Secondo Michelangelo considerava come impossibile l'aver potuto elevare le colonne, così vicine l'una all'altra, e che tre uomini possono a stento abbracciare
Oddio, o Tebruccio, più che altro potresti e dovresti chiederti cosa interessa ai Phallabeniani di questi... ehm... importantissimi misteri che prometti di svelare (solo se fanno i bravi).
Mi spiego meglio: ti rendi conto o no che ogni angolo d'Italia ha storie, storielle, leggende? O credi che ne abbia soltanto Roma? Se credi questo si conferma che sei un povero burino, ossia il provinciale che dici che siano tutti i non nati a Roma.
Parafrasando la Settimana Enigmistica: CHI CI RICORDA?
F. De Andrè: Un Matto (Dietro ogni scemo c'è un villaggio)
Tu prova ad avere un mondo nel cuore E non riesci ad esprimerlo con le parole, E la luce del giorno si divide la piazza Tra un villaggio che ride e te, lo scemo, che passa, E neppure la notte ti lascia da solo: Gli altri sognan se stessi e tu sogni di loro.
E sì, anche tu andresti a cercare Le parole sicure per farti ascoltare: Per stupire mezz'ora basta un libro di storia, Io cercai d'imparare la Treccani a memoria, E dopo maiale, Majakowsky e malfatto, Continuarono gli altri fino a leggermi matto.
E senza sapere a chi dovessi la vita In un manicomio io l'ho restituita: Qui sulla collina dormo malvolentieri Eppure c'è luce ormai nei miei pensieri, Qui nella penombra ora invento parole Ma rimpiango una luce, la luce del sole.
Le mie ossa regalano ancora alla vita: Le regalano ancora erba fiorita. Ma la vita è rimasta nelle voci in sordina Di chi ha perso lo scemo e lo piange in collina; Di chi ancora bisbiglia con la stessa ironia: "Una morte pietosa lo strappò alla pazzia".
Per stupire mezz'ora basta un libro di storia, Io cercai d'imparare la Treccani a memoria,
E dopo maiale, Majakowsky e malfatto, Continuarono gli altri fino a leggermi matto.
ma questo va carcerato! ma porcaputtanaladra! ma se sta stronzata la scrivesse un poeta romanesco rimedierebbe li carci in culo a due a due finché non diventano dispari!
ehi, ma lo scrivere è una cosa seria! richiede impegno! richiede sofferenza! e le rima baciate!!! ehi, chi scrive rime baciate come quelle di sopra j'andrebbe messa la camicia de forza!
ha cercato d'imparare la treccani a memoria!? ehi, ma che cazzio vordì? che significa imparare la treccani a memoria?
beh, si, questo a memoria dovrebbe imparà a buttà la penna e a stasse zitto! ma chi è un cantante? e allora che canti! e lasci che siano altri a scrivere!!!
Primo, di cosa pensi tu di De Andrè frega un emerito a nessuno (non hai proprio carte per valutare, figuriamoci per criticare);
Secondo, il quesito era rivolto a chi abbia conseguito perlomeno la licenza media inferiore, categoria dalla quale sei escluso in quanto, parole tue, non sei andato a scuola bensì a lavorare per pagare gli studi a Skikko (o eponimi, bo'): non è affatto una colpa, anzi, può essere motivo di merito.
caro peteruccio, credimi, ti facevo una persona molto, ma molto più intelligente e invece mi deludi sempre di più. vabbè, mi riconsolo perché non solo a me, mi deludi ogni giorno di più.
detto il quanto, ora passo a ricordarti che io, sempre, quando critico, non critico l'uomo, specie quando non è più, ma critico quello che leggo sul momento. e lo critico ben sapendo che ci sono millanta allocchi che accettano a scatola chiusa anche una sua stronzata.
mo passo a ditte come la penso in romanesco: ehi, cojone, le hai lette le rime baciate? per chi ha la pretesa di scrivere (e vendere) è vergognoso! neanche all'asilo! ehi, cojone, lui scrive che voleva imparà la treccani a memoria! ma che cazzo de verso è? ma che cazzo de senso ha? e leggendola tutta è tutta na seuela de rima baciate per allocchi come te. ehi, cojone, sto parlando di quel testo!!! No, di tutti i testi!!!
quando mi ricordi e sottolinei: Secondo, il quesito era rivolto a chi abbia conseguito perlomeno la licenza media inferiore, categoria dalla quale sei escluso in quanto, beh, ascolta vecchio stronzo, ogni volta il quanto dici nei miei confronti, lo mando al mio amico Umberto e, ogni volta, credimi, ti manda affanculo dicendoti, gridando, che sei un poveretto, un mentecatto, più ignorante de na capra.
e per questo vivi male! perché la tua ignoranza ti ferisce più, di quanto ti ferisce il mio modo felice e spensierato di vivere.
cocco, io non ciò buffi! e mi basta che partecipi a un torneo di scacchi, oppure di dama, o la partecipazione a un concorso di poesia, o mi basta rileggermi le mie poesie, e tutte le testimonianze d'affetto che mi hanno sempre regalato in ogni dove.
davero me dispiace pe te. perché credo che sei inguaribile. si perché dall'ignoranza non se guarisce e men che meno dall'ividia.