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General: QUALCUNO....
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De: ORANGE1 (Mensaje original) |
Enviado: 22/08/2011 04:49 |
....sa dove si può acquistare un buon quantitativo di cicuta? |
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De: Gioia |
Enviado: 23/08/2011 08:16 |
...ma che c'entrano le foto con la cicuta...niente niente te la sei già presa e ti è entrata
in circolo?  |
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...Ah, allora è l'Aglio... |
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De: ORANGE1 |
Enviado: 23/08/2011 08:37 |
Si, Piotr, è l'Oglio, nel tratto da Roccafranca ad Orzinuovi, su sentiero appena accennato, tra fossi ed alberi caduti.
Sì, Gioia, ho preso la cicuta!
Chi mi ha fatto vagare in solitudine tra campagne, siepi, rovi, ramaglie di robinia, attraversando fossi sassosi con la bici a spalle e il sudore che bruciava gli occhi.
E mi son perso il profumo d'umanità emanato da spiagge di bagnanti festosi, ignari di un piccolo cadavere ricoperto da un telo, che avrebbe deturpato la vacanza con tanta pazienza cucita a misura sulla pelle del popolo.
E la fragranza e freschezza di notti fra musica ed altro, che nascondeva, riuscendoci perfettamente, la morte di una ragazza.
The show must go on!!!
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De: ORANGE1 |
Enviado: 23/08/2011 08:39 |
P.S.: l'anta?
E' l'unica cosa rimasta intatta: quella della finestra della camera dove sono nato. |
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come si chiamano dalle tue parti le piante di granoturco ?
in Brianza melgun, nel varesotto melgasc, nel milanese furmentun
e una volta i ragazzi, con la morosa seduta sulla canna della bici,
andavano a fare l'amore proprio in mezz ai camp del furmentun :)
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De: Gioia |
Enviado: 23/08/2011 12:27 |
De: ORANGE1 |
Enviado: 23/08/2011 09:39 |
P.S.: l'anta?
E' l'unica cosa rimasta intatta: quella della finestra della camera dove sono nato.
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De: ORANGE1 |
Enviado: 23/08/2011 13:01 |
Clà: furmentù; il melgàss era il gambo privato della pannocchia (canù), veniva tagliato con una grossa scure a forma di semicerchio per il letto del bestiame.
Io ci giocavo a dottori, da bambino, nel "furmentù". |
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E come si chiama la pannocchia sgrondata dai chicchi, utile per fare il fuoco? Nel Vicentino 'tùgolo' (pl. per metafonesi: 'tùguli'), ma Merenduzzle, che parla veronese-mantovano-rodigino, senz'altro avrà altro termine (e penserà che sia quello veneto giusto). |
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De: ORANGE1 |
Enviado: 23/08/2011 13:18 |
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Ci phacevate lo fòco anche voi (domanda stupida)? E lo consigliavate scherzosamente alle Signore sole?
Ah, par far el fògo 'nava bèn anca la ùa schissà (l'uva pressata), che si presentava sotto forma di spessi dischi a misura di LP. Idem? | |
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De: ORANGE1 |
Enviado: 23/08/2011 13:38 |
Sì, Piotr, si bruciavano nel fuoco assieme ad un ceppo, e se n'andavano per oltre la metà in fumo (nel vero senso della parola, tra l'altro pestilenziale e denso), e il resto si consumava in qualche minuto, ma tant'era: ai tempi era grazia buona avere qualcosa per riempire la pancia della stufa.
Noi non avevamo viti, ma ho sentito da qualche parte che si bruciava la buccetta essiccata, dopo avervi distillato la grappa. |
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Aspe': era per accendere il fuoco, non certo come legna da ardere. L'uva, vedo, la trattavate come in Veneto: dopo aver distillato la grappa la gièra bòna par impissare el fògo. Però l'ho sempre vista in 'pizze', segno evidente di un ultimo trattamento. |
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Ma siamo forse usciti dal topic: chi era quella ragazza morta, presumo, in spiaggia? |
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De: ORANGE1 |
Enviado: 23/08/2011 13:50 |
Han fatto un servizio al tiggì ierisera, ma il fatto è sucesso, mi sembra, circa un mese fa, in un bagno della riviera romagnola, in una serata di ballo e musica da sballo.
La poveretta si è accasciata fra la disperazione di qualche amico, ma non si è fermata la musica e tutti hanno proseguito nel ballo.
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