L'inchiesta è coordinata dalle procure di Milano, Napoli e Reggio Calabria, dove spunta anche l'ipotesi di collegamenti con la criminalità organizzata. Illeciti commessi anche da sottosegretario nell'ultimo governo Berlusconi. Stamattina la perquisizione di carabinieri e Gdf nella sede di via Bellerio. Maroni: "Sono rimasto inascoltato da chi doveva decidere". Otto gli indagati
Denaro contabilizzato in maniera scorretta e costi sostenuti per pagare le spese dei familiari di
Umberto Bossi. Emerge anche questo dalle intercettazioni telefoniche che hanno contribuito a formulare le ipotesi di truffa ai danni dello Stato e finanziamento illecito ai partiti a
Milano e riciclaggio a
Napoli e Reggio Calabria dove spuntano possibili collegamenti con la criminalità organizzata a carico di
Francesco Belsito, tesoriere della Lega Nord, formulate dalle tre procure nell’ambito di un’inchiesta congiunta.
Belsito per ora risulta l’unico politico indagato e avrebbe avuto comportamenti illeciti anche quando era sottosegretario alla semplificazione nel governo
Berlusconi. Gli investigatori chiariscono, però, che “
non si tratta del nuovo Lusi“. Per il reato di appropriazione indebita, la Lega potrebbe essere parte lesa, mentre per il reato di truffa, gli inquirenti stanno valutando l’utilizzo non trasparente dei fondi.
Le indagini hanno portato questa mattina Carabinieri e Guardia di Finanza nella sede del partito in via Bellerio, a Milano, per effettuare acquisizioni di documenti. La perquisizione in corso riguarda un’inchiesta relativa alla
vicenda degli investimenti in Tanzania. Insieme ai carabinieri del Noe, il Nucleo Operativo Ecologico di Roma c’è il pm napoletano
Henry John Woodcock che ha lasciato la sede senza rilasciare dichiarazioni.
Indagati anche i due uomini d’affari
Paolo Scala e
Stefano Bonet e altre cinque persone. Risulta inoltre coinvolta la Siram Spa, grossa società con sede a Milano che si occupa principalmente di energie rinnovabili e servizi ambientali, che avrebbe ricevuto “erogazioni concesse allo Stato sotto forma di credito di imposta”.
Una seconda bufera per il Carroccio dopo lo scandalo del vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia Davide Boni. Tra i dirigenti del partito, il primo a parlare è
Roberto Maroni che ha dichiarato: “Belsito faccia un passo indietro. E’ il momento di cogliere questa occasione per fare pulizia”. L’ex ministro ha poi ricordato di avere già “chiesto in un consiglio federale che ci portassero i conti, che si facesse chiarezza e si facesse un passo indietro”, ma ha poi aggiunto di essere stato “inascoltato da chi doveva decidere”. In giornata si terrà una riunione dei vertici della Lega.
L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto di Milano,
Alfredo Robledo, e dai pm
Roberto Pellicano e
Antonio Filippini. Il filone partenopeo è scaturito dall’indagine
che portò al coinvolgimento del direttore dell’Avanti! Valter Lavitola e dell’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini.
MILANO – Nell’ambito delle indagini, come spiega una nota firmata dal procuratore della Repubblica di Milano
Edmondo Bruti Liberati, “sono state eseguite perquisizioni nei luoghi in disponibilità degli indagati, nonchè di soggetti loro collegati”. La procura della Repubblica di Milano, si legge ancora nella nota, “procede per il reato di appropriazione indebita aggravata a carico di Belsito Francesco,
Scala Paolo e
Bonet Stefano, con riferimento al denaro sottratto al partito politico Lega Nord’’, “per il delitto di truffa aggravata ai danni dello stato a carico dello stesso Belsito con riferimento delle somme ricevute a titolo di rimborso spese elettorali”, “per truffa ai danni dello Stato a carico di Bonet Stefano e Belsito Francesco con riferimento alle erogazioni concesse allo Stato sotto forma di credito di imposta in favore della società
Siram Spa con sede a Milano”.
I presunti reati sarebbero stati commessi “in Milano e altrove dal 2010 al gennaio 2012”. La Siram Spa, è una grossa società con sede a Milano che si occupa principalmente di energie rinnovabili e servizi ambientali. Il gruppo ha sedi a Milano,
Massa Martana (Perugia) e
Roma. La società, scrive sul suo
sito, “è il leader italiano nei servizi energetici e multitecnologici, si rivolge al mercato della sanità, dell’ amministrazione pubblica, dell’ industria, del terziario e del residenziale con l’obiettivo di perseguire l’efficienza energetica e la tutela ambientale”. E spiega che la sua mission “è da sempre improntata all’ottimizzazione dei processi energetici, al risparmio per conto dei nostri clienti, al contenimento del consumo di materie prime e alla riduzione delle emissioni inquinanti, anche con l’utilizzo delle energie rinnovabili”.
L’inchiesta della procura di Milano è nata, da quanto si è saputo, da alcune indagini su transazioni finanziarie riferibili ai due uomini d’affari Scala e Bonet. E’ partendo da queste movimentazioni finanziarie che gli inquirenti milanesi sarebbero arrivati a contestare il reato di appropriazione indebita aggravata a carico di Belsito, Scala e Bonet,
in relazione agli investimenti in Tanzania, passando anche per Cipro, con soldi sottratti alla Lega Nord. Per quanto riguarda invece il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato, sempre a carico del tesoriere della Lega, le accuse riguarderebbero un illecito utilizzo da parte del tesoriere del partito dei rimborsi elettorali arrivati al Carroccio. Una serie di perquisizioni da parte dei militari della Gdf sono in corso nella sede della Lega in via Bellerio a Milano, ma anche nelle sedi della società Siram, colosso che si occupa di innovazione tecnologica. Le perquisizioni nella società riguardano un altro filone di indagine che vede indagati Bonet e Belsito per truffa ai danni dello Stato in riferimento a un giro di fatture e ad erogazioni concesse allo stato come credito d’imposta in favore della società.
NAPOLI - Per quanto concerne l’indagine degli inquirenti partenopei l’ipotesi di reato formulata è di riciclaggio in cui, tuttavia, non è coinvolto il partito. La perquisizione a Milano é legata a una inchiesta della sezione reati contro la pubblica amministrazione per riciclaggio di ingenti risorse finanziarie. Nell’indagine è coinvolto un uomo di affari veneto che ha rapporti con il tesoriere della Lega Nord e che opera anche in Campania attraverso una società di Napoli del settore servizi energetici e tecnologici. Le perquisizioni odierne sono finalizzate a reperire atti e documenti riferibili alla sua attività. Sono 30 gli obiettivi del decreto di perquisizione con l’esclusione, spiega il procuratore aggiunto
Alessandro Pennasilico, di quelli che dovessero risultare nella disponibilità di parlamentari. Obiettivo dei pm è reperire documenti relativi ai rapporti finanziari intercorsi tra il tesoriere della Lega e l’uomo d’affari veneto.
REGGIO CALABRIA - L’inchiesta è coordinata dal magistrato
Giuseppe Lombardo della Dda. I magistrati di Reggio sono al lavoro su collegamenti tra gli uomini d’affari indagati a Milano e altre persone, forse legate alla criminalità organizzata. Anche qui Belsito è indagato per riciclaggio.
Per la prima volta l’impianto giuridico formulato dalla procura sottende che il rendiconto dei rimborsi elettorali percepiti dal partito non sia stato rendicontato correttamente ai revisori parlamentari.
In tutto sono in corso circa 40 perquisizioni, anche nelle abitazioni degli otto indagati. Tra queste, a Genova, città d’origine di Belsito, alla sede del Sindacato padano
Sin.pa. a Milano, e all’ufficio della società
Polare del gruppo Bonet. Perquisizioni anche nella sede della
Siram Spa oltre ad altre 15 di carattere personale, che includono anche Belsito e Bonet. Sono tutte coordinate dal ‘Capitano Ultimo’
Sergio De Caprio. Presente oltre a Woodcock anche il pm
Vincenzo Piscitelli.
Si tratta dunque di tre inchieste separate per le quali in questa fase si opera in maniera congiunta. Napoli segue il filone riciclaggio nel quale Bonet è indagato con Belsito, così come Reggio Calabria, perché Belsito ha rapporti con un intermediario ligure in rapporti con una cosca reggina; Milano quello dell’appropriazione indebita e truffa ai danni dello Stato.