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General: Da Peterpan quale sono...
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De: Peterpan® (Mensaje original) |
Enviado: 15/08/2011 16:58 |
...mi viene una domanda:
Come si fa a diventare intellettuali?
Ovvero: chi può arrogarsi tale titolo?
Esistono corsi specifici, che so, presso il CEPU, o basta aver letto un tot di libri, del tutto indipendentemente da ciò che se ne è ricavato - basta averli letti?
E' obbligatoria una laurea?
Quanto contano le frequentazioni e quanto queste contano, nel caso di bella gnocca anche semianalfabeta, per potersi considerare accettati nel gotha?
E' obbligatorio l'antiberlusconismo?
E' obbligatorio dichiarararsi di sinistra?
In quest'ultimo caso, come ci si deve comportare riguardo ai propri interessi privati?
Quanto incide il patrimonio personale, gli abiti firmati; quanto incidono le citazioni 'colte', sia pure apprese a memoria?
Quanto conta, ovvero è condizione preliminare e irrinunciabile, dare a tutti i dissenzienti e/o dissidenti degli ignoranti superficiali?
...Perdonateme, so' 'gnurande, fateme capi'... |
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il post numero tre è uno di quelli che eliminerei se lo rileggessi
ci sono argomenti di cui non vorrei mai parlare, ma che a volte
si impadroniscono della mia tastiera
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intellettuale
[in-tel-let-tu-à-le] agg., s.
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• agg.
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1 Che attiene al pensiero e alla conoscenza: lavoro i.
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2 Caratterizzato da un prevalere del pensiero, del ragionamento sul sentimento e sulla fantasia SIN cerebrale, intellettualistico: arte, poesia i.
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3 Che si dedica ad attività di pensiero, che ha spiccati interessi culturali: avere degli amici i.
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• s.m. e f. Chi fa un'attività in cui prevale il pensiero e, per estens., chi esercita una professione che abbia attinenza con la cultura || fare l'i.; darsi arie da i., si dice di chi ostenta una presunta superiorità culturale
- • avv. intellettualmente 1. Per via i. 2. Con valore frasale, dal punto di vista i.
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la risposta del dizionario non è abbastanza seria per te, peter ?
quando ero bambina in casa mia non si usava mai il termine intellettuale,
si parlava solo di idealismo
era idealista chi pensava invece di realizzare cose concrete
era idealista chi anche quando agiva non teneva conto della realtà delle
cose, ma solo delle motivazioni astratte che gli derivavano dalla cultura
era idealista chi cercava di ottenere soluzioni con il ragionamento e con
la filosofia
era insomma idealista mio padre
non lo era mia madre, che avrebbe voluto vedere meno libri per casa e più
pane nelle nostre pance
ma lui non ha mai pensato che lei fosse una capra, ha sempre detto che la
intelligenza è più importante della cultura, e che mia madre aveva doti che
lui non avrebbe mai potuto avere
lei aveva un coraggio, una intraprendenza, una capacità di libere scelte,
malgrado la sua educazione di stampo borghese, che la mettevano in grado
di affrontare ogni situazione a testa alta, uscendone sempre vincente
e di situazioni difficili ne ha dovute affrontare a dismisura, dieci figli, la guerra,
un marito comunista già fin da prima ce lei lo sposasse nel 33, cosa che gli
precludeva ogni possibilità di carriera e che rendeva rischioso anche
semplicemente mandare i figli a scuola, visto che i bambini non sanno tacere
testa alta sempre, questo ci è stato insegnato da lei, ma anche da mio padre
"in mutande tutti siamo uguali" diceva lei
lui invece diceva : "nessuno ha potere su di te, se tu non glielo concedi"
come risultato hanno tirato su una masnada di piccoli ribelli
che volevano cambiare il mondo
ma solo uno ha scelto di essere un intellettuale, gli altri hanno preferito la
concretezza materna, magari con meno coraggio e con minore intraprendenza
di lei, ma sempre con la testa alta e sempre senza concedere a nessuno il
potere su di loro, perchè in mutande siamo davvero tutti uguali
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E' una categoria che ho sempre sfottuto un po'. Da cinquant'anni a questa parte l'intelettuale lo vedo sempre uguale: pensieri fumosi fini a se stessi,testa nelle nuvole,aria di superiorità verso il popolo bue, di qualsiasi corrente sia. Forse l'intelletuale non esiste, se non nelle barzellette del bagaglino. Io, perlomeno, non ne conosco. |
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non saprei dare una definizione di "intellettuale" e non me ne può fregare di meno
l'unica cosa che importa sapere è a chi fa gioco se siamo dei caproni:
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De: skikko |
Enviado: 16/08/2011 08:57 |
il bello è ke la parola "intellettuale" viene usata più spesso verso altri ke nonverso se stessi
temo, o peter, ke anke tu sia rimasto vittima della grande mistificazione del linguaggio per cui non vale più il senso convenzionale delle perole, ma quello, di volta in volta celebrativo o dispregiativo, ke gli viene attribuito dalla maggioranza
la "democratizzazione" del linguaggio, il suo livellamento a quello delle fasce meno culturalmente evolute della società, ha reso la parola intellettuale segno di spregio
intellettuale è colui ke basandosi su ampie conoscenze le applica per trarne delle conclusioni nuove e si sforza di applicarle o di guidare altri enlla loro applicazione
l'ingegnere è un intellettuale, partendo da conoscenze di fisica, matematica e chimica concepisce e realizza delle costruzioni tangibili, effettive. per converso il muratore è un esecutore il complemento antitetico di un intellettuale
l'esempio dell'ingegnere non è casuale, se avessi preso altri campi della conoscenza nons arebbero stati altrettanto chiari, almeno spero
se avessi citato bobbio, uno a caso, o dario fo, o anche marcello veneziani (dato ke nel delirio dialettico in cui viviamo immersi sembra ke per essere ascoltati sia diventato necessario essere cerkiobottisti - ehm, scusate, bipartisan-) qualke illuminato mi avrebbe kiesto "e ke ha creeato bobbio?"
e sarebbe statto difficile spiegargli ke anke una teoria nuova è materiale prezioso per l'umanità
il problema è lo stesso di sempre visto da un'altra elle sue infnite sfaccettature
se in un paese i suoi leaders sono stracquadanio e calderoli (per citarne un paio tra i meno peggio, tutto sommato) è impossibile sostenenre la validità della cultura e dell'intelletto....la domanda naturale e conseguenziale sarebbe "ma allora quelli ke ci fanno li?"
intellettuale è solo una parola, una elementare convenzione ke ci consente di indicare delle cose assenti e di capirne ugualmente l'essenza
non lasciarti fuorviare dall'uso distorto ke se ne fa |
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Ordunque (e giacché, via): caro Skikko, concordo appieno sulla tua definizione di intellettuale, sia per l'ingegnere che per un maître à penser: quest'ultimo, dici bene, non ci fornisce un ponte o una diga, ma in compenso ci dà le linee guida sul come, in teoria, vivere insieme senza pestarci i calli e a volte per darci una svegliata.
Il mio 'scivolamento semantico' sul termine era volutamente ironico se non sarcastico: vedi anche tu quanti 'intellettuali' girano per il web. Inoltre puntavo un po' più il dito sull'intellettuale politicamente impegnato, che mi sembra membro di una categoria fabbricata con lo stampino. Ma tornando agli intellettuali da forum o anche da Facebook, l'ironia è di prammatica: se non si riuscisse ancora a farci una risata sopra temo che l'unica soluzione alternativa, per il bene proprio e dell'Umanità tutta, sarebbe quella di andare a casa di molti e prendere a martellate il/i loro PC.
Torna la provocatoria domada: 'sto intellettuale da quale momento in poi tale diventa? Perché così lo ha definito un suo amico? Perché vi si è autonominato? Perché disprezza tutto e tutti, quindi automaticamente (secondo lui) si pone su un piano superiore? |
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l'ingegnere può anche essere un intellettuale, ma non finchè si occupa
solo di materie tecnico_scientifiche, perchè la "categoria" degli intellettuali
non comprende gli scienziati e nemmeno i ricercatori scientifici
i quali non ci tengono affatto a venire definiti intellettuali
stessa cosa accade agli artisti, è un intellettuale il critico, non l'artista, è
un intellettuale il musicologo, non il musicista
ed è un intellettuale il politologo, non il politico
del resto quando si elencano gli intervenuti ad un evento culturale si dice _
lo scienziato Tizio, l'artista Caio e l'intellettuale Sempronio
Dario Fo è un architetto, un artista e un intellettuale
non è l'unico, anzi tra gli artisti capita spesso che le tre categorie siano
attribuibili al medesimo soggetto
ma la stessa cosa capita molto meno frequentemente agli intellettuali
Veneziani è Cacciari sono degli intellettuali, entrambi laureati in filosofia
sono anche contemporaneamente dei politici e dei politologhi
Umberto Eco è un intellettuale, ma quando crea i suoi romanzi è anche un
artista oltre che un letterato
peterpan non è un intellettuale, ma lo è Enrico Lenz
assolutista, perfezionista e anche tafazziano, Enrico Lenz pesa come un
macigno sulla creatività di peterpan
che lo ricambia a suon di lazzi e sberleffi
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...E beccamose pure del Tafazziano (io, poi...!).
Ti perdono, o Cla (oggi è la tua giornata, riconoscilo).
PS: LenAz, cognome non raro in quel di Fiume (Rijeka), solo che là si scrive giustamente Lenac.
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pardon, lo so che i nomi dei letterati vanno scritti correttamente,
ma purtroppo devo riconoscere che ha ragione skikko, quando dice
che io non posso fare a meno di scrivere inesattezze
tafazziano sì, uno che si lascia coinvolgere dalle psicologhe radio
faccialibriste !!
e quello era Enrico Lenaz, non peterpan
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Aaaah, ma parli di quel dì di maggio? Io accettai di intervistare quella deficiente nata e cresciuta solo per non scontentire Manuel, il Grande Capo della radio. E naturalmente non posi le domande, anzi le sentenze, che avevo in mente. |
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sarà....
ma come si suol dire, se ti metti a discutere con un idiota quello
ti batte con l'esperienza |
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Te la dico tutta, o sempre riverita: tra le cose delle quali mi pento nella vita c'è proprio quell'episodio; avrei dovuto dar retta al Peter che c'è in me e consigliare a quella poveretta un lungo, lungo viaggio nell'intestino retto... |
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L'INTELLETTUALE:
-Si ammanta di un velo di signorilità;
-Rispondere con sussiego, e fa notare che proviene da siti esclusivi;
-Fa capire tra le righe di essere sprecato in certi luoghi, un po' come Sordi in 'Un Americano a Roma' che, benché morto di fame, si permetteva di dire nei confronti dell'unico teatrino di borgata che lo ospitava 'Questo teatro è un letamaio!'
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