tebrica del tebrico testo
mentre de sopra se dispanne l'eco
d’un monno ar chiodo dentro un mar de latta, (come fa una cosa grande come il mondo a stare appeso a un kiodo in una scatola di latta? ki ha fatto una scatola tanto grande e, soprattutto, dove l'ha messa?)
de na città che ringhia, arota l’ogna,
azzanna l’aria e t’arma un quarantotto. (l'immagine di una città, forma inanimata per definizione fatta di asfalto e cemnto ke "azzanna" e soprattutto azzanna l'aria, notoriamente inconsistente, è una sublime cazzata)
Io, de sotto:
comeun corsaro a prua de na paranza, (la paranza è una barca da pesca, ke ci fa un pirata su una barca da pesca? se sta pescando è un pirata non in attività, ed allora perkè si definisce "pirata"?)
smiccio a levante, scruto l’orizzonte, (se parla romano vuol dire ke sta a ladispoli o sul litorale tirrenico, al mare. ebbene in siffatto caso l'orizzonte marino non può essere a levante ke ci son gli appennini ma a ponente, al limite a sud o nord, ma a levante proprio l'orizzonte non ci può essere)
soppeso er vento, l’increspà dell’onna,
li nuvoli sfrezzati, er botton d’oro,
e decifranno ar volo un volo d’ali,
me porto a poppa pe mollà l’ormeggi (o forse poteva anke avere l'orizzonte a levante, ma avrebbe dovuto stare in mezzo al mare, abbastanza lontano dalla costa da non vederla più...diciamo una decina di miglia...ma se così fosse, quali cazzo di ormeggi potrebbe liberare a poppa? la barca si ormeggia in darsena, quindi a terra, quindi anke questa è una solenne stronzata)
e finarmente,
annammene a corente,
ar paro a quer biforco de Caronte. (caronte navigava un fiume, lo Stige, lui sta a mare, il paragone è inconsistente)
Ma pure pe sta vorta,
inesorabilmente a infragne un sogno,
nun vo schiodàsta boja de paranza.
S’è inchiavardata a st’isola d’incanto (ah, quindi sei su un'isola....e quale isola esattamente? non vorrai dire ke è un'isola generica....ponza? ventotene? la capraia?)
e nun le spiega più le vele ar vento.
A me corsaro: er solito rimpianto.
Er tutto,
mentre che lui,l’antico fiume score, (fiume? sei un corsaro di fiume ke naviga su una paranza? ahhhhhh ma allora sei sul tevere all'isola tiberina......ed in tal caso l'orizzonte sono solo palazzine e gas di scarico....)
Kaz e kazzerol: il mio amico Skikko esegeta! Tra l'altro, va notato lo sforzo per capire, detto educatamente, che stracazzo dice il mio amico e zio TeBBruccio!
Bravo, o Skikko: ti manca il Picaterra e sarai perphetto!
sono versi potenti....e dillo cazzarola ke non si era capito
e del pirata ke mi dici?
e della paranza?
e dell'orizzonte all'isola tiberina ke dal letto del fiume è già tanto se vedi no spikkio de cielo sopra i murazzi?
PS sono nato deggiù, vivo allegramente deggiù ma, vivaddio, ancora non sono morto dato ke ti sto scrivendo, ma ad ogni buon conto te lo dico io, si io voglio morire col rumore del mare spinto dal libeccio e con l'odore della zagara e dei gelsomini nelle nari...quindi voglio morire giù