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Respuesta  Mensaje 1 de 15 en el tema 
De: Peterpan®  (Mensaje original) Enviado: 17/08/2012 18:38




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Respuesta  Mensaje 3 de 15 en el tema 
De: Peppe Gioacchin Enviado: 17/08/2012 20:40
ignobile
 
ma l'interpretazione è ancora peggio della "canzone"
 

Respuesta  Mensaje 4 de 15 en el tema 
De: Peterpan® Enviado: 18/08/2012 08:22
...Mah... 'sto patetico tentativo, poi, di mix tra ritmi diciamo contemporanei e una voce da 'bel canto' di prima della guerra (dei cent'anni)...
Però stiamo sempre là: per incredibile che possa sembrare c'è gente che, ovviamente sulla base della propria (immaginiamocela) formazione, considera 'ste cagate buona musica.
Una domanda che più di una volta ho posto, e alla quale quel vermaccjuolo trasteverino s'è sempre ben guardato dal rispondere, è questa: d'accordo, hai sui 75 anni, lustro più lustro meno. Nel 1970 ne avevi quindi una trentina e rotti, no? Ma eri in isolamento, soprattutto acustico? Girava musica di tutti i colori, bella, brutta ma soprattutto bella, testi audaci, arrangiamenti sperimentali e quant'altro. Tu, inferiore rispetto anche ai primati, dove cazzo stavi? Chiuso nel cesso del bar 'Forza Lupi' de Coticchia Arvaro?




Respuesta  Mensaje 5 de 15 en el tema 
De: Peppe Gioacchin Enviado: 18/08/2012 08:29
beh, ma nel '70 era in piena attività Claudio Villa, il suo vicino di casa !!!  

Respuesta  Mensaje 6 de 15 en el tema 
De: botia Enviado: 18/08/2012 08:36
tranquillo Tebro..........senza amor morirai uguaglio

Respuesta  Mensaje 7 de 15 en el tema 
De: Peterpan® Enviado: 18/08/2012 09:02
beh, ma nel '70 era in piena attività Claudio Villa, il suo vicino di casa !!!  

 
Vero, purtroppo...*
 
*O Bepy, leggi mail.

Respuesta  Mensaje 8 de 15 en el tema 
De: Peterpan® Enviado: 18/08/2012 13:32
E' un mito: se le canta, se le suona, se le loda (qui, su Rifalla):
 
 
beh, direi che è una bella dichiarazione d'amore.

"e ti offrirei
i colori d'un tramonto
la luce inargentata della luna
un cielo immerso di silente oblìo
bucchè di stelle
e tutto l'amor mio"

si, decisamente è una gran bella poesia-canzone.
e certo che poi andromaca se fa rode er culo!
perché? ma perché co me non cià partita!
è destinato a fa l'urtimo.

Respuesta  Mensaje 9 de 15 en el tema 
De: botia Enviado: 18/08/2012 13:42
psssssssss.......Peter.......vedi di far meno il pirla col pugliese che c'è la Monari che fa la gelosa

Respuesta  Mensaje 10 de 15 en el tema 
De: Peterpan® Enviado: 18/08/2012 14:01
Pssss... spiegati meglio, o amico Botja, dato che il mio amico Andreuccio ha lucchettato i defy...

Respuesta  Mensaje 11 de 15 en el tema 
De: Peppe Gioacchin Enviado: 18/08/2012 21:48
x Peter:
 
ho postato un commento al veleno sulla Giovannini...  quanto dura secondo te?  ore o minuti?

Respuesta  Mensaje 12 de 15 en el tema 
De: Merendina Enviado: 19/08/2012 05:46
I soliti Celosi

Respuesta  Mensaje 13 de 15 en el tema 
De: Peterpan® Enviado: 19/08/2012 06:02
Elvis Basilico è ancora là - strano, sarà che è domenica...
Piuttosto, chi è l'autore di questa sinceramente esagerata stroncatura sul piano et linguistico et formale? A cornutoniiii! Guardate che la Giovannini è mia amica!

 

Croazia. Viaggio di un cronista UNA cronista

di Eleonora Giovannini

 

 

La Croazia è un paradiso terrestre ancora vergine, non avvelenato dalle azioni umane. Un eden straordinariamente semplice, dove dominano rocce, sassi, alberi, specialmente ulivi  e una vegetazione folta, popolata da gabbiani, nobili vespe e tante cicale danzanti, sia sotto il sole che durante la notte.
Sono sull'isola di Drvenik, l'aeroporto di Spalato si trova a soli tre chilometri da Traù Trogir, che dista circa sei miglia dall’isola.Meno di cento abitanti fanno di questo posto una vera e propria oasi di pace ed armonia. Il mare è trasparente, a tratti sabbioso, per la maggior parte sassoso. L’acqua è limpidissima e il fondale si lascia guardare splendidamente, irrorato dal sole.
Il cammino, all’interno di questa terra libera, è più dimensionale che paesaggistico. Un ritorno alle origini già intuibile da Spalato, dove sembra di rivivere una realtà che in Italia era esistente almeno trent’ani fa.

Sineddoche davvero fuori luogo. ‘La Croazia’ è termine un po’ troppo generico, e tra l’altro l’autrice sta parlando di una delle mille isole: la Croazia non è solo quello - un po’ come se uno andasse in ferie in Trentino e dicesse che l’Italia è un Paese prevalentemente montano. ‘Dominano rocce, sassi, alberi’: altrove cosa domina? Il centro commerciale dove va Franchino? ‘Una vegetazione folta, popolata da gabbiani, nobili vespe e tante cicale danzanti’. Mai vista una vespa nobile né una cicala danzante, ma forse sono io che sono un po’ sbadato. ‘Traù’ è il nome italiano dela località, ‘Trogir’ quello croato. Volendo a tutti i costi indicare i due termini tra di essi va interposto un trattino, o al limite una spiegazione per entrambi. Ad ‘almeno trent’anni fa’ era preferibile un ‘fino ancora a trent’anni fa’, per indicare il paesaggio ormai perduto e rimpianto (o almeno questo sembra voler comunicare l’autrice).

 I negozi sono piccoli, la cittadina ha si (sì) e no tre centri commerciali piuttosto essenziali. Le buste della spazzatura sono ancora di plastica e capienti. I raccoglitori dell’immondizia tutti uguali, di metallo. Non c’è ancora la raccolta differenziata.

Il traghetto viaggia solo quattro volte al giorno ed impiega circa un’ora per ogni senso di marcia. La vita nell’isola tiene conto della parsimonia, poiché per fare la spesa è necessaria qualche ora e le provviste vengono accumulate in quantità alquanto copiose.

Farraginoso: cosa mi significa ‘la vita nell’isola tiene conto della parsimonia’, come se questa fosse lo spread italo-tedesco? Un ‘la vita è condotta in maniera parsimoniosa – spartana – semplice ecc’ non andava proprio?

Questo implica la necessità di risparmio (lo aveva in pratica già detto, e concettualmente non sta, è una forma di tautologia: 'bisogna risparmiare in quanto bisogna essere parsimoniosi'. Ma che discorso è?) e soprattutto non esiste lo spreco, né di cibo, né di energia elettrica. Le strade non hanno illuminazione, il buio vive, il buio avanza con la sua notte in modo naturale, privo delle aggressioni artificiali che ci hanno fatto dimenticare quanto sia luminoso il cielo. In questo mondo naturale, infatti, la sera è popolata soltanto dal canto dei grilli e dalle stelle, tutte splendenti e nitide sopra di noi.

Il silenzio è reale, niente macchine, nulla che non sia suono naturale. Perfino il volo dei gabbiani è percepibile, il battito delle ali che urta e fa vibrare l’aria. Sembrano ali di vento che dalle macchie dei cespugli si librano tra il sole ed il mare.

Le strade sono tortuose, fatte di terra e ciottoli, ma percorrerle non stanca, perché anche camminare tanto diventa semplice.

In questo splendore, in questa grazia sperduta, ci si rende conto davvero di come l’essere umano sia il vero alieno del proprio habitat. Se è il ‘suo’ habitat come fa a esserne alieno? Qui poteva parlare di scarso rispetto dell’ambiente eccetera, ma non metterla così.

Il ritorno alle origini è qui, è capire come il messaggio scritto  nelle pagine del vangelo, che invoca ad una vita che sia come i fiori, come gli uccelli, sia davvero possibile. (‘Invocare ad una vita’ ignoro che lingua sia). Lontani dalla perversione del tempo al quale ci siamo sottoposti, esterni alla follia della fretta, della paura, della stanchezza frutto di un vivere contro natura.

Il vangelo infatti dice che gli uccelli e i fiori sono liberi, che “loro non arano, eppure il Padre nostro celeste li nutre. Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro”.
Non ci sono strade che non conducano a questo, tranne quella del rientro verso la parte del mondo civilizzata.

(Molto poetico-lirico-francescano, il tutto, ma ha idea, l’autrice, del mazzo che si fa quella gente tutto l’anno? Facile fare i turisti di una settimana…)

Unica meta è una via che sale, verso la punta estrema dell’isola, dove una vecchissima chiesetta racconta del Santo che ne porta in (il) nome: chieda (chieda? Ma non ci sono indicazioni?) di San Nicola. Una chiesa incompiuta (XVIII secolo) , molto piccola, con all’interno un dipinto del santo. Povera, sostanziale, come lo è l’intera isola.

Gli abitanti si mostrano poco socievoli, schivi, dallo sguardo diffidente. In un primo istante questo loro atteggiamento risuona in contrapposizione con la natura. Ci si chiede perché, in un contesto pacifico, la gente dovrebbe comportarsi con questa silenziosa acredine. La risposta giunge da sola, attraverso una banale riflessione.
Proviamo a pensare ad una tribù, in una terra non ancora esplorata. L’arrivo dell’uomo comporterebbe un disagio e una forma di sospetto da parte degli abitanti avvezzi alla loro sola presenza. Quindi anche gli abitanti di Drvenik usano la diffidenza come innata protezione da altri mondi, così come fanno gli animali selvaggi.

Si preservano dalla contaminazione da parte di coloro che hanno già distrutto una parte considerevole del pianeta. Come non comprenderli?

Ehm… I Croati, compresi gli isolani, non sono i Guaranì amazzonici del diciassettesimo secolo. Hanno televisore, cellulari e quant’altro. Non sarà che, come scrivo io nel mio brano, vogliono evitare eccessivi contatti con gli Italiani, visto il loro abituale comportamento all’estero? Provate ad andare là e a mostrare VERO interesse per la loro lingua, i loro usi eccetera: vi troverete davanti una bottiglia di grappa e una di vino, e SALUTE! E i giovani, com’è facile intuire, non vedono l’ora di filarsela.

 Qui Dio esiste, è respirabile in ogni spazio e mette una semplicità nel cuore indescrivibile.
Occorre fare silenzio per riuscire a regredire almeno in maniera intuitiva. Già, perché la regressione è la vera crescita dell’essere umano, lontano dalla malattia e dalla morte.
(opinioni…)




Respuesta  Mensaje 14 de 15 en el tema 
De: Peterpan® Enviado: 19/08/2012 06:31
Voi me la volete condurre al suicidio, 'sta ragazza... Io pubblico per dovere di cronaca, però qui davvero state esagerando:
 

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Elvis Basilico · Scienza dell'alimentazione

ma qual è la linea editoriale di questo web magazine? siete mica un po' sadici? sono per vari motivi interessato a vicende e luoghi adriatici, ed ho letto con un certo interesse sia "Vacanza in Istria" di Lenaz sia "Croazia.Viaggio di un cronista" della Giovannini. Come non fare un confronto tra i due scritti? (non sto parlando di valori letterari assoluti, non è il mio mestiere, ma di valori relativi). Tanto gradevole, piacevole e scorrevole appare il primo, quanto noioso e sostanzialmente illeggibile (se paragonato a "Vacanza in Istria") il secondo. Questa Giovannini che torna dall'isoletta dalmata per raccontarci di avere incontrato Dio e il Buon Selvaggio... questa tiritera retorica sul progresso distruttore del pianeta e sulla regressione come unica possibile occasione di crescita dell'essere umano "lontano dalla malattia e dalla morte"... che campioncina di banalità! Brava Giovannini, trasferisciti pure a Drvenik ma prega il tuo Dio (croato) di avere sempre tanta salute perchè, se ti venisse un attacco di appendicite, per salvarti la vita non basterebbe un infuso di erbe dalmate, ma dovrebbe intervenire un progressista, mortifero e contaminante elisoccorso !

 
 

Respuesta  Mensaje 15 de 15 en el tema 
De: Merendina Enviado: 19/08/2012 06:34
ahuahuahua ma chi è sto Elvis? 
 
Ha colto lo spirito, l'essenza giornalistica.
Mica la Giò avrà fatto il DAMS nevvero? 

Respuesta  Mensaje 16 de 15 en el tema 
De: Peterpan® Enviado: 19/08/2012 08:24
Questa era una certa Nadia, presto cancellata come dicevo nell'altro 3d:
 

Vorrà perdonarmi, signora Lovatelli, ma trovo quantomeno antitetico al buon gusto decidere di pubblicare questo temino da scuola primaria infarcito delle solite scontate frasette esistenzial-filosofiche prêt-à-porter della Giovannini appena all’indomani del piccolo capolavoro di Lenaz, cioè l’acquerello sull’Istria che si trova al link http://www.web-spot.it/articolo.asp?ID=2038&cat=0 . Qualcuno aveva forse chiesto a quest’ultima di parafrasare il Lenaz? In questo caso ce ne informi, non potremo che invitarla a farlo meglio la prossima volta.

La Giovannini, con la sua evidente formazione da segretaria d’azienda (e i suoi sfondoni grammaticali), letteralmente scompare di fronte al sapiente e calibrato uso della lingua da parte del Lenaz, il quale riesce con mezza parola a suscitare emozioni e sensazioni, nostalgie e rimpianti, per realizzare il che all’altra non basterebbe una ventina di pagine – né siamo certi che l’effetto verrebbe raggiunto. Grazioso inoltre, nel brano ‘Istria’, l’immaginario dialogo tra l’autore e una sua amica che lo sprona a scrivere, stimolante la goliardia che emana dalle avventure con i traghettatori, dalla descrizione della figura del giocatore d’azzardo, un po’ da tutta l’angolazione dalla quale proviene il racconto: tutte ‘trovate’ che la Giovannini nemmeno sogna, credo di poterlo affermare con sicurezza in quanto è un po’ di tempo che seguo entrambi. Insomma, un accostamento davvero fuori luogo: è un fatto che balza agli occhi a chi davvero LEGGE, oltre alle ‘cicale danzanti’, figura davvero nuova nella storia della letteratura (by Giovannini, neanche a dirlo).

Mi perdoni di nuovo, ma se la Giovannini è una cronista, come lei la definisce, Lenaz chi è? Montanelli?



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