|
General: E POI SI LAMENTANO PERCHé LE AZIENDE SCAPPANO!
Elegir otro panel de mensajes |
|
De: ORANGE1 (Mensaje original) |
Enviado: 21/06/2012 09:44 |
|
|
|
No, no, non ho detto questo, sia mai.
Dico solo che è ora di finirla di andare a braccio. I lavoratori seri ci sono in tutte le categorie. Statali e non...La differenza è che gli statali non hanno premi produzione, riconoscimenti e balle varie che non sto qui ad elencare. Se lo stato dovesse pagare tutte le ore che molti fanno "amore et gratia dei" sta sicura che molti si tapperebbero la bocca, o almeno risultassero.
Se si pagassero le eccellenze come succede in molti altri stati europei, per la proprietà transitiva si avrebbe un esubero di eccellenze. E non voglio entrare nel merito del mio personale vissuto lavorativo. |
|
|
|
Per Ramarra: NO, TI PREGO, NO!
Per la ben riletta Medendòvnaja: insomma aveva ragione Montanelli, più di vent'anni fa, rispondendo ad un lettore in una sua rubrica - risposte in seguito raccolte in un piacevole volume: Mandare a casa il 50% degli insegnanti e raddoppiare lo stipendio al rimanente 50... |
|
|
|
De: Ramarra |
Enviado: 23/06/2012 14:28 |
Merendina, guarda che lo so che ci sono persone capaci ed ottime nell'ambito pubblico. Capisco anche che nel settore pubblico le capacità di tante persone è imbrigliata perchè rimane vittima dell'idiozia altrui, spesso dei superiori. Tuttavia i risultati per l'utenza.....
Mi auguro quanto te che le eccellenze e le persone capaci vengano pagate anche 10 volte di più di quello che adesso prendono e che siano un pò "sburocratizzate", cioè rese libere di decidere e fare in virtù delle loro capacità. Non sopporto che uno stipendio intero + tutte le garanzie del mondo vengano riconosciuti a due operai e mezzo che, per un lavoro di tre ore al massimo, ne perdono 2 più ci fanno il triplo della strada più il triplo delle telefonate più mi fanno impazzire. Consentimi di desiderare che quei due operai, quando prendono i soldi, ne debbano restituire un pò all'ente perchè non hanno prodotto alcun utilità per questo, solo una perdita : parte del loro stipendio.
|
|
|
|
dato che è il tuo settore, Merendina, ti pongo un paio di domande
il personale delle scuole private è garantito quanto quello delle scuole pubbliche ?
le scuole private hanno altrettanto personale non insegnante quanto quelle pubbliche ?
esistono due criteri di misura nel privato che nel pubblico sono considerati blasfemi :
uno è il merito, l'altro è la produttività
l'azienda che non può basarsi su questi due criteri è destinata al fallimento
e lo stesso destino ha lo stato che li ripudia |
|
|
|
Claretta...
il personale delle scuole private è garantito dalle raccomandazioni di ferro, non certo dalla meritocrazia e a quanto mi consti men che meno da titoli ed esami. Pensare all'eccellenza delle scuole private è una mera utopia e te lo dice chi ha studiato in scuole private costosissime e ha mandato, per necessità, i propri figli. Necessità che spiego subito: pagando, gli istituti privati ti accolgono i figli anche alle 6.30 del mattino. Le scuole private vivono dell'assistenzialismo statale come le scuole pubbliche, più le rette, mentre il personale è ridotto all'osso. Privato, a casa mia, vuol dire guadagno, quindi si economizza su tutto. Inoltre, vivono ai margini delle istituzioni senza obbligo di corsi di aggiornamento e balle varie.
La scuola pubblica, discorso assai piccante. A meno che un insegnante non sia sulla soglia della pensione o se ne freghi altamente, come in migliaia di altre professioni, privato compreso, è oberato da: insegnamento frontale, infinita burocrazia, corsi di aggiornamento, adeguamenti alle conoscenze delle lingue straniere secondo il frame work europeo, curriculum vitae europeo, adeguamenti annuali delle competenze conseguite (chi non sa usare la LIM al giorno d'oggi è un cavernicolo), riunioni e bla bla bla. Non ci dimentichiamo la preparazione delle attività didattiche e la correzione delle verifiche.
Per quanto mi riguarda produttività e merito dovrebbero essere consequenziali perchè così ho impostato il mio modo di vivere il mio lavoro. Il raggiungimento degli obiettivi è la produttività. Le metodologie, lo studio, le pubblicazioni e compagnia cantante per mezzo delle quali raggiungo questi obiettivi dovrebbe darmi il "merito".
Gli insegnanti si incattiviscono di fronti a ragionamenti come il tuo.
Noi abbiamo a che fare con persone. Se io ho una classe composta da 28 studenti, ho di fronte 28 persone, non certo 28 bancali da scaricare velocemente.
Ho 28 profili da compilare, 28 teste diverse, 28 tra ragazzi e ragazze, faccenda da non trascurare.
Fino a non molto tempo fa, si davano 28 verifiche uguali per tutti. Ora il discorso è cambiato e tu prova ad avere classi eterogenee e portarle ad un risultato similare a fine anno. Un'utopia? Forse, ma ci si prova. Non si ha di certo la bacchetta magica. 28??? Io quest'anno ho lavorato con 218 persone.
Spero di averti instillato un dubbio riguardo i tuoi dictat così precisi.
(Ah dimenticavo, i corsi di aggiornamento sono a pagamento, i testi PURO). |
|
|
|
|
Per Ramarra: NO, TI PREGO, NO!
Per la ben riletta Medendòvnaja: insomma aveva ragione Montanelli, più di vent'anni fa, rispondendo ad un lettore in una sua rubrica - risposte in seguito raccolte in un piacevole volume: Mandare a casa il 50% degli insegnanti e raddoppiare lo stipendio al rimanente 50...
|
|
|
|
|
Sardelon... non dire queste cose a me. Se ci dovessero ridurre del 50% mi dovrei suicidare. Lo sai che noi facciamo un giro di studenti superiore alle attività del diurno. Siamo a 500 studenti e 50 professori al diurno, 700 studenti e 7 MONA (io compresa) al CTP. Sì, sì 7 ahahaha. |
|
|
|
non ho posto nessun dictat
e tu hai spiegato in modo perfetto in cosa consistono produttività e merito
daltronde io ho detto che falliscono sia le aziende private che gli stati se non
si basano su quei due criteri
la cosa vale anche per i finanziamenti elargiti dallo stato, darli a una scuola
privata di scarsa qualità fa parte della logica fallimentare che boccia merito
e produttività
sorvoliamo sulle raccomandazioni per carità di patria, perchè lo stato non ne
è affatto immune, danno più nell'occhio le università, ma in un modo o nell'altro
le raccomandazioni sono presenti ad ogni livello
se una scuola privata non riceve finanziamento pubblico deve essere competitiva,
se vuole rimanere sul mercato
poi tocca all'utente scegliere tra le offerte, a secondo delle sue necessità e dei suoi
desideri : l'orario, il costo, la qualità dell'insegnamento, l'ambiente, la sorveglianza,
il cibo, le attività complementari, eccetera
su ognuno di questi elementi si gioca la competitività aziendale della scuola privata
e se nessuno di questi elementi è alol'altezza di competere, battendo la concorrenza,
la scuola chiude
e i dipendenti restano disoccupati
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
ripeto: il finanziamento pubblico dato alle scuole private è controproducente e fallimentare
ma lo stato dovrebbe permettere che la retta scolastica venga messa in detrazione sulla
dichiarazione dei redditi
e dovrebbe dare un bonus alle famiglie prive di redditi perchè possano scegliere tra il pubblico
e il privato
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
le scuole private, se funzionano, producono utili , e gli utili producono introiti per l'erario, introiti
che possono essere usati per le scuole pubbliche, quindi non si vede la ragione per cui non si possa
detrarre dall'Irpef delle famiglie l'importo della retta
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
ma la stessa cosa vale per ogni altro settore
e del resto lo stato paga un enorme numero di privati che spesso sono addirittura dei doppioni delle
funzioni svolte (che dovrebbero essere svolte) dai dipendenti pubblici
e questo avviene anche per quanto riguarda il Ministero della Istruzione e della Ricerca
a cominciare dalle cooperative e imprese di pulizia, fino ad arrivare ai massimi vertici delle consulenze
dirigenziali, pagate centinaia di migliaia di euro
|
|
|
|
Sardelona, chi ti dice che tu non saresti tra quelli mandati a casa? Ihihih... |
|
|
|
Sgnaonzelo, io, da sola, produco un minimo di 4 progetti ogni anno che portano alle casse del CTP qualcosa come 20.000 NEURI e che rimangono, non si sa per quale magia, nelle mani della segreteria scolastica diurna (e attenta rapace).
Altro discorso è quando vado a chiedere mi si compri un vocabolario, CAZZO, non ci sono mai soldi. Indi ragion per cui, mi tengono ben stretta. |
|
|
|
|
sorvoliamo sulle raccomandazioni per carità di patria, perchè lo stato non ne
è affatto immune, danno più nell'occhio le università, ma in un modo o nell'altro
le raccomandazioni sono presenti ad ogni livello
|
|
|
|
|
Non so come funzioni all'università, ma senz'altro sarà un modo di dialogare con le supplenze e cariche ben diverso da quello che si attua nelle secondarie di II° Grado, giù giù fino alle scuole dell'infanzia.
Dopo aver superato gli esami di stato, fino a qualche tempo fa c'era da frequentare un corso, denominato SSIS della durata di 3 anni corredato di esame finale. Ora ha un altro nome, ma è la stessa minestrina.
I candidati supplenti vengono inseriti in graduatorie o fasce che vanno dalla prima, con possibilità di insegnare per un'annualità, fino ad arrivare alla terza, detta fuori casta, nella qule i fortunati, ma fortunati, si fanno qualche GIORNO di supplenza.
E' matematicamente impossibile avere raccomandazioni, tutti conoscono il loro punteggio e a che scalino sono in graduatoria dato che sono atti pubblici debitamente visibili presso le segreterie scuolastiche di ogni ordine e grado. |
|
|
|
AHHHHHHH
per gli ignorantoni che si lavano la bocca dicendo che abbiamo mesi di ferie, ebbene, vi devo ahivoi, tappare la bocca!!!
Partendo dal presupposto che gli insegnanti non si possono prendere le ferie quando gira loro (magari quando si spende meno), abbiamo 32+4 (festività soppresse).
I restanti siamo a disposizione della scuola per esami, consigli di classe, preparazione orario, progettazione e bla bla bla.
Molto spesso siamo a casa a disposizione ore zero, nel senso che, se io abito a 2 km dalla scuola e vengo chiamata, entro 15 minuti, massimo mezz'ora mi devo presentare.
MI SONO CAPITA? |
|
|
|
Cara Merendjevska, da una parte hai ragione tu; dall'altra l'impressione che abbiate più ferie di tanti lavoratori (prrrrr....) è forte e radicata. Tra l'altro non menzioni Natale e Pasqua trullallà... |
|
|
|
De: Ramarra |
Enviado: 24/06/2012 11:17 |
Scusa Merendina ma stai esprimendo pienamente la confusione che gli statali fanno sul significato del verbo lavorare.
Stare a casa, pur se a disposizione, non vuol dire lavorare. Anche mio padre aveva i turni di reperibilità, andavamo anche a fare i pic-nic a patto che si stesse nell'area dei 20 minuti dall'ospedale. Può anche darsi che tu debba stare proprio a casa e ti sia vietato utilizzare il cellulare o il trasferimento di chiamata dal fisso al cellulare, e comunque stare in casa liberi di fare ciò che si vuole non equivale a lavorare.
Lavorare è un'altra cosa.
Gli insegnanti svolgono un'attività impegnativa indubbiamente, che ho sempre scartato dalle ipotesi che formulavo su cosa avrei fatto da grande perchè non mi piaceva il modo in cui venivano trattati dagli alunni e dai genitori di questi. Il vantaggio più grande dell'essere un insegnante è esattamente quello del tempo libero.
Le mie amiche che insegnano, dalle elementari alle superiori, sopportano ciò che per me è intollerabile e nella bella stagione, a natale e pasqua si godono il tempo libero. Ognuno sceglie il suo vivere, non ho nulla contro il loro tempo libero ma non ho voglia di sentire vittimismi per l'argomento ferie che è la sabbia mobile di ogni difesa dell'insegnante.
|
|
|
|
egregia Merendina, quanti sono i dipendenti statali nel settore Istruzione e Ricerca ?
quanti di loro sono insegnanti o docenti ?
quanti fra insegnanti e docenti sono effettivamente impegnati nelle aule ?
quanto è il personale tecnico e/o amministrativo ?
quanti sono i "distaccati" ad adempiere funzioni che non prevedono la presenza in aula ?
poi potremmo anche parlare del "mettersi in aspettativa" a tempo indeterminato o quasi
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
tu difendi il corpo insegnante, che in effetti è il più esposto alle critiche, anche immeritate
ma visto che tu stessa ne sei vittima, come tutti i cittadini italiani, puoi in coscienza dire che
la stessa scuola non sia danneggiata da uno stato divenuto STIPENDIFICIO ?
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
a proposito di scuola primaria : i miei figli "subivano" 20 ore di insegnamento settimanale, mio nipote
ne subisce 30 (subire, perchè usufruire è un termine soggettivo)
ma non so quante ore di insegnamento fa ciascuna delle insegnanti, ne ha 6 : italiano con storia e geografia,
matematica, inglese, religione, educazione fisica, informatica, tutte materie alle quali viene assegnato un voto
sulla pagella, sempre con la spada di damocle di quello per il comportamento
stiamo parlando di un bimbo che ha compiuto i 7 anni a febbraio, e al quale vengono anche assegnati i compiti
da fare a casa
se permetti mi riesce difficile credere che le insegnanti lavorino di più dei piccoli scolari di oggi
|
|
|
|
|
Cara Merendjevska, da una parte hai ragione tu; dall'altra l'impressione che abbiate più ferie di tanti lavoratori (prrrrr....) è forte e radicata. Tra l'altro non menzioni Natale e Pasqua trullallà...
|
|
|
|
|
Caro Babbo_Pan io starebbi a scuola sia a Natale che a Pasqua. L'obbligatorietà all'astensione scolastica non l'ho inventata io. C'è a monte un discorso ben più serio. Ormai la scuola è comandata dai GENITORI. E su questo nessuno fiati perché è un dato di fatto.
A Natale è d'obbligo la settimana bianca e a Pasqua la gita fuori porta. (si fottessero).
Non si possono sforare i 200 giorni, perché i ragazzi/bambini/adolescenti non reggerebbero il carico di lavoro. Smettiamola con questi discorsi triti e ritriti. |
|
|
Primer
Anterior
13 a 27 de 42
Siguiente
Último
|
|
|
|
©2024 - Gabitos - Todos los derechos reservados | |
|
|